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Può capitare di smarrire un orologio, un braccialetto, un portafogli. Smarrire un bambino ci sembra un po’ eccessivo.

Eppure è capitato, al Villaggio Mosè dentro un bar. Una famiglia gelese in vacanza a Camastra è arrivata alle porte di Agrigento ed ha pensato di andare in un bar. Effettuata la consumazione i due gruppi familiari (c’erano altri parenti con i genitori del piccolo), compreso il piccolo di appena 8 anni, le autovetture si sono mosse alla volta di Camastra per fare rientro.

Tutto a posto, secondo i genitori ed i parenti. Ma quando mai? Giunti a Camastra ecco la scoperta; ognuno dei componenti familiari era convinto che il piccolo fosse salito a bordo dell’altra macchina. I genitori pronti a giurare che fosse con lo zio e lo zio pronto a giurare che fosse con i genitori.

L’apprensione, salita alle stelle, è stata comprensibile. Allertati immediatamente i Carabinieri è scattato l’allarme. Hanno riferito il nome del bar e i militari dell’Arma sono piombati in un attimo nel posto. La bellissima sorpresa è stata finalmente che il bambino si trovava già in braccio di un poliziotto della Sezione Volanti di Agrigento.

La fortuna ma soprattutto la diligenza del piccolo è stata quella di non muoversi dal posto in cui era stato “dimenticato”.

Ogni altro commento appare superfluo.

 

 

 

di Filippo Cardinale

I Comuni agrigentini sono 43 ma solo 33 compongono la “consortile” AICA, la società pubblica costituita dai 33 Comuni che gestisce il servizio idrico integrato nella nostra provincia. Una società che inizia con un capitale sociale di appena 20.000 euro e che deve ricorrere al prestito di 10 milioni (oltre interessi) che l’Assemblea regionale ha approvato con apposita legge con soldi del Fondo per le Autonomie Locali dell’Assessorato regionale alle Autonomia locali.

Il prestito è “pro quota ai Comuni partecipati all’Azienda speciale consortile A.I.C.A. Le somme saranno erogate ai singoli Comuni facenti parte dell’Aica in rapporto alla popolazione residente e saranno rendicontate e recuperate in cinque anni sulla base di un dettagliato piano finanziario di rimborso annuale approvato dal Consiglio comunale”. Inoltre, “in caso di omesso versamento delle rate, le stesse saranno recuperate nei confronti dei singoli comuni debitori con le modalità di cui al comma 24, dell’art. 7, della Legge regionale 17 marzo 2016 n. 3”. E’ scritto nella legge approvata.

Ma quanto incide per ognuno dei 33 Comuni? Abbiamo elaborato la quota (senza interessi) sulla scorta della popolazione al 31 dicembre 2019. I Comuni che avranno un peso debitorio importante sono, ovviamente, quelli con più abitanti: Agrigento, Canicattì, Favara, Licata, Sciacca. La loro quota è esorbitante per le casse già provate e per le difficoltà che ogni Comune si porta appresso.

Nella tabella seguente viene riportata la quota per ogni singolo dei 33 Comuni. Agrigento avrà un debito di 1.574.928 euro, Canicattì 948.835 euro, Favara 865.893, Licata 970.684, Sciacca 1.073.233; non meno pesante è il debito a carico di Palma di Montechiaro 589.340 euro, Porto Empedocle 430.095 euro, Ribera 493.600, Aragona 250.246, Calamonaci 34.374, Caltabellotta 93.141, Casteltermini 209.746, Castrofilippo 74.764, Cattolica Eraclea 94.973, Comitini, 24.584, Grotte 148.353, Ioppolo Giancaxio 31.147, Lucca Sicula 47.719, Montallegro 67.107, Montevago 77.362, Naro 199.655, Racalmuto 213.437, Raffadali 351.263, Ravanusa 300.399, Realmonte 120.597, Sambuca di Sicilia 154.260, Sam Biagio Platani 83.460, San Giovanni Gemini 219.235, Santa Elisabetta 61.556, Sant’Angelo Muxaro 33.280, Siculiana 116.331, Villafranca Sicula 37.437.

I Comuni che non fanno parte dell’Aica sono Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Camastra, Cammarata, Castrofilippo, Lampedusa e Linosa, Menfi, Santa Margherita Belìce e Santo Stefano Quisquina.

Marzamemi dopo Cefalù: nella località balneare del Siracusano a non molta distanza da un parco giochi per bambini una coppia  posizionatasi sul muretto del lungomare ha dato vita ad un amplesso sessuale che è stato ripreso con uno smartphone che in pochi istanti le immagini è diventato virale, diffuso in una miriade di contatti whatsapp.

