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Contrada Montesole a Licata torna lentamente alla normalità anche se ci sarà bisogno ancora di tempo prima che i cassonetti vengano tutti svuotati e l’area bonificata.

Gli operatori ecologici della Rti Licata Ambiente, hanno ripreso lunedì scorso la raccolta presso le batterie di cassonetti posti lungo la cintura periferica della città di Licata per il conferimento della frazione multimateriale. Le ditte hanno spiegato le motivazioni del mancato servizio negli ultimi giorni.

“Sabato scorso – spiegano le imprese – non abbiamo potuto effettuare la raccolta della frazione per via del blocco impostoci dalla discarica. Domenica il servizio è fermo in quanto giornata festiva ma le persone hanno continuato a scaricare i rifiuti sia nei cassonetti che ai bordi della strada.

Lunedì, martedì ed oggi (mercoledì) abbiamo avuto un’autorizzazione in via del tutto eccezionale da parte della discarica che ci ha permesso di conferire un unico compattatore cosa questa che non ci permette di effettuare il servizio completo per tutte le batterie di cassonetti presenti nell’area. Domani, giovedì 28 settembre , il servizio sarà sospeso perché la discarica non ci ha autorizzato ad alcun conferimento”.

Il disservizio era stato segnalato anche da alcuni residenti della zona che hanno documentato la situazione con alcune foto diffuse sui social e sui mezzi di informazione locali.

Il Gup del Tribunale di Palermo Ermelinda Marfia ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di 6 medici della clinica “Triolo-Zancla” che, tra il 9 e il 15 aprile del 2021, ebbero in cura Antonino Giannilivigni, paziente morto a 73 anni. Si tratta di Loredana Sutera, 46 anni, di Sciacca; Nicolino Cannata, 56 anni di Ribera; Giovanni Fazio, 45 anni, di Ragusa; Gaspare Milano, 46 anni di Alcamo; Salvatore Bucchieri 51 anni, di Palermo e Giovanna Falcone, 60 anni, di Palermo, che dovranno comparire davanti alla quinta sezione penale del Tribunale di Palermo il prossimo 20 dicembre.

Il pensionato dopo quel periodo venne dimesso e tornò a casa ma trascorsi due giorni le condizioni sarebbero precipitate rendendo necessario l’intervento del 118 e un ricovero al “Buccheri La Ferla” dove gli fu stata diagnosticata una “perforazione dell’intestino e un’occlusione intestinale causati da un tumore maligno del colon in stato avanzato”. A nulla servì l’intervento eseguito d’urgenza al termine del quale il 73enne morì. Dopo il decesso le figlie hanno presentato un esposto sostenendo che i sanitari non avessero diagnosticato il problema di cui soffriva il padre.

Per il pubblico ministero Felice De Benedittis sarebbe bastata una “tempestiva esecuzione degli esami strumentali necessari e in particolare una Tac avrebbero consentito di formulare anticipatamente la diagnosi”.

E’ arrivato questa mattina nel cimitero di Castelvetrano, precisamente alle ore 08,10, il carro funebre con a bordo il corpo di Matteo Messina Denaro.

Dopo avere effettuato l’autopsia all’ospedale di L’Aquila il carro funebre è partito, ampiamente scortato, alla volta della Sicilia.

Al seguito del carro funebre vi sono state tre auto di parenti, tra i quali la nipote-avvocato Lorenza Guttadauro che ha seguito lo zio durante la malattia. Presenti anche le sorelle del boss Bice e Giovanna e il fratello Salvatore. Tra i parenti anche Vincenzo Panicola (marito di Patrizia Messina Denaro che è in carcere insieme alla sorella Rosalia) e alcuni nipoti del boss.

La Procura de L’Aquila, in accordo con la Procura di Palermo, ha disposto l’autopsia per dissolvere eventuali contestazioni sull’applicazione del regime 41 bis su un malato di tumore al colon al quarto stadio.

