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Una donna agrigentina di 59 anni è deceduta a causa di un tumore al fegato provocato da trasfusioni di sangue a cui è stata sottoposta nel 1977. Adesso, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, il Tar ha ordinato al ministero alla Salute di pagare agli eredi della donna, il marito e due figli, 1 milione e 270mila euro. Il risarcimento è stato accordato sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello di Palermo. Tuttavia il ministero non ha pagato. Ecco perché Farruggia e Russello sono ricorsi al Tar, per ottenere la nomina di un commissario ad acta e l’esecuzione della sentenza.

Rientra in Italia Gioacchino Gammino, boss mafioso della stidda agrigentina, già nella lista dei 20 latitanti più pericolosi stilata dal ministero dell’Interno. La Spagna ha consentito l’esecuzione del mandato di arresto europeo, emesso il 29 maggio del 2014 dalla Procura della Repubblica di Agrigento. Gioacchino Gammino, 61 anni, di Campobello di Licata, lo scorso 17 dicembre è stato arrestato a Galapagar, nei pressi di Madrid, in Spagna. Lo hanno scovato, dopo due anni di indagini e ricerche, la Direzione investigativa antimafia italiana e la polizia spagnola. Gammino è pregiudicato per associazione mafiosa, omicidio, traffico di droga, ed è stato affiliato alla famiglia “Ingaglio”, di Campobello di Licata, clan stiddaro che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 si alleò con la stidda nissena, nell’ambito della sanguinosa faida tra Cosa Nostra e gli stiddari, ovvero i “posati” da Cosa Nostra o gli emergenti e rampanti contro i capi-bastone di Cosa Nostra e il loro monopolio criminale.

Il clima è quello di esasperazione e di rabbia di fronte a costi ormai insostenibili.“1200 euro per un pieno, conviene spegnere i motori”

“Milleduecento euro per un pieno, pochi mesi fa erano 300, non è possibile andare avanti così”, si sfoga Marco Riccobelli, titolare della ditta di autotrasporti Riccobelli Srl e presidente Fai Conftrasporto Roma e Lazio. Riccobelli parla col Corriere della Sera da imprenditore del settore trasporti: la sua ditta ha 23 camion e altrettanti autotrasportatori a bilancio, ma a causa del caro carburanti è stato costretto a fermarne due. Troppo alto il costo del carburante, che di fatto impedisce margini di profitto: “In un anno abbiamo avuto aumenti del 40%”, snocciola le cifre.

Ma in una situazione simile vivono anche gli altri imprenditori del settore, che per questo chiedono un intervento urgente del governo, già alle prese col caro bollette nel primo trimestre dell’anno dovuto ai costi alle stelle del gas. La soluzione, secondo Riccobelli, è quella di “togliere le accise, ormai fuori tempo e senza più senso”, anche perché durante i periodi più bui della pandemia il settore non ha ricevuto ristori o sostegni “e i costi si sono moltiplicati”.

Il rischio, evocato in particolare dalla Unatras, la federazione nazionale che riunisce tutte le sigle dell’autotrasporto, è che il caro benzina possa bloccare il Paese. In una lettera al governo, con un incontro già fissato il 17 febbraio con viceministra ai Trasporti Teresa Bellanova, si definiscono i problemi del settore come “un ciclone spaventoso”.

Un mondo, quello dei trasporti su gomma, dove si sta diffondendo “malcontento tra le imprese” e “sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate”, avvertono le associazioni.

A rincarare la dose è l’Anita, l’associazione delle Imprese Trasporti automobilistici, che evidenzia come il governo “non può ignorare questa emergenza, le piccole e medie imprese sono al collasso, i costi per l’approvvigionamento di carburante rappresentano il 30% dei costi totale di gestione”.

Il rischio di fronte al rincaro della benzina, evidenzia ancora l’Unatras, è che per le imprese “sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare, la situazione è allarmante”. Anche perché in Italia l’80 per cento delle merci viaggia su strada.

