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Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha condannato a 4 anni di reclusione Maurizio Modica, 51 anni, di Agrigento, giudicato in abbreviato e imputato di omicidio stradale e lesioni personali gravi. Ad Agrigento, tra San Leone e Villaggio Mosè, in via Teatro Tenda, il 22 febbraio del 2020, nottetempo, un uomo di 32 anni, Giuseppe Terrosi, passeggero sui sedili posteriori di una Peugeot 207, è morto allorchè al conducente del mezzo è sfuggito il controllo e l’automobile si è schiantata contro un muretto di cinta. Gli altri due a bordo hanno subito ferite e sono stati soccorsi in Ospedale. Essendo risultato ubriaco a seguito degli accertamenti sanitari eseguiti in ospedale, il conducente del mezzo, Maurizio Modica, è stato arrestato ai domiciliari su disposizione della Procura di Agrigento.

“Il servizio pubblico dovrebbe meglio valutare la qualità dell’informazione che viene data all’opinione pubblica, evitando che diventi il discredito di Uomini illustri che hanno pagato con la vita la lotta alla mafia”
A dichiararlo è Giuseppe Ciminnisi, coordinatore nazionale dei familiari di vittime innocenti di mafia, dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”.
“Mi riferisco – prosegue Ciminnisi – alla trasmissione di Rai3 “Report” e al verbale d’interrogatorio di Alberto Volo, reso ai pm nel 2016.
Leggendo la trascrizione delle sommarie informazioni testimoniali rese dal sig. Volo a magistrati della Procura di Palermo, in data 14 luglio 2016, si evince come il Dott. Paolo Borsellino, a suo dire, lo avesse portato a conoscenza di sue personali opinioni in merito alla strage di Capaci.
Una ricostruzione – a mio modesto avviso –  assolutamente inverosimile, visto lo spessore del magistrato, la sua riservatezza e la professionalità che da tutti gli è sempre stata riconosciuta.
Ciò che forse ancor più stupisce, è la maniera in cui viene descritto il rapporto tra il Volo e il Dott. Giovanni Falcone, quest’ultimo quasi indicato come subalterno al primo dal quale attendeva suggerimenti in merito alle indagini che stava conducendo, così come si evince dal verbale di Sit “VOLO: è chiaro che Giovanni Falcone qualcuno… a qualcuno l’incarico deve averlo dato, perché quando parlavamo poi di determinati a di di… Il faceva anche perché glieli suggerivo io: ‘vai a vedere ‘sta cosa, vedi di sapere questo, questo e questaltro*, insomma”.
A prescindere dall’attendibilità delle dichiarazioni del signor Volo che – seppur non spetta a me giudicarle – mi appaiono come un compendio di assolute castronerie, prescindendo dalla valutazione della sua attendibilità – a tal proposito giova ricordare che il Dott. Giovanni Falcone lo aveva definito un ‘mitomane’ – trovo riprovevole che si possa consentire a chicchessia di ridicolizzare la figura dei due Giudici che per questo Paese hanno dato la propria vita.
Nell’auspicare una maggiore attenzione da parte del mondo dell’informazione che non dovrebbe accettare in maniera acritica quanto proposto, non posso fare a meno di restare basito dal fatto che così poco spazio viene dato ai familiari dei due Giudici e a chi, come nel caso dell’Avvocato Trizzino, ha seguito tutte le vicissitudini giudiziarie relative alle stragi – in particolare quella di via D’Amelio – che maggiori spunti di riflessione potrebbero dare.
A questi ultimi – conclude Ciminnisi – esprimo la mia personale vicinanza e quella dei familiari delle vittime di mafia che rappresento all’interno dell’associazione di cui mi onoro di far parte”.

Si e’ svolta alle ore 17 di oggi, 28 gennaio 2022, in video conferenza causa emergenza covid 19, la prima assemblea dei Sindaci del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.

