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Scatta da oggi la zona arancione anche in Sicilia. Un sistema, quello delle colorazioni delle Regioni, che è diverso rispetto al passato soprattutto per chi è in possesso del super Green Pass. Discorso diverso, invece, per chi non lo ha con restrizioni che entrano in vigore a partire da oggi.

In zona arancione sono sempre consentiti gli spostamenti dentro il proprio comune, mentre gli spostamenti verso altri comuni della stessa regione e verso altre regioni sono permessi a chi non ha il Green Pass solo per ragioni di necessità, da motivare con autocertificazione. Chi possiede il Green Pass ‘base’ e quello rafforzato, invece, può muoversi liberamente dentro e fuori dalla regione. Fa eccezione la regola sugli spostamenti da comuni di massimo 5mila abitanti verso altri comuni entro 30km, eccetto i capoluoghi di provincia: in questo caso lo spostamento è consentito per tutti. Il servizio di scuolabus è garantito a tutti.
In zona arancione possono accedere ai negozi che vendono beni o servizi alla persona tutti i cittadini, a prescindere se abbiano o meno il Green Pass o il Super Green Pass. Anche l”accesso agli uffici pubblici per usufruire dei servizi è sempre consentito. L’accesso ai centri commerciali, invece, è consentito a tutti nei giorni feriali, mentre nei giorni festivi è consentito solo a chi ha il Super Green Pass. In zona arancione, i bar e ristoranti sono aperti solo per chi ha il Super Green Pass: sia per consumazione al banco che per quella al tavolo, all’aperto o al chiuso. Dunque, chi non possiede il Super Green Pass non può bere un caffè al bar.
L’attività sportiva all’aperto, anche in aree attrezzate e parchi pubblici, è consentita a tutti, mentre al chiuso è consentita solo a vaccinati o guariti, quindi a chi è in possesso del Super Green Pass. Anche l’attività sportive all’aperto, ma in piscine e centri natatori, è permessa a chi ha il Super Green Pass. Aperta a tutti l’attività riabilitativa e terapeutica, così come gli sport di squadra e attività in centri e circoli sportivi all’aperto. L’accesso agli spogliatoi, così come gli sport di squadra in centri e circoli sportivi al chiuso, sono consentiti solo a chi ha il Super Green Pass. Gli sport di contatto, sia all’aperto che al chiuso, sono consentiti solo a chi ha la certificazione verde rafforzata. In zona arancione per l’attività sciistica può accedere agli impianti di risalita solo chi ha il Super Green Pass.
Il Green pass ‘base’ è obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, mentre chi non è in possesso di certificazione verde ottenuta attraverso vaccino o tampone non potrà accedere. Tutti i cittadini possono accedere alle scuole di ogni ordine e grado, senza distinzioni. Per quanto riguarda l’Università, chi non ha il Green Pass non può accedervi, mentre è possibile entrare in aula se muniti di Green Pass base o “Super”.
Negli alberghi e nelle strutture ricettive (bar e ristoranti) ospitate al loro interno, possono entrare solo coloro in possesso di Super Green Pass. L’ingresso a cinema, teatri, sale da concerto, locali di intrattenimento e musica dal vivo al chiuso è consentito solo a chi ha il Super Green Pass, così come quello a mostre e musei, mentre per biblioteche e archivi è previsto anche per chi ha la certificazione ‘base’. Solo chi ha il Super Green Pass può entrare in discoteche e sale da ballo.
Per centri benessere e termali, sia all’aperto che al chiuso, chi non ha il Super Green Pass, a meno che non ci si rechi in questi luoghi per motivi di salute, non può fare ingresso. Anche per i parchi tematici e di divertimento è autorizzato l’accesso solo con Super Green Pass, stessa cosa vale per centri culturali, sociali e ricreativi, al chiuso o all’aperto, sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò. Per partecipare a concorsi pubblici in presenza in zona arancione, serve almeno il Green Pass ‘base’, che si può avere anche con tampone.

“Una delle ultime assurdità di questo governo è stato limitare l’accesso agli uffici postali e bancari ai soli possessori di green pass, una scelta che sta mettendo in oggettiva difficoltà gli anziani – afferma il commissario provinciale di Fratelli d’Italia, Calogero Pisano – sono tante, infatti, le persone di una certa età che si recano mensilmente presso gli sportelli per ritirare la propria pensione, magari perché non in grado di utilizzare, eventualmente, i servizi di home-banking, o perché risiedono in piccoli centri sprovvisti di bancomat.

Ritirare la pensione è e deve essere considerato a tutti gli effetti un servizio essenziale, perché è con essa che vivono milioni di anziani, ed è inaccettabile il solo pensiero che la povera vecchietta di turno venga respinta perché sprovvista del certificato verde.

