Ad Agrigento, al Kaos, è accaduto che ieri, martedì 28 settembre, lo storico palermitano, Giuseppe Li Causi, si è recato nel luogo per visitare la casa museo di Luigi Pirandello, ma ha trovato l’ingresso sbarrato e la biglietteria chiusa. Qualcuno del posto gli ha spiegato che la casa museo è chiusa da oltre sei mesi. Lo stesso Li Causi si sfoga così: “Ora vorrei capire da chi di dovere, in questo caso dall’assessorato regionale ai Beni culturali, perché la nostra Sicilia, che vive di turismo, viene abbandonata lasciando molti turisti, che si trovavano in questo posto bellissimo, delusi. Signori delle istituzioni, datevi una svegliata perché, dopo due anni di pausa forzata dovuta al covid, il turismo deve ripartire per dare ossigeno alle nostre finanze siciliane” – conclude Li Causi. Dunque, nel gennaio scorso sono stati consegnati i lavori per la sistemazione della casa natale di Pirandello. Si tratta di opere di manutenzione che riguardano sia interventi di miglioramento e di salvaguardia del manufatto, che di adeguamento strutturale con l’abbattimento delle barriere architettoniche. In realtà i lavori, almeno sulla carta, sarebbero dovuti durare tre mesi. I motivi di questa chiusura prolungata non sono mai stati ufficialmente chiariti.
Il punto centrale riguarda il trasferimento delle somme (in prestito) dalla Regione ai comuni e, da questi, ad Aica. Dubbi che, tutto sommato, non sorprendono e che la stampa aveva evidenziato. La stessa onorevole Savarino ha evidenziato come, sin dal momento dell’approvazione del provvedimento, qualche dubbio era sorto sulla validità giuridica.
A questo punto, si allungano i tempi di erogazione delle ingenti somme che Aica attende come manna dal cielo. La Savarino ha chiesto al governo Musumeci di prevedere la destinazione di almeno la metà di questa somma “a fondo perduto”. Altri dubbi sorgeranno. E pensare che la deputazione agrigentina ha esultato come lo si fa per una vincita al Superenalotto. Solo che, nella fattispecie, i numeri erano errati.
Del resto, la classe politica non è nuova a partorire leggi che poi cozzano con la realtà. Basta ricordare la vicenda del personale delle Terme. La legge è stata rifatta tre volte.
Adesso, la situazione dell’Aica si fa gravissima. Due mesi arretrati di stipendi al personale, il pagamento degli oneri previdenziali, il debito di 1.2 mln di euro con il fornitore di energia elettrica. Ad oggi, Aica avrebbe una situazione finanziaria passiva di circa 5 milioni di euro.
Ha emesso 120.000 bollette di fornitura idrica. Molto probabilmente, riuscirà ad incassare meno della metà dell’importo che sommerebbe tre milioni di euro.