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In occasione della manifestazione davanti l’Assessorato regionale della Salute, in concomitanza dello sciopero nazionale della sanità proclamato dalla Fsi-Usae per rivendicare il diritto ad un dignitoso rinnovo del contratto del comparto sanità, che si è tenuta lunedì 11 ottobre scorso, la delegazione della segreteria regionale Fsi-Usae Sicilia, Pier Paolo di Marco, Salvatore Ballacchino, Salvatore DI Natale, Renzo Spada, Carmelo Massari, Maurizio Cirignotta e Calogero Coniglio, è stata ricevuta in Assessorato regionale della Salute dove sono stati affrontati diversi temi, quali:

–        il rinnovo dei contratti a tempo determinato ordinari e covid del personale sanitario;

–        la mancata applicazione da parte delle ditte esternalizzate al personale dipendente impiegato nelle aziende della regione che prestano assistenza diretta ai pazienti, di un contratto di tipo sanitario privato, quale Aiop o Uneba, anzichè “Multiservizi” riservato agli operai, quest’ultimo contratto in ambiente ospedaliero non tutela legalmente ne pazienti ne operatori;

–        Il mancato riconoscimento nelle selezioni pubbliche del servizio pluriennale e decennale di Oss prestato nelle ditte esternalizzate nelle Asp, Aziende Ospedaliere e Ao Universitarie della regione ed impiegati nei reparti covid e del personale delle strutture sanitarie private, che hanno prestato e continuano a prestare servizio anche nelle aree covid addirittura senza la corresponsione dell’indennità di rischio per malattie infettive;

–        Abbiamo sollecitato l’approvazione delle restanti dotazioni organiche ancora al vaglio della Giunta regionale.

Infine, durante l’incontro, abbiamo appreso che i contratti a tempo determinato del personale sanitario e socio sanitario, saranno prorogati fino alla cessazione dello stato di emergenza che verrà stabilito dal Consiglio dei Ministri. Giorno 11 ottobre non abbiamo dato notizia nei nostri comunicati perché il tema della protesta era diverso. Le tematiche affrontate verranno approfondite ulteriormente nei prossimi incontri per trovare delle soluzioni.

La Procura antimafia di Palermo ha chiesto al Tribunale il rinvio a giudizio di Giuseppe Gallo, 51 anni, e Vincenzo Mendola, 50 anni, entrambi di Agrigento, allorchè avrebbero offerto 5mila euro al collaborante Antonino Mangione affinchè ritrattasse le accuse di abusi sessuali rivolte da Mangione ad un presunto capomafia di Agrigento. Si tratta di accuse non condivise dai giudici che hanno assolto il presunto capomafia. I due imputati avrebbero anche minacciato sia Mangione che la moglie di lui, usando le espressioni: “Ora ci sono io, e a te e ai tuoi figli nessuno vi farà niente se vai a ritrattare tutto. Per te ci sono anche 5mila euro, puoi pure denunciarmi. Io non ho paura di nessuno”. Gallo e Mendola, difesi dagli avvocati Salvatore Pennica e Daniela Posante, rispondono del reato di intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso. Prima udienza del giudizio preliminare il 22 ottobre.

Rinnovati gli organi dirigenziali di Gilda degli Insegnanti di Agrigento e Trapani. Simone Craparo è stato riconfermato Coordinatore per altri quattro anni, alla guida del sindacato dei docenti della scuola. Il consiglio direttivo è invece composto da: Salvatore Nascè (Vicecoordinatore), Giuseppe Faseli (Tesoriere), Calogera Arnone, Giuseppe Callea, Eleonora Lalomia, Giovanni Lombardo, Calogero Marturana, e Annarella Scirica. Lo stesso Simone Craparo commenta: “Sono molto orgoglioso e felice di essere stato confermato coordinatore della Gilda degli Insegnanti. Ringrazio tutti gli iscritti che mi hanno votato e rinnovato la fiducia. La conferma mia e di grandissima parte del Direttivo sta a significare che negli ultimi tre anni abbiamo lavorato bene, prova ne sia il grande aumento degli iscritti. Ci accingiamo a continuare il nostro lavoro con grande entusiasmo sempre nell’ottica della difesa dei diritti di tutti i docenti e nella salvaguardia della libertà d’insegnamento”.