Il video, di 16 secondi, è stato realizzato dal  tendone di un bar pizzeria collocato sul Lungomare Starrabba. A Marzamemi è partita la caccia al protagonisti: l’uomo sarebbe un pachinese, la donna una turista.

E se a Cefalù, per una situazione  simile, il sindaco ha parlato di «immagine della città deturpata», su  Marzamemi il viceprefetto Carmelo Musolino (uno dei tre componenti la  commissione straordinaria che dal febbraio 2019 amministra Pachino,  dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose) sceglie di  commentare in modo laconico: «È semplicemente sconcertante, ho la  sensazione che in tanti abbiano perso la testa».

E’ davvero tutto pronto il per 4° Autoslalom Città di Alessandria della Rocca. Nel pomeriggio di ieri si sono tenute le consuete verifiche, propedeutiche alla gara, che ha avuto il suo via oggi. domani. Nella cittadina agrigentina hanno sfilato così i piloti che si sfideranno tra i birilli, sulla Strada Statale 118 Corleonese Agrigentina, dal km. 88,700 al km. 91,650. Via libera per ben 69 vetture.

Il 4° Autoslalom Città di Alessandria della Rocca, che assegna punti per il Campionato Siciliano e per lo Challenge Paliké, vede in prima linea la Muxaro Corse, organizzatore, e il Team Paliké, co-organizzatore.

Il pilota da battere è certamente Giuseppe Giametta, del T.M. Racing che va a caccia di punti preziosi per il campionato. Un’occasione importante vista l’assenza di Girolamo Ingardia. A difendere i colori della Trapani Corse ci sarà, invece, Nicolò Incammisa, che proverà ad ottenere l’ennesimo podio della sua carriera. Attenzione, però, ad Antonio Di Matteo, che con la sua Gloria C8 Suzuki, può regalare tante emozioni.

Un occhio di riguardo meritano, anche, Vincenzo Leto, alla guida della Elia Avrio ST 09 Suzuki, Michele Poma (Suzuki Ghipard) e Salvatore Arresta (Suzuki Ghipard).

Il 4° Autoslalom Città di Alessandria della Rocca, che si svolgerà in tre manches, vedrà in pista anche i piloti locali, della RO RACING, Vincenzo Maniscalco (Mini Cooper), Salvatore Milioto (Renault Twingo RS), Giuseppe Cacciatore (Renault Clio WLM).

 

 

Il presidente del Consiglio di Amministrazione della Laica, Alfonso Provvidenza, ha convocato d’urgenza dell’Assemblea 0rdinaria per lunedì prossimo 23 agosto. Tra i punti all’ordine del giorno: 1) Approvazione del Verbale di Assemblea della seduta precedente; 2) Riconoscimento sussistenza estremi d’urgenza della seduta; 3) Presa atto della sottoscrizione del Contratto di affitto di azienda con la Curatela Fallimentare della Girgenti Acque S.p.A.; 4) Presa atto della deliberazione dell’Assemblea dell’ATI n.5 del 30/07/2021 “Predisposizione proposta tariffario A.I.C.A. MTI-202 1/2023”; 5) Preso atto Delibero del Consiglio Direttivo dell’ATI n. 7 del 09/08/2021 “Presa atto della Relazione dell’asseveramento del piano economico – Finanziamento del S.l.l., ai sensi dell’Art. 149 del D.lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. e della relazione dell’Art.34, c. 20 D.L. 179/2012 per l’affidamento del Servizio Idrico Integrato in modalità in house al gestore Azienda ldrica Comuni Agrigentini (A.l.C.A.)”; Art. 2 della Legge n. 22 del 03/08/2021 (Azioni per il passaggio della gestione del Servizio Idrico Integrato nell’ambito territoriale ottimale di Agrigento). Atto di indirizzo in merito al piano finanziario di rimborso ai comuni; Mancato ingresso nella compagine sociale dei Comuni di Camastra e Lampedusa-Linosa. Determinazioni consequenziali; 8) Consorzio Acquedotto Tre Sorgenti e Voltano S.p.A. Cessione delle reti. Atto di indirizzo; 9) Nomina Collegio dei Revisori – Presa atto avviso manifestazione di interesse.

Intanto, alla luce del mancato ingresso dei Comuni di Lampedusa e Camastra, i Comuni che compongono l’Aica sono 33 su un totale di 43 enti agrigentini. Un ambito che non solo non ha i canoni della “unicità”, ma che vede restringersi la composizione dei Comuni soci. Trentatre Comuni che, in quota rispetto alla popolazione, dovranno spalmare sui propri bilanci il prestito di 10 milioni di euro della Regione, oltre gli interessi.

