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Apprensione a Caltanissetta a causa di un tentativo di fuga dal Centro per i Rimpatri di Pian del Lago, contrastato dalle forze dell’ordine presenti all’interno della struttura. Una trentina di persone, per lo più tunisini e solo qualche egiziano, hanno tentato di scappare dal centro ma i poliziotti e i militari sono intervenuti tempestivamente recuperando ordine e sicurezza. Nel tentativo di fuga due tunisini hanno subito ferite cadendo dalla barriera di recinzione. Ferito anche un agente di polizia. La protesta è insorta perché gli immigrati hanno rifiutato di sottoporsi alla quarantena e di attendere le procedure di identificazione che, nel caso di tunisini ed egiziani, si concludono quasi sempre con l’espulsione allorchè non riconosciuti come rifugiati.

Sabato scorso i Carabinieri della Stazione di Naro, nell’ambito dei predisposti controlli in materia di armi, hanno proceduto alla denuncia a piede libero nei confronti di una donna e del figlio ritenuti responsabili del reato di detenzione illegale di armi e munizioni. Nel corso dell’ispezione eseguita presso l’abitazione della donna, una pensionata di 78anni, vedova, è stata rinvenuta una pistola a tamburo marca Smith&Wesson, calibro 357 magnum, con 50 cartucce del medesimo calibro. La pistola ed il relativo munizionamento sono stati sequestrati, in quanto detenute illegalmente senza alcun titolo e sono state messe a disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento che valuterà anche la posizione dell’uomo e della donna.

Con un precedente comunicato AICA ha già informato i cittadini, utenti del Servizio Idrico Integrato, che sarà possibile effettuare pagamenti, oltre che mediante i canali tradizionali, anche presso tutte le ricevitorie convenzionate e presso tutti gli sportelli postali in quanto è stata attivata, dopo appena 50 giorni dalla nascita dell’azienda, la piattaforma PagoPA.

Dietro questo laconico comunicato si nasconde un grande risultato, frutto dell’impegno senza sosta di tutto il personale di AICA, dagli informatici ai responsabili del servizio clienti e del ciclo di fatturazione. I dipendenti, con grande senso di responsabilità, si sono prodigati senza risparmio, anche oltre l’orario di lavoro, per abbreviare il più possibile i tempi tecnici necessari a rendere operativi i collegamenti con la piattaforma PagoPA e per seguire costantemente i necessari processi operativi e di test.

Questo è soltanto un esempio, tra i tanti che si potrebbero citare, che dimostra l’impegno dell’intera azienda e di tutto il suo personale che lavora sul campo e negli uffici, e dà il senso della piena consapevolezza del momento difficile e delicato che accompagna la nascita dell’azienda speciale consortile AICA. I risultati già raggiunti rassicurano tutti sul fatto che questa neonata azienda è sana, è competente a tutti i livelli, e porta con sé tanta voglia di crescere e dare un contributo decisivo al territorio che l’ha voluta.

La pratica, da parte della stampa, di accendere i riflettori su disservizi quali la rottura di una linea di distribuzione, lo scoppio di una fognatura dopo precipitazioni intense, o la carenza della risorsa idrica determinata dalla siccità e dall’utilizzo anzitempo delle risorse programmate, è doveroso ma non tiene conto della complessità dei problemi che si stanno affrontando e risolvendo per assicurare il servizio all’utenza. Per noi è un importante strumento di dialogo con il territorio, per mettere in ordine i problemi e risolverli nel più breve tempo possibile, mantenendo sempre viva l’attenzione sulle problematiche di tutti i giorni; ma sappiamo anche che, se ci limitassimo a rincorrere le emergenze, ci troveremmo su strade già percorse e risultate fallimentari.

AICA, pur non perdendo di vista i condizionamenti che derivano dal gravosissimo fardello ereditato, sta lavorando su una programmazione che dia corpo alle aspirazioni dei Sindaci che hanno voluto fortemente, unitamente al territorio, questa azienda a capitale interamente pubblico. Il management AICA, unitamente a tutto il personale, sta cercando di creare una azienda che abbia come missione il bene comune, anzi, usando un principio più moderno ed attuale, il beneficio comune.

