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Il movimento politico “Servire Agrigento” esprime contrarietà alla proposta di insediare una discarica di rifiuti speciali tra Naro, Canicattì e Castrofilippo, in contrada “Grotticelli – Pidocchio” . Il coordinatore, Raoul Passarello, afferma: “Non è una proposta affatto assecondabile, dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Se qualcuno pensa di trasformare l’area circostante alla città di Canicattì, densamente popolata, in una nuova ‘terra dei fuochi’, troverà nei cittadini e nelle forze sane e libere un avversario irriducibile. Bisogna fermare tale atto di brutalità verso il territorio e i suoi residenti, attraverso una forte azione sinergica dei sindaci dei Comuni interessati per tutelare la salute pubblica e la vocazione agricola dell’area dove, tra l’altro, insistono pregiate colture agricole quali viti, olivi e pescheti, e una sorgente d’acqua”.

Altri interventi nel merito dell’installazione di un rigassificatore a Porto Empedocle. Nel dibattito in corso interviene l’associazione ambientalista MareAmico che, tramite il coordinatore Claudio Lombardo, ribadisce contrarietà e afferma: “Da sempre Mareamico è contraria alla costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle, come era contraria al riempimento a mare che lo dovrebbe ospitare. Noi avevamo previsto che l’occupazione di questo pezzo di mare avrebbe provocato danni nelle zone vicine e la cosa è puntualmente avvenuta: a pochi metri dal riempimento a mare l’erosione costiera sta inghiottendo la collina del Kaos e rischia di far franare la strada statale 640.
Siamo altresì contrari perché questo impianto – a circuito aperto – restituirebbe in mare grossi quantitativi di acqua più fredda e clorata. Stiamo parlando di quantitativi di acqua dell’ordine di 600.000 metri cubi al giorno che, trattati con cloro, rilasciano sostanze tossiche e mutagene, i cloro-derivati organici, che provocherebbero l’eliminazione degli organismi costituenti lo zooplacton, delle uova e delle larve di pesce, con conseguente impoverimento del mare e la formazione di schiume. Infine, una cosa da non sottovalutare, è che questo impianto deve sottostare alla normativa Seveso, che distruggerebbe per sempre la vocazione turistica di Porto Empedocle e di San Leone”.

5.796 i nuovi casi di Covid19 Siciliani registrati a fronte di 33.690 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 1.993. Il tasso di positività sale al 17,1% ieri era al 12,0%. L’isola è al settimo posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 186.617 con un decremento di 331 casi. I guariti sono 6.802 mentre le vittime sono 43 portano il totale dei decessi a 10.185. Sul fronte ospedaliero sono 1.058 ricoverati, in terapia intensiva sono 49.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo con 1.590 casi, Catania 1.084, Messina 1.230, Siracusa 532, Trapani 489, Ragusa 448, Caltanissetta 325, Agrigento 670, Enna 146.

Dopo l’ampio consenso riscosso nelle precedenti edizioni, anche quest’anno la campagna educativa itinerante “Una vita da social”, giunta ormai alla IX edizione, nell’’itinerario che attraversa l’intero stivale, farà tappa anche ad Agrigento.

La campagna, promossa dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è volta alla sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e dei pericoli connessi all’utilizzazione della rete Internet.  

Un “truck” brandizzato con i loghi istituzionali nella giornata di venerdì 8 aprile 2022 sosterà nei pressi della Questura di Agrigento, in Piazza Vittorio Emanuele.   

E’ prevista la presenza di qualificati  operatori della Polizia Postale e di un funzionario che incontreranno studenti, insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado,  famiglie e visitatori ed illustreranno le principali insidie del web, presentando altresì le tecnologie di ultima generazione atte al contrasto dell’illegalità informatica.

“La miopia dell’uomo non conosce confini. Apprendo dell’intenzione di realizzare in Contrada Grotticelli una discarica di rifiuti speciali”.

Sono le parole dell’onorevole Carmelo Pullara di “Prima l’Italia”.

Per chi non  conosce bene la zona ,  – spiega Pullara – stiamo parlando del coinvolgimento di due contrade che insistono nel territorio di Naro al confine con Canicattì e Castrofilippo, un luogo residenziale con ampie macchie di colture pregiate di uva Italia, pescheti e uliveti.

Insomma l’ennesima follia finalizzata all’arricchimento dei soliti noti dediti allo sfruttamento e alla violenza di territori vocati ad altro. Proporre un progetto di questo tipo in quel territorio è un abominio che la politica non può certo permettere. Sappiamo bene che la letteratura a proposito dell’argomento ci ha fatto conoscere persone e fatti legati a progetti di questo genere , fermati in tempo dall’intervento di chi è deputato a difendere il territorio e la legalità.