L’avvertimento quindi è eloquente e non lascia spazio a interpretazioni: nelle prossime settimane partiranno manifestazioni unitarie di autotrasportatori in tutta Italia che “in assenza di impegni precisi da parte dell’esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi”.

fonte: gestoricarburanti

A Licata in via Appennino nella notte ignoti hanno scritto con vernice spray rossa una frase pesantemente ingiuriosa contro l’Arma dei carabinieri. Il tutto lungo il muro che costeggia la scalinata di via Monfalcone.

Dopo l’amara sorpresa il Comune licatese ha provveduto immediatamente a cancellare l’ignobile frase. Ad indagare sull’accaduto sono gli stessi carabinieri e per i quali non sarà facile individuare i responsabili. La via Appennino è stata setacciata in lungo ed in largo, ma ovviamente nessuno ha visto e sentito nulla.

 

L’Etna sta dando spettacolo nella notte con un’eruzione che incanta migliaia di osservatori tra Calabria e Sicilia: si tratta del primo parossismo del 2022 con alte fontane di lava dal Cratere di Sud/Est, ormai da tempo la più alta vetta del vulcano siciliano. Il parossismo è entrato nel vivo a partire dalle 21:40 ed è tuttora molto intenso, al punto da determinare un intenso bagliore rosso che si innalza molto in alto oltre la vetta del “Mongibello”.

L’eruzione sta sprigionando un’enorme nube di cenere, lapilli e materiale vulcanico che ha superato i 10 mila metri di altitudine nella troposfera, e si muove verso nord/ovest spinta dalle correnti sud/orientali che soffiano ai bassi strati sulla Sicilia in queste ore. Nella notte la cenere potrebbe cadere su Palermo e comunque coprirà di nero il versante tirrenico della Sicilia, tra messinese e palermitano. Sul versante nord/occidentale dell’Etna, e in modo particolare su Bronte, Maletto e Randazzo, è già in corso una fitta pioggia nera di cenere e pietre laviche. Particolarmente affascinante la vista dell’eruzione dalla Calabria

Caro presidente Mattarella, a scriverle questo grido d'aiuto è
Carmelo Barbagallo,  sindacalista catanese, ma soprattutto vigile del fuoco. 

Come i governi  più volte hanno detto “dopo ogni funerale, ogni grande emergenza, i vigili del fuoco, non hanno più bisogno di ricevere pacche sulle spalle, vogliono fatti concreti, non le promesse  mai mantenute !”.
Noi Vigili del fuoco siamo presenti ogni giorno, 24 ore su 24. Siamo pronti a intervenire per ogni emergenza e catastrofe a cui il nostro territorio è altamente esposta. Come lei già saprà noi purtroppo non abbiamo nessuna copertura assicurativa totale, non abbiamo nessun riconoscimento delle malattie professionali ( l'ultimo contratto in discussione, sta' nuovamente tralasciando tale improcrastinabile aspetto) e, spesso e volentieri, siamo costretti a pagare le spese sanitarie di tasca nostra. Nonostante il nostro spirito di abnegazione, che ci viene più volte riconosciuto, siamo, dopo il primo risalto mediatico, totalmente abbandonati a noi stessi. Abbiamo, infatti, il fuoco che ci scorre nelle vene, tanto spirito altruistico e patriottico, che ci porta in prima linea davanti al pericolo, per la salvaguardia del singolo cittadino e della collettività. Ma se ci facciamo male, se ci ammaliamo restiamo soli, e questo non è assolutamente giusto!

Caro presidente noi  Vigili del Fuoco, ancora oggi, siamo i meno pagati rispetto agli altri corpi dello Stato. Dobbiamo pagare anche le medaglie e le onoreficenze ad ogni emergenza fatta!

L’Italia è un territorio ad alto rischio, sismico, ambientale ......serve investire sui Vigili del fuoco, serve investire sulla prevenzione e messa in sicurezza del territorio!  Ormai la Repubblica italiana è fondata proprio sui soccorritori.
Le nostre parole, ci auspichiamo siano ascoltate almeno da lei, Uomo di grande personalità ed umanità. Mai più di oggi la sfiducia del corpo più amato dagli è così alta, agne l'ultimo contratto, partito bene, sta' finendo male!

