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L’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri e l’Ordine dei biologi di Agrigento hanno rinnovato la convenzione con l’Azienda sanitaria di Agrigento per le attività di contrasto al covid, tra la campagna vaccinale, la somministrazione dei tamponi e il supporto all’Usca, l’Unità speciale di continuità assistenziale. A conclusione dell’intesa è stato affermato: “Riteniamo utile mantenere il rapporto già avviato mesi addietro tra Azienda sanitaria, Medici Odontoiatri e Biologi, adeguandolo, qualora necessario, al regime che sarà ritenuto più adatto in funzione dell’andamento pandemico: la continuità assicura la presenza di personale altamente qualificato e addestrato, che ha già servito con ottimi risultati la comunità e i cittadini nella eccezionalità pandemica che sta segnando questo terzo millennio”.

I carabinieri della Compagnia di Agrigento, dopo alcune indagini hanno identificato, e denunciato il presunto responsabile del furto di un portafogli avvenuto all’interno di un noto locale della movida di San Leone. Si tratta di un agrigentino diciannovenne, già sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Le indagini sono scattate dopo che una ventiquattrenne di Raffadali era stata derubata del portafogli, contenente i documenti e 80 euro.

Dopo poche ore dalla denuncia della ragazza, i militari dell’Arma hanno accertato che il diciannovenne, assieme ad un complice che risulta essere ancora in corso di identificazione, durante la notte, all’interno del locale di viale Delle Dune, era riuscito ad impossessarsi dell’accessorio della donna.

Il furto del portafogli avvenuto all’interno del locale della movida di San Leone non è stato il primo caso denunciato. Nei giorni scorsi, infatti, un ventunenne agrigentino ha scoperto che qualcuno era riuscito a sfilargli il portafogli dal giubbotto.

Lo Stato ha stanziato 450.000 euro per finanziare i concorsi di progettazione, in provincia di Agrigento, da bandire entro il prossimo 18 agosto, con l’obiettivo di acquisire progetti di qualità utili per partecipare ai bandi del PNRR. A tali risorse potranno accedere soltanto i Comuni della Provincia con un numero di abitanti inferiore a 30.000 abitanti. Il presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, Rino La Mendola, commenta: “Siamo pronti a sostenere tecnicamente i Comuni che intendano bandire i concorsi entro il prossimo 18 agosto, rendendo a disposizione, attraverso un apposito protocollo di intesa, la piattaforma informatica del nostro Consiglio Nazionale e un elenco di architetti adeguatamente formati per coordinare i concorsi di progettazione”.

E’ morto a San Severino Marche, in provincia di Macerata, stroncato da un male incurabile, Pasquale Salemi, 66 anni, di Porto Empedocle, affiliato alla locale famiglia di Cosa Nostra, e poi collaboratore della Giustizia dal maggio del 1997, determinante, insieme al collega Alfonso Falzone, al fine dell’istruzione della maxi inchiesta antimafia cosiddetta “Akragas”, conclusa con oltre 20 ergastoli e diverse decine di condanne. Pasquale Salemi è stato tumulato nel cimitero di Porto Empedocle dopo una formale benedizione. Prima dell’annuncio della sua collaborazione con i magistrati, a Porto Empedocle comparsero dei manifesti funebri annuncianti la sua morte. Salemi avrebbe temuto di essere ucciso dopo essere stato “posato” dal capomafia empedoclino dell’epoca, Luigi Putrone, poi anche lui collaboratore della giustizia. Pasquale Salemi, soprannominato “Maraschino” perché amante di tale liquore, dal 2015 è stato espulso dal programma di protezione perché avrebbe tentato di riagganciare rapporti criminali a Porto Empedocle e di truffare sui contributi destinati ai collaboratori della giustizia.

La Procura di Agrigento, tramite il pubblico ministero, Chiara Bisso, ha chiesto la condanna a 10 mesi di reclusione ciascuno a carico di tre medici imputati, in abbreviato, di omicidio colposo nell’ambito dell’inchiesta scaturita a seguito della morte di Febbronia Cirami, 69 anni, di Canicattì, deceduta il 12 marzo del 2020 all’ospedale di Agrigento, dove fu trasferita da Canicattì per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Si tratta di Fabrizio Cremona, 35 anni, Alfonso Maurizio Maiorana, 67 anni, e Mauro Ettore Zanchi, 59 anni, chirurghi in servizio all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì. La donna sarebbe stata operata alla colecisti nonostante la presenza di un tumore che non sarebbe stato diagnosticato anche se risultato evidente dalla Tac. L’intervento, peraltro, avrebbe provocato lesioni al fegato mortali. I familiari di Febbronia Cirami sono assistiti dall’avvocato Calogero Meli. E’ stato rinviato a giudizio ordinario un altro collega dei tre, Antonio Limblici, 33 anni.

