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L’emergenza immigrazione a Lampedusa sarà affrontata e discussa anche a New York i prossimi 18 e 19 settembre. Si riuniranno i leader mondiali per la revisione intermedia dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Sarà presente anche il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, a fronte del vertiginoso incremento degli arrivi di migranti nel 2023, e del picco senza precedenti raggiunto nel corso della settimana attuale. Nella nota di intenti della riunione si legge: “La riunione ha come missione specifica quella di restituire centralità alle comunità locali che si trovano ad affrontare dinamiche più grandi di loro e di conseguenza insostenibili. L’obiettivo è metterle in dialogo con livelli istituzionali più alti, in grado di avere un impatto sulla gestione delle dinamiche globali, quali le migrazioni”. Si preannuncia quindi una valanga di bla bla bla inconcludenti, così come si riscontra almeno dal 2005 ad oggi.

A Lampedusa il cadavere di un neonato è stato sbarcato al molo Favarolo da una motovedetta della Guardia Costiera che ha soccorso un gruppo di migranti nelle acque antistanti all’isola. Subito dopo l’attracco è stata trasportata fuori la salma del bimbo che è stata poi custodita in una bara bianca adesso nel cimitero locale. La madre è stata condotta al Poliambulatorio. Il piccolo è stato partorito durante la traversata, ed è morto pochi minuti dopo il parto.

Due comunicati, freddi, gelidi, come la morte che ha colpito i due autisti favaresi che stanotte hanno perso la vita in un incidente stradale nei pressi di Roma mentre trasportavano migranti diretti in Piemonte. Il sindaco Antonio Palumbo ha dichiarato il lutto cittadino per il giorno dei funerali mentre la Presidente del Consiglio Miriam Mignemi.

“Questa mattina Favara è sconvolta dall’ennesima tragedia – dichiara la Presidente del Consiglio comunale di Favara Miriam Mignemi –  Il Consiglio Comunale si stringe al dolore dei familiari di Alberto Vella e Daniel Giudice, due giovani molto amati, due lavoratori stappati prematuramente alla vita, lasciando un vuoto incolmabile, una gravissima perdita che colpisce tutta la Comunità. Favara perde due figli perbene”.

“Favara – ha detto Palumbo – si è svegliata con una notizia terribile, l’ennesima. Due giovani lavoratori, ragazzi solari, amanti della vita, sono morti stanotte a bordo dell’autobus che guidavano. La nostra città dovrà dire addio ad Alberto Vella e Daniel Giudice. Anch’io perdo delle persone a cui ero legato da a una sincera amicizia. Quando le salme torneranno a Favara sarà proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali. Sono vicino alle loro famiglie”.

Manca poco alla fine dell’anno, il tempo è quasi scaduto per le concessioni balneari, ma dal governo nessuna indicazione, solo silenzio. Il tempo scorre inesorabile e la direttiva europea Bolkestein per la libera concorrenza incombe sempre più minacciosa.

Tanti comuni della costa agrigentina, a proposito di tempistica, sono ancora senza il PUDM (Piano di Utilizzo delle aree Demaniali Marittime) i cosiddetti “Piani Spiagge”, praticamente fuori tempo massimo.

Il 31 dicembre 2023 scadono i titoli delle concessioni balneari italiane, così come sentenziato dal Consiglio di Stato a novembre 2021 respingendo la proroga governativa all’anno 2033, perché ritenuta in contrasto con la direttiva Bolkestein che proibisce i rinnovi automatici sulle concessioni pubbliche.

Inoltre, lo scorso 28 agosto, con una pronuncia dei giudici del Consiglio della sesta sezione, è stato ribadito che il termine delle concessioni balneari è fissato al 31 dicembre 2023: «Tutti gli organi dello Stato hanno il dovere di disapplicare le proroghe generalizzate legislativamente previste per le scadenze delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo».

La pronuncia rimarca il contenuto della sentenza dello scorso primo marzo, quella che aveva dichiarato illegittimo lo slittamento dei termini al 31 dicembre 2025 inserito nel decreto Milleproroghe dal governo. Le concessioni saranno riassegnate tramite gare pubbliche e i Comuni sono chiamati a predisporre i bandi di gara. Solo allora potranno avvalersi della “mini proroga” di un anno stabilita dal governo Draghi per dare tempo alle amministrazioni di espletare le evidenze pubbliche.