Caro presidente, la saluto è ricordiamo che, noi Vigili del fuoco,
Non pretendiamo stipendi da parlamentari o da dipendenti della camera, ma solamente uno stipendio dignitoso, più tutela della nostra salute e, molta ma molta più sicurezza della nostra figura!

Ad ogni emergenza tutti lì a volerci dare un premio o una pacca sulle spalle o, benemerenza che,  a pagamento è come una ferita che sia apre ancor più....ma pazienza, noi siamo vigili del fuoco che, passando l'evento, volano  le belle parole, volano via come il vento e rimangono le poche tutele, lo stesso stipendio e le tante promesse, quelle che siamo stanchi di sentire. 

Le attrezzature e i mezzi rattoppiamo, per mezzo della nostra mano. Si noi siamo gli eroi dell'evento ......ma una cosa non è da dimenticare caro Presidente << SIAMO UMANI>> abbiamo emozioni, quelle emozioni e strascichi che ti porti nella vita dentro.

Ma una cosa è sicura, caro Presidente, NOI SIAMO I VIGILI DEL FUOCO ! GLI ANGELI DELLA GENTE!

Si è tenuta oggi ad Aragona, in via F 23, la cerimonia d’intitolazione della strada all’Aviere Giuseppe Travali, vittima delle Foibe.  All’evento presenti il sindaco Giuseppe Pendolino, l’amministrazione comunale, il Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, il Questore Maria Rosa IRACI, Colonnello dei Carabinieri Stingo, l’Ing dei Vigili fuoco Merendino, la rappresentanza del 37° stormo dell’Aeronautica Militare Italiana distanza Trapani – Birgi, il Capitano dell’esercito italiano Aglione, il vice comandante della Capitaneria di Porto, il Magg. Pacifico comandante compagnia cc di Canicattì, il luogotenente c.s. scibetta c.te  stazione cc Aragona, l’Ing. Dei Vigili del Fuoco Merendino, il giudice di sorveglianza Carlisi, il cappellano militare Maggiore Don Salvatore Falzone, le presidi, Butera della scuola media Luigi Capuana e Casalicchio dell’Istituto professionale Fermi e il Giudice Pinto. Presenti infine, in rappresentanza della famiglia Travali, il fratello Alfonso e i nipoti.

 “Un atto dovuto –  dichiara il sindaco. In una giornata così importante a livello nazionale, abbiamo sentito il bisogno, come amministrazione, di compiere un gesto in memoria di un concittadino, Giuseppe Travali aviere dell’Aviazione Nazionale Repubblicana, che in servizio sul fronte goriziano, s’immolò per la difesa dell’ultimo lembo di terra italiana. Aveva 22 quando morì, l’età di un ragazzino”.

 Alla cerimonia d’intitolazione della strada, il Sindaco Pendolino ha voluto fortemente la presenza degli studenti delle scuole di I e Ii grado, che per l’occasione hanno letto delle testimonianze storiche delle vittime delle Foibe. Fra tutte, la più commovente, quella di un dialogo contemporaneo fra genitore e figli e sul perchè dell’esodo, riprodotta da due studenti della scuola media.  

 «L’importanza di ricordare ai giorni nostri – ha commentato  il sindaco Pendolino. Di conoscere la storia attraverso le fonti e la testimonianza e di identificarsi in essa. La necessità – ha aggiunto – di poter trarre lezione dagli errori del passato”. Durante il discorso di commemorazione il sindaco ha fatto accenno alla frase pronunciata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a proposito delle Foibe ha detto: “La storia e la memoria comune possono fornire un grande aiuto per guardare il futuro e per scacciare dal destino dei nostri figli ogni pulizia etnica e ogni odio razziale».

Alla fine della Cerimonia, il primo cittadino di Aragona, ha consegnato delle pergamene ai ragazzi delle scuole, simbolo della memoria e del ricordo delle vicende storiche nazionali. Infine ha ringraziato sua Eccellenza il Prefetto di Agrigento, per il suo operato e per le sue parole di vicinanza espresse in favore dei più deboli e di ogni profugo senza distinzione di etnia.