Fondi europei: il presidente Schifani riceve il ministro Fitto a Palazzo d’Orleans: “Al lavoro per spendere tutte le risorse a disposizione”. Gli interventi.

La progettazione degli investimenti e la spesa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in Sicilia sono oggetto di una sempre più serrata interlocuzione tra Palermo e Roma. Da ultimo, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha appena ricambiato a Palazzo d’Orleans la recente trasferta nella Capitale del presidente della Regione, Renato Schifani. I due hanno discusso della programmazione del Fondo di sviluppo e coesione 2014/20 e 2021/27, del Pnrr e della Zes (Zona economica speciale) unica per il Sud.

E Schifani riferisce: “Con il ministro Fitto abbiamo avuto un incontro molto utile ed estremamente formativo per quanto riguarda la gestione dei fondi extraregionali per il recupero delle somme della programmazione 2014-2020 e per il buon utilizzo di quelle relative al 2021-2027. La presenza costante del ministro è elemento di garanzia e riferimento per la richiesta di consigli nell’interesse della Sicilia. Ci attendono quattro anni impegnativi. Le sensazioni sono quelle di una crescita da parte della Regione, forse migliore rispetto al passato. Inoltre, quest’anno – lo ribadisco – contiamo di riuscire ad approvare la manovra finanziaria entro l’anno solare”.

E il ministro Fitto spiega: “Con la Regione stiamo lavorando affinché le risorse del Fondo di sviluppo e coesione possano essere spese e, d’intesa con la Commissione europea, evitare rischi di disimpegno. L’idea è quella di correggere il tiro non per una regione ma per l’intero sistema. A livello generale l’obiettivo è non perdere nemmeno un euro. Andiamo avanti su un disegno strategico e comune che colloca in Europa un’area fondamentale del Mediterraneo, il Sud, come unica Zona economica speciale. Con il presidente Schifani e gli assessori abbiamo fatto il punto su alcune questioni: sulla fase di verifica, assestamento e modifica rispetto al Pnrr che impatta con le situazioni di carattere regionale, e sull’utilizzo del Fondo di coesione precedente e futuro. E’ stata fatta un’analisi sulla programmazione 2014-2020, per giungere a una valutazione positiva dell’uso delle risorse e quindi mettere in campo una strategia efficace per la spesa integrale di quanto è a disposizione” – conclude. Come già emerso e denunciato, le risorse dei fondi strutturali destinati alla Sicilia sono quelle più a rischio disimpegno del ciclo di programmazione 2014-2020 della politica di coesione europea. Infatti mancano all’appello oltre 1,6 miliardi di euro. Per evitare il disimpegno, l’Italia dovrebbe assorbire i fondi ancora non spesi né rendicontati entro il 31 dicembre 2023. Ma, a giugno 2023, la Sicilia ha speso e rendicontato solo il 61,7% del Fondo di sviluppo regionale, quindi circa 2,6 miliardi su 4,2. E solo il 65,4% del Fondo sociale europeo, che ammonta in totale a circa 820 milioni di euro.

Giuliana Miccichè

A piangere è oggi la scuola agrigentina. Una sua illustre figlia, purtroppo, ci ha lasciati prematuramente. Wilma Greco, docente di lingua inglese in servizio presso la sede carceraria, conosciutissima e stimata donna dalle brillanti doti umane e dalla indiscussa professionalità.
L’Editore, il Direttore e tutto lo staff di sicilia24h.it si stringe attorno al dolore delle sorelle Teresa e Rosellina.
Pubblichiamo di seguito un racconto di Wilma Greco, tratto da “La bic nera” che si è classificato al primo posto alla quinta edizione del concorso “Raccontami, o Musa” (2021)

«Perché in carcere?» me l’hai chiesto più volte.