Nel vedere il sito del Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti della Regione Sicilia, ti impressioni. Sfogliandolo leggi: Aggiornamento al Piano regionale per la gestione dei rifiuti speciali in Sicilia. Il PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI. Il RAPPORTO AMBIENTALE A SUPPORTO DELLA VAS SUL PIANO RIFIUTI SOLIDI URBANI DELLA REGIONE SICILIANA, ed ancora l’Adeguamento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti. Poi ci sono le unità operative: Staf 1 Staf 2 Staf 3, Segreteria operativa segreteria controllo fondi, segreteria regolazione delle acque, segreteria Rifiuti e bonifiche. Servizio 7 gestione rifiuti.

Servizio ispettivo, e poi tante e tante strutture. “Strutture” in grado di catturare la preda munnizza e renderla innocua. Basta scrivere al Dipartimento per risolvere i problemi della munnizza ? Si eviterebbero le continue emergenze, i dissapori tra aziende e comuni, vedi Comune di Favara. Si ricucirebbero inoltre le tasche degli spazzini siciliani i quali, da Favara al resto dell’Isola languono il sacrosanto stipendio ? Poi il sopraggiungere della realtà, ti riporta con i piedi a terra, in modo violento. la Sicilia non ha un Piano Regionale per la gestione dei rifiuti, o meglio non ne ha uno se non i dispositivi messi in atto dal 2010 per affrontare le infinite emergenze, tant’è che su questo tema è intervenuta più volte la Commissione Europea fino ad avviare nell’ottobre 2015 una procedura d’infrazione.

La questione non è banale, per tentare di venirne a capo è stata fatta nel 2016 una relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta alla Camera sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati. Il problema è piuttosto complesso e non va attribuito solo all’incapacità gestionale e amministrativa, ma chiarisce il documento: “va più realisticamente ricondotto a quello che può essere definito un intreccio tra cattiva gestione, incapacità politica, sia a livello regionale che a livello degli enti territoriali, connivenze e, in qualche caso, complicità tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata”. Non vogliamo entrare nel merito dell’analisi della Commissione parlamentare di inchiesta, vogliamo semplicemente ribadire che la raccolta e spazzamento delle città di Agrigento, Favara, a cura della RTI ISEDA capogruppo non va. (vedi Favara sfregiata dai rifiuti) Per questi gravi motivi che più volte la scrivente O.S. ha evidenziato, chiediamo ai sindaci dei comuni interessati e lo faremo anche con il futuro commissario di Favara, di revocare l’appalto a RTI Iseda capogruppo.

Sono 1.739 i nuovi casi di Coronavirus in Sicilia nelle ultime 24 ore su 20.812 tamponi processati e l’indice di positività è dell’8,4%. È quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute. La Sicilia, oggi, ha registrato il triplo dei contagi della Lombardia. Dodici i decessi (10 si riferiscono ai giorni precedenti) e 15 i ricoveri di cui uno in terapia intensiva. Sono 363 i guariti in un solo giorno.

Attualmente ci sono 22.629 positivi in Sicilia, di cui 677 ricoverati in ospedale (ordinario), 84 in terapia intensiva e 21.868 in isolamento domiciliare. I guariti salgono a 234.360, mentre i decessi a 6.213. Da inizio pandemia sono state 263.202 le persone contagiate nell’Isola.

Questi i dati nei Comuni capoluogo: 334 Palermo, 233 a Catania, 487 a Messina, 185 a Siracusa, 126 Ragusa, 95 a Trapani, 105 Caltanissetta, 93 Agrigento e 81 Enna.

Sono 146 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento nella giornata del 20 agosto. Il dato emerge dal bollettino diffuso dall’Asp. Si registrano due vittime, a Canicattì(33) e Sambuca di Sicilia (22).

Cinque i ricoveri in ospedale, i guariti sono 70 mentre i soggetti assistiti a domicilio 146. I tamponi eseguiti sono 561 che portano il totale dei test processati da inizio pandemia a 120.219.

Sono 58 le persone ricoverate nelle strutture ospedaliere: 28 si trovano all’ospedale di Agrigento mentre 24 in quello di Ribera. Altri 6 si trovano ricoverati fuori provincia. Tre pazienti sono ricoverati in terapia intensiva all’ospedale Fratelli Parlapiano. Due pazienti si trovano ricoverati presso le strutture lowcare, una a Sciacca e un’altra a Ribera.