L’assemblea dei sindaci (quelli che c’erano perchè ben 16 si sono astenuti dal voto cercando di far prolungare ancora il caos che regna per eleggere i vertici dell’Aica) ha ratificato la nomina a Direttore Generale dell’Aica di Domenico Armenio, il quale ha ottenuto una striminzita vittoria con soltanto 9 voti favorevoli. Armenio prende il posto di Fiorella Scalia.

Il giochetto degli astenuti non ha funzionato in quanto non fanno “percentuale”; in pratica il numero degli astenuti non viene preso in cosiderazione nel conteggio finale.

Chi pensa, però, che questa nomina non subisca ancora altri ulteriori colpi bassi (come è accaduto la prima volta) si sbaglia di grosso. Troppa la politica presente in questa occasione e si sa, quando c’è la politica di mezzo il bordello è sempre assicurato.

I dissidenti, chiamiamoli così, sperano ancora di poter portare ai vertici dell’Aica Claudio Guarneri. Il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro è il primo a volere Guarneri. Disarmanti le liti accadute prima, durante e dopo la votazione.

Qualcuno ha anche parlato di “carte irregolari” e non si esclude, come hanno chiesto diversi sindaci, di far pervenire eventualmente il carteggio del vincitore direttamente in Procura per capire se esistono le condioni o meno della nomina di Armenio.

Non finisce qui.

 

Spesa per l’istruzione.  Aldo Mucci (SGB) Bisogna recuperare lo “scippo” consumato a danno della scuola.
L’aumento delle spese miliari, entra a gamba tesa nelle nostre fondamenta scolastiche. Nel Def, la spesa per l’istruzione negli anni 2022-2025 scende dal 4 al 3,5% del Pil.  Un dato che risulta grave, se confrontato col fatto che, contemporaneamente, si programmano investimenti di guerra per 15 miliardi di euro in più fino al 2026. Da un conteggio al “femminile” come si usava dire una volta,  sono esattamente 7 miliardi di euro in meno per il quadriennio all’istruzione. Se a questo aggiungiamo il programma di riduzione  degli stipendi fino al 2025,si materializza una vera e propria presa per i fondelli, per una categoria di lavoratrici e lavoratori che già tocca con mano una disparità  rispetto ai colleghi europei e agli altri lavoratori pubblici a parità di titolo di studio. Con salari già depressi, diventa un incubo recuperare potere d’acquisto di fronte all’inflazione sempre più elevata. Il Ministro Patrizio Bianchi non si preoccupa di tutto questo,ha ben altri “slogan” di cui occuparsi. Vuole passare alla storia per la sua riforma riguardante il reclutamento degli insegnanti. Un decreto che  non risolve l’annoso problema del precariato e costringe i vincitori di concorso a una condizione paradossale: sino all’entrata in vigore fissata per il primo gennaio 2025 non potranno entrare in ruolo ma, in attesa di conseguire i 30 CFU, resteranno part-timeAltro problema irrisolto, riguarda il mancato superamento del precariato degli Ata con la mancata copertura dei posti liberi e la mancata integrazione in organico di diritto dei posti previsti di fatto. Altro problema irrisolto, quello degli assistenti amministrativi facente funzione di Dsga. La loro stabilizzazione è lontana. Altro problema irrisolto riguarda il  rafforzamento degli organici, la riduzione degli alunni per classe e la copertura di tutti i posti liberi. Bisogna recuperare lo “scippo” consumato a danno della scuola. Lo studio, il sapere, la cultura, la scuola sono un investimento per il futuro,non certo  l’aumento delle spese militari.

Partono domani mattina i corsi di perfezionamento in materia di personale per gli Enti Locali, organizzati dal Consorzio Universitario Empedocle di Agrigento in collaborazione con ANCREL, l’Ordine dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro.