L’incontro convocato dal Commissario ad acta Antonio Garofalo con l’assistenza del Segretario Generale Pietro Amorosia rappresenta il primo atto ufficiale per la costituzione dell’Assemblea dei Sindaci della provincia di Agrigento, introdotto dall’Assemblea Regionale Siciliana a fine dicembre scorso.

L’Assemblea dopo essere stata insediata con la presenza di oltre 30 Sindaci ha trattato l’approvazione dello schema di regolamento che disciplina le modalità di funzionamento della stessa con il ruolo di organo di indirizzo politico e di controllo dell’Ente.

Un nuovo Organo di indirizzo e controllo, come piu’ volte sottolineato dal Commissario Garofalo, rappresentato dall’Assemblea dei Sindaci, nelle more di una revisione della norma sulle ex province.

Il Commissario ad acta Garofalo  ha auspicato che il nuovo organismo, composto dai Sindaci, possa produrre maggiore funzionalità alla ex Provincia di Agrigento  e  rafforzare, ulteriormente, con l’azione dei Comuni, il ruolo e le competenze del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.

Un operaio di 39 anni, Giovanni Caronna, è morto in casa a Partinico folgorato da una scarica elettrica mentre stava facendo lavori con un flex nella sua abitazione di contrada Badia. Portato all’ospedale Civico di Palermo da alcuni familiari, è morto poco dopo. I medici hanno chiamato i carabinieri che indagano sull’accaduto.
I tecnici dell’Enel hanno accertato che la casa è alimentata con un allaccio abusivo e quindi non ci sarebbe stato il salva vita che avrebbe evitato la tragedia. La salma di Caronna è stata riconsegnata alla famiglia per i funerali.

Lunedì 24 gennaio, a nome di un gruppo di Compagne e Compagni di Rifondazione Comunista e di semplici cittadini, è stata depositata, presso l’ufficio protocollo del comune di Caltagirone, la richiesta, indirizzata al Sindaco e alla Giunta Municipale, di intitolare una via o una piazza della città a Giuseppe Impastato. Il militante di Democrazia Proletaria che nella sua Cinisi combatté un’aspra battaglia, contro la borghesia mafiosa rappresentata in primis da Tano Badalamenti, fu, com’è noto, assassinato dalla mafia il 9 Maggio del 1978. I firmatari della richiesta ritengono che la figura di questo giovane siciliano, comunista e pacifista che lottò per i diritti dei contadini, dei lavoratori, dei disoccupati, degli studenti, in difesa dell’ambiente e della bellezza della sua terra, possa essere un esempio per tutte le generazioni, comprese quelle future. Un modello di coraggio, coerenza, sacrificio e lotta alla mafia che è fondamentale ricordare e onorare. Gli stessi auspicano che la richiesta venga al più presto presa in considerazione e non finisca nel dimenticatoio, come già accaduto nel 2018 con la precedente Amministrazione Comunale.

I giudici della Corte di appello di Palermo hanno confermato il verdetto, emesso 2 anni fa dal tribunale di Agrigento, con cui erano stati inflitti 6 anni e 6 mesi di reclusione a Francesco Nocera, 53 anni, e alla compagna Irene Salvatrice Infuso, 40 anni, di Campobello di Licata.

I due imputati (difesi dall’avvocato Lillo Fiorello) avrebbero costretto con la violenza un’anziana che li aveva ingaggiati come badanti a svuotare il conto corrente con un saldo di 148mila euro, svincolare dei buoni fruttiferi e, persino, intestargli un appartamento. La vittima è un’ottantenne. I fatti si sono verificati, a più riprese, nel 2007.

L’approccio fra la donna e Nocera fu quasi casuale. Quando la sorella si ammalò ebbe bisogno di un autista per essere accompagnata da Campobello di Licata, dove abitava, all’ospedale Canicattì. Nocera, col quale c’era un rapporto di conoscenza, accettò l’incarico in cambio del compenso di 30 euro.

