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Viaggia a ritmo spedito l’aggiudicazione degli appalti in Sicilia. E’ stato recuperato il livello pre-crisi del 2008. I dati a confronto e l’intervento dei Costruttori edili dell’Ance.

L’aggiudicazione degli appalti in Sicilia ha superato omissioni e ritardi burocratici, e gli intoppi normativi. E adesso il ritmo è al livello pre – crisi economica del 2008. Secondo l’Osservatorio di Ance Sicilia, l’Associazione dei costruttori edili, delle gare bandite nel 2020, un anno dopo, nel 2021, ne risultano aggiudicate 1.049, pari al 58,47%, mentre non vi è più traccia di 745 bandi, il 41,53%. Quanto agli importi a base d’asta, su quasi 4 miliardi offerti al mercato, la cifra aggiudicata è stata poco più di 2 miliardi e 400 milioni di euro, il 62,30%. Dunque lungo il tragitto si sono smarriti per strada circa 1 miliardo e 500 milioni di euro, il 37,70%. E poi, la media dei ribassi di aggiudicazione si è ridotta in positivo al 22,56%. E il minor ribasso è marcato soprattutto nei bandi più consistenti, relativi a opere di importo superiore alla soglia europea: su 166 gare bandite nel 2020, ne sono state aggiudicate 122 nel 2021, il 73,49%. E 44 sono scomparse dai radar, il 26,51%. E dunque, su un importo totale di 3 miliardi e 450 milioni di euro, hanno raggiunto il traguardo 2 miliardi di euro, il 59,74%, e, invece, 1 miliardo e 400 milioni di euro hanno mancato l’obiettivo dell’aggiudicazione, il 40,26%. Tra il 2020 e il 2021 hanno reso prestazioni altrettanto positive gli Urega, ovvero gli Uffici regionali espletamento gare d’appalto: su 32 gare di propria competenza ne hanno aggiudicate 31, il 96,88%, e solo una no, il 3,12%. E poi, su circa 290 milioni di euro ne sono stati affidati 287 milioni, il 99,31%, e appena 2 milioni non sono stati aggiudicati, lo 0,69%. Per avere maggiore contezza del miglioramento è utile il raffronto con l’anno precedente, il 2019, quando le gare bandite nel 2019 sono state 1.976, e nel 2020 ne sono state aggiudicate 1.156, il 58,50%. E su 2 miliardi e 100 milioni di euro posti in gara nel 2019, alle imprese è stato assegnato molto meno, 948 milioni, il 43,41%, contro il 62,30% del 2020. L’Osservatorio di Ance Sicilia analizza poi in dettaglio le sole gare d’appalto pubblicate sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, che nel 2020 sono state 205 per 319 milioni di euro, e nel 2021 ne sono state aggiudicate 114, il 55,61%, per 173 milioni, il 54,20%. Sono invece naufragate 91 gare, il 44,39%, per 146 milioni di euro, il 45,80%. In compenso, la media dei ribassi di aggiudicazione è stata ulteriormente inferiore: 21,20%. A fronte di tutto ciò il presidente dei Costruttori edili siciliani, Santo Cutrone, commenta: “Prendiamo atto con soddisfazione del fatto che l’efficienza delle stazioni appaltanti in Sicilia sia tornata ai livelli pre-crisi del biennio 2007-2008. Infatti, sempre in riferimento ai soli bandi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, facendo un confronto con gli anni precedenti, per ritrovare percentuali analoghe bisogna risalire al 2006, quando le gare aggiudicate furono il 55,36%. Riconosciamo il merito delle stazioni appaltanti e delle Commissioni aggiudicatrici per il buon lavoro svolto, anche se resta comunque ancora molto da fare, perché nell’attuale condizione di crisi del mercato delle opere pubbliche riuscire ad aggiudicare anche quel 40% che manca all’appello sarebbe sicuramente un notevole contributo alla ripresa del settore”.