Perché tra queste quattro pareti, ferite da una porta di ferro e grate alla finestra, muri umidi e spogli, vestiti solo dei vostri disegni scoloriti, odoranti di muffa, cibo stantio e umanità?
Difficile da spiegare.
In ognuna di voi rivedo di me stessa una linea d’ombra, o di luce che poi è la stessa cosa. Dipende da dove si guarda.
Sono come voi, l’ho già detto, nella vulnerabilità; ma non sono come voi; ognuna è un universo, nella sua irripetibile individualità e nella molteplicità di esperienze che hanno segnato la nostra esistenza.
Sai cosa mi differenzia da voi? Io ho già attraversato la terra di nessuno: quel luogo terzo diverso dalla partenza e dalla meta, quello che ci fa mancare il fiato, tremare la terra sotto i piedi.
A tutti, credo, capita di attraversarlo, a volte inconsapevolmente, altre volte con impegno di energie.
È forse questo il motivo per cui ho deciso di lavorare in un luogo di frontiera? Per accompagnarvi sulla soglia di un’altra voi?
Per trovare bellezza laddove nessuno immagina che possa esistere? Infaticabile cercatrice di ciò che sembra perduto.
O piuttosto è un mezzo per dare un senso alla mia anima fragile?
Può essere! Può essere che davvero alcune scelte nascondano questa ricerca di senso e non escludo che nel mio voler stare nel cerchio con voi sia sospeso il filo per giungere a me stessa, a quella bambina, poi giovane donna, che non si è mai amata abbastanza.
Riprendo a scorrere la tua lettera:
“Con il passare del tempo conoscerla è stato un regalo per tutte noi: lei così solare e allegra, con quella capacità di ridere o piangere con noi; di guardarci dentro e farci sentire dure come il pane di ieri e delicate come un plumcake appena sfornato…e soprattutto importanti per qualcuno”.
Eccola, la bellezza. E non solo quella.
Nel cerchio cedono i confini, si insegna e si impara. Tu mi hai insegnato che la lotta fa parte della vita. La scelta non è tra accettarla o meno: la scelta è tra crollare, o andare sino in fondo per poi risalire e potere di nuovo sognare; andare avanti senza inaridire, facendo appello a risorse intime che attendevano solo di essere partorite.
Tolgo il tappo della mia bic nera, che ormai nessuno più mi soffia da sotto il naso, e comincio a scrivere anch’io.
Wilma Greco

 “Una giornata memorabile per Realmonte”. Finalmente dopo anni di contenzioso con una trattativa tra le parti questo pomeriggio la “questio” Scala dei Turchi si è conclusa con la cessione a titolo gratuito delle particelle di proprietà del privato  al comune di Realmonte. Un percorso di condivisione  tra la pubblica amministrazione ed il privato, che aprirà nuovi orizzonti al sito in merito alla pianificazione dei programmi futuri. La cessione è avvenuta nel pomeriggio all’interno dello studio del notaio Giuseppe Fanara a Porto Empedocle, alla presenza del sindaco avv. Sabrina Lattuca  e della controparte, il dr Ferdinando Sciabbarrà, dei rispettivi legali, gli avv.ti Vincenzo Caponnetto e Antonino Cremona e degli  assessori comunali, Emanuele Fiorica, Antonino Fugallo, Domenico Coco e Gloria Arrigo in contatto da remoto, del vice presidente del Consiglio Comunale, Irene Pilato, assente il presidente Felice Vaccaro per motivi personali e dei consiglieri di maggioranza Pasquale Valenti, Roberto Iacono, Melissa Arcuri e  Assunta Infurna.  Un ulteriore  passo avanti  mirato alla tutela, valorizzazione e promozione di uno  dei luoghi  piu ’belli al mondo.

È un traguardo storico – afferma l’avvocato Lattuca – come sindaco di Realmonte, non posso che manifestare la mia enorme soddisfazione. Un lavoro di squadra che ci ha consentito di raggiungere questo grande traguardo. Ringrazio il dott Sciabbarra’, che con un atto di grande generosità, ha mostrato a tutti che si può avere grande senso civico consentendo all’ente pubblico di tutelare un bene che è al contempo meraviglioso e fragile. Ringrazio, inoltre, l’avvocato Caponnetto che ha, con grande professionalità, tutelato le ragioni dell’ente .Ringrazio, inoltre- tutta l’Amministrazione, ed in particolare gli assessori, i consiglieri e i tecnici comunali che hanno garantito e seguito ogni passaggio tecnico e amministrativo, un grande lavoro di squadra per la tutela dell’intera comunità di Realmonte  e della meravigliosa Scala dei Turchi, candidata a diventare bene UNESCO”.