Il segretario nazionale del Sindacato autonomo dei giornalisti italiani Sagi, Nino Randisi, esprime riserve a seguito della proroga fino al prossimo 31 dicembre dell’incarico ad un addetto stampa del teatro Pirandello. Randisi ravvisa la necessità di un bando per la selezione pubblica e si dichiara disponibile sin da subito a fornire ai vertici della Fondazione Pirandello il proprio contributo concreto per la formulazione del bando.
Anche il vice presidente provinciale del Codacons di Agrigento, Giuseppe Di Rosa, stigmatizza – afferma – “la modalità di affidamento e il dispendio economico di tale incarico”.

“Mentre c’è chi è felice per aver rivisitato lo statuto della FONDAZIONE TEATRO PIRANDELLO come se avesse cambiato le sorti della città, la città affonda e in ogni caso si elargiscono incarichi con soldi pubblici nel silenzio assoluto e senza nessun criterio.

Siamo onestamente stanchi, quando dobbiamo per forma mentis fare un giro tra gli albi dei siti delle istituzioni cittadine, a partire dal comune ad arrivare al parco archeologico passando per la fondazione teatro, sappiamo che dobbiamo correre veloce per non vedere tutte le nefandezze elaborate da questo a da quel portatore di interessi, siamo onestamente stanchi, la città oramai è stanca, avvilita, cieca, sorda, eppure, c’è chi continua imperterrito a seminare denaro pubblico per raccogliere consensi elettorali.

Siamo stanchi”.

Lo dichiara il vice presidente del Codacons Giuseppe Di Rosa.

“Scacco matto in due mosse contro il Teatro Pirandello e solo per obbedire a logiche spartitorie. Ieri sera a notte fonda in Consiglio comunale, ad Agrigento, si è consumata una pagina degna della più deteriore prima Repubblica. Dodici consiglieri su 24, compatti soldatini di maggioranza, animati come per l’assalto alla Bastiglia, hanno votato due sostanziali modifiche allo Statuto della Fondazione Teatro Luigi Pirandello:

1. l’aumento del numero dei consiglieri di amministrazione senza alcuna ragione (infatti, non è stato spiegato un solo motivo utile alla gestione della fondazione e inoltre in controtendenza con tutte le norme recenti che riducono i consigli di amministrazione da cinque a tre); 2. hanno tolto alla fondazione il personale comunale e i fondi comunali, addossando altri costi alla fondazione. Due interventi inutili e costosi che porteranno a discussioni partigiane su chi dovrà mettere le mani sulla Fondazione e alla riduzione della qualità degli spettacoli. Due modifiche apportate da soggetti che in effetti non abbiamo mai visto a Teatro e che intervengono su qualcosa di cui non conoscono le dinamiche, né i profondi cambiamenti apportati, né il risanamento attuato da persone dall’orizzonte di buon  orizzonte morale, persone che hanno portato il teatro fuori dagli scandali, dal default, dalle chiacchiere per riportarlo nei canoni della Cultura e con i conti in attivo.

Per fare quadrare il bilancio, d’ora in poi, si dovrà ricorrere a spettacoli di provincia o sperare nelle regalie di mamma Regione. Cambia radicalmente la storia del Teatro e si fa piombare la città indietro di 30 anni anche sotto il profilo della cultura.