(Angelo Ruoppolo – Teleacras)

La ConfArtigianato di Agrigento a fianco delle persone affette dalla sindrome di down, per la loro inclusione lavorativa. In occasione della Giornata mondiale della Sindrome di Down, che ricorre oggi, lunedì 21 marzo, la ConfArtigianato ha ideato e prodotto un video-messaggio, di Giacomo Fattori, in collaborazione con le aziende del territorio. Il segretario provinciale della ConfArtigianato di Agrigento, Vincenzo Insalaco, spiega: “Abbiamo immaginato un messaggio che non fosse legato astrattamente ai portatori della sindrome di down ma che raccontasse la realtà della provincia agrigentina. Abbiamo coinvolto le aziende aderenti a ConfArtigianato, che hanno sposato e condiviso in pieno il nostro progetto. Abbiamo ideato Luca, un ragazzo con la sindrome di down, dietro il bancone di un bar a servire i clienti con la sua straordinaria simpatia e dolcezza. Noi di ConfArtigianato siamo felicissimi di aver pensato e prodotto questo video-messaggio in occasione della Giornata mondiale della Sindrome di Down. Noi siamo per l’inclusione sociale e lavorativa in quanto ciò rappresenta un diritto e un dovere, nonché un momento fondamentale nella vita di una persona con la sindrome di down”.

 

Quante volte assistiamo alle dichiarazioni di tanti ristoratori che nei salotti televisivi continuano a sostenere:  “cerco camerieri e non trovo nessuno”, “tutti rifiutano per stare a casa con il reddito di cittadinanza”, “offro un lavoro in regola ma i giovani vogliono il weekend libero”. SGB in meno di due settimane, ha raccolto decine di testimonianze di lavoratori della ristorazione. Di seguito alcune: Lavoro in un bar di Palermo dalle 6 del mattino alle 15 tutti i giorni, senza alcun giorno di riposo, per 850 euro al mese. (Lo stipendio base di un cameriere in base agli accordi di categoria dovrebbe essere di 1.400 euro).

Ho 48 anni, un figlio che va a l’università. Mi sfruttano, ma se vado via, chi mi prende a lavorare a 48 anni?  Non trovo nulla, non so davvero che fare”, racconta Giuseppe. Pino  è stato assunto come chef di cucina con un contratto part-time da 4 ore al giorno: “Ho detto che percepivo il reddito di cittadinanza, per cui chiesi di essere messo in regola a tempo pieno. Mi risposero di no perché avrebbero dovuto pagare troppe tasse: o part-time o nulla. Ho dovuto accettare. Filippo è un maître e ha lavorato per due anni in un ristorante nel catanese. Assunto con un contratto in regola, 6 ore e 40 al giorno, in realtà lavorava più del doppio delle ore effettivamente retribuite: “Mettevo mani  alle 10 e mezza del mattino e lavoravo fino a pomeriggio inoltrato, poi riattaccavo alle 17.30 per staccare verso l’una di notte. Ho stretto i denti solo perché ho una bambina di due anni, altrimenti sarei andato via”. Giovanni lavora nella ristorazione da quando aveva 12 anni: “In questo settore si lavora dalle 10 ore al giorno in su, le vessazioni non si contano, le minacce di licenziamento per qualsiasi cosa sono all’ordine del giorno. Se poi disgraziatamente ti fai male sul posto di lavoro? In ospedale devi dire che è successo a casa”.

Prosegue Andrea: “Avevo un solo riposo a settimana, ma se quel giorno c’erano prenotazioni, venivo chiamato in turno per 20 euro. Potevo rifiutare? Se lo facevo, c’erano le ritorsioni” Ed ancora: In tanti come me sono scappati da quel posto, ma il problema è che nella mia città,tutti i ristoratori propongono condizioni del genere: prendere o lasciare. I controlli?  Ogni tanto la polizia municipale a verificare che il ristoratore abbia pagato il suolo pubblico ,ma altri controlli non ne ho mai visti prosegue Andrea.“Questo mestiere è come una droga: o hai la passione nel sangue o non resisti. E’ un lavoro che dà tante soddisfazioni se trovi il giusto compromesso, ma ti toglie tutto, gli amici, le feste, il riposo, il tempo libero”.

