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Altre iniziative di sostegno da parte della Regione a favore del sistema produttivo siciliano danneggiato dalla pandemia. Anche le piccole e medie imprese che hanno avviato l’attività nel 2019 o nel 2020, con sede legale o operativa nell’Isola, possono beneficiare di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto. L’agevolazione, fino a un massimo di 25mila euro, è concessa con procedura informatica tramite un’apposita piattaforma. La dotazione finanziaria, con risorse europee, è di 5 milioni di euro. Il finanziamento (minimo 10 mila euro) è a tasso zero, prevede 48 rate e ha una durata complessiva di 72 mesi. Per ogni domanda di finanziamento si può richiedere un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 5mila euro per spese di sanificazione e adeguamento dei luoghi di lavoro. L’importo totale non deve comunque superare i 25 mila euro. A gestire la piattaforma informatica e a curare l’istruttoria è l’Irfis, l’Istituto finanziario della Regione. Lo sportello online sarà attivo dal 12 ottobre all’11 novembre. La graduatoria sarà pubblicata sui portali: regione.sicilia.it (sezione assessorato Economia), irfis.it e euroinfosicilia.it.

Poste Italiane dedica alla cinquantaduesima Giornata Mondiale della Posta due cartoline e un annullo speciale. La cartolina a tema per favorire l’invio di messaggi scritti a mano sarà disponibile nei due uffici postali con sportello filatelico di Sciacca e Agrigento Centro, mentre quella con la grafica ufficiale dell’evento UPU (Worl Post Day – Innovate to recover) esclusivamente presso gli Spazio Filatelia. L’annullo speciale si potrà invece richiedere dall’8 al 14 ottobre.

Il 9 ottobre di ogni anno si celebra questo evento, che è stato dichiarato dal Congresso Postale Universale del 1969 a Tokyo come un mezzo per ricordare l’anniversario della nascita dell’Unione Postale Universale (UPU) nel 1874.

La Giornata Mondiale della Posta si pone l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e le imprese sul ruolo che riveste la Posta nella vita quotidiana, nonché il suo contributo allo sviluppo sociale e finanziario globale.

Questa data rappresenta un’occasione significativa per promuovere la funzione che il servizio postale svolge nel periodo di emergenza sanitaria, non solo come strumento per comunicare, ma anche come fattore determinante per la crescita economica del Paese.

Attivi da alcuni giorni presso l’Unità operativa complessa di malattie infettive e tropicali del presidio ospedaliero “Fratelli Parlapiano” di Ribera gli ambulatori dedicati ai pazienti esterni. Quotidianamente, dalle 10 alle 12, sono già possibili visite per i primi accessi, visite di controllo, visite per rinnovo piani terapeutici per diverse patologie fra cui anche l’HIV. L’implementazione delle attività rientra nel più vasto progetto di valorizzazione ed ampliamento dell’offerta sanitaria erogata dall’ospedale di Ribera voluto dalla Direzione strategica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento con il coinvolgimento dell’infettivologo Fabrizio Pulvirenti, coordinatore dell’Unità operativa complessa di malattie infettive e tropicali.

“L’attivazione degli ambulatori esterni presso il reparto – afferma il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia – oltre ad ampliare l’offerta sanitaria del ‘Parlapiano’, è da considerare un ulteriore traguardo che fa seguito alla più generale istituzione di una specialità, quella di malattie infettive, mai esistita nell’agrigentino ed attesa con grande trepidazione dalla collettività provinciale”.

Le prenotazioni delle visite specialistiche presso i nuovi ambulatori hanno esito pressoché immediato senza lunghe liste d’attesa e, a breve, saranno possibili anche i ricoveri in regime di day service.

 