Il sindacato Confasi Scuola lancia una petizione on line sul proprio sito https://confasiscuola.it/index.php/petizione-confasi-scuola contro la nuova edizione della Carta del Docente per l’anno scolastico 2023/2024 riservata, secondo il Miur, ai soli docenti di ruolo e agli esercenti. Per Davide Lercara, presidente regionale della Confasi e coordinatore nazionale del comparto scuola ” non è possibile accettare che che i docenti con cattedra al 30 giugno siano esclusi dal poter richiedere la Carta del Docente e che per ottenere un diritto legittimo debbano  fare ricorso giudiziario con aggravio di spese legali. Non è possibile, inoltre, che i docenti precari debbano ripresentare ricorso in maniera ciclica ogni 5 anni per ottenere i 5 anni di arretrati della medesima carta. Questo accade quando si vuole portre rimedii ad un immenso vulnus normativo, ma la toppa è peggio del buco”.E’ ridicolo– prosegue ancora Lercara, sottoporre i docenti a continue spese legali per ottenere qualcosa che gli spetta per diritto“.”Per queste motivazioni– conclude Lercara- lanciamo oggi una petizione sul nostro sito chiedendo che la Carta del Docente possa essere richiesta da tutti i docenti con supplenza sia al 31 agosto che al 30 giugno e che possa essere richiesta sia per l’anno 2023 che per gli anni a seguire, con procedura amministrativa e non tramite contenzioso legale”.

Apprendiamo da notizie di stampa di numerose lamentele da parte di alcuni passeggeri che hanno utilizzato il Treno dei Templi da Caltanissetta a Porto Empedocle, in ordine alla presunta inaccessibilità del Parco Archeologico dalla fermata Tempio di Vulcano.

La nostra associazione, chiamata in causa, reputa opportuno spiegare in primo luogo alla collettività la situazione che si è generata negli anni ed i problemi che affliggono l’area del Tempio di Vulcano.

Come è noto la questione affonda le sue radici negli anni passati, intorno al 2008, quando Ferrovie Kaos pionieristicamente ha iniziato ad occuparsi del tema della riattivazione della ferrovia Agrigento – Porto Empedocle, chiusa all’esercizio commerciale dal lontano 1976, insistendo sulla necessità di riattivare la linea quanto meno al trasporto turistico, considerato il pregevole attraversamento della Valle dei Templi e della fermata appositamente realizzata al suo interno in prossimità del Tempio di Vulcano.

Negli anni successivi grazie al meritorio operato delle Ferrovie dello Stato, ed in particolare della Fondazione FS, la linea è stata progressivamente riqualificata e oggi, nel 2023, risulta essere interamente ammodernata, con un investimento che ammonta a svariati milioni di euro, che consente il transito di qualsiasi tipologia di convoglio ferroviario, anche i più recenti.

Una problematica che non è stata mai realmente affrontata dalle istituzioni preposte è quella dell’accessibilità al Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento: i passeggeri dei treni, infatti, arrivando alla fermata Tempio di Vulcano, si trovano di fatto in una area che pur essendo ubicata nel cuore della Valle e a pochi metri a piedi dal Tempio dei Dioscuri, è di fatto inspiegabilmente interdetta al pubblico.

 Negli anni passati, quando la nostra associazione si occupava dell’organizzazione dei treni per turisti e studenti, il problema è sempre stato bypassato mediante continue interlocuzioni con il Parco Archeologico, che di volta in volta deve coinvolgere un custode per l’apertura e la chiusura di un cancello che versa in precarie condizioni di manutenzione. Quando l’organizzazione dei treni fa capo ad altri enti (charter privati, enti pubblici, ecc.) e soprattutto si ripetono nel tempo con programmi articolati, si pone il problema dell’accesso alla Valle.

