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Ieri, in Licata, personale del Commissariato P.S. di Licata a seguito di una sentenza definitiva ha dato esecuzione  ad una Ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo con la quale ad un sessantenne palmese è stata applicata la misura alternativa della detenzione domiciliare. L’uomo dovrà espiare una pena complessiva di anni 1 e mesi 9 per i reati di furto di energia elettrica, furto di acqua mediante allaccio abusivo a conduttura pubblica.

 

L’Assemblea dei Sindaci, consorziati al “Tre Sorgenti”, ha deliberato, all’unanimità dei presenti, l’atto di indirizzo con il quale, l’attuale Commissario del “Tre Sorgenti”, Carmelo Vaccaro, autorizzerà all’Aica l’uso dei locali, di proprietà del Consorzio, posti al piano terreno di Largo Verri a Canicattì, che l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini utilizzerà, in comodato d’uso, come proprio sportello a favore dei canicattinesi e non solo. Vaccaro, nominato dall’assessore regionale agli Enti Locali, Marco Zambuto, commenta: “Come si può notare il Consorzio vive, e credo che i Sindaci abbiano idee molto chiare sul suo futuro. Credo più che mai che dopo circa 100 anni il ‘Tre sorgenti’ non rimarrà solo una risorsa idrica ma uno strumento attraverso il quale i Sindaci associati potranno sviluppare nuovi servizi”.

“Un’altra tragedia familiare, nel giro di pochi giorni, ha scosso le nostre coscienze. Un ulteriore segnale di fragilità, che ci lascia sgomenti e richiede da parte di tutti — società civile e comunità cristiane, istituzioni e agenzie educative, famiglie e singoli individui — una maggiore attenzione alle nuove povertà di questo tempo. Una nuova ferita, che non può alimentare l’odio verso l’uccisore, ma non può neppure lasciarci indifferenti di fronte al male che serpeggia nei nostri contesti, a partire da quelli più sacri.
Nella festa della Presentazione di Gesù al tempio, mentre celebriamo l’accoglienza della Luce che rischiara le tenebre del mondo, imploro dal Dio della vita la pace eterna per Vincenzo Gabriele; esprimo la mia vicinanza ai familiari, agli amici e all’intera comunità di Raffadali; esorto tutti a una maggiore vigilanza sulle persone più vulnerabili e sulle situazioni familiari più delicate, perché nessuno sia lasciato da solo a portare pesi insostenibili e perché la solidarietà umana e cristiana prevenga altre simili tragedie.”

+ Alessandro Damiano

Si è tenuta questa mattina l’audizione della Pro Loco Montallegro e del Sindaco Cirillo presso la Commissione parlamentare Territorio e ambiente dell’ARS.

Una delegazione della Pro Loco Montallegro, infatti, ha  partecipato ai lavori della seduta odierna per affrontare le problematiche sorte a seguito del nuovo progetto per la realizzazione di un impianto di biogas derivante dal trattamento e recupero della frazione organica da raccolta differenziata (FORD) presentato dalla ditta “Catanzaro costruzioni” s.r.l. che dovrebbe sorgere in adiacenza alla mega discarica di rifiuti gestita dalla stessa.

Nel corso della seduta la Pro Loco ha depositato un documento alla Commissione parlamentare attraverso il quale sono stati illustrati i gravi problemi connessi al tema dello smaltimento dei rifiuti, come l’alta incidenza dei tumori (l’indice di mortalità legato a cause tumorali nel territorio di Montallegro risulta il doppio della media nazionale; un decesso su due, difatti, è legato a patologie tumorali), e la salvaguardia dei beni paesaggistico-ambientali insistenti nel territorio.

Ai membri della Commissione, il Presidente Giosuè Scalia ed il Vice Presidente Rosanna Iacono hanno levato forte il grido di una comunità che ha già patito da diversi anni un sacrificio enorme in termini di salute e di ambiente e che oggi esige “una riparazione che, in primo luogo, deve inevitabilmente passare dal porla al riparo da ulteriori lesioni che finirebbero per aggravare una condizione dalla quale la comunità ha interesse di affrancarsi e non, invece, a legarsi per i prossimi decenni.