Il corso rivolto alle Amministrazioni, intende approfondire le tematiche relative alla gestione del personale, oggetto delle ultime disposioni in materia di : assunzioni, stabilizzazioni e contrattazione, contenute nella Legge di Bilancio 2021 ed altri provvedimenti successivi emanati sempre nello stesso anno, utili per la predisposizione del bilancio di previsione.

Il corso, che si articola in cinque moduli di cui il primo partirà domani 27 aprile; il secondo, mercoledì 11 maggio; il terzo modulo giovedì 26 maggio, il quarto,   giovedì 9 giugno e l’ultimo, giovedì 30 giugno, ha fatto il boom di iscrizioni da parte di Direttori Generali e Dirigenti dell’Area Finanziaria e Affari Generali dei Comuni dell’Isola.

Si tratteranno argomenti di rilente importanza, che offrono uno strumento indispensabile per la buona gestione dgli Enti Locali. I corsi saranno tenuti dal prof. Arturo Bianco nell’Aula Magna del Consorzio Universitario di Agrigento, in via Quartararo n. 6.

La Procura della Repubblica di Agrigento e la Polizia di Stato conseguono l’ennesimo brillante risultato nel contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina ed agli sfruttatori dei migranti.

 La Squadra Mobile di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi, a seguito di intensa ed articolata attività investigativa svolta presso l’Hot Spot di Lampedusa, in sinergia e sotto le direttive della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, diretta da Salvatore Vella, ha dato esecuzione a un provvedimento di fermo, nei confronti di due uomini egiziani gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 Gli esiti dell’articolata attività investigativa, dettagliatamente seguita dal Vice Dirigente della Squadra Mobile dottoressa Geneviève Di Natale, sono stati rassegnati al Sostituto Procuratore della Repubblica Maria Grazia Barbara Cifalinò, che ha ritenuto precisi e gravi gli elementi raccolti a carico di due soggetti egiziani di 19 ed i 34 anni di età i quali, in concorso morale e materiale tra loro, in violazione delle norme previste dal Testo Unico dell’Immigrazione clandestina, avevano trasportato nel territorio italiano 116 cittadini extracomunitari, per i quali veniva poi accertato lo status di stranieri irregolari, conducendoli dalle coste libiche verso le acque territoriali italiane, a bordo di un sovraffollato barcone ed esponendoli a grave pericolo di vita.

 L’attività di indagine svolta ha permesso di identificare i membri dell’equipaggio incriminato ricostruendo il ruolo da ciascuno svolto. Lo sbarco oggetto di indagine si è verificato il 09.04.2022 ed ha riguardato 118 migranti di varie nazionalità.

In particolare, oltre al capitano del natante, è stato definito il ruolo di chi si è occupato di rifornire il motore e di consultare un dispositivo di navigazione GPS.

Dopo le formalità di rito, i fermati sono stati posti a disposizione dell’A.G. per le dovute convalide e per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali.

Dopo la convalida i fermati sono rimasti associati presso la Casa Circondariale di Agrigento.

L’Arcivescovo di Agrigento Monsignor Alessandro Damiano ed il Sindaco di Licata dott. Giuseppe Galanti, alla presenza del Vicario foraneo di Licata don Tommaso Pace di Padre Francesco Ciaccia Rettore del Santuario di Licata,  hanno firmato questa mattina nell’Arcivescovado di Agrigento un accordo con il quale  Comune di Licata e Arcidiocesi di Agrigento hanno voluto adattare le previsioni dei documenti storici riguardanti le reliquie di S. Angelo e l’ Urna reliquiaria al tempo presente, definendo le reciproche competenze sulle Sante reliquie di Sant’Angelo Martire Carmelitano, Patrono della Città di Licata, e sull’Urna  reliquiaria in argento.

L’Accordo è stato redatto tenendo conto delle dichiarazioni del Concilio Vaticano II, in particolare per ciò che riguarda la libertà religiosa ed i rapporti fra la Chiesa e la comunità politica e del Codice di Diritto Canonico alla luce dei capitoli storici disposti con bolla Decet Romanum Pontificem  del   1598 da Papa Clemente VIII e rileggendo la secolare tradizione dello ius patronatus goduto ab immemorabili dal Comune di Licata.

