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La Società S.S. s.r.l. gestisce da diversi anni una rinomata struttura alberghiera ubicata nel territorio di Porto Empedocle, nelle immediate vicinanze della celebre spiaggia “Scala dei Turchi”.
La società in questione ha chiesto all’Amministrazione regionale l’accesso al fondo “Emergenza Imprese Sicilia” (Fondo E/O “FEIS”), costituito per l’attivazione di misure urgenti a sostegno del sistema produttivo regionale in concomitanza con la crisi epidemiologica Covid – 19.
In particolar modo, le risorse del fondo in parola sono volte a garantire la ripresa economica dell’Imprese siciliane, che hanno subito una drastica riduzione del proprio fatturato in ragione della crisi pandemica.
ICCREA BANCA S.P.A. è stata individuata dalla Regione Sicilia quale intermediario finanziario incaricato e, dunque, quale istituto di credito chiamato a valutare la sostenibilità del finanziamento richiesto dalle imprese.
La Soc. S.S. ha presentato un’ apposita richiesta di finanziamento, per un importo pari a 2.200.000,00 euro, alla Regione Sicilia e a BANCA ICCREA allegando un accurato business plan che chiariva ogni aspetto dell’iniziativa progettuale.
In particolar modo, nel business plan è stato evidenziato che il finanziamento perseguiva due distinte finalità: estinguere le pregresse esposizioni bancarie ed acquistare la proprietà della struttura alberghiera.
Tuttavia, Banca ICCREA ha rigettato la richiesta di finanziamento asserendo la rischiosità dell’operazione finanziaria che avrebbe comportato un considerevole aumento del livello indebitamento dell’impresa portandola a fallimento.
La Soc. S.S. ha dunque conferito mandato agli Avv.ti Girolamo Rubino, Rosario De Marco Capizzi e Vincenzo Airo’.
I predetti difensori hanno quindi impugnato innanzi al T.A.R. Palermo il provvedimento di rigetto dell’Istituto bancario, chiedendone l’annullamento – previa sospensione dell’efficacia -.
In particolar modo, i legali della società hanno evidenziato come il provvedimento di rigetto risultasse affetto da macroscopici errori fattuali e di natura contabile tali da inficiare la valutazione complessiva fatta dall’istituto di credito.
Ed infatti, l’operazione prospettata nel business plan non avrebbe comportato, a differenza di quanto erroneamente rilevato da Banca ICCREA, un aumento dell’indebitamento societario, dal momento che l’ammissione alla misura mirava a sostituire i debiti pregressi, estinguendoli, con un nuovo finanziamento concesso a condizioni più vantaggiose.
Inoltre, è stato evidenziato che il valore della struttura alberghiera, stimato in misura superiore a 3 milioni di euro, andava ben oltre l’importo del finanziamento richiesto, garantendo la solvibilità dell’impresa.
In ogni caso, sono stati forniti ulteriori dati contabili indicativi della solidità finanziaria della Società.
Il T.A.R. Palermo, in totale adesione dei rilievi difensivi degli Avvocati Rubino, Airo’, De Marco Capizzi, ha accolto la richiesta cautelare formulata dai difensori dell’impresa sospendendo l’efficacia del provvedimento di diniego ed obbligando l’istituto di credito a rivalutare, entro 60 giorni, la richiesta di ammissione a finanziamento della società alla luce delle considerazioni giuridiche e contabili prospettate in sede di ricorso.
In ragione del provvedimento cautelare del T.A.R, la soc. S.S. ha concrete possibilità di conseguire il finanziamento richiesto, pari ad euro 2.200.000,00.

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ha rinviato a giudizio Saverio Savarino, 69 anni, di Raffadali, ex funzionario dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento adesso in pensione. Gli si contestano ricatti e proposte sessuali per velocizzare le pratiche relative alle patenti ritirate. Lui, già a lavoro all’Ufficio patenti dell’Azienda sanitaria, è imputato di traffico illecito di influenze, tentata violenza sessuale e tentata induzione a dare o promettere utilità. Sono almeno quattro i casi di donne a cui l’ex funzionario avrebbe avanzato richieste sessuali in cambio di un aiuto nelle pratiche delle patenti ritirate. Le ipotesi di reato intorno a cui ruota l’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal sostituto Gianluca Caputo, risalgono al periodo compreso tra il 2017 ed il 2019. L’imputato è difeso dall’avvocato Diego Galluzzo. Prima udienza il 20 novembre innanzi ai giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato.

La Cgil siciliana solleva le barricate contro il Decreto Sud appena approvato dal governo Meloni. I dettagli e l’intervento del segretario regionale del sindacato, Alfio Mannino.