Ma dal governo, sugli atti formali, e quindi, sui modi e i tempi dell’applicazione esecutiva della normativa comunitaria, c’è silenzio. Per riassegnare gli spazi delle spiagge servono i decreti attuativi che dovranno stabilire in sintesi le modalità di svolgimento delle gare.

Molti Comuni, in giro per l’Italia – e qui da noi? – in questo silenzio si stanno attrezzando per non incorrere nelle infrazioni per chi viola leggi e sentenze.

Molte amministrazioni comunali, in giro per l’Italia – e qui da noi? – hanno già avviato i gruppi di lavoro per predisporre i bandi, evidenziando la responsabilità del governo che, ad oggi, non ha emanato i necessari decreti attuativi.

Qui da noi silenzio.

Anche perché alcune amministrazioni, tante, sono in difetto e non possono alzare la voce. Da anni e anni i sindaci del litorale agrigentino sono chiamati a predisporre e adottare, con urgenza, il Piano di utilizzo delle aree demaniali marittime, in conformità ai principi definiti dall’UE ed alla vigente legislazione statale e regionale di settore, senza i quali non sarà comunque possibile espletare le gare. Ribadiamo – Dichiara l’Arch. Gero Niesi, Vice presidente vicario di Confcommercio Agrigento con delega al SIB – che il disattendere tale adempimento renderà, di certo, inesorabile il tracollo dell’intero comparto e dell’indotto, rischiando di buttare a mare il lavoro di tantissimi padri di famiglia, loro concittadini. Le amministrazioni comunali devono avere chiaro che le strutture balneari sono un patrimonio per tutto il territorio, sia economico che identitario, da proteggere e valorizzare e vanno affiancate e sostenute in un percorso di crescita. Questa evidenza, oltre che ai sindaci, dovrebbe essere d’interesse anche per tutti i rappresentanti in Parlamento Regionale, Nazionale ed Europeo di questo territorio, maggioranza o opposizione non fa alcuna differenza”.

Iniziato innanzi alla Corte d’Assise di Agrigento il processo a carico di Salvatore Sedita, il racalmutese reo confesso dell’omicidio dei genitori. Tutti i familiari parte civile.

Lo scorso 20 giugno il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, accogliendo l’istanza del procuratore Salvatore Vella e del pubblico ministero, Gloria Andreoli, ha disposto il giudizio immediato a carico di Salvatore Sedita, il 35enne di Racalmuto che ha confessato di avere ucciso, lo scorso 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia, nella loro abitazione in via Rosario Livatino, i genitori Giuseppe Sedita e Rosa Sardo di 66 e 62 anni, con 47 colpi di mannaia. Gli si contestano i reati di duplice omicidio aggravato e maltrattamenti in famiglia. Ebbene adesso si è svolta la prima udienza innanzi alla Corte d’Assise di Agrigento presieduta dal giudice Giuseppe Miceli. L’imputato, detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, ha rinunciato ad essere presente in aula. Si sono costituiti parte civile tutti i familiari dell’omicida reo confesso, compreso il figlio minorenne, tramite l’avvocato Flora La Vecchia. E poi le sorelle Salvina (con il marito), Letizia, Gaetana e Maria Letizia, tramite gli avvocati Giuseppe Barba, Giuseppe Zucchetto, e Giuseppe Contato. Il difensore di Salvatore Sedita, l’avvocato Ninni Giardina, ha preannunciato la richiesta di eseguire una perizia psichiatrica, anche a riscontro di una eventuale parziale incapacità di intendere e di volere del processato. Il consulente del Tribunale, lo psichiatra Lorenzo Messina, in occasione dell’incidente probatorio ha già sentenziato: “Sedita va considerato capace di intendere e di volere al momento del reato. E in atto è capace di partecipare coscientemente al procedimento che lo riguarda. Il fatto non è diretta espressione di una infermità mentale ma è avvenuto sotto l’effetto della cocaina”. Prossima udienza il 5 ottobre quando sarà ascoltato il primo testimone nella lista del pubblico ministero, Gloria Andreoli, ovvero il maresciallo Blanco, in servizio alla stazione dei Carabinieri di Racalmuto.