“Non più un Teatro, ma una mangiatoia che affosserà definitivamente il tempio della Cultura di Agrigento.
Giù le mani della politica dal Teatro Luigi Pirandello. La Giunta comunale di Agrigento annuncia un nuovo Statuto per la Fondazione vantandolo come lo strumento per renderla una struttura più snella, agile e di qualità. Ma è tutt’altro. Con parole apparentemente rassicuranti l’attuale Amministrazione Comunale  intende nascondere il reale obiettivo: ottenere uno strumento più manipolabile per una distribuzione e lottizzazione politica di posti e poltrone con un aggravio di costo insostenibile per la Fondazione, che rischierà il fallimento al più tardi nel giro di un paio di anni.
Un esempio?
I componenti del Consiglio di Amministrazione passano da TRE a CINQUE con la formula del “rimborso spese”, che in questi anni non è MAI stata applicata.
Cinque soggetti, quasi come una nuova Giunta di Governo, tutti designati dal sindaco. Una compagine che credo non abbia precedenti nella storia.
Scompare per sempre, dunque, la cosiddetta pluralità di rappresentanza, per cui la Regione, pur presente in tutti i documenti ufficiali della Fondazione con il logo dell’Assessorato Regionale  del Turismo, non c’è più. Scompare la pluralità di competenze e di esperienze, che non sono richieste, probabilmente perché ritenute non necessarie.
Il nuovo Statuto viene proposto al Consiglio senza passare dall’approvazione del CDA della Fondazione e, di conseguenza, anche senza alcuna comunicazione da parte del componente di nomina regionale alla Regione stessa. A chi fa comodo mettere le mani sulla Fondazione in totale autonomia? Ciascuno è in grado di farsi un’idea precisa.
Non è tutto.
La nomina del Direttore Generale, che dovrà avere competenze in attività gestionale o manageriale (viene cassata l’esperienza anche nella gestione di enti di natura artistica o di spettacolo) deve aver maturato esperienza in enti pubblici o privati o partecipate. Il Direttore sarà nominato per comandare inizialmente su se stesso, visto che nell’immediato non avrà più a disposizione in organico unità di personale comunale distaccato.
Anzi, l’organico dovrà essere totalmente istituito e reclutato (“tenuto conto delle professionalità richiesta”) dal CDA della Fondazione, che dovrà farsene carico totalmente, rischiando anche solo per questo motivo di andare in default.
Quindi, con la sola promessa di posti di lavoro precari, in quanto non ci sarà la possibilità tecnica dell’assunzione a tempo indeterminato, lo Statuto realizza un abito molto ampio sotto il quale in molti possano trovare copertura. D’altra parte la coalizione di governo è larga e non è difficile fare qualche deduzione su come s’intenda accontentare alcuni, piuttosto che rilanciare il Teatro, per la città, per la cultura, per i giovani.
Per il resto, infatti, il nuovo Statuto non modifica altro di sostanziale,  niente che possa far intuire la volontà di imprimere una nuova visione. Che si voglia far intuire agli ignari cittadini la volontà di un piano di rilancio, si dimostra essere dunque una totale menzogna.
Ma andiamo ai costi della struttura. Con il nuovo Statuto se ne determina matematicamente il fallimento.
Premesso che tutti i teatri italiani si reggono con il contributo finanziario o sostanziale degli enti a cui appartengono. I teatri comunali sono gestiti con il contributo del Comune.
La Fondazione Teatro, secondo questo Statuto, dovrà essere sostenibile facendosi carico, oltreché dell’acquisto degli spettacoli e degli oneri della sicurezza e quant’altro, anche delle utenze; della gestione e dei costi degli impianti di riscaldamento ed elettrico (è specificato “pulizia, fornitura energia elettrica, telefonia, fornitura e manutenzione dell’impianto di riscaldamento”); dei costi di rimborso spese dei cinque componenti del Consiglio di Amministrazione; della retribuzione del direttore generale, che è gratuito da anni, e che invece avrà diritto a un compenso di categoria dirigenziale tra i 30 e i 50 mila euro; la spesa per le maestranze tecniche; la spesa per il personale amministrativo; la spesa per il personale dedito alle visite museali, visto che il Teatro Pirandello è dichiarato monumento nazionale e Bene sottoposto a tutela, equiparato ai musei; i costi relativi al compenso del contabile, visto che il direttore generale avrà competenze dirigenziali sulla gestione del teatro; i costi per il compenso ad almeno una persona per la segreteria e tanto altro ancora, come ad esempio il costo di un remunerato direttore artistico. Per avere un’idea, un organigramma di almeno 4 persone graverebbe sulla Fondazione mediamente 140 mila euro all’anno. Ogni soggetto, tra contributi e oneri vari, non meno di 35 mila euro. Per le visite museali almeno tre persone per garantire la turnazione. Non meo di due tecnici. 250 mila euro tra personale e spese minime di gestione.  Un fallimento garantito a tavolino. A tutto va aggiunta la manutenzione straordinaria, che formalmente era ed è a carico dell’amministrazione comunale, ma sostanzialmente è anticipata e pagata dalla Fondazione. Il Comune, che, per ragioni di bilancio, non è in grado spesso di garantirla neanche alle scuole. Quindi, il Teatro, senza questi fondi, finirebbe pian piano per manifestare tutte le sue carenze, che graverebbero sulla gestione e sulla fruizione, altro che valorizzazione… L’idea che sostiene l’architrave di questo documento è di farne un enorme carrozzone, realizzando un aumento di costi amministrativi e di servizi, e soltanto per garantire la sistemazione degli amici e degli amici degli amici, senza alcuna attenzione alla formazione professionale, alle qualifiche e alle competenze. La Cultura, in tutta questa operazione ha un aspetto del tutto secondario. La Fondazione con il nuovo Statuto diventa strumento nelle mani del sindaco o, forse è meglio chiaramente dire, del suo dante causa. Stupisce che a presentare con enfasi la proposta di Statuto sia un assessore di chiara matrice regionale, invece: una Regione totalmente estromessa da questi inciuci. Quali accordi sono sottintesi a questa intesa? Idem per la Commissione che approva con una componente di altra derivazione politica. Tutti concordi, prima ancora che sia approvato? Lo strumento che sarà proposto all’approvazione della supina e forse inconsapevole maggioranza del Consiglio comunale è molto probabilmente il frutto di una manovra politica nelle mani di soggetti avidi di potere e privi di alcuna capacità gestionale.

