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“La bocciatura dei 59 progetti di investimento per infrastrutture irrigue presentati dalla Regione siciliana nell’ambito delle opere finanziabili con i fondi del Pnrr non può essere catalogata come un incidente di percorso. È soltanto l’ultimo pasticcio che si aggiunge a ritardi imperdonabili, criticità, scarsa programmazione e sprechi nell’utilizzo delle risorse extraregionali”.
Lo afferma il coordinatore provinciale del Movimento politico Servire Agrigento, Raoul Passarello.
“Il clamoroso flop è un campanello d’allarme rispetto a quello che potrebbe accadere tra non molto con l’arrivo in Sicilia di 50 miliardi di euro tra fondi della programmazione europea 2021/2027 e quelli del Pnrr.  Auspicare un cambio di passo senza una programmazione strategica e quando ancora rimangano da utilizzare 2,6 mld di euro dei 4,2 miliardi di euro della vecchia programmazione PO FESR 2014/2020 appare impresa ardua. Risorse destinate allo sviluppo e alle infrastrutture che rischiano il disimpegno per l’inadeguatezza dei dipartimenti e il mancato coordinamento da parte del Governo regionale.
“La Sicilia non può perdere altri treni, piuttosto che polemizzare con Roma il Presidente Musumeci dimostri il necessario scatto di orgoglio per imprimere un’accelerazione nella procedura di spesa per assicurare le infrastrutture che servono alla crescita e allo sviluppo dell’isola”.

Sono 8 i positivi al Covid in provincia di Agrigento e nessun decesso con 13 guariti. Questi i dati diffusi dall’Asp nel bollettino odierno. Non si registrano nuovi ingressi in ospedale. Complessivamente sono stati somministrati 207 tamponi rispetto ai 254 di ieri.

10 le persone ricoverate in degenza ordinaria/subintensiva. Nessun paziente Covid al “San Giovanni di Dio” di Agrigento, mentre sono 9 i ricoverati al “Fratelli Parlapiano” di Ribera. Rimane un solo ricovero in ospedali fuori provincia. Un solo paziente in terapia intensiva. Nessun paziente si trova in strutture lowcare.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento: 10 (dato stabile), di cui un migrante ospite di una casa d’accoglienza; Aragona: 1 (dato stabile); Bivona: 7 (stabile); Cammarata: 1 (stabile); Caltabellotta: 3 (stabile); Campobello di Licata: 8 (-3); Canicattì: 58 (-3); Castrofilippo: 1 (-2); Cattolica Eraclea: 4 (+1); Favara: 10 (stabile); Grotte: 4 (stabile); Licata: 19 (-3); Menfi: 3 (-1); Montallegro: 2 (stabile); Palma di Montechiaro: 49 (stabile); Porto Empedocle: 23 (+3); Racalmuto: 2 (stabile); Raffadali: 1 (stabile); Ravanusa: 7 (stabile); Realmonte: 1 (stabile); Ribera: 5 (+1); Sambuca di Sicilia: 1 (stabile); San Biagio Platani: 1 (stabile); San Giovanni Gemini: 4 (stabile); Sciacca: 14 (stabile); Siculiana: 7 (stabile) di cui 4 sono migranti isolati a “Villa Sikania”; Villafranca Sicula: 1 (stabile).

Sono “Covid free” Alessandria della Rocca, Burgio, Camastra, Casteltermini, Comitini, Cianciana, Calamonaci, Lucca Sicula, Montevago, Joppolo Giancaxio, Naro, Santo Stefano Quisquina, Santa Elisabetta, Santa Margherita di Belìce e Sant’Angelo Muxaro.

Sono 38 (dato stabile) i migranti attualmente in quarantena sulle navi di accoglienza in rada dell’Agrigentino.

La Guardia di Finanza ha eseguito a Catania un nuovo sequestro a carico dell’imprenditore, Nino Pulvirenti, ex patron del Catania calcio, dopo il sequestro delle quote societarie di Finaria e di altri beni eseguito lo scorso agosto. Adesso sono state sequestrate disponibilità finanziarie, quote societarie e 12 immobili situati nelle province di Catania e Messina. Il sequestro ammonta a complessivi 4 milioni di euro ed è collegato all’indagine su presunti omessi versamenti fiscali da parte della Meridi (società attiva con diversi marchi nella distribuzione alimentare organizzata), con riferimento agli anni 2017 e 2018. Il sequestro colpisce Nino Pulvirenti in quanto considerato dagli investigatori come amministratore di fatto di Meridi, che negli anni 2017 e 2018 non avrebbe versato entro il termine previsto ritenute Irpef dovute relative ai periodi d’imposta 2017 e 2018 per un ammontare complessivo pari a 4 milioni e 50mila euro.

Ieri a Licata, la Polizia di Stato denunciava un settantasettenne licatese per violazioni in materia di armi.

Il personale del Commissariato della Sezione Anticrimine dovendo dare esecuzione ad una ordinanza dell’Ufficio di Sorveglianza di Agrigento nei confronti dell’uomo per l’applicazione della misura della Libertà controllata  per la durata di giorni 32 in conversione di una pena pecuniaria di euro 8.000,00 di ammenda, per reati in materia edilizia, si recava nell’abitazione di U.P.

L’uomo, titolare di porto di fucile per uso sportivo scaduto di validità, detentore di un fucile sovrapposto cal. 12 marca, di  una pistola cal. 9×21 di nr. 50 cartucce cal. 9×21 tutti regolarmente denunciati, veniva trovato in possesso di nr. 15 cartucce cal. 9×21 custodite all’interno di un armadio detenute illegalmente. Pertanto l’uomo veniva denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Agrigento per i reati di omessa custodia di armi e munizioni e omessa denuncia di acquisto di munizioni. Le 15 cartucce venivano poste sotto sequestro, e le altre armi e munizioni venivano acquisite.