Agrigento 186, Alessandria della Rocca 13; Aragona 14; Bivona 2 ; Burgio 7; Calamonaci 0; Caltabellotta 14; Camastra 6; Cammarata 24; Campobello di Licata 72; Canicattì 279; Casteltermini 29; Castrofilippo 18; Cattolica Eraclea 1; Cianciana 2; Comitini 0; Favara 325; Grotte 5; Joppolo Giancaxio 9; Licata 130; Lucca Sicula 8; Menfi 37; Montallegro 2; Montevago5; Naro 27; Palma di Montechiaro 59; Porto Empedocle92; Racalmuto 33; Raffadali 56; Ravanusa 54; Realmonte 27; Ribera 55; Sambuca di Sicilia 6; San Biagio Platani 7; San Giovanni Gemini 39; Sant’Angelo Muxaro 4; Santa Elisabetta 5; Santa Margherita di Belìce 13; Santo Stefano Quisquina 0; Sciacca 42; Siculiana 62 (36 migranti a Villa Sikania); Villafranca Sicula 2; Navi accoglienza 165.

La Procura di Agrigento, con il sostituto procuratore Chiara Bisso, ha disposto il sequestro di un corpo di natura organica, probabilmente un osso umano, rivenuto lungo una spiaggia di Viale delle Dune.

Sono state due turiste, a mare a San Leone, a scoprire l’insolito pezzo che sembrerebbe essere un osso umano. Le donne hanno subito chiamato i carabinieri i quali sono immediatamente giunti sul posto per avviare le indagini. Un primo accertamento effettuato dal medico necroscopo sembrerebbe confermare la natura umana dell’osso. Chiaro che nelle prossime ore verranno effettuati ulteriori accertamenti.

 

Con ricorso proposto innanzi al Tar Palermo, il sig. S.G., titolare di una ditta individuale, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Calogero Marino, impugnava il provvedimento dell’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole recante l’esclusione dell’istanza di contributo inoltrata a valere sulla misura 121 del PSR 2007/2013, provvedimento questo adottato in ragione dell’informativa antimafia atipica resa dalla Prefettura U.T.G. di Palermo, parimenti impugnata a mezzo del ridetto gravame.

Ebbene, al termine dell’iter processuale, il Consiglio di Giustizia Amministrativa accoglieva il ricorso in appello proposto dal sig. S.G. ritenendo fondate le doglianze mosse dagli Avv.ti Rubino e Marino avverso il provvedimento interdittivo e disponendo l’annullamento dei provvedimenti con cui la ditta ricorrente, in ragione della ridetta informativa, era stata esclusa dalla graduatoria delle richieste di contributo dichiarate ammissibili.

In particolare, il CGA aveva annullato l’informativa in questione rilevando come il mero rapporto parentale con un soggetto controindicato, in assenza – come nella fattispecie – di altri elementi in grado di comprovare un condizionamento mafioso nei confronti della ditta, fosse insufficiente a giustificare l’adozione di un provvedimento così pregiudizievole quale è l’informativa antimafia.

Come è evidente, l’ottemperanza all’ordine di esecuzione della sentenza in questione avrebbe dovuto determinare la riammissione dell’istanza di contributo presentata dal sig. S.G nell’elenco delle istanze ammissibili e la conseguente concessione del beneficio richiesto.

Nondimeno, l’Assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari non provvedeva a dare esecuzione al giudicato nascente dalla sentenza in commento.

Pertanto, il titolare dell’omonima ditta individuale, sempre con il patrocinio dell’Avv. Girolamo Rubino, adiva nuovamente il CGA per l’esecuzione della predetta sentenza, rilevando come la P.A., al fine di riparare, nei confronti di parte ricorrente, gli effetti dei propri atti illegittimi, avrebbe dovuto, in esecuzione della sentenza di che trattasi, adottare tutti gli atti strumentali all’erogazione del contributo richiesto dalla ditta ricorrente; contributo che la stessa avrebbe conseguito nel caso in cui non fosse stato adottato il provvedimento prefettizio di interdittiva atipica successivamente annullato.

Ebbene, il CGA, condividendo le argomentazioni difensive svolte dall’Avv. Rubino, ha accolto il ricorso per ottemperanza e, per l’effetto, ha dichiarato l’obbligo dell’Assessorato regionale delle risorse agricole e alimentari – Dipartimento regionale interventi strutturali per l’agricoltura, di conformarsi integralmente al giudicato, provvedendo ad inserire l’istanza inoltrata dalla ditta ricorrente nell’elenco di quelle ammissibili a valere sulla misura 121 del PSR 2007/2013 e a concedere alla medesima il contributo richiesto nel termine di sessanta giorni.

Con la suddetta sentenza, inoltre, le amministrazioni sono state condannate in solido al pagamento delle spese legali ed al rimborso del contributo unificato di entrambi i gradi di giudizio, in favore della ditta ricorrente.

A seguito della superiore pronuncia, infine, il commissario ad acta nominato dal CGA ha provveduto, in via sostitutiva, all’adozione del decreto di finanziamento ed alla conseguente erogazione del contributo richiesto.

Pertanto, la ditta potrà finalmente realizzare le opere afferenti il contributo da ultimo erogato in proprio favore.