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La Corte d’Appello di Siracusa ha confermato la sentenza di condanna a 26 anni di reclusione ciascuno a carico di due egiziani, Mohamed Ibrahim Abd El Moatti e Mohamed Elasha Rami, imputati del sequestro di persona e dell’omicidio di Gianluca Bianca, il comandante del peschereccio siracusano “Fatima 2”, scomparso nel luglio del 2012 nel corso di una battuta di pesca in acque mediterranee tra l’isola di Malta e la Libia. Il suo corpo non è stato mai ritrovato e le accuse ai due egiziani sono frutto delle testimonianze dei tre marinai siracusani che furono chiusi in una cabina e poi rilasciati in una zattera, dopo che a bordo del peschereccio si sarebbe scatenata una lite tra i marinai nordafricani e quelli italiani. Poi gli imputati avrebbero organizzato l’ammutinamento sfociato con l’omicidio del comandante del “Fatima 2”, Gianluca Bianca, ucciso e poi gettato in mare. A quel punto, gli imputati, dopo aver abbandonato i tre marinai a bordo di una zattera, poi recuperata da una motovedetta greca, si rifugiarono in un porto dell’Egitto. E da allora non vi sono più tracce di loro nonostante gli interventi del governo italiano sulle autorità egiziane.

La sezione del Tribunale di Palermo presieduta da Riccardo Corleo, a termine della camera di consiglio intorno all’una della notte scorsa, ha emesso sentenza nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Game Over”: 16 condanne e 9 assoluzioni. Tra gli assolti vi è l’imprenditore agrigentino Davide Schembri, 45 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini vi sarebbe stato un connubio di interessi sulle scommesse on line tra Cosa Nostra e vari imprenditori, tra cui Benedetto Bacchi, di Partinico, costruttore di una rete di circa 700 sale gioco in tutta Italia. A Bacchi, che si è sempre dichiarato vittima della mafia, sono stati inflitti 18 anni di carcere. A carico di Schembri, assolto, la Procura aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione.

Sono 11 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento nella giornata del 25 ottobre a fronte di 349 tamponi processati. Il dato emerge dal bollettino diffuso dall’Asp. Non ci sono nuove vittime né ricoveri in ospedale. I guariti sono 11.

Quattro persone ricoverate, tre all’ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera e uno fuori provincia. Due, invece, i pazienti in terapia intensiva.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento 12; Alessandria della Rocca 0; Aragona 1; Bivona 0; Burgio 2; Calamonaci 0; Caltabellotta 0; Camastra 0; Cammarata 0; Campobello di Licata 1; Canicattì 35; Casteltermini 1 (un migrante); Castrofilippo 0; Cattolica Eraclea 24; Cianciana 0; Comitini 0; Favara 4; Grotte 3; Joppolo Giancaxio 0; Licata 17; Lucca Sicula 1; Menfi 0; Montallegro 0; Montevago 0; Naro 17; Palma di Montechiaro 38; Porto Empedocle 10; Racalmuto 0; Raffadali 15; Ravanusa 1; Realmonte 1; Ribera 9; Sambuca di Sicilia 1; San Biagio Platani 0; San Giovanni Gemini 0; Sant’Angelo Muxaro 0; Santa Elisabetta 0; Santa Margherita di Belìce 1; Santo Stefano Quisquina 1; Sciacca 29; Siculiana 1; Villafranca Sicula 9; Navi accoglienza 31.

Al mattino di oggi sono state eseguite 6 misure cautelari per altrettanti soggetti indagati di rissa aggravata in concorso, in riferimento a quanto accaduto ad Acireale, in provincia di Catania, lo scorso 5 settembre nel corso di una prima comunione, quando un diverbio tra familiari di due ex coniugi degenerò in rissa e in sparatoria con il ferimento, grave, del vice brigadiere dei Carabinieri Sebastiano Giovanni Grasso, presente in chiesa perché anche uno dei suoi figli ha ricevuto la prima comunione. Le misure cautelari sono: l’arresto per una persona e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri cinque indagati. Destinatario della custodia cautelare in carcere è Camillo Leocata. Gli altri 5 soggetti a misura cautelare sono tre familiari materni e due paterni di uno dei ragazzi riceventi la prima comunione. Il vice brigadiere (fuori dal servizio) intervenne per sedare la lite sorta tra due famiglie a fine celebrazione dopo che già all’interno della chiesa si scatenò un aspro diverbio per i posti a sedere, che erano stati sorteggiati. In quel frangente Camillo Leocata, 69 anni, nonno di un ragazzino, ha sparato un colpo. Il 69enne ha sostenuto di essersi allontanato durante la funzione religiosa per recuperare la pistola a casa “dopo avere percepito le minacce rivolte al figlio dai parenti dell’ex moglie”, e di avere sparato durante una colluttazione.

