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Il locale è al centro di Canicattì ed è molto frequentato. Non a caso ieri sera c’erano all’interno almeno 400mavventori che gustavano e sorseggiavano un drink, alcuni dei quali senza alcuna protezione con la mascherina.

Sono giunti i poliziotti del Commissariato di Canicattì ed hanno rovinato la festa a tutti. A cominciare dal titolare del locale che non ha fatto osservare le norme in materia anti covid ed anche perchè ha consentito un pericoloso assembramento del proprio locale. Quattrocento euro di multa e il rispetto per la prossima volta delle regole.

Ancora vittime sulle strade della provincia di Trapani. Un incidente mortale è avvenuto nella notte sulla Strada Provinciale 81 che congiunge Castelvetrano a Triscina.

La vittima è un barman di 21 anni che lavorava in una nota pasticceria del centro. L’incidente si è verificato intorno alle 4:30 del mattino. I sanitari del 118 hanno trasferito il giovane all’ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano. Purtroppo, a causa delle ferite riportate non ce l’ha fatta. Sul luogo del sinistro i carabinieri e i vigili del fuoco per i rilievi.

 

Prodotti Dop non certificati e in un caso anche scaduti. È il bilancio dell’operazione “Margherita Due” dei carabinieri per la Tutela Agroalimentare portata a termine in alcune pizzerie definite “a grande firma” in tutta Italia. In Sicilia sono state controllate 6 pizzerie (3 in provincia di Palermo, due in provincia di Catania, una in provincia di Messina) e in cinque di queste (una sola era in regola) i titolari sono stati denunciati per frode in commercio, perché indicavano l’utilizzo di prodotti dop che invece non sono stati trovati né in cucina né nei magazzini né in alcun documento di acquisto.

Durante le ispezioni alle diverse imprese di ristorazione d’Italia, i carabinieri dei Rac hanno genericamente riscontrato che, seppur dichiarato nei menù l’impiego di prodotti Dop, nella preparazione delle varie tipologie di pizze, venivano utilizzati in realtà prodotti non iscritti al circuito tutelato.

Inoltre sarebbero state accertate irregolarità sulla rintracciabilità, che hanno portato al sequestro di 23 chili di prodotti agroalimentari vari e ad elevare sanzioni per   diverse migliaia di euro.

Le forze dell’ordine non forniscono i nomi delle pizzerie controllate.

(GdS.it)

 

Importante adesione a Fratelli d’Italia, Daniela Catalano, avvocato, da sempre politicamente impegnata, già Presidente del Consiglio comunale di Agrigento e candidata Sindaco della città dei templi alle ultime amministrative, che entra nel partito di Giorgia Meloni ed assume la carica di Coordinatore Cittadino.

A nominarla il commissario provinciale, Calogero Pisano, dopo l’incontro avvenuto ieri a Palermo, tra lo stesso Pisano, Daniela Catalano e Giorgia Meloni, a margine dell’evento tenutosi al Teatro Golden, durante il quale è stato presentato il libro dell leader di Fratelli d’Italia, Io sono Giorgia.

Grande soddisfazione per il neo coordinatore di Fratelli d’Italia di Agrigento, Daniela Catalano che afferma: “Con entusiasmo e convinzione entro in Fratelli d’Italia assumendo il prestigioso ed impegnativo incarico di coordinatore del capoluogo agrigentino, ruolo estremamente stimolante per una agrigentina doc innamorata della propria città.

Condivido a pieno il progetto politico di una leader come Giorgia Meloni per la forza delle idee difese, per la coerenza, per ii contatto raro e reale con le esigenze del cittadino.

Ringrazio il commissario provinciale, l’amico Calogero Pisano, per la nomina conferitami, l’on. Giorgia Meloni per lo slancio anche oggi dimostratomi, l’on. Francesco Lollobrigida per la stima di cui sin da subito mi ha onorata, l’assessore regionale Manlio Messina per I’attenzione mostratami, l’on. Carolina Varchi ed il coordinatore regionale Giampiero Cannella.

Comincerò immediatamente a lavorare per ii partito, nel supremo interesse della città, certa che con la massima determinazione e lo spirito di squadra, potranno essere raggiunti grandi traguardi’.

A Daniela Catalano vanno gli auguri del commissario provinciale Calogero Pisano: “Do il benvenuto nella nostra grande famiglia a Daniela Catalano.

Un ingresso che porta ulteriore qualità al percorso di crescita del partito nella nostra provincia.

Faccio a Daniela, che sono certo saprà al meglio rappresentare i valori del nostro partito,  i migliori auguri di un proficuo lavoro”.