Addolora profondamente che con un colpo di spugna si voglia cancellare un lavoro che con molta dignità e con grande impegno il presidente Gaetano Aronica e il direttore Lillo Tirinocchi, senza intascare un euro sono riusciti a portare avanti. Con loro la Fondazione ha finalmente visto la luce, dopo anni di gestioni allegre, di scandali e di fallimenti. Oggi il Teatro ha un bilancio ancora in attivo con una gestione oculata e una programmazione che, con anche la direzione artistica di Sebastiano Lo Monaco, lo ha reso negli anni, se non tra i Teatri più prestigiosi d’Italia, almeno tra i più importanti tra quelli di Sicilia. Un bilancio che da 150 mila euro è passato a 750 mila euro, una cifra che fa gola alla peggiore politica e alla sua lobby.  Osservazioni a margine: 1. nel nuovo Statuto si prevede che possa essere concordata la possibilità di utilizzo del Teatro per iniziative promosse dal Comune; ciò significa che la politica di maggioranza stabilirà quale associazione, scuola o ente favorire dando il patrocinio all’iniziativa che sarà senza alcun costo da versare al Teatro;  2.la quota annuale comunale viene sostituita con “quota iniziale”, quindi non sono previsti ulteriori contributi comunali nel tempo; 3. viene introdotta un’articolata voce relativa alle elargizioni e agli atti di mecenatismo con la previsione di un alquanto discutibile “ritorno di natura pubblicitaria costituito esclusivamente da comunicato stampa del Comune”. Pertanto si lascia intendere non soltanto il tornaconto di pubblicità a firma dell’addetto stampa del Comune, del tutto in conflitto con la legge sulla stampa, ma anche che la gestione della comunicazione stampa sarà totalmente gestita dal Comune con il proprio addetto stampa o portavoce. 4.  Non si capisce perché nello statuto, dopo una totale dimostrazione di autosufficienza del sindaco, il documento inserisca l’obbligo di comunicare la nomina dei componenti del CDA alla Regione. E aggiunge anche “al Parco”. E perché? La sostanza è che dalle carte si evince che un solo individuo, il sindaco (o chi per lui) sceglie le persone, le dota di un “rimborso spese”, sceglie l’organico e lo paga. Una nave da crociera pronta per l’inchino in ogni porto, a qualsiasi costo, anche a rischio di affondare. E con essa la Cultura ad Agrigento”.

Lo dichiara, con una nota, l’ex sindaco di Agrigento Calogero Firetto.

469 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 14.977 tamponi processati. L’incidenza sale al 3,1% che purtroppo consente all’Isola di tornare in testa ai contagi giornalieri nel territorio nazionale. Gli attuali positivi sono 11.198 con una diminuzione di 582 casi. I guariti sono 1048 mentre si registrano altre 3 vittime che portano il totale dei decessi a 6.880. Sul fronte ospedaliero sono adesso 405 i ricoverati, mentre in terapia intensiva sono 40.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo con 42 casi, Catania 298, Messina 15, Siracusa 50, Ragusa 10, Trapani 13, Caltanissetta 18, Agrigento 15, Enna 8.

