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La Scala dei Turchi di Realmonte e la Valle dei Templi di Agrigento, rispettivamente al 2° e al 5° posto nella classifica provvisoria de “I Luoghi del Cuore” del FAI.
Non è ancora trascorsa una settimana dal lancio dell’undicesima edizione della campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo, e già il territorio agrigentino spicca in vetta alla Top Ten, come commenta il Capo Delegazione FAI Agrigento, Giuseppe Taibi: “Il nuovo censimento è iniziato solo pochi giorni fa e già tra i primi cinque nella classifica notiamo sia la Scala dei Turchi, con 800 voti, che la Valle dei Templi, con 448 voti. Questo è un primo importantissimo traguardo, perché premia il lavoro che la delegazione ha svolto, in sinergia con le istituzioni e le associazioni, per la crescita del territorio. Il risultato, inoltre, che evidenzia l’interesse della comunità nazionale ed internazionale per questa provincia, è di buon auspicio per la prossima candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della cultura. Esprimo dunque grande soddisfazione per questa attuale classifica ed invito a votare tutti i luoghi del proprio cuore. Si può, infatti, dare un voto per ogni luogo e, dunque, votare più luoghi. Votate! Votate! Votate!”, conclude Giuseppe Taibi.
L’elenco dei Luoghi del Cuore in provincia di Agrigento, anche quest’anno, è davvero corposo e include tantissime località, più o meno note.
Si va dalla strepitosa Scala dei Turchi, al suggestivo Teatro Andromeda di Santo Stefano Quisquina, al Castello Incantato di Sciacca, a Casa Pirandello, solo per fare qualche esempio.
Per partecipare al censimento ciascuno può votare tutti i luoghi che desidera oppure farsi parte ancora più attiva creando un comitato e mobilitandosi per raccogliere voti. Si può votare fino al 15 dicembre 2022.
Votare per i Luoghi del Cuore è semplicissimo. Per conoscere l’elenco completo, basta consultare l’apposita sezione del sito del FAI dedicato alla manifestazione: www.iluoghidelcuore.it

di Filippo Cardinale

Come una squadra di calcio in crisi, che ha perso l’impostazione di gioco, che non porta risultati, che subisce lo smacco di rimanere senza campo su cui giocare, il “mister” ha imposto il silenzio comunicando ai giornalisti che saranno proferite parole dopo il termine per la presentazione delle liste in segreteria comunale. Insomma, fino alle ore 12 del 18 maggio (dobbiamo attendere 48 ore), Forza Italia fa come le tre scimmiette: non parla, non vede, non ascolta. La nota indirizzata ai giornalisti vela una sorta di “imposizione”: non chiamateci perché non vi diciamo nulla.

In verità, non occorre attendere le ore 12 di dopodomani. I giornalisti scrivono, vedono, percepiscono, al di là dei “limiti” edificati da chi, in buona sostanza, vive una fase di profonda difficoltà. Vive e lamenta un “silenzio” da parte degli alleati di Palermo, quelli che vivono nelle stanze dei bottoni, ma anche degli alleati del centrodestra di Sciacca.

Oltre all’onta di essere stati “rifiutati” dal candidato sindaco del centrodestra Matteo Mangiacavallo, dopo la festa avvenuta al Torre del Barone con vino e tarallucci e “vivacità” per la riuscita manifestazione elettorale di presentazione della lista e dello stesso candidato Mangiacavallo, oggi Forza Italia vive lo sgomento della donna lasciata dal proprio moroso, dal silenzio palermitano e saccense. Parrebbe, in buona sostanza, che Forza Italia di Sciacca fosse stata lasciata al suo destino.

La conferenza stampa da convocare (eventualmente) dopo la scadenza del 18 maggio da parte di Forza Italia, come comunicato dal coordinatore cittadino, ha una valenza molto relativa.

Se il partito di Berlusconi presenta una lista e un candidato sindaco lo sapremo noi stessi giornalisti essendo presenti a Palazzo di Città la mattina del 18. Se presenta lista alcuna, alea iacta est. E’ ovvio lo sconquasso di una coalizione che accusa segni di disfacimento già da tempo, dal tempo in cui era ancora attivo il Consiglio comunale.