Il governo elimini questa misura cervellotica e senza senso che, come i numeri della pandemia peraltro confermano, ed oggi peggiori rispetto a quelli di un anno fa, certamente non limita l’espandersi della pandemia, ma comprime soltanto i diritti individuali delle persone, nella fattispecie quelli di una categoria debole come quella delle persone anziane e certifica il fallimento del Ministro della Salute Roberto Speranza”.

Il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, e la sua amministrazione hanno ricordato il dodicesimo anniversario della tragica morte delle piccole Chiara e Marianna.

“Sono trascorsi 12 anni – parlare è il sindaco di Favara  – da una mattina che il nostro paese non ha dimenticato e non può dimenticare. Il 23 gennaio del 2010 morivano in un crollo le sorelline Chiara e Marianna Bellavia, una tragedia che rese ancora più evidente come l’abbandono dei centri storici è un’emergenza innanzitutto in termini di sicurezza pubblica.”

L’Amministrazione comunale ha oggi deposto due corone di fiori in memoria delle giovani vittime, a nome della collettività favarese. Antonio Palumbo ha intenzione di dedicare alle bambine una via cittadina.

“Stiamo valutando – ci dice – la possibilità di intitolare alle due sorelline un luogo della nostra città, per quanto riteniamo che il miglior modo per ricordarlea, tuttavia, sarà l’impegno profuso per verificare che i lavori di recupero dell’area del crollo si concretizzino nel più breve tempo possibile e per fare si che tragedie così strazianti non debbano mai più ripetersi”

Si dichiara un movimento spontaneo di popolo composto da liberi cittadini sesza orientamenti politici quello che domani mattina alle 10 si riunirà in Piazza Marconi ad Agrigento in un sit-in per il ripristino della legalità; una delegazione consegnerà al Prefetto una richiesta di immediata disapplicazione delle norme e regole incostituzionali.  In ottobre si era svolto simbolicamente un corteo funebre in commemorazione della defunta Costituzione, con consegna della stessa davanti alla Prefettura. Il malcontento, i disagi morali ed economici derivanti dalle ultime normative non sempre in linea con la nostra Costituzione , l’evidente sgretolamento della coesione sociale , che è un’ovvia minaccia per l’ordine pubblico, sembrano non tangere minimamente le istituzioni. I cittadini che percepiscono l’insostenibilità dell’attuale situazione

555 i nuovi casi di coronavirus registrati in provincia di Agrigento a fronte di 1860 tamponi processati. Si registra una nuova vittima a Palma di Montechiaro. Sale a 422 il numero degli agrigentini deceduti a causa del covid da inizio emergenza sanitaria. I nuovi ricoveri sono 7 mentre i guariti sono 138.

57 le persone ricoverate: 29 all’ospedale di Ribera e 28 al San Giovanni di Dio di Agrigento. Sette, invece, le persone ricoverate in terapia intensiva: 3 a Ribera e 4 ad Agrigento. Quattro persone si trovano ricoverate presso struttura lowcare: 1 fuori provincia e 2 allo Sciacca Hotel Covid e 1 Ribera Hotel Covid.

Questa la situazione Comune per Comune: Agrigento 2290 ; Alessandria della Rocca 117; Aragona 237; Bivona 88; Burgio 31; Calamonaci 39; Caltabellotta 112; Camastra 90; Cammarata 333 ; Campobello di Licata 394; Canicattì 1.737; Casteltermini 348; Castrofilippo 144;  Cattolica Eraclea 59; Cianciana 169; Comitini 48; Favara 1.832; Grotte 248; Joppolo Giancaxio52; Licata 1.121; Lucca Sicula 24; Menfi 316; Montallegro 34; Montevago 32; Naro 224; Palma di Montechiaro 1.401; Porto Empedocle 730; Racalmuto 308; Raffadali 518;  Ravanusa 323; Realmonte 232; Ribera 348; Sambuca di Sicilia 100; San Biagio Platani 38; San Giovanni Gemini 379; Sant’Angelo Muxaro 25; Santa Elisabetta 41; Santa Margherita Belice 229; Santo Stefano Quisquina 217; Sciacca 1331; Siculiana 265; Villafranca Sicula 21. Nave accoglienza migranti 31.

Non ce l’ha fatta Concetta Vaianella, la 78enne agrigentina rimasta coinvolta in un incidente stradale qualche giorno fa avvenuto in contrada Fondacazzo. La pensionata era stata dapprima portata all’ospedale di Agrigento San Giovanni di Dio dove i sanitari si erano riservati la prognosi sulla vita. Viste le condizioni la donna era stata successivamente trasferita all’ospeddale Sant’Elia di Caltanissetta dove, però, non è riuscita a sopravvivere.

Ancora incerte le cause dell’incidente visto che la donna ha avuto un incidente autonomo. Mentre percorreva la strada è andata a schiantarsi contro il guard-rail. Avrà avuto un malore prima, avrà perso il controllo della propria autovettura?

Sull’incidente stanno indagando i carabinieri.