L’imprenditore agrigentino Giovanni Parisi è riuscito in pochi giorni a raccogliere più di 8500 firme per una petizione che prevede i lavori per il miglioramento delle tratte ferroviarie Agrigento Caltanissetta e Palermo Catania.

Parisi ha approfittato della presenza ad Agrigento dell’ex Premier Giuseppe Conte, il quale era naturalmente accompagnato dal vice ministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancellieri. E proprio a questo ultimo Giovanni Parisi ha consegnato nelle sue mani la petizione con tutte le firme.

Che sia di buon auspicio.

MOTIVI DELLA PETIZIONE

La realizzazione di una nuova linea ferroviaria veloce su quella già esistente, con il relativo innesto alla costruenda linea ferroviaria veloce Palermo Catania, porterebbe l’utenza di tutta la provincia di Agrigento agrigentina e i numerosi turisti che visitano la Sicilia ad accorciare i tempi di percorrenza da Agrigento a Catania aeroporto in circa 100 minuti di percorrenza contro le attuali 3 ore con l’autobus di linea e in 2 ore e mezza con gli autobus turistici.

La realizzazione di questa preziosa ed utile infrastruttura, rilancerebbe la mobilità della nostra provincia, oggi quasi isolata dal resto del mondo per la mancanza di infrastrutture moderne e dell’aeroporto atteso da 60 anni.

Siamo consapevoli che al turista non importa atterrare ad Agrigento,  al turista importa avere infrastrutture moderne e veloci, che gli consentono di girare l’isola con tempi ridotti rispetto a quelli di oggi atterrando a Catania o a Palermo.

Questa PETIZIONE vuole sollecitare il governo nazionale, quello regionale e la società Trenitalia, a prendere in considerazione questa proposta con la collaborazione di tutte le forze politiche del territorio.

Il treno avvicinerebbe Agrigento non solo a Catania ma ad un centinaio di località europee, attraverso l’aeroporto di Catania, che ha decine e decine di destinazioni europee e nazionali ogni giorno.

Grazie a tutti coloro i quali hanno firmato questa petizione  e alle istituzioni in indirizzo che speriamo tutti quanti si adopereranno alla realizzazione di questa infrastruttura.

Ci Auguriamo ovviamente che questa Petizione che consegneremo a tutte le istituzioni in indirizzo la  prendano in considerazione.

P.S. Mi hanno informato fonti certe vicino a Trenitalia, che con una somma relativamente sostenuta, si potrebbe realizzare un Bay pass di 300 mt. su un terreno di proprietà di Trenitalia evitando l’ingresso all’attuale stazione di Canicattì, con un risparmio di almeno 20 minuti sui tempi di percorrenza attuali, arrivando a Caltanissetta in 60 minuti e proseguendo dopo per Catania sulla nuova linea veloce.

Agrigento 8 ottobre 2021

PETIZIONE FIRMATA E  INDIRIZZATA A:

Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili

Ministro per il Sud e la coesione territoriale

Ministro Affari Regionali

Ministro Turismo

Sottosegretario delle Infrastrutture  Giancarlo Cancelleri

Presidente della Regione Siciliana

Deputazione Nazionale e Regionale

Sindaci: Agrigento – Caltanissetta – Palermo – Catania – Messina

Sindaci:  Aragona  – Grotte – Racalmuto – Canicattì – Serradifalco – San Cataldo

Commissari: Libero consorzio:

di Agrigento – Caltanissetta – Palermo – Catania – Messina

Sindacati: Cgil – Uil – Cisl

Pres. Nazionale  Assoturismo Confesercenti dr. Vittorio Messina

Presidenti Ordine Architetti  – Ingegneri

GRUPPO FERROVIE DELLO STATO ITALIANE:

CEO: Trenitalia – Rfi – Italferr

A cura di Giovanni Parisi ed altri 8.500 firmatari.