La conferenza stampa a cosa serve? A lanciare minacce del tipo putiniano in vista delle elezioni regionali del prossimo ottobre? Forza Italia ha già un problema, a livello regionale, di gran lunga superiore alla periferica Sciacca. E’ noto la guerra tra le due anime di Forza Italia, una delle quali fa riferimento a Gianfranco Micciché che quotidianamente inietta la dose di veleno nei confronti del presidente della Regione, Nello Musumeci.

Il centrodestra ha dimenticato la velocità con cui “gli amici” di Palermo spedirono i consiglieri comunali a casa con una velocità ancora più competitivo del TAV. Decreto di sospensione e scioglimento del Consiglio comunale si consumarono nell’arco di un tempo che neanche la burocrazia europea porta nel suo Dna.

Gli azzurri saccensi hanno deciso così, di fare silenzio. Più che strategia politica, appare ripiego di fronte ad una illusione di essere partito cardine della precaria coalizione del centrodestra saccense. Un partito, o parte di esso, che non è riuscito a frenare le mire espansionistiche.

848 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 7.527 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 1.837. Il tasso di positività scende al’11,2%, ieri era all’11,8%. La Sicilia è al quinto posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 95.181 con un decremento di 686 casi. I guariti sono 1.642 mentre le vittime sono 2 portano il totale dei decessi a 10.768. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 681, in terapia intensiva sono 37.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 284 casi, Catania 202, Messina 44, Siracusa 89, Trapani 70, Ragusa 76, Caltanissetta 68, Agrigento 105, Enna 20.

In Sicilia sbarca l’ennesimo nuovo ceppo del virus del covid, con una prima infezione da XQ, l’ultima nella già lunga serie di sottovarianti Omicron, individuata una decina di giorni addietro in Brasile e adesso emersa in Sicilia, unico caso in tutta Italia, dal report sulla diffusione delle varianti che l’Istituto superiore di Sanità elabora periodicamente. Si tratta di un lignaggio sul quale si conosce ancora ben poco, anche se le caratteristiche non sembrano lontane da quelle, ormai ben conosciute, della stessa ‘famiglia Omicron’, ovvero più contagiosità e meno aggressività.

Ha riscosso grande successo il Seminario su “Progettare il verde pensile, aggiornamento tecnico alla luce della nuova normativa UNI 11235/2015”, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento, lo scorso 12 maggio.

Nell’ambito di una collaborazione con tutti gli Ordini di Italia, al fine di promuovere l’interscambio di iniziative e rafforzare il coinvolgimento della categoria nel campo della formazione e dell’aggiornamento professionale, l’Ordine di Agrigento, per l’occasione, si è gemellato con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo.

Circa 200 professionisti hanno seguito a distanza l’evento e molti altri hanno preso parte in presenza, presso la sede dell’Hotel Dioscuri a San Leone (AG). Il Seminario ha visto la partecipazione del Direttore dell’Harpo S.p.a., Dott. Maurizio Crasso, creatore e sviluppatore della linea verde pensile nella medesima azienda. Presenti anche, tra i relatori, il Prof. Giuseppe Trombino, Presidente INU Sicilia, ed il Prof. Salvatore La Bella, Ordinario di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali presso l’Università degli Studi di Palermo.

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento diventa pioniere nell’approfondimento dell’uso di nuove metodologie progettuali nel rispetto dell’ecosistema ed il decoro urbano ed estetico, trattato nell’ambito del Seminario in oggetto. L’evento ha conseguito l’obiettivo di sensibilizzare sia i colleghi che vogliono mettersi al passo con i tempi nell’ambito della progettazione urbanistica ed edilizia, e in generale delle opere civili,  sia il territorio e la collettività in ordine alla necessità cogente di avvalersi delle metodologie costruttive offerte dal verde pensile, non soltanto per problemi di tipo estetico ed ambientale, ma anche e soprattutto per l’adeguamento agli obblighi normativi collegati all’invarianza idraulica, a cui tutti i lavori devono adeguarsi.

