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“In vista delle nuove normative che non prevedono più l’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto da oggi, 11 febbraio e probabilmente in tutti i luoghi al chiuso, dal 31 Marzo , giorno di scadenza dallo stato d’emergenza, avendone avuto riscontro, questa mattina, con i colleghi Consiglieri in Conferenza di Capigruppo, ho chiesto al Sindaco di fare richiesta all’Asp, dello screening gratuito per tutti gli alunni e il personale scolastico, per prevenire per tempo possibili aumenti di contagi in assenza del presidio delle mascherine, considerato inoltre il numero elevato di alunni ancora in DAD.
Il primo cittadino mi ha anticipato che darà seguito alla mia proposta”.
Lo dichiara la Presidente del Consiglio comunale di Favara, Miriam Mignemi.

5.754 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 38.018 tamponi processati in Sicilia. Ieri erano 7.194. Il tasso di positività resta al 15,1%. La Regione comunica che ci sono altri 342 casi dei giorni precedenti L’isola è al quinto posto per contagi fra le ragioni italiane. Gli attuali positivi sono 277.684 con un aumento di 2.811 casi. I guariti sono 3.251 mentre le vittime sono 34 e portano il totale dei decessi a 8.982. Sul fronte ospedaliero sono 1.439 ricoverati, con 32 casi in meno rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 116, uno in piu’ rispetto a ieri.

Questa la situazione ni Comuni capoluogo: Palermo con 1.214 casi, Catania 1.529, Messina 900, Siracusa 696, Trapani 359, Ragusa 463, Caltanissetta 304, Agrigento 414, Enna 217.

A Palermo, nel quartiere Bonagia, in via Mico Geraci, è stato compiuto un alquanto insolito atto vandalico. Infatti, probabilmente più mani ignote hanno ritenuto di ribaltare, capovolgere, un’automobile, una Fiat Seicento rossa di proprietà di un’anziana residente nella zona. In proposito interviene il capogruppo della Lega al Consiglio comunale di Palermo, Igor Gelarda, che afferma: “Si è trattato di un atto vandalico senza nessuna motivazione nei confronti di un’anziana signora ben voluta e amata da tutto il quartiere. Mi auguro che gli autori vengano individuati dalle forze dell’ordine. Questa è quella parte di Palermo violenta che noi non amiamo e che abbiamo intenzione di contrastare con tutte le nostre forze”.

Nel gennaio 2021, il Comune di Licata richiedeva ai Signori G.G. e R.G. il pagamento del tributo IMU per l’anno 2015 per l’importo complessivo di 1.464,00 relativamente ad un immobile sito nel territorio di Licata in Contrada Torre di Gaffe snc.

Sennonché, l’immobile di che trattasi era stato già acquisito al patrimonio comunale nel lontano 1996 e successivamente demolito; lo stesso, pertanto, durante l’anno d’imposta 2015, non risultava né in proprietà né in possesso dei Signori G.G. e R.G..

Così, i Signori G.G. e R.G., con il patrocino degli Avv. Girolamo Rubino ed Alessio Costa si vedevano costretti ad impugnare gli avvisi di accertamento IMU 2015 emessi dal Comune di Licata davanti la Commissione Tributaria Provinciale di Agrigento.

In particolare, gli Avvocati Girolamo Rubino ed Alessio Costa, evidenziavano la mancanza del requisito soggettivo IMU in capo ai Signori G.G. e R.G. atteso che l’immobile sito Contrada Torre di Gaffe snc. risultava nell’anno di accertamento dell’imposta (anno 2015) di proprietà del Comune di Licata, avendolo acquisito al proprio patrimonio dal lontano 1996 e successivamente demolito.

Gli Avvocati Girolamo Rubino ed Alessio Costa, eccepivano, altresì, la prescrizione del diritto del Comune di Licata ad ottenere il pagamento dell’IMU per l’anno 2015 in quanto gli avvisi di accertamento in questione erano stati notificati oltre il termine di 5 anni previsto dall’art. 1 comma 161 della Legge 296/2006.

Con sentenza depositata in data 7 febbraio 2022, la Commissione Tributaria di Agrigento, in accoglimento delle argomentazioni difensive degli Avvocati Girolamo Rubino ed Alessio Costa, ha annullato gli avvisi di accertamento IMU 2015 emessi dal Comune di Licata, condannando l’Ente al pagamento delle spese di lite.

Per effetto della superiore pronuncia, i Signori G.G. e R.G. non dovranno pagare alcuna somma a titolo di IMU per l’anno 2015 in favore del Comune di Licata in relazione all’ immobile sito in Contrada Torre di Gaffe snc, acquisito la patrimonio comunale dal lontano 1996, mentre il Comune di Licata sarà tenuto al pagamento delle spese giudiziali.

Il capogruppo del Movimento per le Autonomie e vice presidente vicario dell’Assemblea Regionale, Roberto Di Mauro, interviene nel merito della proposta di candidatura a presidente della Regione del leader in Sicilia di Forza Italia, Gianfranco Miccichè. E afferma: “Apprendiamo della candidatura di Gianfranco Miccichè a presidente della Regione. Lo riteniamo un fattore di chiarezza che consentirà di avviare un confronto costruttivo tra candidati e programmi nei partiti della coalizione di centrodestra”.