“Si vive solo per lavorare.  Resta il fatto che nei programmi di approfondimento è tornato di moda il format che vuole l’imprenditore lamentarsi di quanto sia difficile trovare gente da assumere. Perché i lavoratori non sono più quelli di una volta e anziché sgobbare oggi preferiscono incassare il reddito di cittadinanza. Nessuno parla di paghe da fame che talvolta partono da un minimo di 500 euro” e di orari di lavoro mai rispettati. Le 40 ore settimanali sono solo sulla carta. “In pratica si lavora sette giorni su sette, anche per 70-80 ore a settimana. Per fortuna ci sono ristoratori onesti, che trattano il personale con dignità, ma sono mosche bianche.

E’ partito oggi da Montevago (Agrigento) il bus umanitario che porterà in Polonia un carico di medicine e beni di prima necessità e che tornerà in Sicilia con a bordo una quarantina di profughi ucraini.

L’iniziativa “Un cuore per l’Ucraina” è promossa dal comune di Montevago in collaborazione con l’associazione di volontariato “A Cuore Aperto”, che da diciotto anni è impegnata in progetti di assistenza sanitaria e all’istruzione in Tanzania. Collaborano altre associazioni del territorio che si sono mobilitate per la raccolta solidale che ha coinvolto in questi giorni anche le comunità di Santa Margherita Belìce, Burgio e Ribera. Medicinali e prodotti per bambini saranno consegnati a Lublino a un medico dell’ospedale di Sumy, tra le città ucraine sotto assedio, dove solo ieri, con l’apertura dei corridoi umanitari, è stato possibile per le agenzie umanitarie far arrivare i primi aiuti.

Donne, bambini e anziani in fuga dalla guerra troveranno ospitalità nel piccolo centro belicino dove alcuni cittadini, rispondendo all’appello del sindaco Margherita La Rocca Ruvolo, hanno messo a disposizione gratuitamente delle abitazioni autonome e ben arredate. Punto di riferimento per l’identificazione dei profughi, tramite le autorità ucraine, il parroco polacco don Sebastian Kondzior, per diversi anni cappellano ospedaliero al Policlinico Tor Vergata di Roma.

“Di fronte a un’emergenza umanitaria di questa portata, la comunità di Montevago – dice il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo – ha sentito forte la necessità di fare la propria parte, così come del resto stanno facendo in tanti in tutta Italia e anche nell’Agrigentino. Un’iniziativa che è nata dalla collaborazione tra amministrazione comunale, associazioni di volontariato e cittadini, tutti coinvolti nella condivisione di un progetto di solidarietà consapevoli delle responsabilità e degli impegni che questo comporta. Sappiamo bene – aggiunge – che l’accoglienza di decine di persone scappate dalla guerra richiede da parte di tutti, ognuno per il proprio ruolo, una grande assunzione di responsabilità. Ma sappiamo anche che non potevamo tirarci indietro di fronte alle disperate richieste di aiuto di tante persone che da un giorno all’altro, senza avere nessuna colpa, sono state costrette dalle bombe a lasciare le loro case e a fuggire dalla loro terra senza sapere quale sarà il loro futuro e quello dei loro cari. Faremo di tutto per far sentire i fratelli ucraini parte integrante della nostra comunità e per tentare di alleviare le sofferenze della guerra. Ringrazio tutti i cittadini, le associazioni e i volontari che stanno collaborando con grande spirito di solidarietà”.

