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“In tutti posti del mondo i diportisti acquistano le imbarcazioni per poter vivere il mare in libertà, invece ad Agrigento la gran parte dei diportisti escono dagli approdi e si recano dentro insenature vietate, pericolose e maleodoranti”.
È la forte e l’ennesima denuncia dell’Associazione Mareamico guidata da Claudio Lombardo.
“Ieri una quarantina di imbarcazioni erano dentro la baia della madonnina a Realmonte. Posto vietato perchè pericoloso: proprio lì lo scorso anno è venuta già la montagna sovrastante – afferma Lombardo – Il mare di Agrigento è scarsamente controllato e tutti fanno di testa propria. Speriamo che non accada nulla di grave”.

Sull’agenda europea 2014 – 2020 la Sicilia sconta un ritardo di 1,8 miliardi di euro da spendere entro il 2023. Gli interventi e le prospettive di rimedio.

In Sicilia, se da una parte si dibatte ancora su modalità e destinazione di spesa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, soprattutto in riferimento alla carenza negli organici degli Enti Locali e Regionali di personale tecnico qualificato capace di progettare investimenti, dall’altra parte, invece, incombe il rischio di fallimento nella gestione del Po Fesr 2014 – 2020, ovvero l’agenda dei fondi europei relativa al periodo dal 2014 al 2020. Ricorre infatti lo spettro di dovere restituire all’Europa ben oltre un miliardo di euro di fondi non spesi. Nell’ambito di tale agenda, nel 2013 sono stati preventivati in Sicilia 10 filoni di intervento con un finanziamento di 4,3 miliardi di euro, con l’80% a carico dell’Unione Europea e il 20% co-finanziato da Stato e Regione. Dagli ultimi dati certificati dal sistema di avanzamento della spesa emerge un ritardo di 1,8 miliardi euro sulla spesa dei fondi relativi ad un ampio e variegato raggio d’azione, tra ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, agenda digitale, competitività piccole e medie imprese nel settore agricolo, energia sostenibile, qualità della vita, tutela dell’ambiente e del territorio, emergenze idrogeologiche, trasporti, inclusione sociale, istruzione e formazione. Dunque, in molti settori strategici la Sicilia non ha brillato e bisognerà rendicontare entro fine anno, mentre incombe la scommessa dei fondi Pnrr e la necessità, a fronte di un indebitamento dello Stato, di condurre a compimento opere strategiche. Adesso quindi è corsa contro il tempo. Il responsabile dell’Autorità di gestione dell’agenda 2014 – 2020, Federico Lasco, assicura: “Abbiamo analizzato tutte le criticità e le opportunità. La sfida sarà quella di rendicontare entro il 2023 oltre 1,8 miliardi di euro. Abbiamo piena coscienza dello sforzo che ci troviamo davanti, e con la Commissione europea stiamo lavorando fianco a fianco, con grande spirito di collaborazione e approccio operativo, per risolvere le problematiche e centrare tutti gli obiettivi previsti, nel rispetto dei principi di efficacia e qualità della spesa”. E l’assessore all’Economia, Marco Falcone, conferma e rilancia: “Le criticità ci sono. I direttori dei Dipartimenti, che sono stati chiamati a confrontarsi con la Commissione europea, hanno garantito che il Programma di spesa raggiungerà gli obiettivi previsti. Nel frattempo la Sicilia ha già ottenuto da Bruxelles l’approvazione della programmazione 2021-2027. Alcune procedure del 2014-2020 che non potranno essere completate entro l’anno, saranno traghettate nel Programma 2021 – 2027. Il governo Schifani è impegnato nel raggiungimento di questi obiettivi e siamo convinti che alla fine metteremo in campo delle azioni utili con una ricaduta positiva per il nostro territorio”.

Giuliana Miccichè

Un vasto incendio, probabilmente di natura dolosa, ha interessato l’area Pantano della Riserva di Torre Salsa, tra Siculiana Marina ed Eraclea Minoa, incenerendo un canneto e alberi di macchia mediterranea piantati su diversi ettari di terreno. E’ accaduto ieri pomeriggio. Sembra che siano state le mani di qualcuno ad appiccare le fiamme che si sono propagate alimentate dal forte vento, ed estendendosi in una vasta zona. La nuvola di fumo era visibile anche da decine di chilometri. a centinaia di chilometri.

A domare le fiamme due squadre della Forestale, un elicottero della Protezione Civile e un canadair, quest’ultimo determinante per stoppare  l’avanzare delle fiamme.