Il mio personale impegno a diventare interlocutore, sia degli amministratori locali di  dove insistono queste contrade , sia di comitati che mi dicono si stiano costituendo per difendere il proprio territorio.

E’ paradossale  –  conclude Pullara – che per realizzare una stupida veranda siano necessarie giustamente un mare di autorizzazioni e per proporre cose improponibili come una discarica in un luogo come contrada Grotticelle, sia tutto molto facile.

“Una nuova discarica di rifiuti speciali (probabilmente in corso di completamento per quanto riguarda le procedure autorizzatorie e/o esecutorie) si sta trasformando in problema con livelli di criticità che interessano più di un Comune del nostro hinterland.

La sede della discarica, invero, è nella contrada Grotticelle ed interessa il Comune di Naro, ma l’abitato più limitrofo ad essa è quello del Comune di Castrofilippo, mentre degli insediamenti residenziali estivi delle contrade canicattinesi Pidocchio, Calici e Vito Soldano pure costituiscono un agglomerato abitato prossimo alla contrada Grotticelle, dove è stata progettata l’allocazione della discarica.

L’area della discarica riguarda una cava dismessa e, come tale, dovrebbe interessare il Distretto Minerario competente per la previa realizzazione delle opere di recupero ambientale ai sensi del primo e dell’ultimo comma dell’art. 19 della legge regionale n.127/1980.

Come Sindaco della Città di Naro, ho richiesto all’Ufficio Tecnico Comunale copia degli atti del fascicolo concernente la discarica e disposto un sopralluogo-accertamento nell’area della cava di Grotticelle e inviato apposita nota al Sindaco di Castrofilippo al Sindaco di Canicattì, al Distretto Minerario di Caltanissetta, all’Ispettorato Ripartimentale Foreste di Agrigento, all’Ufficio del Genio Civile di Agrigento, all’Assessore Regionale Territorio ed Ambiente e all’Assessore Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità.

Le discariche di rifiuti speciali sono sempre oggetto di contrapposizione tra molteplici ed opposti interessi e. nel caso di specie, c’è anche la presenza poco distante della sorgente pubblica Falzina che, a suo tempo, è stata interessata da interventi pubblici di potabilizzazione. Inoltre, c’è notevole presenza abitativa nelle case residenziali di campagna, mentre i terreni circostanti sono sede di pregiate colture di uva , di pesche, di olivi, e sono raggiungibili da piccole e strette strade interpoderali, non sempre nelle condizioni di sostenere il traffico di mezzi pesanti.

Dal punto di vista ambientale, infine, la scrivente, nella veste di primo cittadino di un Comune interessato alla questione, non intende farsi coinvolgere dal cosiddetto effetto NIMBY (Not In My Back Yard, «non nel mio giardino»), ma sicuramente la questione è tutt’altro che semplice da valutare e gli interessi dell’hinterland sono di rango più che ragguardevole.

Per tutti questi motivi, credo sia doverosa un’iniziativa comune dei Sindaci di Naro, Canicattì e Castrofilippo anche presso la Giunta di Governo Regionale che già, con la delibera n. 110 del 10 marzo, ha dato prova di sensibilità con riferimento a discarica da sorgere a Montallegro, tenuto conto che qui i problemi di distanza normativa sono da valutare sia per l’abitato di Castrofilippo che per quello delle zone residenziali di contrada Pidocchio e zone limitrofe del territorio di Canicattì e Naro”.

Lo dichiara il sindaco di Naro Maria Grazia Brandara.

Il commissario provinciale di Fratelli d’Italia, Calogero Pisano, interviene sulla decisione del governo di assegnare alle compagnie telefoniche le frequenze utilizzate dalle tv locali: “La decisione dell’Esecutivo di vendere alle compagnie telefoniche le frequenze utilizzate dalle tv private minori, costringe gli editori televisivi a noleggiarle dai network nazionali a canoni proibitivi.

Questo determinerà la chiusura in Italia di centinaia di televisioni locali, ottanta in Sicilia, e la conseguenziale perdita di migliaia di posti di lavoro.

E’ necessario che la politica si faccia urgentemente carico di questo problema per trovare quelle soluzioni necessarie per dare la possibilità all’emittenza locale di andare in onda, assicurando all’opinione pubblica quel pluralismo dell’informazione indispensabile alla vita democratica del Paese, salvaguardando, così, i posti di lavoro a rischio.

Una possibile interessante soluzione, prospettatami da alcuni storici editori della provincia agrigentina, potrebbe essere quella della costituzione di un consorzio di televisioni, ovvero la creazione di una sorta di polo dell’informazione locale, che garantirebbe quotidianamente l’informazione dei singoli territori, e consentirebbe alle istituzioni politiche di potere intervenire in maniera più snella ed efficace”.