L’evento del 12 maggio è stato il primo di una serie di incontri che l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento intende organizzare sul tema, al fine di fornire ulteriori strumenti di approfondimento a tutti professionisti.

L’Ordine ringrazia la Rete delle Professioni Tecniche della Provincia di Agrigento, che ha patrocinato l’iniziativa: Rino La Mendola, Presidente dell’Ordine degli Architetti, Silvio Santangelo, Presidente del Collegio dei Geometri, Maria Giovanna Mangione, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali e Salvatore Talmi, Consigliere dell’Ordine Regionale dei Geologi, Francesco Ciaccio, Presidente dell’Ordine dei Periti Industriali.

Ha moderato i lavori il Consigliere Segretario dell’Ordine degli Ingegneri di Agrigento, Jennifer D’Anna. Presente anche il Vice Presidente Vicario, Francesco Buscaglia, che ha portato i saluti del Consiglio e del Presidente, Achille Furioso, assente per cause di forza maggiore. L’assistenza tecnica informatica è stata gestita da Flavio Patti e Sergio Caramanno.

“Non scioperiamo per protestare ma solo per essere ascoltati!”

Come noto, l’assemblea straordinaria della Associazione Nazionale Magistrati (ANM) tenutasi a Roma il 30/04/2022 ha deliberato una giornata di astensione dall’attività giudiziaria da parte di tutti gli associati, individuata dalla Giunta esecutiva centrale per il giorno 16 maggio 2022, ritualmente comunicata agli Organi Istituzionali ed alla Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Anche i Magistrati degli Uffici Giudiziari di Agrigento aderiscono pienamente alla deliberazione dell’assemblea straordinaria dell’ANM  tenutasi a Roma lo scorso 30 aprile per una giornata di astensione dall’attività giudiziaria da parte di tutti gli associati

I Magistrati della ANM-Sottosezione di Agrigento vogliono oggi denunciare, insieme a tutti i colleghi Italiani, il grave pericolo che è insito nella riforma dell’Ordinamento Giudiziario attualmente in discussione che, si ricordi, non accorcia neppure di un solo giorno la lunghezza dei processi ed è improntata, invece, solo: al rispetto del cd. conformismo giudiziario, ossia il favore per l’adozione di decisioni conformi ai precedenti, scoraggiando nuove interpretazioni evolutive in grado di cogliere i cambiamenti nei contesti sociali e culturali in cui la giustizia opera (vigente questa riforma, verosimilmente, anche FALCONE e BORSELLINO sarebbero bocciati, non essendo più possibile alcuna innovazione giurisprudenziale); alla introduzione di nuove figure di illeciti disciplinari (addirittura per violazioni di mere direttive non meglio individuate così, peraltro, snaturandosi anche il principio costituzionale del Magistrato soggetto solo alla Legge); a periodiche valutazioni di professionalità basate su criteri meramente aziendalistici e quantitativi che sono del tutto estranei all’esercizio della Giurisdizione (si ricordi che ormai da tempo i Magistrati italiani sono gli unici funzionari pubblici già sottoposti a ben sette valutazioni  lungo il loro percorso professionale); alla introduzione, di fatto, della separazione delle carriere tra Pubblico Ministero e Giudice (in violazione, tra l’altro, di un preciso dettato costituzionale), separazione a cui con forza ci opponiamo atteso che noi, già solo come cittadini, vogliamo un Pubblico Ministero terzo, che sia ancora il primo baluardo della Giurisdizione e non soltanto il rappresentante dell’Accusa e che sia libero di non avere, quindi,  remore a chiedere l’assoluzione dell’imputato e a ricercare prove in suo favore, invece di dover temere e dolersi che la sua originaria ipotesi possa essere  disattesa e così, addirittura, pregiudicare la sua carriera (conseguenza in sostanza inevitabile alla luce di quanto previsto dalla riforma del sistema delle valutazioni).

La riforma, peraltro, non colpisce affatto ma anzi esaspera sia il correntismo che il carrierismo!