Serviva una vittoria dopo il passo falso in Coppa Italia, serviva riprendere da dove si era lasciati ma la Fortitudo Agrigento ha fatto molto di più e sulla Viola Reggio Calabria si abbatte un uragano sportivo ed Agrigento vince 93-54. Un terzo tempo con un parziale di 30-9 la dice lunga ma già nei primi due quarti la partita è sempre stata in discesa per la squadra di coach Catalani. Il primo parziale di gioco si è chiuso con un punteggio di 21-16 ed il secondo più equilibrato con 18-15. Ben sei giocatori sono andati in doppia cifra: Chiarastella e Grande con 11 punti, Morici con 20, Costi 17, Cuffaro 14 e Lo Biondo 12. Molto spazio anche per i più giovani come Traore, Mayer e Bellavia. Arriva così la 19ma vittoria di fila, si avvicina il record di vittorie nel campionato di B che appartiene proprio alla Fortitudo Agrigento nella stagione 2013/2014. Nel prossimo match arriva la trasferta insidiosa di Sant’Antimo ma la Fortitudo di coach Catalani sembra essersi messa alla spalle la sconfitta di Coppa ed è pronta a tornare rullo compressore nel campionato: “Era una partita complicata, in settimana abbiamo avuto qualche problema fisico e dovevamo ritrovare ritmo e vittoria. È un dato molto importante aver concesso solamente 54 punti, abbiamo giocato bene in difesa. Era importante dare anche un largo minutaggio ai più giovani per far ruotare maggiormente la squadra in vista di un periodo dove ci saranno molte partite. Il risultato non rispecchia il valore effettivo di Reggio perché è un’ottima squadra e sono contento di aver portato a casa una vittoria contro di loro”.

4.777 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 30.537 tamponi processati in Sicilia; ieri erano 6.107. Il tasso di positività sale lievemente al 15.6% ieri era al 15,2%. L’isola è al quinto posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 236.862 con un incremento di 3.696 casi. I guariti sono 2.225 mentre le vittime sono 12 e portano il totale dei decessi a 9.860. Sul fronte ospedaliero sono 938 ricoverati, in terapia intensiva sono 60.

Qudsti i dati nei Comuni capoluogo: Palermo con 1.663 casi, Catania 709, Messina 1.303, Siracusa 422, Trapani 323, Ragusa 445, Caltanissetta 324, Agrigento 637, Enna 107.

853 i nuovi casi registrati in provincia di Agrigento. Questi i dati registrati dal bollettino dell’Asp agrigentina. 6 i ricoveri, 161 i guariti. I dati fanno riferimento a ieri, 19 marzo.

Gli agrigentini ospedalizzati risultano essere 46, di questi,40 sono in degenza ordinaria. Quindici si trovano al “San Giovanni di Dio”, mentre 25 sono ricoverati al “Fratelli Parlapiano” di Ribera. Sono 6 i degenti in terapia intensiva al “Fratelli Parlapiano”. Fra i ricoverati c’è anche una persona non residente nell’Agrigentino e per questo non ricompreso nel dato totale.

Ecco i dati Comune per Comune: Agrigento ha 1.720 (+86); Alessandria della Rocca: 76 (+8); Aragona: 250 (+18), con 7 migranti (dato invariato) che sono ospitati presso un centro di quarantena; Bivona: 93 (+4); Burgio: 16 (+1); Calamonaci: 12 (dato invariato); Caltabellotta: 35 (+1); Camastra: 76 (+5); Cammarata: 141 (+8); Campobello di Licata: 377 (+14); Canicattì: 1.599 (+68); Casteltermini: 276 (+5); Castrofilippo: 87 (+4);  Cattolica Eraclea: 78 (+7); Cianciana: 82 (+23); Comitini: 31 (+6); Favara: 1.419 (+78);  Grotte: 179 (+8); Joppolo Giancaxio: 22 (+1); Licata: 810 (+45); Lucca Sicula: 17 (+4); Menfi: 380 (+27); Montallegro: 107 (+3); Montevago: 50 (+3); Naro: 123 (+6); Palma di Montechiaro: 858 (+49); Porto Empedocle: 699 (+39); Racalmuto: 260 (+12); Raffadali: 380 (+24); Ravanusa: 363 (+14); Realmonte: 174 (+6); Ribera: 401 (+21); Sambuca di Sicilia: 44 (+2); San Biagio Platani: 83 (+1); San Giovanni Gemini: 164 (+10); Sant’Angelo Muxaro: 44 (+3); Santa Elisabetta: 73 (+5); Santa Margherita di Belìce: 138 (+16); Santo Stefano Quisquina: 59 (+8); Sciacca: 795 (+34); Siculiana: 203 (+13) di cui 4 migranti (dato stabile) ospitati presso il centro di accoglienza di Villa Sikania. Sono infine 19 (+2) i positivi a Villafranca Sicula.

