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Oggi, 21 novembre, Solennità di Cristo Re dell’universo, si celebra per la prima volta, la Giornata Mondiale della Gioventù a livello diocesano.

“Quando un giovane cade è come se cadesse l’umanità, ma quando un giovane si rialza è come se si sollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani, quale speranza nei vostri occhi. Voi siete artefici di pace e costruttori di ponti, così oggi, ancora una volta, Dio dice a ciascuno di voi: ‘Alzati!

Alzati! è l’esortazione che, l’Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro, dall’isola di Lampedusa, fa propria per far giungere in occasione della Giornata il suo messaggio ai giovani dell’Arcidiocesi.

Alzati, Non puoi rimanere a terra a “piangerti addosso”, c’è una missione che ti attende! Alzati e testimonia la tua esperienza di cieco che ha incontrato la luce, ha visto il bene e la bellezza di Dio in sé stesso, negli altri e nella comunione della Chiesa che vince ogni solitudine. Alzati e testimonia l’amore e il rispetto che è possibile instaurare nelle relazioni umane, nella vita familiare, nel dialogo tra genitori e figli, tra giovani e anziani. Alzati e difendi la giustizia sociale, la verità e la rettitudine, i diritti umani, i perseguitati, i poveri e i vulnerabili, coloro che non hanno voce nella società, gli immigrati. Alzati e testimonia il nuovo sguardo che ti fa vedere il creato con occhi pieni di meraviglia, ti fa riconoscere la Terra come la nostra casa comune e ti dà il coraggio di difendere l’ecologia integrale. Alzati e testimonia che le esistenze fallite possono essere ricostruite, che le persone già morte nello spirito possono risorgere, che le persone schiave possono ritornare libere, che i cuori oppressi dalla tristezza possono ritrovare la speranza. Alzati e testimonia con gioia che Cristo vive! Diffondi il suo messaggio di amore e salvezza tra i tuoi coetanei, a scuola, all’università, nel lavoro, nel mondo digitale, ovunque .Il Signore, la Chiesa, il Papa, si fidano di voi e vi costituiscono testimoni nei confronti di tanti altri giovani che incontrate sulle “vie di Damasco” del nostro tempo. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù» 

Deve scontare la pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione, dopo una condanna per i reati di danneggiamento seguito da incendio, atti persecutori, e maltrattamenti in famiglia. I carabinieri della Stazione di Licata hanno arrestato un 59enne, disoccupato, residente del posto, in esecuzione dell’ordinanza di carcerazione emessa dall’ufficio esecuzioni penali della Procura di Agrigento. I fatti commessi dall’uomo risalgono al periodo tra il 2008, ed il 2014. Il cinquantanovenne al termine delle formalità di rito é stato portato presso la Casa circondariale di Agrigento “Pasquale Di Lorenzo”.

I carabinieri del nucleo radiomobile del comando provinciale hanno arrestato un catanese di 41 anni per rapina aggravata, porto di arma clandestina, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, danneggiamento e false dichiarazioni sulla propria identità.

Intorno all’una di notte era giunta al 112 la telefonata di un uomo che informava l’operatore dell’aggressione subita dalla propria fidanzata in via VI Aprile, meglio conosciuta dai catanesi come “il passiatore”. Sul posto sono intervenuti più equipaggi della radiomobile che hanno immediatamente ascoltato la donna, una giovane 23enne di origini bulgare, la quale ha riferito di esercitare l’attività di prostituzione proprio in quel tratto di strada. La ragazza ha raccontato ai militari di essere era stata poco prima rapinata del cellulare da un uomo giunto a bordo di una Citroen Saxo che, dopo averla fatta salire in auto, si era diretto verso un luogo appartato dove però, immediatamente, l’aveva presa violentemente a pugni sul viso rubandole il cellulare ed allontanandosi con l’autovettura.

Il riconoscimento dell’aggressore
Seppur dolorante, la ragazza è riuscita a raggiungere l’abitazione del fidanzato che ha dato l’allarme ai carabinieri i quali, con la presenza della coppia a bordo e sfruttando la descrizione dell’uomo della vittima ma soprattutto un’applicazione di ricerca del telefonino rapinato, hanno poco dopo localizzato l’aggressore in piazza Currò, in sosta ed ancora seduto al posto di guida della sua macchina. Quest’ultimo è stato immediatamente riconosciuto dalla ragazza ed i militari si sono quindi accostati all’autovettura del 41enne, venendo però improvvisamente travolti a causa della manovra del conducente che, per sottrarsi al controllo, ha ingranato la retromarcia collidendo quindi anche con una gazzella che era stata già posta in chiusura così da precludergli la fuga.