Per tutti questi motivi, l’ANM invita i cittadini a conoscere le ragioni del nostro sofferto sciopero -che non è affatto finalizzato a difese di eventuali insussistenti privilegi o di interessi di categoria ma solo a denunciare la possibile esasperazione di un sempre più serrato controllo verticistico della Magistratura non più soggetta, quindi, solo alla Legge- approfondendo le tematiche esposte nella delibera con cui lo stesso è stato indetto, reperibile sul sito internet della ANM: https://www.associazionemagistrati.it/

Anche oggi, a prescindere dall’adesione all’astensione, saranno ovviamente garantiti i servizi pubblici essenziali nel rispetto del codice di autoregolamentazione adottato dall’ANM e al ricorrere dei presupposti di urgenza previsti dalla L. n. 742/69, conclude la nota

Ad Aragona i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato un pensionato di 62 anni alla Procura della Repubblica di Agrigento per minacce aggravate. Un altro pensionato di 68 anni lo ha denunciato perché lo scorso 30 aprile, al culmine di un diverbio insorto per futili motivi, il 62enne lo avrebbe minacciato di morte brandendo un coltello a serramanico contro. Al presunto minacciante sono state sequestrate delle armi detenute legalmente a fine precauzionale.

Definito dalla critica specializzata come “il primo studio in Europa su un genere di cinema sovversivo”, costato due anni di lavoro tra ricerche d’archivio e fonti straniere, Il fiore e il serpente – quarto capitolo di un’eccentrica storia del cinema giapponese che attende l’uscita di un ultimo volume – è un viaggio nel cinema di genere Roman Porno, linea di film prodotti dalla Nikkatsu a partire dal 1971 e diretti
da celebri registi che si distinguono per gli indiscutibili meriti artistici e il carattere sperimentale.

All’inizio degli anni Settanta il cinema subisce una profonda crisi per la concorrenza delle grandi case di produzione, e la Nikkatsu – la più antica casa cinematografica giapponese – cambia radicalmente i suoi piani inaugurando la linea Roman Porno con il successo clamoroso di un film di Shōgorō Nishimura. Al tempo scoppia subito lo scandalo, perché non è considerato accettabile che una major si abbassi a produrre un tipo di pellicola da sempre associato a produzioni marginali e a basso costo.

Il Roman Porno declina alla violenza, e, con una produzione di due film ogni quindici giorni, i cineasti della Nikkatsu reagiscono per mezzo di un erotismo delirante e allucinato al sentimentalismo dei classici melodrammi giapponesi, conquistando l’interesse della critica. Alcuni film non tardano a sollevare polemiche, come nel caso di Seiichirō Yamaguchi, arrestato per oscenità e messo sotto processo,
o, ancora, di Masaru Konuma, per cui il sadomasochismo irrompe nel Roman Porno aprendo la strada a ulteriori raffigurazioni estetiche che, grazie all’elevata qualità delle produzioni, possono venir fuori dall’isolamento del cinema indipendente.

Con questo suo ultimo libro, Beniamino Biondi – fra i massimi studiosi a livello europeo del cinema giapponese – prosegue la sua approfondita analisi delle nouvelle vagues e delle tensioni autoriali del cinema di genere.

Sono ormai anni che Mareamico segnala il rischio di crollo che può riguardare l’ex caserma della Guardia di Finanza di Punta bianca. Ora il Demanio, proprietario dell’edificio, avverte che c’è un imminente pericolo e chiede al Comune di Agrigento di impedire l’accesso nell’area, mediante efficaci sistemi di interdizione per avvertire la collettività del pericolo e di mettere in sicurezza l’ex caserma. A parere nostro il Comune invece dovrebbe immediatamente acquisire questo importante immobile storico, che rappresenta il punto di riferimento dell’istituenda riserva naturale di Punta Bianca. Quindi effettuare i lavori di restauro conservativo dell’ex caserma, al fine di adibirla a museo etno-antropologico e centro di educazione ambientale. I costi dell’intervento potranno essere reperiti tra i fondi previsti per gli edifici storici, programmati dall’Istituzione Europea, Nazionale e Regionale, nei programmi di recupero e valorizzazione del territorio.