 

Sensibilizzare la popolazione al rispetto dei diritti dei braccianti agricoli, per un’efficace strategia di prevenzione e contrasto del caporalato. 
È l’obiettivo di “Diritti negli occhi”, la campagna di informazione e sensibilizzazione contro lo sfruttamento dei lavoratori stranieri in agricoltura, promossa dalla Regione Siciliana, nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia, e presentata questa mattina a Palazzo Orléans dal presidente della Regione, Nello Musumeci, e dall’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Antonio Scavone, presente la dirigente dell’Ufficio speciale Immigrazione, Michela Bongiorno.
«Siamo orgogliosi di presentare questa campagna di comunicazione – dichiara il presidente della Regione, Musumeci – un’iniziativa di grande significato sociale. La nostra Isola, per le sue specificità, non è solo una terra in cui la devianza giovanile e la marginalità raggiungono livelli molto alti, ma è anche terra di approdo di tanti nostri fratelli disperati convinti di trovare qui l’Eldorado. Attraverso immagini semplici, sobrie, essenziali, i cui protagonisti non sono figuranti ma donne e uomini che sulla loro pelle vivono ogni giorno la dura realtà del lavoro nei campi, vogliamo lanciare un messaggio – che è soprattutto un forte appello – per il rispetto dei diritti dei braccianti e perché il fenomeno dello sfruttamento lavorativo venga definitamente debellato».

«La campagna di comunicazione racconta quello che abbiamo fatto in questi anni – afferma l’assessore Scavone – nei confronti di una parte di popolazione, che è quella che si muove dalle zone meno fortunate del mondo per venire sulle nostre coste e che spesso subisce fenomeni di illegalità come quello del caporalato nelle campagne. Il nostro intervento racconta tutto ciò che abbiamo fatto negli ambiti dell’accoglienza, della prevenzione, della tutela della legalità, sul piano della promozione sociale e della formazione, perché queste persone, che alla fine sono nostri cittadini e che contribuiscono a lavorare il prodotto più bello della nostra regione, quello dell’agricoltura, ne hanno diritto. Noi vogliamo raccontare questo, perché in tutti i cittadini cresca la consapevolezza che solo insieme è possibile lo sviluppo della Sicilia».

“Diritti negli occhi” è il leitmotiv che accompagna la campagna di comunicazione, il cui intento è il coinvolgimento della società civile nel processo di emersione e contrasto al caporalato nel territorio siciliano. Interamente realizzati nelle aree agricole siciliane, gli scatti fotografici degli autentici lavoratori stranieri protagonisti dello shooting e dello spot televisivo, invitano lo spettatore a immedesimarsi nel ruolo del lavorante e a cogliere l’espressione di orgoglio e la richiesta di rispetto dei diritti fondamentali del proprio ruolo. 
Intenso il programma di incontri, che prevede tavoli tecnici fra istituzioni pubbliche, stakeholder, imprese agricole, amministratori e operatori del settore, finalizzato a stimolare il dialogo e il confronto fra gli attori principali delle politiche migratorie, in vista del nuovo ciclo di programmazione comunitaria. Questa mattina sono stati mostrati in anteprima le immagini e lo spot televisivo ed è stato illustrato il calendario degli eventi di informazione e socializzazione rivolti alla cittadinanza, ai giovani e ai migranti, che comprenderanno musica, spettacolo e momenti di narrazione, creati attraverso interviste e video che raccontano le attività del progetto Su.Pr.Eme., svolte sui territori. Un tour nei teatri dei capoluoghi siciliani in nove tappe, nel segno dell’intrattenimento e dell’informazione, con i protagonisti della cultura, del giornalismo e del terzo settore. 
L’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro e l’Ufficio Speciale Immigrazione hanno avviato azioni di prevenzione e contrasto al caporalato in agricoltura, assistenza alloggiativa e integrazione, salute e mobilità, volte ai lavoratori stranieri, attuative del progetto Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate), inserito nell’ambito del piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, approvato in seno allo specifico “tavolo caporalato”, promosso dalla Direzione generale Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. 
Su.Pr.Eme. è finanziato dai fondi AMIF- Emergency Funds della Commissione Europea – DG Migration and Home Affairs. Il partenariato è guidato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – Direzione generale Immigrazione (Lead partner) coadiuvato dalla Regione Puglia (Coordinating Partner) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e l’Ispettorato nazionale del lavoro, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e Nova consorzio nazionale.