Dentro l’auto la sorpresa. I carabinieri sono quindi riusciti ad entrare nell’abitacolo dell’autovettura, immobilizzandolo e scoprendo anche che sul sedile passeggero, a portata di mano, custodiva una pistola modificata a tamburo marca Flobert Zoraki calibro 4 mm con matricola abrasa, con la canna modificata e cinque cartucce inserite di cui una già esplosa. Ma la notte brava del 41enne non era ancora finita perché, evidentemente non ancora domo e nel tentativo d’incorrere nei conseguenti inevitabili guai giudiziari, ha fornito false generalità ai militari che, però, hanno scoperto la sua reale identità aggiungendo anche questo reato alla lunga lista di quelli di cui si era già reso autore. Il giudice ha convalidato l’arresto, confermando la custodia nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto.

E’ stato firmato dal Ministro della Cultura e dal Ministro del Turismo, il decreto che ammette a finanziamento, per un totale di 30 milioni di euro, gli interventi di riqualificazione dei centri storici e di valorizzazione turistico-culturale presentati dai piccoli comuni delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione presentati dai Comuni fino a 10 mila abitanti, per i quali sono disponibili 10 milioni di euro, tra i beneficiari in provincia di Agrigento ci sono Sambuca di Sicilia e Cammarata.

I progetti puntano al recupero e salvaguardia dei caratteristici centri storici con le loro emergenze storico-architettoniche, sia per finalità turistiche che per servizi e livelli di vivibilità adeguati, evitando così il fenomeno di spopolamento.

Per consentire alla cittadinanza di donare con generosità il proprio sangue l’A.D.A.S., effettuerà due raccolte mobili, domenica 21 novembre a Palma di Montechiaro in piazza Bonfiglio, e a Giardina Gallotti Presso la sede dell’associazione FRATRES sita in via Belvedere

Tutte le raccolte saranno operative dalle ore 8.00 alle 12.00 A tutti i donatori saranno inviate a cura della stessa associazione le analisi di laboratorio effettuate in occasione della donazione.

di Franco Pullara

Il protagonista della nostra storia è un omone che sprizza salute e ottimismo da tutti i pori, una sorta di simpatico Babbo Natale senza barba che da circa dieci anni vive in campagna con la sua famiglia.

Vive una vita da sogno con la sua famiglia all’interno di un’azienda agricola nella quale presta lavoro. Il proprietario del fondo è un favarese signore d’altri tempi che, all’epoca dei fatti, lo ha assunto e gli ha concesso l’uso di una vecchia “robba”, una fantastica antica casa di campagna dove vive con la moglie e i figli.

Lui, un agricoltore, è arrivato dalla Romania e fin da subito è stato assunto e si è stabilito nell’azienda favarese, all’interno della quale ha realizzato un piccolo pollaio e un piccolo allevamento di animali da carne, quanto basta per se stesso e la sua famiglia, nulla di più. L’orticello e verdura in abbondanza. Non ha la necessità di andare nei supermercati e non ci va.

Ha dato a se stesso e al suo nucleo come base di vita la natura e una qualità della stessa che in molti possiamo solo sognare. Una base di vita essenzialmente senza stress e senza, nello stesso tempo, rinunciare agli aspetti positivi della modernità, al punto che i suoi figli non vogliono più tornare in Romania.

Possiamo imitarlo? Abituati come siamo alle nostre pseudo comodità siamo condannati al “volontario” stress quotidiano. Le nostre ali sono ormai tarpate.

648 i nuovi casi di Covid19 registrati in Sicilia a fronte di 25.059 tamponi processati. L’incidenza sale al 2,6%, era 2,3%. L’isola è al settimo posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 10.092 con un aumento di 59 casi. I guariti sono 583 mentre si registrano 6 vittime, che portano il totale dei decessi a 7.137. Sul fronte ospedaliero sono adesso 386 ricoverati, in terapia intensiva sono 36.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo con 167 casi, Catania 103, Messina 130, Siracusa 84, Ragusa 28, Trapani 45, Caltanissetta 39, Agrigento 38, Enna, 14.