Una donna agrigentina di 59 anni è deceduta a causa di un tumore al fegato provocato da trasfusioni di sangue a cui è stata sottoposta nel 1977. Adesso, accogliendo le istanze dei difensori, gli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, il Tar ha ordinato al ministero alla Salute di pagare agli eredi della donna, il marito e due figli, 1 milione e 270mila euro. Il risarcimento è stato accordato sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello di Palermo. Tuttavia il ministero non ha pagato. Ecco perché Farruggia e Russello sono ricorsi al Tar, per ottenere la nomina di un commissario ad acta e l’esecuzione della sentenza.

Rientra in Italia Gioacchino Gammino, boss mafioso della stidda agrigentina, già nella lista dei 20 latitanti più pericolosi stilata dal ministero dell’Interno. La Spagna ha consentito l’esecuzione del mandato di arresto europeo, emesso il 29 maggio del 2014 dalla Procura della Repubblica di Agrigento. Gioacchino Gammino, 61 anni, di Campobello di Licata, lo scorso 17 dicembre è stato arrestato a Galapagar, nei pressi di Madrid, in Spagna. Lo hanno scovato, dopo due anni di indagini e ricerche, la Direzione investigativa antimafia italiana e la polizia spagnola. Gammino è pregiudicato per associazione mafiosa, omicidio, traffico di droga, ed è stato affiliato alla famiglia “Ingaglio”, di Campobello di Licata, clan stiddaro che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 si alleò con la stidda nissena, nell’ambito della sanguinosa faida tra Cosa Nostra e gli stiddari, ovvero i “posati” da Cosa Nostra o gli emergenti e rampanti contro i capi-bastone di Cosa Nostra e il loro monopolio criminale.

Il clima è quello di esasperazione e di rabbia di fronte a costi ormai insostenibili.“1200 euro per un pieno, conviene spegnere i motori”

“Milleduecento euro per un pieno, pochi mesi fa erano 300, non è possibile andare avanti così”, si sfoga Marco Riccobelli, titolare della ditta di autotrasporti Riccobelli Srl e presidente Fai Conftrasporto Roma e Lazio. Riccobelli parla col Corriere della Sera da imprenditore del settore trasporti: la sua ditta ha 23 camion e altrettanti autotrasportatori a bilancio, ma a causa del caro carburanti è stato costretto a fermarne due. Troppo alto il costo del carburante, che di fatto impedisce margini di profitto: “In un anno abbiamo avuto aumenti del 40%”, snocciola le cifre.

Ma in una situazione simile vivono anche gli altri imprenditori del settore, che per questo chiedono un intervento urgente del governo, già alle prese col caro bollette nel primo trimestre dell’anno dovuto ai costi alle stelle del gas. La soluzione, secondo Riccobelli, è quella di “togliere le accise, ormai fuori tempo e senza più senso”, anche perché durante i periodi più bui della pandemia il settore non ha ricevuto ristori o sostegni “e i costi si sono moltiplicati”.

Il rischio, evocato in particolare dalla Unatras, la federazione nazionale che riunisce tutte le sigle dell’autotrasporto, è che il caro benzina possa bloccare il Paese. In una lettera al governo, con un incontro già fissato il 17 febbraio con viceministra ai Trasporti Teresa Bellanova, si definiscono i problemi del settore come “un ciclone spaventoso”.

Un mondo, quello dei trasporti su gomma, dove si sta diffondendo “malcontento tra le imprese” e “sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate”, avvertono le associazioni.

A rincarare la dose è l’Anita, l’associazione delle Imprese Trasporti automobilistici, che evidenzia come il governo “non può ignorare questa emergenza, le piccole e medie imprese sono al collasso, i costi per l’approvvigionamento di carburante rappresentano il 30% dei costi totale di gestione”.

Il rischio di fronte al rincaro della benzina, evidenzia ancora l’Unatras, è che per le imprese “sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare, la situazione è allarmante”. Anche perché in Italia l’80 per cento delle merci viaggia su strada.

L’avvertimento quindi è eloquente e non lascia spazio a interpretazioni: nelle prossime settimane partiranno manifestazioni unitarie di autotrasportatori in tutta Italia che “in assenza di impegni precisi da parte dell’esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi”.

fonte: gestoricarburanti

A Licata in via Appennino nella notte ignoti hanno scritto con vernice spray rossa una frase pesantemente ingiuriosa contro l’Arma dei carabinieri. Il tutto lungo il muro che costeggia la scalinata di via Monfalcone.

Dopo l’amara sorpresa il Comune licatese ha provveduto immediatamente a cancellare l’ignobile frase. Ad indagare sull’accaduto sono gli stessi carabinieri e per i quali non sarà facile individuare i responsabili. La via Appennino è stata setacciata in lungo ed in largo, ma ovviamente nessuno ha visto e sentito nulla.