Due autisti sono morti e 18 migranti hanno subito ferite, alcune gravi, a causa di un incidente stradale avvenuto lungo l’autostrada A1, nei pressi di Fiano Romano, in provincia di Roma. Per cause in corso di accertamento si sono scontrati frontalmente un autobus, della ditta Patti di Favara, con i migranti a bordo partito da Porto Empedocle alle dieci del mattino e un tir. Il pullman era diretto in Piemonte. I conducenti erano due. Uno è rimasto intrappolato nella cabina, l’altro, sbalzato via dall’abitacolo, non è stato ancora ritrovato. Ovviamente in questi casi si teme il peggio. Sono 25 i feriti tra i migranti.

Indagini sono in corso ad opera della Polizia Stradale.

 

Aveva appena 22 anni e ha perso la vita forse per una complicazione dovuta alle sue condizioni di salute già precarie. Il corpo della giovane, a terra, è stato trovato dai genitori. Hanno chiamato i soccorsi, che erano però ormai inutili. Per la giovanissima non c’è stato nulla da fare.

La ragazza era conosciuta nel piccolo centro agrigentino rimasto scosso subito dopo avere appreso la notizia; la mamma, infatti, è un’agente di Polizia

Fino al 14 ottobre non cambiano gli orari della movida di Agrigento. Lo ha deciso il sindaco di Agrigento Franco Miccichè che ha firmato la nuova ordinanza in vigore da oggi e fino a metà del mese prossimo, per tutta la città, con la conferma di alcune diverse applicazioni tra centro storico e le aree balneari e periferiche. Non è altro che la proroga di quella già esistente.

Confermato il divieto di vendita per asporto delle bevande alcoliche e superalcoliche a partire dalla mezzanotte fino a chiusura. Divieto che continuerà ad essere valido per bevande contenute in bottiglie e bicchieri di vetro per gli esercenti le attività di somministrazione di alimenti e bevande, esercizi di vicinato alimentari, chioschi bar mobili su ruote itineranti, anche dispensate da distributori automatici. Divieto di consumo e/o abbandono in luogo pubblico o aperto al pubblico, di bevande alcoliche e non alcoliche, comunque acquistate, contenute in bottiglie di vetro o in contenitori realizzati con il medesimo materiale.

Continuerà ad essere consentito, dopo mezzanotte, esclusivamente agli esercizi pubblici (ad esempio bar e ristoranti), la somministrazione delle bevande alcoliche e superalcoliche per il consumo immediato all’interno del locale o nello spazio esterno di pertinenza regolarmente avuto in concessione.

Per quanto riguarda invece gli orari di chiusura restano le differenze tra centro cittadino e le zone di mare. In centro tutte le tipologie di pubblici esercizi e di esercizi di vicinato alimentari (ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, pub, self-service, gelaterie, rosticcerie e similari) dovranno infatti sospendere le proprie attività alle 2 tutti i giorni, con obbligo per i titolari dei locali di riduzione delle emissioni sonore all’esterno dalle 24, consentendo all’interno, esclusivamente filo diffusione musicale che non disturbi il riposo notturno.

A San Leone, Villaggio Mosè, viale Cannatello e Zingarello la chiusura sarà alle 2 dal lunedì al giovedì più la domenica con obbligo per i titolari dei locali di riduzione delle emissioni sonore all’esterno dall’1. Ed ancora il venerdì, il sabato e nei prefestivi i titolari potranno chiudere alle 3. Sia in centro città che nei quartieri periferici è prevista la tolleranza di 30 minuti.

“E’ un onore per me ricoprire questo incarico in questa città”. Si è insediato ad Agrigento il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Nicola De Tullio. Prende il posto del colonnello Vittorio Stingo trasferito a Roma. Questa mattina l’incontro il prefetto Filippo Romano e con gli organi di stampa. Il nuovo comandante vuole rispondere al bisogno dei cittadini di sentirsi sicuri. “Non abbasseremo la guardia nella lotta alla mafia”, ha sottolineato l’alto ufficiale.