“La bocciatura dei 59 progetti di investimento per infrastrutture irrigue presentati dalla Regione siciliana nell’ambito delle opere finanziabili con i fondi del Pnrr non può essere catalogata come un incidente di percorso. È soltanto l’ultimo pasticcio che si aggiunge a ritardi imperdonabili, criticità, scarsa programmazione e sprechi nell’utilizzo delle risorse extraregionali”.
Lo afferma il coordinatore provinciale del Movimento politico Servire Agrigento, Raoul Passarello.
“Il clamoroso flop è un campanello d’allarme rispetto a quello che potrebbe accadere tra non molto con l’arrivo in Sicilia di 50 miliardi di euro tra fondi della programmazione europea 2021/2027 e quelli del Pnrr.  Auspicare un cambio di passo senza una programmazione strategica e quando ancora rimangano da utilizzare 2,6 mld di euro dei 4,2 miliardi di euro della vecchia programmazione PO FESR 2014/2020 appare impresa ardua. Risorse destinate allo sviluppo e alle infrastrutture che rischiano il disimpegno per l’inadeguatezza dei dipartimenti e il mancato coordinamento da parte del Governo regionale.
“La Sicilia non può perdere altri treni, piuttosto che polemizzare con Roma il Presidente Musumeci dimostri il necessario scatto di orgoglio per imprimere un’accelerazione nella procedura di spesa per assicurare le infrastrutture che servono alla crescita e allo sviluppo dell’isola”.

Sono 8 i positivi al Covid in provincia di Agrigento e nessun decesso con 13 guariti. Questi i dati diffusi dall’Asp nel bollettino odierno. Non si registrano nuovi ingressi in ospedale. Complessivamente sono stati somministrati 207 tamponi rispetto ai 254 di ieri.

10 le persone ricoverate in degenza ordinaria/subintensiva. Nessun paziente Covid al “San Giovanni di Dio” di Agrigento, mentre sono 9 i ricoverati al “Fratelli Parlapiano” di Ribera. Rimane un solo ricovero in ospedali fuori provincia. Un solo paziente in terapia intensiva. Nessun paziente si trova in strutture lowcare.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento: 10 (dato stabile), di cui un migrante ospite di una casa d’accoglienza; Aragona: 1 (dato stabile); Bivona: 7 (stabile); Cammarata: 1 (stabile); Caltabellotta: 3 (stabile); Campobello di Licata: 8 (-3); Canicattì: 58 (-3); Castrofilippo: 1 (-2); Cattolica Eraclea: 4 (+1); Favara: 10 (stabile); Grotte: 4 (stabile); Licata: 19 (-3); Menfi: 3 (-1); Montallegro: 2 (stabile); Palma di Montechiaro: 49 (stabile); Porto Empedocle: 23 (+3); Racalmuto: 2 (stabile); Raffadali: 1 (stabile); Ravanusa: 7 (stabile); Realmonte: 1 (stabile); Ribera: 5 (+1); Sambuca di Sicilia: 1 (stabile); San Biagio Platani: 1 (stabile); San Giovanni Gemini: 4 (stabile); Sciacca: 14 (stabile); Siculiana: 7 (stabile) di cui 4 sono migranti isolati a “Villa Sikania”; Villafranca Sicula: 1 (stabile).

Sono “Covid free” Alessandria della Rocca, Burgio, Camastra, Casteltermini, Comitini, Cianciana, Calamonaci, Lucca Sicula, Montevago, Joppolo Giancaxio, Naro, Santo Stefano Quisquina, Santa Elisabetta, Santa Margherita di Belìce e Sant’Angelo Muxaro.

Sono 38 (dato stabile) i migranti attualmente in quarantena sulle navi di accoglienza in rada dell’Agrigentino.

La Guardia di Finanza ha eseguito a Catania un nuovo sequestro a carico dell’imprenditore, Nino Pulvirenti, ex patron del Catania calcio, dopo il sequestro delle quote societarie di Finaria e di altri beni eseguito lo scorso agosto. Adesso sono state sequestrate disponibilità finanziarie, quote societarie e 12 immobili situati nelle province di Catania e Messina. Il sequestro ammonta a complessivi 4 milioni di euro ed è collegato all’indagine su presunti omessi versamenti fiscali da parte della Meridi (società attiva con diversi marchi nella distribuzione alimentare organizzata), con riferimento agli anni 2017 e 2018. Il sequestro colpisce Nino Pulvirenti in quanto considerato dagli investigatori come amministratore di fatto di Meridi, che negli anni 2017 e 2018 non avrebbe versato entro il termine previsto ritenute Irpef dovute relative ai periodi d’imposta 2017 e 2018 per un ammontare complessivo pari a 4 milioni e 50mila euro.