Esperienze passate ci hanno insegnato che, nella gestione di un servizio pubblico che interessa la generalità dei cittadini, non possono essere trascurati gli elementi fondanti che concorrono alla definizione del beneficio comune. I principali sono:

– gli utenti del servizio idrico integrato, che si aspettano sin da subito un servizio di distribuzione idrica costante, con pressioni adeguate e acqua di buona qualità;

–  i lavoratori di AICA, che chiedono ragionevolmente sicurezza sui luoghi di lavoro, certezza lavorativa, puntualità negli stipendi, crescita professionale;

– l’ambiente, che richiede che le risorse idriche siano usate in modo razionale e rinnovabile per le future generazioni, che il sistema di allontanamento e depurazione dei reflui sia svolto senza interazioni e riflessi negativi sulla qualità delle risorse naturali, che i prodotti della depurazione siano riutilizzati e non mandati a rifiuto o dispersi, in un’ottica di economia circolare;

– gli impianti utilizzati, patrimonio pubblico, che chiedono di essere rinnovati, mantenuti, potenziati in modo da consentire un salto di qualità sulla fornitura;

–  l’adozione di consuetudini comportamentali da squadra e non da gruppi o categorie, il che significa misurare il nostro lavoro, rendere noti i risultati, assicurare trasparenza e ripercorribilità nei processi decisionali con l’adozione di un modello organizzativo di gestione e controllo attento ai principi di comportamento etico e alla trasparenza a tutti i livelli;

– infine, l’intera società Agrigentina, che beneficerà di eventuali utili, non redistribuiti a privati, direttamente o indirettamente, ma messi a disposizione in termini di servizi aggiuntivi e iniziative per la crescita sociale.

AICA è impegnata e sta lavorando sodo, a tutti i livelli decisionali e operativi, intorno ad un progetto ambizioso e al passo con i tempi, al fianco di centinaia di dipendenti che nel contempo lavorano per assicurare che l’acqua arrivi nelle case degli utenti e per far sì che gli impianti di depurazione e le reti fognarie lavorino al meglio, pur nelle condizioni non ottimali in cui sono state ereditati.

Questo progetto, anche a livello nazionale, viene osservato con estrema attenzione e positivo interesse. Il territorio agrigentino, purtroppo famoso per la difficoltà del suo approvvigionamento idrico, è di fronte ad un vero e proprio cambio di paradigma culturale e organizzativo, ad una rivoluzione pacifica che non investe soltanto chi opera all’interno della società, dal primo degli operatori all’ultimo componente del consiglio di amministrazione, ma anche i rappresentanti del territorio, i portatori di interessi diffusi, siano essi i consumatori, l’ambiente, le Organizzazioni Sindacali, e soprattutto i cittadini.

AICA non ha proprietari ai quali chiedere l’anticipazione di finanziamenti in un’ottica di investimento lucrativo: è attraverso le Amministrazioni Comunali e, soprattutto, attraverso il loro diretto agire, che i cittadini stessi potranno decidere se dare fiducia e forza ad un progetto che li vede per la prima volta veri soci. Un progetto che si propone di utilizzare quanto pagato dagli utenti con le bollette dell’acqua non soltanto per dare un servizio idrico integrato degno di una società civile ma anche, in prospettiva, per redistribuire gli “utili” che si potranno conseguire in termini di ricchezza comune del territorio, qualità dei servizi, sviluppo, e non di lucro privatistico.

Affinché questo risultato si realizzi è importante che tutti i cittadini facciano il proprio dovere, paghino con puntualità, regolarizzino prelievi senza contratto o contatore, stabilendo un rapporto virtuoso che dia al progetto delineato le gambe e i muscoli necessari per arrivare prima possibile al traguardo.

L’alternativa sarebbe continuare ad avere un servizio scadente e prossimo al collasso.

Sono 422 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 10.771 tamponi processati. L’incidenza sale al 3,9%. L’isola torna in testa nei nuovi contagi giornalieri nel territorio nazionale. Gli attuali positivi sono 17.003, i guariti sono 683 mentre si registrano altre 3 vittime che portano il totale dei decessi a 6.785. Sul fronte ospedaliero sono adesso 607 i ricoverati, mentre in terapia intensiva sono 73,

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo con 68 casi, Catania 140, Messina 24, Siracusa 73, Ragusa 37, Trapani 48, Caltanissetta 17, Agrigento 10, Enna 5.

Lui è un 35 enne noto alle Forze dell’Ordine. Ha aggredito a calci e pugni la propria convivente 32enne mandandola direttamente in ospedale dove i medici del pronto soccorso le hanno diagnosticato contusioni ed escoriazioni in una vasta parte del corpo.

Il fatto è avvenuto all’interno dell’abitazione dei due conviventi. Allertati i carabinieri della compagnia di Agrigento si sono immediatamente recati sul posto ed hanno provveduto a denunciare il compagno violento e contemporaneamente hanno accompagnato la malcapitata all’ospedale di Agrigento.

 

 

 

La situazione del servizio idrico in provincia di Agrigento porta in primo piano il non secondario problema dei lavoratori che dal 2 agosto scorso non hanno ancora visto il pagamento del lavoro prestato.

I Comuni continuano a non fare chiarezza sulla loro volontà di sostenere la nuova gestione dell’acqua in provincia, pochi quelli che hanno approvato il piano di rientro del prestito che deve portare nelle casse dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini 10 milioni di euro. I sindacati hanno chiesto un confronto ufficiale con il direttore generale e il cda di Aica, alla presenza del Prefetto di Agrigento e dei sindaci che devono chiarire il perchè del ritardo nelle procedure.