L’uomo a quel punto, secondo la ricostruzione della vicenda, avrebbe presentato la propria compagna alla donna e i due si sarebbero offerti di aiutare le anziane pagando le bollette e sbrigando le altre commissioni quotidiane. Nocera e la compagna avrebbero sequestrato in casa la sorella malata legandola a una sedia e minacciando che l’avrebbero uccisa se non fosse stata assecondata la loro richiesta.

E così l’anziana, mentre la sorella era in casa insieme a Nocera, sarebbe andata in banca insieme a Irene Infuso che fu presentata agli impiegati della filiale come nipote attribuendole il potere di prelievo. La donna in pochi giorni avrebbe fatto sparire 148mila euro e nei giorni successivi avrebbe minacciato l’anziana per costringerla a svincolare altri buoni fruttiferi postali. Ma non solo: l’ottantenne sarebbe stata costretta ad andare dal notaio e vendere la casa a Nocera.

Consueto punto settimanale del commissario straordinario dell’Asp di Agrigento Mario Zappia, l’ultimo del mese di gennaio, sull’andamento epidemiologico in provincia di Agrigento. Numero di positivi ancora alto e che probabilmente ha raggiunto il picco che si assesta su un andamento lineare. “Ci aspettiamo nelle prossime settimane un calo dei nuovi positivi” ha detto Zappia.

Sul fronte ospedaliero la situazione è ancora importante. “Nel reparto di medicina dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento ci sono 28 pazienti su 30 posti a disposizione; a Ribera ce ne sono 37 su 42 posti. In terapia intensiva ci sono 6 pazienti su 10 mentre ad Agrigento non c’è alcun paziente ricoverato in rianimazione.” ha spiegato il manager dell’Asp.

Zappia prosegue: “Sul fronte vaccinale registriamo un calo delle prime dosi e questo lo avevamo previsto. Nell’ultima settimana abbiamo avuto 2.737 prime dosi, 3.254 seconde dosi e oltre 21 mila terze dosi. Questa condizione ci consente di respirare sotto il profilo ospedaliero. Pur avendo numeri importanti in termini di contagi non si assiste ad una corrispondenza in termini di ricoveri e non abbiamo aperto altri reparti. Un altro dato è quello sui tamponi. Nell’ultima settimana abbiamo fatto 16.716 tamponi e di questi 4.956 sono risultati positivi. Il virus dunque circola ma con la terza dose saremo garantiti dal finire ricoverati.”

7.100 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 45.661 tamponi processati. Il tasso di positivita’ ha un leggero aumento: è al 15,5%, ieri era al 15,2%. L’isola è al nono posto per contagi in Italia fra le regioni in Italia. Gli attuali positivi sono 231.716 con un aumento di 2.137 casi. I guariti sono 5.474 mentre le vittime sono 47 e portano il totale dei decessi a 8.424. Sul fronte ospedaliero sono 1.601 ricoverati mentre in Terapia intensiva sono 145.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 1.587, Catania 1.602, Messina 933, Siracusa 998, Trapani 504, Ragusa 835, Caltanissetta 588, Agrigento 453, Enna 158.

451 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento nella giornata del 27 gennaio. Il dato (riferito ai tamponi processati il giorno precedente) emerge dal bollettino diffuso dall’Asp. I tamponi eseguiti sono stati 2.367. Si registra un’altra vittima a Sambuca di Sicilia, la 27ª da inizio pandemia. Sale a 431 il numero degli agrigentini deceduti a causa del covid da inizio emergenza sanitaria. Ci sono altri 5 ricoveri in ospedale mentre i guariti sono 293.

Sono 54 le persone ricoverate: 27 all’ospedale di Ribera e 27 al San Giovanni di Dio di Agrigento. Sei, invece, le persone ricoverate in terapia intensiva: 4 a Ribera e 3 ad Agrigento. Tre persone si trovano ricoverate presso struttura lowcare: 1 fuori provincia, 1 allo Sciacca Hotel Covid e 1 Ribera Hotel Covid.