La Cgil siciliana solleva le barricate contro il Decreto Sud appena approvato dal governo Meloni. Il sindacato non usa mezzi termini e lo definisce “un nuovo scippo alla Sicilia”. E il segretario regionale, Alfio Mannino, spiega il perché: “Innanzitutto perché il decreto istituisce una Zes (Zona economica speciale) per tutto il sud. Tutto Zes equivale a dire niente Zes. La premier, o non si rende conto del fatto che anche dentro il Mezzogiorno ci sono aree più fragili, o sceglie scientemente di abbandonarle al proprio destino, di cancellarle dal sistema Paese. Viene da dire: ma a che gioco stiamo giocando?”.

E poi Mannino sulle altre ragioni contrarie aggiunge: “Siamo contro la centralizzazione delle risorse e dell’assegnazione delle stesse, che la presidenza del Consiglio sta cercando di intestarsi. Ciò toglie autonomia e ruolo alle Regioni e ai Comuni, aprendo spazi al ben noto vizio italico della discrezionalità. La centralizzazione è decisa anche per le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, e per quelle per le aree interne: tutto insomma è avocato dal governo nazionale, togliendo ogni spazio di iniziativa e azione alle autonomie locali”.

La terza contestazione della Cgil è la previsione di dover impiegare per la gestione delle misure previste solo 2.200 persone per tutto il Sud. “Questo – ribatte il segretario – è un colpo di spugna sulle professionalità già impegnate, ed è un numero del tutto insufficiente”. E poi Alfio Mannino conclude: “Il Decreto Sud si aggiunge a quello sull’Autonomia differenziata e allo scippo dei fondi del Pnrr dirottati al Nord. E ancora una volta il presidente della Regione, Schifani, tace, e ci vien da pensare che lo faccia questa volta per consapevolezza della debolezza del suo governo, la cui azione è caratterizzata da ritardi e inadempienze. La Sicilia non si trova in una peculiare situazione di disagio economico e sociale per caso, ma la situazione si deve al disinteresse della politica regionale e nazionale al non volere vedere la crisi e affrontarne i nodi in una terra che è stata storicamente vista come terra da sfruttare e non da promuovere”.

E dunque, in prospettiva, la Cgil assicura: “Faremo sentire la nostra voce con un movimento di protesta che sta crescendo in queste ore, che vedrà parecchi momenti di mobilitazione e che sarà parte importante della manifestazione nazionale del 7 ottobre, organizzata da Cgil e associazioni per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa e l’attuazione della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare”.

Giuliana Miccichè

 

In secondo grado, in Corte d’Assise d’Appello a Palermo, è stato revocato l’ergastolo inflitto in primo grado ad Antonino Borgia, l’imprenditore di Partinico imputato di avere ucciso il 22 novembre del 2019 con 10 coltellate Ana Maria Lacramioara Di Piazza, giovane donna incinta originaria della Romania e residente a Giardinello, ex amante dell’uomo. I giudici di secondo grado lo hanno condannato a 19 anni e 4 mesi per omicidio volontario. Ebbene, adesso la Cassazione ha annullato con rinvio ad altra sezione di Corte d’Assise d’Appello la condanna a 19 anni e 4 mesi inflitta a Borgia. La Cassazione intende che i giudici d’Appello rivalutino le aggravanti non riconosciute nel primo processo d’Appello, ovvero la premeditazione e i motivi abietti e futili.

“Caro Direttore, mi trovo presso le Terme di Montecatini x accompagnare una mia familiare con gravi problemi di ipoacusia. Per quello che vedo sia all’esterno che all’interno della Struttura, trattasi di un grande ” locale” su diversi piani che offre proficue terapie di vario genere. La cosa che mi ha comunque sorpreso, al di là della qualità e molteplicità dei servizi, è il numero elevato di alberghi, hotel, pensioni che in pratica costellano tutto il Comune di Montecatini terme! sempre pieni di gente! Ho chiesto qualche spiegazione e mi è stato risposto che “VIVONO” delle Terme ed in piccola parte della vicinanza con Firenze. Ma la domanda che mi permetto di farti è la seguente: perchè da Agrigentina doc la mia familiare è dovuta recarsi fino alle Terme di Montecatini per curare l’ipoacusia? Le Nostre Terme di Sciacca che fine hanno fatto?”

Avv. Giuseppe Lo Dico

Ieri pomeriggio, una delegazione del direttivo della nostra Associazione guidata dal nostro Presidente Dott. Antonio Marotta e dal Vice Presidente Ing. Michele Zambuto, è stata ricevuta dal Sindaco di Agrigento dott. Francesco Miccichè.  per la presentazione della terza edizione della manifestazione “Metti in moto il dono”. Istituita dalla FIDAS Nazionale (Federazione Italiana Donatori Autonoma sangue). Unire la passione per le due ruote, la sicurezza sulla strada e il gesto profondamente solidale che è la donazione di sangue.