Dalle notizie in nostro possesso anche in occasione dei treni promossi quest’anno dall’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana, il Parco Archeologico era stato informato del transito dei convogli; tuttavia, per ragioni a noi ignote, non è stato possibile disporre l’apertura del famoso cancello, di fatto rendendo impossibile la visita all’area archeologica e generando polemiche e malumori. Chi ha visitato il Giardino della Kolymbethra, ha scavalcato a proprio rischio e pericolo la sede ferroviaria o la recinzione (divelta) del cancello.

Per far fronte a questa situazione di costante incertezza e sostanziale anarchia che scoraggia l’accesso alla valle ai turisti che scelgono il treno per visitarla, alla luce degli enormi investimenti posti in essere dalle Ferrovie dello Stato, tramite la Fondazione FS, per il ripristino e ammodernamento della Ferrovia dei Templi (compreso il rifacimento della fermata Tempio di Vulcano), siamo a proporre le seguenti soluzioni tecniche:

·        Valorizzazione dell’Area Tempio di Vulcano, da sempre considerata ai margini del Parco Archeologico, mediante affidamento in gestione a soggetti terzi (pensiamo il FAI, ma anche alle stesse FS che in passato avevano manifestato la propria disponibilità);

·        Realizzazione di un percorso in sicurezza da Tempio di Vulcano alla collina dei templi, anche tramite passerella che consenta ai passeggeri dei treni di scegliere se optare per la visita al Giardino della Kolymbethra o direttamente dirigersi ai templi;

·        Attivazione servizio biglietteria fisica in previsione dell’arrivo dei treni; nelle more co-gestione del cancello di accesso al fine di assicurare il transito ai visitatori in occasione del passaggio dei convogli;

La nostra associazione ha sempre mostrato apprezzamento per l’operato del Direttore del Parco Archeologico di Agrigento Arch. Roberto Sciarratta, sempre in prima linea per favorire l’accessibilità all’area archeologica in particolar modo alle persone con difficoltà deambulatorie. Il treno, sia quello storico/turistico che l’ordinario regionale, rappresenta indubbiamente il vettore d’elezione per l’accesso alla Valle dei Templi, motivo per cui non riusciamo a comprendere l’ostilità che vi sia, a più livelli, nel ripristino di un servizio essenziale che contribuirebbe a liberare la nostra meravigliosa Valle dal traffico automobilistico che, specie in estate e in occasione delle prime domeniche del mese, congestiona le arterie cittadine. Si tratta di una scelta di civiltà e auspichiamo che possa essere sposata da tutti gli attori chiamati in causa.

L’accusa, oltre ad essere pesante, è assolutamente umiliante per due maestrine in servizio in un asilo di Agrigento le quali, eroicamente, nel corso della loro attività, hanno preso a schiaffi, dato sculacciate e persino un calcio ad un bimbo di sei anni che soffriva di disturbi di emotività a causa della sua disabilità.

“Soltanto” quattro anni e un mese di reclusione per le due eroine, inflitti dal Gup del Tribunale di Agrigento Giuseppa Zampino. Le due donne sono state salvate da una condanna più lunga grazie alla richiesta di celebrare il processo con il rito abbreviato.

Per le due imputate è stata disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e il pagamento alla persona offesa di una provvisionale immediatamente esecutiva di 20 mila euro.

Il pubblico ministero Gaspare Bentivegna aveva chiesto la condanna a sei anni di carcere. Alla richiesta si era associato anche il legale di parte civile. I fatti contestati risalgono al 2020. La madre del piccolo disabile, insospettita dai lividi sul corpo, si era rivolta ai carabinieri che avevano avviano un’indagine e piazzato delle telecamere nascoste nella classe. Telecamere che hanno permesso di accertare le violenze.