L’Aspetto centrale dell’accordo è quello che riconosce la  proprietà delle reliquie, esse sono state, fin dalla riesumazione e successive ricognizioni e dell’urna reliquiaria, alla Comunità ecclesiale di Licata che ne è la legittima proprietaria ed è rappresentata giuridicamente dal vescovo pro-tempore dell’Arcidiocesi di Agrigento . Il Comune di Licata riconosce all’Arcidiocesi di Agrigento tutte le prerogative che le competono sulle Sante reliquie e sull’urna reliquiaria, esercitandole nelle  forme  e  nei  modi  stabiliti dai canoni ecclesiastici e dall’accordo firmato

Trattandosi di res sacre la competenza è stata riconosciuta all’Arcivescovo pro tempore  che è chiamato a rappresentare sia ecclesialmente che giuridicamente i fedeli battezzati di Licata. L’Arcidiocesi di Agrigento, volendo mantenere un legame con la tradizione plurisecolare tanto cara a tutti i cittadini licatesi, riconosce alla persona del Primo  cittadino  e  della  sua Rappresentanza, nelle celebrazioni in onore di Sant’Angelo, il  diritto di un posto d’onore.

E’ stato ribadito che  l’urna non potrà mai essere separata dalle Sante reliquie in essa contenute. All’Amministrazione di Licata, come lo era per gli antichi Giurati della Città, è stato confermato il ruolo di tutela e di garante sul bene artistico-religioso.  Solo eccezionalmente e per soli atti di culto, nell’ambito della diocesi, sarà consentita la fuoriuscita dell’urna in uno alle Reliquie così come, in caso di indispensabile necessità di un suo spostamento per restauro, sarà consentita la fuoriuscita della sola urna. In tali eccezionali casi dovrà essere l’Arcivescovo di Agrigento, sentito il Sindaco di Licata, ad autorizzarne lo spostamento.

L’Arcidiocesi di Agrigento ed il Comune di Licata assicureranno, congiuntamente nel rispetto delle proprie competenze, la conservazione dell’ Urna e del patrimonio storico artistico rinvenuto all’interno dell’urna argentea al momento della ricognizione in corso, istituendo all’interno dei locali del Santuario un’apposita “Opera” per musealizzare alcuni reperti, anch’essi reliquie, trovato nell’Urna in occasione della ricognizione in corso..

Il Comune continuerà ad organizzare  le consuete festività esterne del santo patrono, del mese di maggio e di  agosto  con  fondi propri  e  si  impegnerà  affinché  queste  non  contrastino con la sacralità dell’evento. Relativamente alla processione delle Sante Reliquie, l’Arcidiocesi curerà e farà rispettare il carattere sacro dell’evento. Rimarranno di esclusiva competenza dell’Arcidiocesi di Agrigento e per essa del Rettore o del delegato vescovile, tutte le attività liturgiche all’interno del Santuario.

L’organizzazione della processione delle reliquie rimane di competenza dell’Arcidiocesi di Agrigento, che la eserciterà anche tramite il Rettore del Santuario o di un suo specifico delegato per le competenze proprie.

In occasione delle festività ritorna il rito dell’apertura della cappella di S. Angelo con le tre chiavi  da parte del Sindaco e dei rappresentanti dell’Arcivescovo e dei carmelitani.

Sulla cappella, nel rispetto delle norme di tutela e salvaguardia per i beni culturali, saranno ricollocate le armi araldiche della Città, ovvero l’aquila attualmente custodita dal Comune presso l’ingresso del museo archeologico di Licata.

Le associazioni o i singoli che tradizionalmente sono stati parte attiva delle  festività esterne del Santo patrono, continueranno a rapportarsi con il Comune di Licata;  in particolar  modo quelle  che  hanno curato  il trasporto  processionale dell’urna di Sant’Angelo e dei quattro ceri. Circa le modalità del trasporto, queste dovranno essere approvate dall’Arcidiocesi e dal Sindaco della Città, nel rispetto della sacralità e delle norme che regolano la tutela dei beni di interesse culturale e la sicurezza.

Sono state chiuse tutte le questioni aperte anche giuridicamente con il ritiro dei relativi atti.

 

E’ stato approntato anche un protocollo condiviso da sottoporre oggi pomeriggio al Comitato per l’Ordine e la sicurezza che tiene conto delle necessità religiose e della sicurezza alla luce della ripresa nel rispetto della prevenzione Covid.