Per consentire alla cittadinanza di donare con generosità il proprio sangue l’A.D.A.S., effettuerà due raccolte mobili, domenica 26 settembre a Palma di Montechiaro piazza Bonfiglio, e Raffadali presso l’associazione ADR via Fiume.

Tutte le raccolte saranno operative dalle ore 8.00 alle 12.00 A tutti i donatori saranno inviate a cura della stessa associazione le analisi di laboratorio effettuate in occasione della donazione.

17 nuovi positivi in tutta la provincia di Agrigento, due ricoveri, 28 guariti e nessuna vittima. Sono i dati forniti dall’Asp nel consueto bollettino che riguarda la giornata di ieri 24 settembre.

24 le persone ricoverate in degenza ordinaria/subintensiva. Di queste, esattamente come il 23 settembre, 19 si trovano al “San Giovanni di Dio” di Agrigento e 1 al “Fratelli Parlapiano” di Ribera. In 4 sono invece ricoverati in ospedali fuori provincia.

Due gli agrigentini che restano ricoverati in terapia intensiva, entrambi a Ribera. Un paziente si trova in una struttura lowcare fuori provincia.

Questa la situazione nei Comuni agrigentini: Agrigento: 38 (-5) di cui 7 migranti isolati presso una comunità; Bivona: 3(+3); Caltabellotta: 1 (stabile); Cammarata: 2 (stabile); Campobello di Licata: 18 (+1); Canicattì: 85 (-2); Casteltermini: 8 (stabile) e sono tutti migranti in isolamento in una struttura di accoglienza; Castrofilippo: 7 (stabile); Cattolica Eraclea: 3 (+2); Cianciana: 1 (stabile); Favara: 17 (+1); Grotte: 4 (+1); Licata: 58 (-2); Menfi: 4 (-1); Montevago: 2 (stabile); Naro: 1 (stabile); Palma di Montechiaro: 33 (+1); Porto Empedocle: 40 (stabile); Racalmuto: 8 (stabile); Raffadali: 9 (stabile); Ravanusa: 15 (stabile); Realmonte: 5 (stabile); Ribera: 15 (-2); San Biagio Platani: 2 (stabile); San Giovanni Gemini: 4 (stabile); Santo Stefano Quisquina: 1 (stabile); Sciacca: 10 (-5); Siculiana: 4 (-1): sono tutti migranti contagiati ed isolati a “Villa Sikania”.

Sono comuni “Covid free” Aragona, Alessandria della Rocca, Burgio, Camastra, Comitini, Calamonaci, Montallegro, Lucca Sicula, Joppolo Giancaxio, Sambuca di Sicilia, Santa Elisabetta, Santa Margherita di Belìce, Sant’Angelo Muxaro e Villafranca Sicula.

“L’Ordine dei Medici e i suoi iscritti devono perseguire l’unico fine che è quello di tutelare la Salute”.

Ad affermarlo è Anselmo Madeddu, presidente dell’Ordine dei Medici di Siracusa, che rende noto il recente provvedimento di sospensione dall’esercizio della professione medica nei confronti dell’allergologo Lorenzo Barresi, raggiunto dalla misura interdittiva, scaturita da un’ordinanza cautelare emessa a seguito di un’accusa di violenza sessuale sulle proprie pazienti. Il medico pur non operando nel territorio aretuseo risultava iscritto nell’albo dei Medici della provincia.

“Abbiamo piena fiducia nella giustizia, pertanto ci auguriamo che presto si possa giungere alla verità dei fatti. Qualora venisse confermato il quadro accusatorio a carico del collega, la condanna dell’Ordine sarà dura, come sempre lo è stata nei confronti di tutti quei comportamenti che gettano discredito sulla nostra categoria professionale, ledendone la dignità e il decoro, oltre ad intaccare il rapporto di fiducia tra medici e pazienti, che in noi devono sempre trovare dei punti di riferimento e non soltanto sotto l’aspetto scientifico ma innanzitutto umano e morale.”

A Partanna, in provincia di Trapani, un uomo di 54 anni è stato arrestato e condotto in carcere a Sciacca dai Carabinieri, dopo che nel garage della sua abitazione è stato trovato un vero e proprio arsenale e laboratorio di armi clandestine. La perquisizione nell’abitazione del 54enne è scattata a seguito di una lite per futili motivi con il fratello: l’uomo aveva poi sparato due colpi con un fucile a canne mozze contro il cancello dell’abitazione. Lui è stato arrestato per detenzione di armi clandestine ed è accusato anche di minaccia e danneggiamento aggravato. In particolare sono state sequestrate 4 doppiette e una pistola già pronte a sparare, quasi 400 cartucce di vario calibro, un trapano e una pressa per modificare le armi o assemblarne di nuove, e le relative componenti.