Sul posto anche i carabinieri della stazione di Siculiana che hanno avviato le indagini. Non sarà facile individuare l’identità del piromane o dei piromani.  I danni sono ingenti  e la mano piromane ha ancora una volta colpito un’area verde preziosa e protetta.

Ilenia Bonanno di 45 anni è stata soffocata con un cuscino dopo essere stata picchiata. Subito dopo il marito, Daniele Gallo Cassarino, si è tolto la vita impiccandosi. Prima avrebbe si sarebbe però inferto dei colpi provocandosi delle lesioni.

In un primo momento gli investigatori hanno pensato che la donna fosse stata accoltellata alla gola, l’autopsia ha poi chiarito i dettagli dell’omicidio suicidio.

Soci del Comitato Tutela Torre Di Gaffe e Gafioti  oggi presenti  a celebrare gli ottanta anni dallo sbarco degli alleati in Sicilia. Torre dì Gaffe è stata tra le aree principali  interessate dalla sbarco degli alleati e teatro di scontri le opposte fazioni; il nome in codice alleato della spiaggia di Torre di Gaffe era appunto “spiaggia rossa”. Rimangono come memoria storica due bunker in prossimità della spiaggia che il comitato Tutela Torre di Gaffe ha ripulito e bonificato proprio in occasione di questa ricorrenza, rendendone uno fruibile al pubblico per la visita  all’interno.
Inserendo  la spiaggia di Torre di Gaffe e i suoi bunker come luogo da visitare in occasione degli eventi organizzati dal  imi e si Licata , per noi , comitato , ha un significato ed un messaggio importante : il Comune di Licata  esprime in modo tangibile la volontà di attenzionare il territorio di torre di gaffe, che per la sua specificità , unica in tutto il territorio licatese , di essere borgo, merita di essere traghettato adeguatamente verso un reale sviluppo turistico inteso in modo trasversale : turismo storico , culturale , artistico , paesaggistico , enogastronomico .
Noi come comitato da circa tre anni , cioè dal momento in cui è nato il comitato abbiamo già intrapreso iniziative possibili alle nostre competenze e grazie all’azione lodevole e volontaria dei soci , investendo energie idee e finanze per ripristinare bellezza , decoro e dignità a questo angolo meraviglioso  . Anche la pulizia dei bunker che visiterete sono frutto del nostro impegno e del nostro lavoro , la pulizia di questa area , la valorizzazione del bunker con il posizionamento delle bandiere .
Commemorare quindi per non dimenticare la storia nostra , il sacrificio di chi ci ha permesso oggi di godere della libertà e della pace .
Condividere questa memoria storica per preservarla e valorizzarla e trasmetterla alle nuove generazioni.
Nella programma di oggi , durante la visita dei bunker  il papà di una nostra socia , notaio giganti, ci ha riportato  indietro al 1943 con una sua toccante testimonianza .
C’è stato un momento musicale durante il quale abbiamo ascoltato le note de silenzio grazie ad un piccolo quando bravi musicista.
A portare i saluti per l’Amministrazione comunale di Licata l’Assessore al turismo  Maria Sitibondo.

Contrattazione decentrata dei lavoratori del Comune di Agrigento, l’Amministrazione comunale ignora ancora una volta le richieste dei sindacati: Cisl Fp, Fp Cgil e Csa chiedono una convocazione immediata da parte di Palazzo dei Giganti e annunciano il ricorso ad ogni necessaria forma di tutela dei dipendenti comunali.
“Lo scorso 27 giugno – dice una lettera firmata da Salvatore Parello, Vincenzo Iacono e Vincenzo Lo Re – si sarebbe dovuto tenere il tavolo di delegazione trattante nel quale avremmo dovuto concludere il complicato iter per la stipula definitiva del contratto decentrato di ente relativo all’utilizzo della parte economica anno 2022.  Tralasciando in questa sede le deprecabili e innumerevoli problematiche negoziali emerse in questi anni rispetto all’avanzamento della trattativa, ritardi di certo non ascrivibili a responsabilità̀ delle parti sindacali, riteniamo in questa fase assolutamente necessaria e non procrastinabile la convocazione in oggetto in quanto non siamo disposti più̀ a tollerare l’ennesimo immotivato rinvio della sottoscrizione”.
Ai sindacati, infatti, era stato notificato solo il giorno precedente con una nota di “non precisate richieste di approfondimento da parte dei revisori rispetto all’ipotesi di contratto” che rinviava a data da destinarsi ogni confronto.
“L’atteggiamento tenuto dalla delegazione trattante di parte pubblica ci sembra, ancora una volta, contrario ad ogni minima forma di rispetto nella tenuta di proficue e corrette relazioni sindacali – continuano Parello, Iacono e Lo Re – così come previste dalle norme contrattuali, e ciò̀ sotto un duplice profilo. Da un lato, infatti, il rinvio viene fatto nell’imminenza dell’incontro (la sera prima) dall’altro, ad oggi, a più̀ di una settimana dal rinvio che doveva essere breve, non solo non è arrivata alcuna convocazione ma siamo completamente all’oscuro degli approfondimenti richiesti oltre il termine previsto dai revisori”.
I sindacati chiedono quindi di essere convocati “con estrema urgenza” e di ricevere “le richieste di approfondimento formulate dei revisori al fine di consentire alle scriventi l’esercizio delle prerogative contrattualmente previste”.
Se questo non avverrà entro sette giorni, i sindacati annunciano che saranno costretti a tutelare le proprie ragioni nelle sedi competenti