Sono 23.624 gli infortuni sul lavoro registrati dall’Inail, nel 2021, sull’intero territorio regionale di cui il 15 per cento sono relativi al settore delle costruzioni. I decessi registrati, nello stesso periodo, sono invece 62, di cui 7 riguardano cantieri ricadenti nell’Agrigentino, che si colloca al 5° posto nella speciale classifica regionale delle “morti bianche”. Sono numeri allarmanti che impongono un costante aggiornamento professionale, in materia di sicurezza, di tutti i soggetti coinvolti nel processo di esecuzione delle costruzioni, a partire da chi è preposto a ruoli delicati come quelli della progettazione e della direzione dei lavori. In questo contesto, l’Ordine degli architetti, con la collaborazione della Fondazione Architetti nel Mediterraneo, ha lanciato un nuovo corso di 120 ore per la formazione della figura del coordinatore per la sicurezza nelle fasi di progettazione e di esecuzione dei lavori.

“Siamo ben consapevoli – afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – del ruolo fondamentale dell’architetto nella realizzazione e nella manutenzione delle nostre costruzioni, per cui puntiamo molto sul suo costante aggiornamento professionale sui temi della sicurezza e sulle misure da adottare per evitare quegli infortuni sul lavoro che purtroppo, nel corso del 2021, hanno fatto registrare, su scala regionale, un incremento del 7 per cento rispetto agli infortuni registrati nel 2020, superando la soglia dei 23mila casi, con 62 decessi, di cui 7 in provincia di Agrigento.”

“Dal 1997 gli architetti in Italia hanno iniziato il percorso di coordinatori per la sicurezza – dichiara Giuseppe Mazzotta, consigliere e segretario dell’Ordine e responsabile del progetto formativo – Un percorso che ha portato buoni risultati se si pensa che, prima della legge sul coordinamento della sicurezza, si sono registrati ben 4.000 decessi mentre nel 2021 sono stati 1.200. Non a caso, l’Ordine degli architetti sta avviando un corso di 120 ore, con inizio il 22 aprile, che costituisce anche una nuova opportunità di lavoro per i colleghi architetti e non solo, perché il corso è aperto anche ai professionisti della Rete della Professione Tecnica”.

“L’Ordine degli architetti offre ai propri iscritti formazione e informazione – dice Lorenzo Violante, consigliere della Fondazione Architetti nel Mediterraneo e tutor del corso – affinché questi possano migliorare la loro professionalità e inserirsi nel mondo del lavoro in maniera consapevole e sicura raggiungendo quegli obiettivi insiti nella professione che, al contempo, hanno una grande ricaduta sul nostro territorio riuscendo a elevare i livelli di competitività, così da  risollevare la nostra provincia”.

Il corso di 120 ore si articolerà in quattro moduli che saranno sviluppati, nelle giornate di venerdì pomeriggio e sabato mattina, dal 22 aprile al 9 luglio: il primo, di 28 ore, riguarderà la parte teorica; il secondo, di 52 ore, la parte tecnica; il terzo, di 16 ore, la parte metodologico-organizzativa mentre il quarto, di 24 ore, riguarderà la parte pratica. Il corso si concluderà con una verifica finale d’apprendimento.

Da oggi gli interessati potranno consultare il programma e compilare l’apposito spazio per l’iscrizione al corso sul sito istituzionale dell’Ordine degli architetti, all’indirizzo www.architettiagrigento.it

Negli Stati Uniti d’America, a Chalfont, in Pennsylvania, Anna Maria Tolomello ha ucciso il marito, Giovanni Gallina, entrambi originari di Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo, e gestori di una pizzeria. Lei ha confessato di avere ucciso lui con un colpo di pistola alla testa, occultando il cadavere dentro un piumino in camera da letto per 13 giorni. A lanciare l’allarme è stato dalla Sicilia il figlio della coppia, perché il padre non ha più risposto al telefono. La Polizia, nel corso della perquisizione, ha rinvenuto il cadavere. La donna ha anche pagato un’impresa per scavare una fossa profonda 2 metri per seppellire il corpo. Lei si è giustificata affermando di essersi difesa dal tentativo di strangolamento da parte del marito.

A Canicattì è accaduto che in via Carlo Alberto, alla periferia nord della città, in un distributore di carburanti, due malviventi, apparentemente in fila per il rifornimento, hanno affiancato una donna intenta a versare la benzina nella sua auto, l’hanno aggredita e le hanno rubato quanto in tasca, ovvero 50 euro. Una Volante della Polizia, a cui si è subito rivolta lei, ha intercettato e inseguito i due rapinatori fino ad acciuffarli. Si tratta di un uomo e una donna, adesso a disposizione dell’autorità giudiziaria.