I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, coordinati da Giovanni Minardi, hanno arrestato due tunisini domiciliati ad Agrigento. Il primo, di 32 anni, è stato ricercato perché inseguito da un mandato d’arresto europeo, risalente al luglio del 2019, per una rapina commessa in Germania. E’ detenuto ad Agrigento. L’altro, di 35 anni, sconterà 1 anno e 8 mesi di reclusione perché ritenuto responsabile di coltivazione, produzione e commercio illegale di sostanze stupefacenti. E’ detenuto a Ragusa.

Lo scorso Gennaio 2021, l’Asp di Agrigento aveva pubblicato un Avviso interno per il conferimento di un incarico di “dirigente medico referente rischio clinico e della qualità ospedali riuniti Sciacca –Ribera”, al quale aveva partecipato anche il dott. L. G.M. in servizio presso il presidio ospedaliero di Sciacca ed in possesso dei requisiti richiesti per la partecipazione alla selezione interna, in esito alla quale lo stesso, tuttavia, non risultava destinatario del conferimento del suddetto incarico.
Il dott. L.G.M., pertanto, al fine di valutare la correttezza delle operazioni di valutazione espletate, inoltrava apposita istanza di accesso con richiesta di prendere visione degli atti della procedura selettiva, delle domande di partecipazione e dei curriculum dei partecipanti, così da poter tutelare, se del caso, la propria posizione nelle sedi giurisdizionali competenti.
A fronte del mancato riscontro alla suddetta richiesta documentale da parte dell’Asp di Agrigento, lo stesso si determinava a proporre ricorso dinanzi al TAR Palermo, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino, Carmelinda Gattuso e Rosario De Marco Capizzi, contestando l’illegittimità del silenzio serbato dall’Asp di Agrigento sulla propria istanza di accesso agli atti.
In particolare, gli Avv.ti G. Rubino, C. Gattuso e R. De Marco Capizzi, nel contestare le difese dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento – costituitasi in giudizio asserendo di aver non ricevuto l’istanza all’indirizzo pec dell’“Ufficio preposto” bensì ad un indirizzo di posta elettronica certificata dell’Amministrazione “non abilitato” – richiamavano a supporto l’ormai pacifico orientamento giurisprudenziale secondo il quale l’invio di una istanza a un ufficio incompetente non può giustificare in ogni caso il silenzio dell’Amministrazione che rimane comunque onerata a trasmettere gli atti all’ufficio competente.
Inoltre, i legali Rubino, Gattuso e De Marco Capizzi deducevano che la documentazione successivamente depositata in giudizio dall’Asp integrasse soltanto parte di quella richiesta dal ricorrente con la propria istanza di accesso agli atti formulata ai sensi dell’art. 22 e ss. della L. n. 241/90.
Il T.A.R. Palermo, condividendo le difese formulate dai legali gli avv.ti Rubino, Gattuso e De Marco Capizzi e la giurisprudenza dai medesimi richiamata, ha, in parte, dichiarato la cessazione della materia del contendere con riguardo alla parte della documentazione richiesta dal ricorrente e depositata in giudizio dall’Asp; per il resto, in accoglimento del ricorso proposto, ha riconosciuto il diritto del ricorrente – e il corrispondente obbligo dell’Asp – alla visione e al rilascio della restante documentazione richiesta e non ancora ostesa, entro il termine di trenta giorni.
Con la medesima pronuncia, il T.A.R. Sicilia – Palermo ha altresì condannato l’ASP al pagamento delle spese di giudizio in favore del ricorrente.

Una ha ampliato un immobile, l’altra ha costruito un manufatto. Entrambe abusivamente. I carabinieri della Stazione di Lampedusa, nell’ambito dei consueti controlli finalizzati al contrasto dei reati in materia di abusivismo edilizio, hanno denunciato a piede libero, alla Procura della Repubblica di Agrigento, due coppie di coniugi residenti sull’isola, ritenuti responsabili di abusivismo edilizio.

In un caso è stato accertato che marito e moglie, rispettivamente di 45 e 43 anni, avevano ampliato un immobile di loro proprietà, già sottoposto a sequestro, senza alcuna autorizzazione o concessione da parte degli enti locali preposti, né dall’Autorità giudiziaria, che aveva disposto il sequestro.

Nell’altro caso, invece, una coppia di 40 e 47 anni aveva costruito un fabbricato ricadente su un’area di circa 90 metri quadrati costituito da blocchi cementizi e delimitato da un muretto a secco, anche qui senza aver ottenuto alcuna concessione o autorizzazione. Gli immobili oggetto di accertamento sono stati posti sotto sequestro.