Sulle navi quarantena in rada della costa Agrigentina ci sono 21 migranti positivi.

La Confartigianato di Agrigento a fianco delle persone con la sindrome di down per la loro inclusione lavorativa. In occasione della Giornata mondiale della Sindrome di Down, che si celebra domani 21 marzo, la Confartigianato di Agrigento ha pensato e prodotto uno spot, in collaborazione con le aziende del territorio. Il messaggio è quello di non abbassare l’attenzione sul supporto e il sostegno lavorativo delle persone con la sindrome di down. Lo spot è stato realizzato da Giacomo Fattori. Il segretario provinciale della Confartigianato di Agrigento, Vincenzo Insalaco, dichiara: “Abbiamo immaginato uno spot che non fosse filosoficamente legato ai portatori della sindrome di down ma uno spot che raccontasse la realtà della nostra provincia. Abbiamo coinvolto le aziende che fanno parte della nostra associazione, le quali hanno sposato in pieno il nostro progetto. Abbiamo immaginato Luca, un ragazzo con la sindrome di down, dietro il bancone di un bar a servire i clienti con la sua straordinaria simpatia e dolcezza. Noi di Confartigianato siamo felicissimi di aver pensato e prodotto questo spot per la Giornata mondiale della Sindrome di Down. Noi siamo per l’inclusione sociale e lavorativa in quanto rappresenta un diritto e un dovere, nonché un momento fondamentale nella vita di una persona con la sindrome di down”.

Canicattì, come il Villaggio Mosè, ancora presa di mira da parte di ladri di appartamenti. Ignoti malvivent, infatti, hanno fatto razzia in ben tre appartementi di Canicattì. All’interno di un’abitazione rurale in contrada Calici i ladri hanno portato via una motozappa, e già qualche mese addietro lo stesso proprietario era stato derubato. In un appartamento di via Varese i ladri hanno portato via capi di abbigliamento sportivo fra scarpe, giubbotti e tute, e nell’ultima abitazione di via Vignola sono stati solo messi a soqquadro gli ambienti.

Tutti i furti sono stati denunciati dai proprietari ai poliziotti del locale Commissariato che hanno avviato già indagini per riuscire ad individuare i ladri e a capire se si tratta sempre della stessa mano criminale.

Negli ultimi anni sono spariti più di 200 metri di spiaggia dorata e più di 70 metri di boschetto.
Dopo la nostra segnalazione il Governo Musumeci ha stanziato 4 milioni di euro, ha realizzato il progetto, consistente nel posizionamento di 3 pennelli sub-ortogonali alla linea di costa e il ripascimento artificiale della spiaggia mediante l’utilizzo della sabbia del vicino porticciolo turistico di Siculiana marina; anche se Mareamico avrebbe preferito il posizionamento delle meno impattanti barriere soffolte.
Nel 2019, in pompa magna, viene annunciato l’imminente inizio dei lavori.
Siamo nel 2022 ed i lavori non sono ancora iniziati e la mareggiata di scirocco di ieri ha inghiottito una nuova fascia di boschetto. Decine e decine di alberi sono venuti giù come dei birilli!
Dicono che tutto sia pronto da mesi, invece l’elefantiaca burocrazia degli uffici regionali continua a bloccare tutto ed a chiedere ancora permessi su permessi, alcuni francamente ridicoli.
Mareamico intende chiedere conto e ragione agli uffici regionali per questa inefficienza: non è possibile ancora assistere in silenzio a questa lenta agonia di una delle più belle spiagge della Sicilia.