Questa la situazione Comune per Comune: Agrigento 2.590 ; Alessandria della Rocca 143; Aragona 238; Bivona 99; Burgio 19; Calamonaci 21; Caltabellotta 123; Camastra 86; Cammarata 382 ; Campobello di Licata 435; Canicattì 1.809; Casteltermini 285; Castrofilippo 137;  Cattolica Eraclea 48; Cianciana 173; Comitini 48; Favara 1.931; Grotte 247; Joppolo Giancaxio 58; Licata 1.120; Lucca Sicula 15; Menfi 314; Montallegro 23; Montevago 40; Naro 216; Palma di Montechiaro 1.480; Porto Empedocle 743; Racalmuto 273; Raffadali 583;  Ravanusa 413; Realmonte 234; Ribera 231; Sambuca di Sicilia 89; San Biagio Platani 39; San Giovanni Gemini 417; Sant’Angelo Muxaro 24; Santa Elisabetta 44; Santa Margherita Belice 254; Santo Stefano Quisquina 231; Sciacca 1.525; Siculiana 275; Villafranca Sicula 10. Nave accoglienza migranti 31.

La stazione di Porto Empedocle Centrale in questi giorni offre un colpo d’occhio ancora più particolare. I binari sono occupati da diversi mezzi di lavoro usati dai ferrovieri e dagli operai impegnati in quello che, da subito, appare come uno dei cantieri più grandi che questa area ferroviaria abbia mai ospitato.

Da alcuni giorni sono infatti iniziati i lavori per il rinnovo e la riqualificazione della “ferrovia dei Templi”, la linea turistica cioè che collega Porto Empedocle con Agrigento Bassa. L’allestimento del cantiere è partito già negli ultimi giorni di dicembre, ma è in queste settimane di gennaio che si sta assistendo a una grande accelerazione dei lavori. Mercoledì molti agrigentini hanno notato altri spostamenti di mezzi di lavoro ferroviari e movimenti sia ad Agrigento Centrale che lungo la linea.

I lavori sono stati avviati da Rfi su input di Fondazione Fs. Lo scorso 25 gennaio proprio dalla sede di Villa Patrizi è arrivata la conferma del definitivo avvio dei cantieri: “Tra gli importanti interventi previsti – scrivono da Fondazione Fs – la sostituzione integrale dell’armamento con risanamento della massicciata, la realizzazione della nuova fermata Tempio Vulcano, la revisione dei deviatoi della stazione di Porto Empedocle Centrale, il rifacimento delle travate metalliche ed il consolidamento dei tratti in galleria e di alcuni versanti in frana”.

Intervento a 360 gradi dunque, capaci di potenziare e mettere in sicurezza una linea che sotto il profilo turistico negli ultimi anni ha visto crescere il numero di utenti e che ha delle grandi potenzialità anche sotto il profilo commerciale. La linea dei templi, è bene ricordare, oltre ad attraversare il parco archeologico collega il porto di Porto Empedocle con il centro di Agrigento innestandosi inoltre nelle linee per Palermo e Caltanissetta.

Da anni si parla di un metro di superficie sfruttando proprio questo percorso, i lavori in corso in questi giorni potrebbero aprire a questa prospettiva e richiamare l’attenzione politica necessaria per rispolverare i progetti.

“Vedere questi lavori – ha commentato il presidente di Ferrovie Kaos Mauro Indelicato – per noi soci è motivo di grande soddisfazione. Ringraziamo Fondazione Fs e Rfi per la costante attenzione che da anni mettono su questa linea ferroviaria. I lavori permetteranno di aumentare l’offerta turistica ma sono importanti anche nella prospettiva di un’offerta commerciale a tutto tondo”.