Ieri, la Giunta regionale ha deciso di inserire la casa di Canicattì del giudice Rosario Livatino nella “Rete delle case museo” per valorizzare l’immobile dove il magistrato, assassinato dalla mafia nel 1990 e proclamato Beato il 9 maggio dello scorso anno, ha trascorso la propria vita: qui, è, infatti, possibile rinvenire e apprezzare importanti testimonianze del vissuto quotidiano di questo integerrimo servitore dello Stato e della Fede Cristiana che ha sempre connotato il suo agire, fino all’estremo sacrificio. Con la delibera della giunta regionale si è dato mandato al dipartimento dei Beni culturali e dell’identità siciliana di compiere gli atti necessari e al dipartimento regionale tecnico di determinare il valore dell’immobile per l’acquisto.
L’iniziativa riceve il plauso dell’associazione “Amici del giudice Livatino onlus” che si dice disponibile a collaborare per future attività in ricordo del magistrato ucciso dalla mafia nel 1990. A opporsi, invece, è l’associazione “Casa giudice Livatino”, custode dell’abitazione. “La Regione siciliana – dice Gabriele Vigneri, socio dell’associazione e figlio dell’attuale proprietario – probabilmente non è a conoscenza che l’immobile in questione è stato espressamente donato dal papà del giudice all’attuale proprietario Giuseppina Rosita che se ne prende amorevole cura da decenni per onorare la famiglia Livatino ed è stata da sempre aperta alla fruibilità dei terzi gratuitamente per mantenere viva la memoria del magistrato martire. La casa non è in vendita.

Come gestori e custodi siamo onorati che la Regione Sicilia abbia posato lo sguardo su Casa Livatino, volendola inserire nella rete delle case museo della regione, ma ci aspettiamo che contribuisca alla nostra opera per far ancor più conoscere la figura del Magistrato Martire e per diffondere la sua eredità morale radicata su principi di fede e giustizia. Siamo disponibili a dialogare con la Regione Sicilia che invitiamo a venirci a trovare per conoscere la nostra realtà, ma ci opporremo al trasferimento di proprietà affinché sia rispettata la volontà di chi è stato privato del suo unico figlio, e noi come associazione intendiamo diffondere la conoscenza del Beato preservando la dimora che lo ha accolto per tutta la sua vita e pertanto intrisa della sua essenza”.

Porto Empedocle, via Empedocle nei pressi dell’autostazione. Ormai da un mese nessuno si accorge che quel centro cittadino è invaso dalla immondizia che la fa da padrone e fa anche da sfondo per chi vuole ammirare un tramonto nel mare empedoclino.

Incredibile ed inverosimile che nessuno si accorge di queste sporcizio dove regna il degrado in pienissimo centro cittadino.

Guardate le foto. Il resto è tutto superfluo.

In una nota trasmessa alla  Prefettura di Caltanissetta, al Comune di San Cataldo, alla Ditta Maik New Food srl  di Salemi, all’ ANAC Autorità Nazionale Anticorruzione ed alla  Commissione Garanzia Sciopero, SGB ha indetto la proclamazione dello stato di agitazione degli addetti alle mense scolastiche del Comune di San Cataldo (CL)  dipendenti della ditta Maik New Food srl.  L’amministrazione comunale di San Cataldo,in attesa di formulare un nuovo bando relativo al servizio della mensa scolastica, ha concesso alla Ditta Maik New Food srl, in scadenza contrattuale, la proroga di un mese fino a gennaio 2022.

Le motivazioni alla base dello Stato di agitazione sono: i ritardi nel pagamento degli stipendi, il mancato rispetto degli orari di lavoro con carichi spesso eccessivi, le violazioni di diritti individuali acquisiti dalle maestranze, in particolare per quanto attiene al contenuto dei contratti individuali e quindi al rispetto delle condizioni economico-normative individuali, peggioramento generale delle condizioni di lavoro.

La disorganizzazione alla base con dipendenti che vengono convocate o spostate all’ultimo minuto e altre lasciate a casa. Inoltre le dipendenti continuano a sostenere che con le ore assegnate non si riescano a pulire come si dovrebbe le cucine comunali. A questo proposito,in relazione al diffondersi dell’epidemia di SARS CoV-2 e all’esigenza di garantire nei locali mensa il rispetto delle indicazioni sanitarie, è necessario affiancare le consuete pratiche previste con misure straordinarie, quali: utilizzo, per tutti gli addetti alla distribuzione e somministrazione degli alimenti di guanti e mascherine; disponibilità, per gli addetti che manipolano direttamente gli alimenti (es. addetti alla distribuzione), di distributori di spray/gel disinfettanti per le mani e di quantitativi adeguati di guanti idonei al contatto con alimenti e di mascherine onde consentire un loro cambio frequente.  SGB  preavvisa che in caso di non accoglimento di quanto sopra e di esito negativo del tentativo di conciliazione, porrà in essere ulteriori forme di mobilitazione, ricorrendo anche allo sciopero di tutto il personale delle mense scolastiche.