“Una prassi vergognosa, proprio come al Teatro Pirandello. Su Catania sta per abbattersi una nuova tempesta. Stavolta sul Teatro Stabile di Catania, salvato da una situazione debitoria ereditata  (oltre 13 milioni di debiti)”.
Lo dichiara l’ex sindaco di Agrigento Lillo Firetto che continua: “Il Consiglio di Amministrazione ha operato così bene che in ogni altra parte del mondo sarebbe stato confermato in automatico, con preghiera ai suoi membri di proseguire il compito svolto. Ma siamo in Sicilia e, come ad Agrigento, la politica scade nella politicanza e riesce a far danni anche quando sarebbe più semplice evitarli. I soliti miserabili tracchiggi per trasformare un ente di enorme importanza (e virtuoso) nel solito poltronificio, da affidare a clientes pro-tempore per saccheggiarlo. Una prassi? È il metodo Lucignolo. Son ragazzi, che ci vuoi fare? “Quello che devo fare io, lo decide solo Lucignolo!”. E vanno avanti così. Lo Statuto approvato ad Agrigento dal Consiglio Comunale è un atto non legittimo. Averlo approvato è una violazione.  Un atto di arroganza”.

Visto l’avviso diramato dal Dipartimento di Protezione Civile Regionale, il sindaco di Agrigento ha firmato una nuova ordinanza valevole fino alle ore 24 di domani, martedì 26 ottobre.
Il Dipartimento Regionale Protezione Civile ha emanato l’Avviso Regionale per il Rischio Meteo-Idrogeologico e Idraulico nr. 21298, prot. n. 55714 del 25.10.2021, diramato dalla SORIS relativo alla Zona E (include la Provincia di Agrigento):
– per il Rischio Idraulico il livello di allerta diramato per oggi 25.10.2021  fino alle ore 24:00 del 26.10.21 è “ARANCIONE” con fase operativa “PREALLARME”
Divieti ed interdizioni a garanzia della pubblica incolumità a causa di avverse condizioni meteo dalle ore 00:00 del   26.10.2021 e fino alle ore 24:00 del 26.10.2021.  Codice di allerta: ARANCIONE – Fase operativa: PREALLARME.

“Dagli esiti delle urne si evince una palese bocciatura degli elettori siciliani nei confronti delle coalizioni targate Musumeci. I successi ottenuti al ballottaggio nei comuni di Favara, San Cataldo e Lentini e le vittorie di due settimane prima a Caltagirone e Alcamo dimostrano che il Movimento Cinque Stelle del nuovo corso Conte è più vivo che mai”.

Così Giovanni Di Caro, presidente del gruppo parlamentare M5S all’Assemblea regionale siciliana sui risultati elettorali delle elezioni comunali.

“La chiave di lettura è semplice: queste amministrative – aggiunge Di Caro – sono il de profundis per il governo Musumeci. Gli elettori hanno accolto le proposte del Movimento Cinque Stelle che unitamente agli alleati, ha presentato programmi incentrati sui temi che interessano alla collettività.

Oggi più che mai – dice ancora il capogruppo del M5S all’Ars – siamo in grado di farci portavoce della volontà dei siciliani che è quella di chiudere al più presto con questo governo del nulla, di cui si ricorderanno, forse, solo i cavalli di Ambelia”.

“Sono felice del risultato di Canicattì, abbiamo vinto sostenendo il progetto civico dell’amico Vincenzo Corbo con lealtà e determinazione. Auguri a lui e ai nostri eletti nel consiglio comunale e in giunta, che saranno protagonisti di una svolta per questa città, Canicatti merita di tornare ad essere traino dell’economia del territorio.
Lo dichiara l’on. Giusy Savarino di Diventerà Bellissima che prosegue: “Auguri a Calogero Martello Sindaco di Porto Empedocle, sostenuto da noi al ballottaggio con entusiasmo e convinzione. Ci dispiace per Favara dove, nonostante i nostri sforzi, la gente ha scelto Palumbo Sindaco, a cui vanno comunque i nostri auguri di buon lavoro. Il movimento di #DiventeràBellissima con nuovi eletti in consiglio comunale e in giunta, si conferma una forza sempre più protagonista della politica agrigentina. Grazie alle donne e agli uomini che lo hanno reso possibile.”