Sensibilità è stata mostrata dal Presidente della IV commissione Territorio e Ambiente dell’Ars, on. Giusy Saverino, il quale ha espressamente riconosciuto come il territorio montallegrese abbia subito per oltre quindi anni una irreparabile aggressione ecologica.

La Pro Loco, preso atto di tale riconoscimento, ha invitato il Presidente e tutti gli on.li membri della IV commissione dell’ARS a porre in essere quelle iniziative, politiche ed istituzionali, conseguenziali a tale autorevole riconoscimento.

In particolare, è al Governo Regionale che la Pro Loco di Montallegro guarda con estrema attenzione: il prossimo 10 febbraio, infatti, andrà in Giunta la proposta di delibera sull’opposizione presentata dal Comune avverso la conferenza decisoria che dovrà decidere se concedere, o meno, alla ditta Catanzaro, ancora una volta in territorio di Montallegro, un impianto per lo smaltimento dei rifiuti.

Auspichiamo – concludono Scalia e Iacono – che l’Assemblea Regionale Siciliana, tramite la IV Commissione, nel rispetto dei poteri che le sono propri, passi dalle parole ai fatti e approvi un apposito atto di indirizzo alla Giunta per bloccare definitivamente questo ulteriore impianto di immondizia nel territorio di Montallegro”.

Sul provvedimento di VIA (valutazione impatto ambientale) rilasciato dall’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, peraltro, pende un ricorso al TAR Sicilia Palermo proposto dall’associazione Pro Loco Montallegro con il patrocinio degli avvocati Santo Botta e Teodoro Caldarone che verrà trattato all’udienza del prossimo 10 marzo 2022.

Il coordinatore LegaCoop Sicilia Agrigento – Palermo – Trapani, Domenico Pistone, interviene in riferimento alla scelta di sostenere il turismo ferroviario in Sicilia con 60 milioni di euro del Pnrr. Pistone afferma: “Si tratta di una strategia corretta per costruire una reale prospettiva di rilancio economico e sociale di molti territori grazie, sopratutto, agli effetti benefici che il turismo lento, culturale e sostenibile potrà avere in Sicilia, il tutto favorito anche dalla Legge Iacono del 2017 che individua specifici investimenti di Rete Ferrovie Italia, compresa la tratta Agrigento – Porto Empedocle. Come Legacoop Sicilia siamo convinti che il potenziamento del turismo ferroviario, attraverso il recupero ed il riuso di reti ferroviarie dismesse e la costruzione di nuovi segmenti turistici in grado di valorizzare il paesaggio, unitamente al patrimonio culturale ed archeologico delle nostre comunità, rappresenti un’occasione irripetibile che va colta in modo convinto e determinato. Auspichiamo infine che arrivi un ulteriore input a Rete Ferrovie Italiadi procedere alla realizzazione di uno studio per la progettazione di un nuovo e moderno collegamento ferroviario tra Agrigento, Sciacca e Trapani, in luogo del vecchio tracciato dismesso dal 1986 e ormai irrecuperabile, al fine di superare l’isolamento che ha caratterizzato questi territori per oltre un trentennio e chiudere, finalmente, l’anello ferroviario siciliano”.

I Carabinieri della Compagnia di Licata hanno arrestato ai domiciliari Angelo Consagra, 53 anni, sorpreso in possesso di droga, alcune armi clandestine e munizioni nel garage della propria casa di campagna. Più in particolare, nel corso di una perquisizione nell’abitazione di Consagra, assistito dall’avvocato Gianfranco Pilato, i Carabinieri hanno trovato 90 grammi di marijuana, 2 carabine ad aria compressa sprovviste di numeri e contrassegno, 5 tubi modificati per un congegno artigianale da sparo, una fiocina e numerose munizioni.

Nel 2013, la ditta individuale P.G., dopo aver ottenuto un contributo per un importo di 40.000 mila euro quale premio di primo insediamento su un finanziamento complessivo di oltre 370 mila euro nell’ambito del PSR Sicilia 2007/2013 – Pacchetto Giovani 2010, veniva raggiunta da una informativa interdittiva antimafia per una presunta permeabilità mafiosa a seguito della quale veniva chiesta alla ditta la restituzione della somma già erogata a titolo di premio e avverso la stessa proponeva ricorso dinanzi al giudice amministrativo al fine di ottenerne l’annullamento.