Nel mio intervento ho fatto rilevare in Consiglio comunale che tutte le criticità che avevamo sollevato sono rimaste intatte nonostante gli emendamenti. Emendamenti che hanno la caratteristica soltanto dell’apposizione di tante impronte digitali.  Torna opportunamente in Cda un membro indicato dalla Regione, ma per tutto il resto non cambia la sostanza. Hanno deciso di aumentare da 3 a 5 i componenti del Consiglio di Amministrazione, di cui tre, costituenti la maggioranza assoluta, sono di nomina del sindaco, ma diventano quattro se non ci sono soggetti privati in grado di versare alla Fondazione 150 mila euro in 3 anni per avere un posto di minoranza in Cda. Una barzelletta. Facciamo due conti: se tre, anzi quattro, uomini con le stesse caratteristiche e in linea col sindaco voteranno a maggioranza. In pratica il Teatro viene consegnato al sindaco o a chi per lui. Si conferma il rimborso spese, moltiplicato per 5 componenti. Ma soprattutto alla Fondazione sono tagliati i fondi e deve farsi carico di tutto, anche del personale. I consiglieri ieri erano soddisfatti di avere sparato alle gambe del Teatro Pirandello. Dicono che adesso dovrà “imparare a camminare da sola”, che sarà “finalmente” autonoma.  Tutto questo è grottesco. Non sanno che per fare buon teatro occorre rendere difficile la vita a chi lo vuole lottizzare. Qualche consigliere di prima nomina dice anche di rammaricarsi per non aver potuto ragionare a mente lucida, ma è felice di aver votato. D’altra parte, come si dice, è stato un delitto d’impeto. La responsabilità è una parola troppo difficile da cogliere. La dissacrazione di un tempio: un disastro annunciato con tante impronte digitali. Una mascalzonata. Ho sollevato un problema di legittimità del voto del Consiglio Comunale. Pensano di averla fatta franca, ma c’è un pubblico che ama profondamente il Teatro e che quando diluvia non teme di bagnarsi i piedi. Dico a loro, che meritano un lieto fine: la storia non è ancora finita. Il Teatro riuscirà a liberarsi di questi giochetti e potrà continuare a fare Cultura”.

Lo dichiara l’ex sindaco di Agrigento e consigliere comunale Lillo Firetto.

A Roma oggi la manifestazione nazionale organizzata da Cgil, Cisl e Uil contro il fascismo e per la democrazia, sostenuta dai segretari Landini, Sbarra e Bombardieri a fronte di quanto accaduto sabato scorso 9 ottobre a Roma dove un gruppo di persone, capeggiato e pilotato da Forza Nuova, ha assaltato e devastato la sede della Cgil, a margine di una manifestazione dei no vax e contro l’obbligo del green pass. Nella Capitale sono presenti le delegazioni agrigentine di Cgil e Csil, e quella della Uil capitanata personalmente dal segretario generale Gero Acquisto. La mobilitazione mira a riaffermare con forza e rilanciare con vigore i valori democratici fondanti la Costituzione e la Repubblica Italiana contro il riaffiorare di fascismi e dittature.

La coalizione “Orgoglio Favarese”, composta dai partiti e movimenti: Forza Italia, Lega Sicilia, Democrazia Cristiana, Onda – Cambiare Passo e Noi Per – Forza Azzurri, che nella recente competizione elettorale hanno sostenuto il candidato a sindaco Giuseppe Infurna, interviene in prossimità del ballottaggio domenica e lunedì 24 e 25 ottobre tra Palumbo e Montaperto, e afferma: “Non intendiamo fare accordi evanescenti ed illusori con l’altra metà del centrodestra che ha la responsabilità di averlo diviso sin dal principio. Tutto ciò porta un solo rammarico: il centrodestra unito avrebbe stravinto le passate elezioni Comunali ed avrebbe portato a casa, in prima battuta, sindaco, assessori e consiglieri comunali. In ragione di ciò, partiti e movimenti della coalizione che ha sostenuto Giuseppe Infurna lasciano liberi i loro elettori di scegliere ciò che per loro rappresenta la scelta migliore per la guida della comunità di Favara. Manifestiamo sin d’ora la nostra disponibilità, e siamo pronti ad impegnarci per lo sviluppo di ogni idea, attività ed iniziativa volta al bene comune della collettività di Favara”.

Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, martedì prossimo, 20 ottobre, è atteso, alle ore 11, all’Hotel Akrabello, Franco Baresi, lo storico libero numero 6 capitano del Milan e della Nazionale di calcio. Ad accogliere il calciatore sarà il Milan Club “Paolo Maldini e Gennaro Gattuso”, presieduto da Giuseppe Cusumano e Gioacchino Cutaia. Baresi presentà anche il suo libro autobiografico “Libero di Sognare”, acquistabile con autografo, e poi, ancora nell’Hotel Akrabello, sarà a pranzo con i tifosi e i fans. Per maggiori informazioni telefonate al numero 320 85 43 813.

A Santo Stefano di Quisquina i Carabinieri hanno denunciato a piede libero alla Procura di Agrigento un commerciante di 25 anni sorpreso in possesso di 340 grammi di marijuana in un’abitazione rurale di proprietà di lui. La droga è emersa nel corso di una mirata perquisizione domiciliare frutto di sospetti investigativi. All’autorità giudiziaria risponderà di detenzione di droga a fine di spaccio.