Come è noto, il Consiglio di Stato,con sentenze dello scorso maggio, ha rigettato gli appelli proposti dal CSM e dal dott. Prestipino Giarritta e confermato la sentenza del TAR Lazio che aveva annullata la nomina di quest’ultimo quale Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma

Pertanto, il dott. Viola, originario di Cammarata (AG) – difeso dagli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha invitato il CSM a riattivare – in esecuzione delle suddette pronunce del Giudice Amministrativo – il procedimento volta alla nomina del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma procedendo, previo il necessario concerto ministeriale, a sottoporre al Plenum le proposte originariamente formulate dalla V Commissione in data 23.05.2019.

Frattanto, il dott. Prestipino Giarritta – difeso dal Prof. Massimo Luciani e dagli avv.ti Chirulli e D’Andrea- ha proposto avverso la suddetta sentenza un ricorso per Cassazione.

Inoltre, con apposita istanza cautelare,il dott. Prestipino Giarritta ha chiesto al Consiglio di Stato di sospendere le suddette sentenze nelle more della definizione del ricorso in Cassazione.

Il dott. Viola si è costituito in giudizio – innanzi al Consiglio di Stato – con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, chiedendo il rigetto delle domande proposte dal dott. Prestipino Giarritta.

Il Consiglio di Stato – accogliendo le tesi degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia – ha rigettato le domande cautelari proposte dal dott. Prestipino Giarritta, rilevando l’assenza di qualsivoglia elemento di urgenza tale da giustificare la sospensione delle sentenze.

Successivamente, il Presidente della Corte di Cassazione ha fissato per l’udienza del 23 novembre 2021 la trattazione dei ricorsi proposti dal dott. Prestipino Giarritta. In vista dell’udienza, il dott. Viola – sempre con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia – ha notificato contro-ricorso in Cassazione, rilevando l’inammissibilità e l’infondatezza del ricorsi proposti da controparte.

Anche il Procuratore Generale ha depositato agli atti del giudizio le proprie conclusione chiedendo alla Suprema Corte di Cassazione di dichiarare inammissibili o, comunque, infondati ricorsi proposti dal dott. Prestipino Giarritta

All’udienza del 23 novembre 2021, finalmente, la Cassazione definirà questo lungo e complesso contenzioso.

La Corte d’appello di Palermo ha condannato l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento a risarcire poco meno di 90mila euro ad un uomo di 63 anni che avrebbe contratto un’infezione nell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento. Lui, che è difeso dagli avvocati Giuseppe Scozzari e Angelo Sutera, nel 2009 si recò in ospedale a seguito di un incidente stradale. Nel corso delle cure di diverse lesioni, anche operatorie, avrebbe contratto un’infezione batterica, con successivi problemi e altri ricoveri. I medici avrebbero sottovaluto gli evidenti sintomi dell’infezione. L’Azienda, che ha resistito in giudizio, ha sostenuto la correttezza della loro condotta.

Tra gli anni ’50 e ’70 nella vivace cittadina di Ravanusa era presente un bel gruppo di orsoline, anime predilette che si dedicavano alla preghiera e al servizio parrocchiale. Tra queste, eccelse Angelina Tricoli, definita mistica e contemplativa, che trascorse buona parte della sua esistenza dialogando con Gesù, di cui sentiva, nel proprio animo, la sua voce. Parlandone con il suo direttore spirituale, l’arciprete dello stesso Comune, don Giuseppe Traina, gli ordinò di mettere per iscritto questo proficuo e fecondo dialogo, tanto che Angelina scrisse, prima di morire nella sua giovane età, quasi duemila pagine, ricche di spiritualità, di teologica contemplativa, di suggerimenti per la sua vita, la comunità cui faceva parte e della stessa Chiesa.

Angelina Tricoli sarà ricordata domani nella chiesa Madre di Ravanusa Mercoledì 17 Novembre con un convegno studi alla presenza dell’Arcivescovo mons. Damiano Alessandro. Durante la celebrazione, dopo il saluto dell’Arciprete don Filippo Barbera e del Sindaco Carmelo D’Angelo, Enzo Di Natali illustrerà gli scopi della lodevole iniziativa, mentre Luisa Bisaccia si soffermerà proprio sull’aspetto mistico di Angelina Tricoli. Subito dopo don Salvatore Traina, don Giuseppe Sciandrone e don Emanuele Casola presenteranno testimonianze, ricordi ed incidenze su Angelina Tricoli, il cui ricordo è ancora molto vivo nella città di Ravanusa e nei Comuni dintorno. Per la circostanza, infine, saranno presenti alcuni sacerdoti, che quando furono seminaristi curarono, sotto la direzione di don Nunzio Burgio, la raccolta degli scritti, che sono ben conservati e oggi oggetto di studio.