Successivamente, a fronte del lungo lasso di tempo intercorso dall’adozione del provvedimento interdittivo (6 anni) e mosso evidentemente dall’intento di affrancarsi dall’infamante “marchio” di contiguità mafiosa impressogli e non perdere irrimediabilmente il finanziamento ottenuto, il titolare della ditta presentava apposita istanza di aggiornamento dell’informativa precedentemente resa, essendo venute meno le circostanze che avevano dato luogo all’emissione del provvedimento. Istanza che, tuttavia, veniva respinta dalla Prefettura con le stesse argomentazioni che avevano giustificato il giudizio di contiguità mafiosa reso in precedenza.

La ditta, a questo punto, si vedeva costretta a proporre un ricorso giurisdizionale innanzi al Tar Sicilia Palermo, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, al fine di ottenere l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione, di tale ulteriore provvedimento interdittivo.

In particolare, gli avv.ti Rubino e Alfieri censuravano in giudizio la grave carenza di istruttoria e di motivazione inficianti il provvedimento che, con le medesime argomentazioni, aveva confermato il precedente giudizio di contiguità mafiosa senza accertare di contro l’esistenza e l’attualità delle circostanze fattuali a suo tempo riscontrate; il tutto, con grave ed irreparabile pregiudizio per la vita sociale ed economica della ditta assistita, estranea, invece, agli interessi della criminalità organizzata.

I giudici del T.A.R. Sicilia – Palermo, condividendo le censure sollevate dagli Avv.ti Rubino e Alfieri, e riconosciuta l’assenza di “elementi sintomatici, concordanti e univoci” adeguati a sorreggere un “giudizio prognostico circa la possibile condizionalità dell’impresa da parte dell’associazione mafiosa”, dopo aver accolto dapprima la domanda cautelare della ditta per la sospensione del provvedimento impugnato, accoglievano nel merito il ricorso, con conseguente annullamento del provvedimento interdittivo.

La suddetta sentenza veniva appellata dal Ministero dell’Interno e dall’A.N.A.C. con ricorso proposto dinanzi al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana nel quale si costituiva anche la ditta P.G., sempre difesa dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Lucia Alfieri.

Anche in appello, il C.G.A., confermando la sentenza di primo grado, ha ritenuto insussistenti in capo alla ditta elementi riconducibili ad una contiguità mafiosa della ditta.

Per effetto di tale pronuncia e dell’annullamento del provvedimento impugnato, la ditta individuale P.G. non dovrà, pertanto, restituire i 40.000 mila euro già erogati quale premio di primo insediamento e, portando a termine il progetto, potrà conseguire il finanziamento al quale la stessa è stata ammessa nell’ambito delle misure del PSR Sicilia 2007/2013 per oltre 370 mila euro.

“Anche se l’impianto di biogas che si vorrebbe costruire a Montallegro è tecnicamente fattibile, questo non vuol dire che sia opportuno realizzarlo, perché politicamente sarebbe una scelta scellerata per il territorio. Purtroppo il governo regionale, spesso e volentieri, si abbandona per viltà alle scelte dei tecnici che avvantaggiano più i privati, anziché decidere per il bene collettivo dei cittadini, come invece la buona politica dovrebbe sempre fare”. Lo dichiara Giovanni Di Caro, deputato regionale del Movimento 5 Stelle, al termine dell’audizione di oggi, in commissione Ambiente e territorio all’Ars, da lui stesso richiesta per far emergere le numerose contraddizioni intorno all’idea di realizzare l’impianto nel territorio agrigentino.