È questo lo spirito che animerà l’iniziativa che si svolgerà il 1° ottobre ad Agrigento, capitale della cultura 2025, si inserisce all’interno di un calendario di incontri che ha visto protagonisti i moto club di tutta Italia e fa da sfondo alla campagna estiva che si prolungherà per l’appunto, sino il prossimo 01 ottobre 2023, ultima tappa della carovana di motociclisti.

La giornata prevede il raggruppamento e la registrazione, nel piazzale antistante la Casa Natale di Luigi Pirandello, dei partecipanti provenienti da Agrigento e paesi limitrofi unitamente ai partecipanti provenienti da Caltanissetta e Mazzarino che subito dopo partiranno alla volta di Gela per poi dirigersi ad Agrigento dove, intorno alle ore 12 la carovana inizierà il giro per le vie principali della città con successiva conclusione nei pressi del piazzale Giglia San Leone, dove saranno accolti per l’appunto dal Sindaco Miccichè e dalle Autorità Civili, Militari e Religiose.

A Caltanissetta i Carabinieri hanno arrestato Giuseppe Dell’Asta, già gravato da precedenti penali anche di tipo mafioso. Gli si contesta il reato di estorsione aggravata allorchè avrebbe più volte minacciato un imprenditore edile pretendendo la consegna di 23mila euro per il mantenimento dei detenuti in carcere. L’arresto è scattato in flagranza appena Dell’Asta ha ricevuto dalla vittima 3mila euro in contanti come acconto. Dopo la convalida dell’arresto è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Le indagini proseguono per accertare se vi siano altre vittime delle richieste estorsive.

Un incidente stradale in Toscana, lungo le strade del Mugello, in una frazione di Firenzuola, in provincia di Firenze, ha provocato la morte di Vittorio Burrafato, 53 anni, medico ortopedico originario di Ragusa. Per cause in corso di accertamento, lui, in sella alla sua moto, si è scontrato con un’automobile Fiat Panda guida da un pensionato di 88 anni. Tanto cordoglio sui social per Vittorio Burrafato, figlio di Salvatore Burrafato, primario di Medicina per tanti anni, e fratello dell’oculista Giorgio Burrafato, in servizio all’ospedale di Modica.

Un incidente stradale nel Trapanese, lungo la strada statale 115, nel tratto Mazara del Vallo-Campobello di Mazara, ha provocato la morte di Bruno Festeggiante, 52 anni, di Mazara del Vallo. Per cause in corso di accertamento, lui, alla guida di un’Alfa Romeo 156, in una curva si è schiantato contro il guardrail. Per estrarlo dal mezzo è stato necessario l’intervento dei Vigili del fuoco. E’ morto poche ore dopo il soccorso all’ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano.

La Procura della Repubblica di Agrigento (il procuratore aggiunto  Salvatore Vella e i sostituti Gaspare Bentivegna, Paola Vetro ed Elettra Consoli) ha appellato la sentenza pronunciata lo scorso 18 luglio dal Giudice per l’udienza preliminare Micaela Raimondo, riguardante il processo “Waterloo” originato da una mega inchiesta su Girgenti Acque, la società che per anni si è occupata del servizio idrico in provincia di Agrigento, che ipotizzava un’associazione per delinquere finalizzata a favorire l’imprenditore Marco Campione, in cambio di assunzioni, benefici e prebende.

Il processo che ha avuto imputati eccellenti quasi tutti prosciolti non si ferma, dunque, al primo grado di giudizio ed anzi, viene rilanciato avanti i giudici della Corte d’appello di Palermo dato che proprio gli imputati eccellenti che sembravano usciti dal procedimento tornano a sedere sul banco degli imputati e difendersi nuovamente.  Sarà così per l’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, accusato di aver “salvato” l’imprenditore Marco Campione da una interdittiva antimafia (in primo grado era stato assolto da ogni accusa). E sarà così anche per l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè e per l’ex parlamentare Francesco Scoma (entrambi accusati di finanziamento illecito ai partiti) nonché per l’ex presidente della Provincia regionale di Agrigento Eugenio D’Orsi, assolto in primo grado per intervenuta prescrizione. Torneranno imputati anche Giuseppe Giuffrida, Francesco Paolo Lupo e Salvatore Ajola.

Appello (poco meno di 300 pagine) è stato proposto anche per numerosi imputati mandati a processo per gravi reati ma assolti da una ulteriore serie di capi di imputazione, vale a dire Marco Campione, Claudio Lusa, Calogero Patti, Giandomenico Ponzo, Calogero Sala, Francesco Barrovecchio, Salvatore Vita. Giuseppe Giuffrida e Francesco Paolo Lupo.

Per tutti gli altri imputati (in origine erano 47 e la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per 35 e 15 proscioglimenti) la sentenza del Gup, Michela Raimondo è diventata definitiva.