Prosegue la campagna vaccinale anti-Covid19 e cresce il tasso di immunizzazione del personale scolastico. Secondo gli ultimi dati, aggiornati al 6 febbraio scorso, il 99% di docenti e personale Ata, su una platea di oltre 135 mila unità, ha ricevuto almeno una dose di vaccino, il 96,8% si è sottoposto al ciclo vaccinale completo e, all’interno di quest’ultima fascia, ben il 99% ha ricevuto la terza dose (booster).  In costante salita anche il numero di bambini fra i 5 e gli 11 anni sottoposti ad almeno una dose di vaccino: 84.031 unità, pari al 26,69% degli alunni che frequentano le scuole dell’infanzia ed elementari. Inoltre, per la fascia anagrafica compresa tra i 12 ed i 19 anni, la percentuale di vaccinati con almeno una dose si attesta al 70,48%. 
«Sono dati confortanti che restituiscono alle comunità educative e alle famiglie maggiore serenità, anche alla luce delle nuove regole nazionali per la gestione dei casi Covid nelle scuole – spiega l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione, Roberto Lagalla – Agli studenti potrà essere garantita maggiore continuità scolastica in presenza, indispensabile per riprendere le fila di un processo educativo reso difficile dal lungo ricorso alla Dad e per contrastare i molti disagi psicologici causati dal lockdown, oltre che da ripetute quarantene. Servirà rafforzare la collaborazione tra docenti e famiglie, per aiutare bambini e ragazzi a superare questo momento, e, al contempo, intensificare la campagna vaccinale, soprattutto all’interno delle scuole. Sebbene l’andamento dei contagi sia in netto miglioramento, la situazione sanitaria impone comunque una scrupolosa vigilanza tanto da parte delle autorità sanitarie, quanto dei dirigenti scolastici, il cui carico di responsabilità e di lavoro resta molto elevato». 
I dati relativi agli immunizzati nelle scuole, grazie anche alle vaccinazioni di prossimità a cura delle Asp provinciali in corso presso molti istituti dell’Isola, potranno ulteriormente migliorare nelle prossime settimane. Infatti, la semplificazione delle procedure di gestione dei contagi in ambito scolastico, indotta dalle nuove norme nazionali, e, in particolare, la rimodulazione delle modalità di svolgimento della quarantena nei soggetti asintomatici, nonché l’incremento dei soggetti vaccinati, comportano un minore ricorso alla somministrazione di tamponi, permettendo così alle Usca di intensificare le campagne di vaccinazione. A supporto del processo di immunizzazione della popolazione scolastica, sono attualmente in corso diverse iniziative come, ad esempio, quella condotta dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza Covid-19 dell’Area metropolitana di Messina, che ha promosso la campagna vaccinale e di informazione “Mi Curo di te” nelle scuole del territorio provinciale.
Continua, intanto, la collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale della Sicilia e l’assessorato regionale della Salute e, al fine di assicurare continuità all’azione di monitoraggio e controllo presso gli istituti scolastici, l’assessore Lagalla ha deciso di nominare Salvo Scondotto, già responsabile di servizio all’assessorato regionale della Salute e attuale coordinatore del Comitato tecnico-scientifico regionale, quale consulente per l’emergenza Covid nelle scuole. «Sarà un supporto prezioso che, unitamente al lavoro della task force regionale, contribuirà a monitorare adeguatamente le dinamiche sanitarie in corso nel mondo dell’istruzione» aggiunge Lagalla.

7.194 i nuovi casi di coronavirus registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore a fronte di 47.519 tamponi processati. L’indice di positività è al 15.1%. Le vittime sono state 25 mentre i guariti sono 8.389. Attualmente in Sicilia ci sono 274.873 persone positive al covid, – 845 rispetto a ieri. Il numero dei ricoveri nei reparti ordinari è di 1.471, sono 115 i ricoveri in terapia intensiva.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 1.319 casi, Catania 1.422, Messina 1828, Siracusa 785, Trapani 582, Ragusa 575, Caltanissetta 473, Agrigento 458, Enna 127.