La P. s.r.l., di Naro, richiedeva di confermare la permanenza presso l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa, ossia la ben nota white list, tenuta dalla Prefettura di Agrigento.
Tuttavia, la Prefettura di Agrigento, nonostante i chiarimenti forniti dalla ditta narese, rendeva un provvedimento interdittivo nei confronti della stessa e negando, pertanto, l’iscrizione presso la white list.
Peraltro, ai primordi del 2023 la ditta risultava aggiudicataria di un appalto di rilevante importanza, tuttavia all’esito dei controlli effettuati dalla stazione appaltante sull’apposita banca dati emergeva l’annotazione dell’interdittiva e per l’effetto veniva disposta la revoca dell’aggiudicazione, con un evidente ingente danno per la ditta.
L’amministratore della società, ritenendo gravemente lesivo per gli interessi della società il provvedimento interdittivo, si rivolgeva agli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza al fine di impugnare innanzi al competente TAR il provvedimento reso dalla Prefettura di Agrigento.
In particolare, gli avvocati Rubino e Valenza, con ricorso depositato presso il TAR Sicilia sede di Palermo, censuravano, dandone prova documentale in giudizio, l’insussistenza dei presupposti per l’emanazione del gravoso provvedimento interdittivo, dimostrando da un lato la piena regolarità dei lavori eseguiti nel porto di Riposto, dall’altro la assoluta estraneità della ditta rispetto ad ambienti controindicati.
Infatti, gli avvocati Rubino e Valenza hanno rilevato, già in sede cautelare, come il provvedimento interdittivo fosse basato su una misura coercitiva disposta dal Tribunale penale, nei confronti di alcuni precedenti titolari della ditta, ma successivamente revocata dallo stesso. Inoltre, è stato evidenziato come la vicenda giudiziaria, che ha coinvolto alcuni titolati della ditta e posta a fondamento del provvedimento interdittivo, nulla avesse a che fare con reati idonei ad evidenziare l’appartenenza o la contiguità ad ambienti mafiosi.
Peraltro, già in sede cautelare gli avvocati Rubino e Valenza evidenziavano come l’informativa interdittiva impugnata fosse ostativa all’esecuzione di attività soggette ad autorizzazione da parte di svariate amministrazioni pubbliche.
Il TAR Sicilia – Palermo, condividendo già in sede cautelare le argomentazioni difensive formulate dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, ha accolto la domanda cautelare, ritenendola fondata sotto il duplice requisito del fumus boni iuris e del periculum in mora.
Ed infatti, il TAR Palermo ha ritenuto irrilevanti, ai fini dell’emanazione dell’interdittiva antimafia, i pregiudizi di natura penale posti a fondamento del provvedimento prefettizio.

Lo scorso 3 luglio, intorno alle ore 3:30, a Licata, innanzi ad uno stabilimento balneare in località Mollarella, un uomo di 22 anni è stato colpito con due coltellate, tra l’addome e il torace. E’ stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale “San Giacomo d’Altopasso”. Ha subito un intervento chirurgico alla milza. E’ stato poi ricoverato in Terapia intensiva con prognosi riservata all’ospedale di Agrigento. Gli interventi che ha subito sono perfettamente riusciti tanto che il giovane, da stamattina, è stato spostato dalla terapia intensiva in reparto. Le Le sue condizioni sono migliorate sensibilmente.

Hanno indagato i poliziotti del locale commissariato, coordinati dal vice questore Cesare Castelli.

Ebbene adesso gli investigatori hanno identificato il presunto responsabile dell’accoltellamento, iscritto nel registro degli indagati. Si tratta di un ragazzo di 17 anni, che avrebbe scagliato le due coltellate al culmine di un litigio insorto per futili motivi.