La nomina del nuovo Cda della Fondazione del Teatro Pirandello ha suscitato non poche polemiche.

E in effetti, senza nulla togliere alle persone indicate, tutto sembrano tranne che veri e propri esperti di teatro, scenografie, rappresentazioni e cosi via dicendo. Lo ribadiamo ancora una volt<: senza nulla togliere alle persone, una per una.

Ed ancora. Chi profferì questa frase nel 2013 a proposito di Fondazione del Teatro Pirandello? A voi l’ardua risposta.

“Insomma, consoliamoci almeno col fatto di essere riusciti ad indurre il Sindaco a sbarazzarci di un carrozzone, generatore di evitabilissime prebende e trainato da un nugolo di cavalieri senza cavallo”.

 

“È necessaria una pronta inversione di tendenza nelle gestione del territorio, altrimenti i disastri idrogeologici si ripeteranno sempre più frequentemente e con forza crescente”.

È questo il grido d’allarme dell’Ordine degli architetti a seguito dell’emergenza idrogeologica che ha colpito recentemente il nostro territorio.

“Nel corso degli ultimi 50 anni – afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – sono prevalse le politiche della cementificazione eccessiva in barba alle regole più elementari per il rispetto dell’ambiente. Politiche che hanno incrementato a dismisura le zone di espansione delle nostre città e, contestualmente, hanno svuotato i nostri centri storici”.

La cementificazione, soprattutto negli anni 60-70, ha spesso interessato zone a rischio idrogeologico, con il risultato che oggi l’ambiente tende a riprendersi quello che l’uomo gli ha sottratto nel tempo per ripristinare gli equilibri dell’ecosistema. Tutto ciò determina nuove condizioni di fragilità del nostro territorio, producendo disastri idrogeologici e notevoli rischi per la pubblica incolumità.

“Per arginare tale stato di emergenza, oggi sono indispensabili e urgenti nuove politiche di governo del territorio -continua La Mendola – fondate sulla riduzione del consumo di suolo, sulla manutenzione programmata dei corsi d’acqua e sulla rigenerazione urbana del costruito. A tal proposito, gli Architetti agrigentini auspicano che venga al più presto approvato il Testo unificato dei disegni di legge in materia di rigenerazione urbana sostenibile dello scorso 9 novembre, già incardinato al Senato.  Il disegno di legge prevede l’istituzione di un Fondo nazionale per la rigenerazione urbana che ammonterebbe a 10 miliardi di euro, cioè 500 milioni di euro annui dal 2021 al 2040. È prevista anche la rigenerazione urbana attivata da promotori privati, che potranno presentare i propri progetti ai Comuni di competenza chiamati a valutarne la coerenza con la programmazione comunale di rigenerazione urbana. Nel disegno di legge sono stati introdotti specifici incentivi volumetrici (incremento cubatura sino al 20%) per i cittadini che investiranno nella rigenerazione del patrimonio edilizio esistente. Speriamo che la politica comprenda – conclude Rino La Mendola – come il tema del rispetto dell’ambiente, della riduzione del consumo di suolo e della rigenerazione urbana non sia più differibile per scongiurare il rischio di ulteriori e sempre più devastanti disastri ambientali”.

“Pari opportunità violate in seno al nuovo Cda della “Fondazione teatro Pirandello” di Agrigento con il sindaco Miccichè e il governatore Musumeci che hanno scelto solo uomini per il quartier generale del prestigioso teatro”. Così il capogruppo M5S all’Ars Giovanni Di Caro sulle nomine dei consiglieri di amministrazione della fondazione.

“Sul metodo di scelta adottato, sulla provenienza politica e sui curricula dei nuovi consiglieri – aggiunge Di Caro – ci sarebbe tanto dire. Ma la cosa che salta più agli occhi è che, ancora una volta, il ruolo della donna nella classe dirigente, viene mortificato da scelte quanto meno discutibili.

Mi auguro – aggiunge il parlamentare agrigentino – che qualcuno dei decisori, in primis Musumeci si ravveda e provveda a riparare all’ennesimo torto a danno delle donne impegnate nel sociale, nella cultura e in politica”.