Il colonnello Nicola De Tullio si è formato presso l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma. Ha conseguito la laurea Magistrale in Giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Ha frequentato il Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze presso il Centro Alti Studi della Difesa (Casd) e conseguito il Master di II Livello in “Studi Internazionali Strategico – Militari”.

Ha comandato le Compagnie Carabinieri di Cirò Marina (Crotone) e Reggio Calabria e ha ricoperto incarichi di Stato Maggiore presso l’Ufficio Operazioni del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri in Roma, quale Capo Sezione. Come ultimo incarico, è stato Comandante del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) che opera nell’area nord della provincia di Napoli.

Due grandi voci”antiche” si travestono da rapsodi di epica memoria e offrono un palcoscenico a dei e dee, tanto (troppo) simili agli umani. Gelosie, rimbrotti, vendette, innamoramenti e amore di madre: Il ratto di Proserpina è poemetto incompiuto di Claudiano, liberamente tradotto per questo spettacolo che ha come protagonisti Ugo Pagliai e Paola GassmanDomani sera (15 settembre) alle 21 al Teatro della Panoramica dei templi (ex Case Pantalena di fronte Casa Sanfilippo) andrà in scena “Il ratto di Proserpina o l’inganno di Venere” che Luigi di Raimo ha adattato alla scena. La produzione è del Parco archeologico Valle dei Templi: ultimi ticket (15-10 euro) disponibili alle biglietterie della Valle dei Templi, alla biglietteria del teatro e sul sito www.coopculture.it .

Saranno i due grandi attori a dar voce ai testimoni del mito, alla passione di Plutone per la vergine Proserpina, al rapimento, alla disperazione della madre della fanciulla, la dea Cerere e alla sua disperata ricerca: ogni delusione era un campo di grano che si spegneva. Quando le viene rivelata la verità, Cerere è sopraffatta dalla disperazione, solo Giove riuscirà a offrirle un’alternativa: Proserpina vivrà sei mesi alla luce e sei mesi nel Tartaro dove ormai è la regina. Quando abiterà tra i morti, sulla terra verranno l’autunno e l’inverno; quando si unirà nuovamente alla madre, riporterà agli uomini la primavera e l’estate.  “Sono dei attraversati da passioni umane, capaci di amore, astuzia, invidia, rabbia, disperazione, violenza e desiderio di vendetta. Assistiamo impotenti al rapimento di una bambina dal destino segnato in modo irreversibile, desiderata e voluta dal Signore dei morti e non possiamo che compiangere la povera Cerere, madre disperata, impegnata nella ricerca perenne della figlia perduta – interviene Daniele Salvo che cura la regia ed è in scena tra gli attori – Luigi di Raimo ha costruito un testo di grande nitore, dedicato a un mito antichissimo: canta il rapimento della bella Proserpina, dea della primavera e lo fa partendo da Virgilio, Ovidio e Claudiano, con esattezza filologica e passione storica”.

Ugo Pagliai e Paola Gassman non saranno soli sul palco. Al canto dei rapsodi si intrecciano gli interventi degli altri performer – Barbara CapucciMelania GiglioSelene Gandini – in un’alternanza continua di racconto e azione. Traendo ispirazione dal poemetto incompiuto di Claudiano, liberamente tradotto e riadattato, e unendo influenze dalle Metamorfosi e dai Fasti di Ovidio, Il ratto di Proserpina o l’inganno di Venere ripercorrendo il mito, annodando parole antiche e inserti moderni originali.

“Da tre anni l’associazione culturale Kairos, grazie al contributo del Parco Valle dei Templi, ha avuto l’opportunità di proporre spettacoli inediti, che traggono spunto da opere classiche – spiega Barbara Capucci, presidente di Kairos e ideatrice del progetto -. Lo spettacolo di quest’anno è un omaggio alla Sicilia: dalle sponde del lago di Pergusa dove avvenne il rapimento,  seguiremo i protagonisti. Il mito è un patrimonio di conoscenza che ci mette in relazione con la nostra vera natura umana e per questo continuerà ad esercitare un fascino senza tempo”.

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Biglietti: 15/10 euro. Gratuito under 12

PER INFO, PRENOTAZIONI E TICKET

www.coopculture.it