Ad Agrigento, all’ospedale “San Giovanni di Dio”, si è svolta un’altra sessione chirurgica del programma socio-sanitario “Benessere Uomo”, che prevede, fra le altre iniziative, degli interventi di chirurgia andrologica e protesica, a cura dei chirurghi urologi, professor Michele Ruoppolo, Direttore della Unità Operativa di Urologia ed Andrologia, e il professor Gabriele Antonini dell’Università La Sapienza di Roma.

I Consiglieri Comunali dei gruppi Partito Democratico e Raffadali Cambia ed il circolo PD della locale sezione “C. Sessa” di Raffadali, si oppongono fermamente alla scelta dell’amministrazione comunale di Raffadali di privatizzare il Cimitero Comunale.
“Dopo le fallimentari esternalizzazioni del servizio idrico, della raccolta dei rifiuti solidi urbani e del servizio di riscossione dei tributi locali, che hanno avuto una rilevante incidenza per le tasche dei cittadini, L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE HA APPROVATO LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI CIMITERIALI”

“Il Sindaco e la sua maggioranza nella seduta del Consiglio Comunale di Lunedì 20 Settembre c.a., hanno votato l’affidamento dei servizi cimiteriali a privati, che hanno il solo ed unico scopo di realizzare sostanziosi profitti”.

“Tale scelta è stata giustificata come la soluzione migliore per porre fine all’incuria in cui oggi si trova il cimitero comunale”.

“Ci chiediamo, chi ha gestito i servizi cimiteriali negli ultimi anni”?

Il gruppo di opposizione si è opposto nella predetta seduta a tale scelta, ritenendo la gestione pubblica, la migliore soluzione per l’espletamento di un servizio pubblico essenziale.

Le forze politiche di opposizione ed i loro rappresentanti, si impegnano a contrastare nelle sedi opportune, l’esternalizzazione dei servizi comunali.

Numerosi dissidi familiari, nel corso del tempo, hanno fatto si che l’ennesima discussione tra padre e figlia sia sfociata in una lotta fisica tra i due durante la quale la figlia 42enne, nubile e casalinga, ha colpito il proprio genitore alle spalle con una pala.

Non sono stati colpi leggeri, tanto che il padre è dovuto ricorrere alla cure dell’ospedale San Giovanni di Dio dove gli sono state diagnosticate lesioni guaribili in una trentina di giorni.

Il fatto è avvenuto a Sant’Angelo Muxaro dove sono intervenuti i carabinieri della locale stazione, coordinati dal comando compagnia di Canicattì. I militari, dopo gli accertamenti e il ritrovamento della pala, hanno deferito in stato di libertà alla Procura di Agrigento la donna 42enne che adesso dovrà rispondere dell’ipotesi di reato di lesioni personali.

 

Mancano poche ore alle elezioni del 10-11 ottobre per la scelta del nuovo sindaco di Favara. In una piazza gremita di gente, in piazza Olimpia a fianco del candidato sindaco Toto Montaperto tutta la coalizione, formata da Diventerà Bellissima, Fratelli D’Italia, UDC, Facciamo Squadra, Vivi Favara, FabArianuova, Montaperto per Favara, a completo con la grande partecipazione del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

“Bisogna avere il coraggio di decidere, esercitare il diritto di votare diventa un dovere, dice il presidente Musumeci. Ci vogliono cinque secondi per votare, ma quei cinque secondi consumati male li pagherete per cinque anni. Serve il senso della responsabilità, è il momento di riprendere in mano il nostro futuro, e farne un capolavoro,  il futuro di questa città è nelle mani di tutti voi. Siete voi giovani che vi dovete riappropriare della vostra città. Sono qui accanto a Toto Montaperto un galantuomo, un medico, una persona perbene che conosce i problemi della città , un uomo che ha compiuto un atto d’amore per la sua citta, un uomo che ha bisogno di voi tutti per poter amministrare e rispondere alle esigenze di questa città.”

Soddisfatto il candidato Toto Montaperto che con toni pacati ha parlato alla gente, nella sua normalità. “Ho bisogno di voi, di tutta la comunità, per poter risolvere i problemi di Favara. Alle mie spalle una squadra assessoriale fatta di giovani, capaci e competenti, e poi i miei amici Giusy, Lillo, Roberto, Decio, loro saranno al nostro fianco e ci aiuteranno in questo percorso”.

Sono intervenuti durante il comizio elettorale l’onorevole Giusy Savarino di Diventerà Bellissima, la deputata nazionale di FdI Carolina Varchi affiancata dal commissario pronvinciale FdI Calogero Pisano, l’onorevole Decio Terrana Udc e l’onorevole Roberto Di Mauro vicepresidente vicario all’Ars.

Ieri i Carabinieri della Stazione di Villaggio Mosè hanno eseguito un Ordinanza di Aggravamento della misura cautelare emessa dalla Corte di Appello di Palermo, nei confronti di un soggetto, di 30 anni, con precedenti di polizia, residente in Località Villaggio Mosè. L’uomo è stato rintracciato nel Comune di Licata ove è stato arrestato e accompagnato presso una comunità della cittadina dove rimarrà a disposizione della competente A.G. in regime di arresti domiciliari. L’aggravamento della misura scaturisce da reiterate violazioni del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex convivente e dall’inottemperanza delle prescrizioni imposte dalla Misura di Prevenzione della Sorveglianza Speciale che proibivano all’uomo di allontanarsi dal Comune di Agrigento.