“Il territorio di Montallegro – prosegue Di Caro – ha già pagato un prezzo carissimo: è martoriato da 15 anni dalla presenza di una delle discariche più grandi della Sicilia, dove sono stati abbancati milioni di tonnellate di rifiuti, con evidenti danni ambientali e la popolazione esposta a un impatto molto preoccupante. Dati raccolti di recente hanno permesso di accertare che l’indice di mortalità legato a cause tumorali risulta essere il doppio rispetto alla media nazionale. Il nuovo impianto per realizzare compost e biogas lo si vorrebbe collocare accanto alla discarica, trasformando un sito agricolo (in zona vincolata dal Piano paesaggistico provinciale, tra l’altro), in una zona industriale destinata allo smaltimento e alla lavorazione dei rifiuti. La scelta finirebbe col favorire ulteriore inquinamento, penalizzando ancora la comunità e ignorando l’alta vocazione turistica dell’area. Inoltre oggi in commissione sono state evidenziate notevoli criticità nel procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via), che non ha tenuto conto di molti aspetti che rendono il progetto incompatibile con la tutela ambientale prescritta dagli strumenti di pianificazione territoriali. Basterebbe già questo per suggerire a un governo regionale attento e lungimirante di tornare sui propri passi. Ma il governo Musumeci è attento e lungimirante? Questo dobbiamo ancora capirlo”, conclude Di Caro.

Al settimo tentativo, dopo sei aste andate deserte, la Terme di Sciacca SPA ha venduto l’ex Motel Agip ad una società di Agrigento. Sfuma così, per il Comune di Sciacca, la possibilità di acquisirlo compensando parte dei crediti vantati con la società in liquidazione. L’amaro commento del deputato regionale Matteo Mangiacavallo.

“E’ una grande opportunità persa per Sciacca – dichiara Matteo Mangiacavallo – che denota, semmai ce ne fosse ancora bisogno, una totale assenza di visione dell’attuale amministrazione comunale verso il futuro della nostra città. Nei mesi scorsi si era sparsa la voce di un interessamento del Comune di Sciacca verso questo bene, considerato che il credito vantato nei confronti della società termale in liquidazione rimane superiore al valore attuale, direi quasi irrisorio, col quale è stato ceduto l’ex Motel Agip. Ma di concreto non è stato prodotto nulla e sulla scrivania del commissario liquidatore Carlo Turriciano non è mai arrivato nulla. ”

“Ho sempre detto che quei locali rappresentano il biglietto da visita della città di Sciacca – continua il parlamentare saccense – e sarebbero stati il luogo ideale dove creare una sorta di centro direzionale dove trasferire anche gli uffici comunali a servizio ai cittadini, anche al fine di ridurre la portata del traffico veicolare “necessario” verso il centro storico. Invece, questa amministrazione ha scelto di non considerare plausibile questa grande opportunità, lasciando questo bene all’utilizzo di privati che, ce lo auguriamo tutti, possano adesso concorrere a creare strumenti di crescita per la nostra città”.

“La programmazione regionale dei fondi del Pnrr destinati al settore sanitario e sociosanitario passerà al vaglio dell’Ars, saranno ascoltati i rappresentanti dei territori e delle parti sociali, e saranno sentiti la prossima settimana i direttori generali delle Asp per esaminare nel dettaglio il piano di spesa ancora in fase istruttoria e apportare, se necessario e laddove possibile, delle modifiche”. Lo fa sapere la presidente della sesta commissione dell’Assemblea regionale siciliana, Margherita La Rocca Ruvolo, a margine dell’audizione dell’assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza, in ordine alla programmazione regionale dei fondi del Pnrr destinati al settore sanitario e socio sanitario che ammontano a circa 800 milioni di euro.

“L’assessore – spiega La Rocca Ruvolo – ha esposto alla commissione la bozza del piano di spesa, la sottoscrizione del contratto di sviluppo è prevista entro giugno. Di fatto, è partito oggi un primo confronto politico-istituzionale sulla base dei primi elementi tecnici emersi dal piano per il potenziamento dell’assistenza territoriale tramite la creazione di ospedali di comunità, l’assistenza domiciliare, lo sviluppo telemedicina e con il rafforzamento del personale medico e sanitario. L’assessore Razza, che ha sottolineato l‘importanza del confronto per la definizione di proposte condivise, ha fatto sapere di aver già convocato per la prossima settimana le parti sociali”.