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La Corte d’Appello di Palermo ha condannato a pene comprese tra i 4 e gli 11 anni di reclusione 5 dei 7 imputati al processo su infiltrazioni mafiose nel settore delle scommesse sportive istruito dalla Procura antimafia. Tre le assoluzioni. A 10 anni è stato condannato Salvatore Rubino, a 11 Francesco Paolo Maniscalco, a 9 Vincenzo Fiore, a 4 Girolamo Di Marzo, a 4 anni e 6 mesi Christian Tortora. Scagionati Elio e Maurizio Camilleri e Giovanni Castagnetta dall’imputazione di intestazione fittizia di un’agenzia di scommesse. Gli imputati rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori aggravato dal favoreggiamento mafioso. Il processo, celebrato in abbreviato, è frutto di un’indagine della Guardia di Finanza che ha svelato gli interessi dei clan nel settore dei giochi e delle scommesse sportive, e le complicità di alcuni imprenditori che avrebbero riciclato i guadagni per conto dei boss. L’inchiesta ha determinato il al sequestro di attività economiche e beni per oltre 40 milioni.

Ad Agrigento, giovedì prossimo 10 febbraio, nella caserma “Anghelone” della Polizia, in via Crispi, alle ore 12, si svolgerà una cerimonia commemorativa in ricordo del sacrificio del valoroso funzionario di Polizia, Giovanni Palatucci, ex questore reggente di Fiume, riconosciuto “Giusto tra le nazioni”. L’iniziativa si svolgerà nei pressi dell’albero di ulivo piantumato lo scorso anno per la ricorrenza. Giovanni Palatucci è stato un poliziotto italiano, vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza e Medaglia d’oro al merito civile, che tanto si prodigò a favore degli ebrei perseguitati dai nazisti fino a morire di stenti nel campo di concentramento di Dachau.

Com’è noto, il  Paese sta subendo un caro-energia senza precedenti che rischia di dare un colpo letale a tutto il settore produttivo – affermano, in una nota congiunta, la Coordinatrice di Fratelli d’Italia per Agrigento, avv.Daniela Catalano, ed il Commissario provinciale del partito, dott. Calogero Pisano – non possiamo non ascoltare e farci, al contempo, portavoce del grido di aiuto che giunge dai ristoratori agrigentini, dai titolari di locali della cosiddetta movida-ridotta, se non interrotta, da ben due anni, cui si aggiungono quei pochi negozi cittadini che ancora mantengono, con sommo sforzo, la saracinesca alzata e, in generale, le tante altre attività imprenditoriali di agrigentini coraggiosi ma, ormai, stremati.

Di fatti, al lockdown economico per numerose categorie, con effetti anche sulle famiglie, si aggiunge, nel silenzio imbarazzante delle altre forze politiche, caro-energia che rischia di inginocchiare attività già semi ferme a causa del picco pandemico e che piuttosto di  sperare in qualsivoglia forma di ristoro sono destinatarie, proprio in queste settimane, di bollette per utilizzo (o non utilizzo) di gas e luce riportanti cifre esorbitanti e non sostenibili.

Con l’auspicio che le forze di governo tornino ad occuparsi del MONDO REALE, manifestiamo la più ampia disponibilità a sostenere in ogni sede e ad ogni livello le ragioni delle aziende e, conseguentemente, delle  famiglie che, eroicamente, tentano di resistere agli effetti,sempre più seri,  di un’ emergenza sanitaria divenuta, oramai, anche emergenza economica”.

Ieri i Carabinieri della Compagnia di Canicattì, unitamente a quelli del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Palermo e del Centro Anticrimine Natura di Agrigento, hanno sequestrato un centro ippico sito in contrada Calandra di Canicattì.

L’operazione è durata l’intera giornata ed ha visto impegnati 50 militari inviati dal Comando Provinciale di Agrigento per eseguire delle perquisizioni nella periferia canicattinese.

La manovra si è poi concentrata sul maneggio di contrada Calandra, dove gli operanti hanno ispezionato la struttura, molto rinomata, ampiamente pubblicizzata su Facebook e protagonista con i suoi cavalli dei più importanti eventi folkloristici.

Mentre gli specialisti del NAS censivano gli equidi (cavalli, pony ed asini) presenti nelle piccole ed approssimative stalle dislocate tra l’allevamento ed il maneggio della struttura (una parte della quale è risultata abusiva), apparsa come una depandance della casa padronale, i Carabinieri Forestali verificavano l’impatto del sito sull’ambiente, rilevando la copiosa presenza di rifiuti speciali dispersi sul territorio di pertinenza dell’azienda.

Al termine del controllo, 6 dei 17 equidi presenti sono risultati privi di microchip e di dubbia provenienza, oltre che di non accertata sottoposizione alla profilassi sanitaria, così da determinare i Carabinieri del NAS a procedere all’apposizione del vincolo sanitario / sequestro per l’intero maneggio.

Inoltre, la verifica delle condizioni di cura della salute degli animali ha indotto i militari a ritenere il titolare dell’azienda responsabile di 2 violazioni penali, per le quali si è proceduto al suo deferimento alla Procura della Repubblica di Agrigento.

Lo stesso hanno fatto i Carabinieri del CAN, che hanno deferito il tale alla Procura di Agrigento perché ritenuto responsabile della gestione non autorizzata di rifiuti speciali.

Il centro ippico, con gli animali presenti all’interno, resta sotto sequestro, impossibilitato a svolgere qualsiasi attività fino a quando non sarà possibile accertare la provenienza degli animali e la loro corretta profilassi.

3.463 i nuovi casi di coronavirus registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore a fronte di 28.099 tamponi processati. L’indice di positività è al 12.32%. Le vittime sono state 25 mentre i guariti sono 743. Attualmente in Sicilia ci sono 273.993 persone positive al covid, + 3.054 rispetto a ieri. Il numero dei ricoveri nei reparti ordinari è di 1.412, sono 127 i ricoveri in terapia intensiva con 11 nuovi ingressi.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 849; Catania 822; Messina 660; Trapani 349; Siracusa 306; Ragusa 265; Agrigento 248; Caltanissetta 245; Enna 78

I funerali di Pietro Carmina, 68 anni, da qualche anno in pensione dopo aver insegnato Storia e Filosofia al liceo classico Foscolo di Canicattì e quelli della moglie Carmela Scibetta, 61 anni, assistente sociale del Comune di Ravanusa ed una delle più strette collaboratrici del sindaco Carmelo D’Angelo, sono stati pagati dalla “Nh hotel”: la società dove, a Milano, lavora il figlio della coppia, Carmine di 32 anni. E per la società è stato un esemplare gesto di solidarietà e vicinanza al dolore del loro dipendente che ha perso i genitori nella strage di Ravanusa. A fare chiarezza, in merito ai funerali della coppia, è il legale del trentaduenne: l’avvocato Luigi Termini. Di questi due funerali si è occupata l’agenzia funebre Montana e Pennica di Michele Montana che ha applicato gli ordinari tariffari per le esequie che vengono celebrate a Ravanusa.

Il covid miete altre vittime in provincia di Agrigento. Il bollettino dell’Asp comunica che nelle ultime 24 ore si registrano due nuove vittime, una a Licata e l’altra a Campobello di Licata. Il bollettino dei morti in provincia dall’inizio della pandemia sale a 440.

480 i nuovi positivi, con 4 nuovi ricoveri e 110 guariti.

In ospedale ci sono 63 ricoverati mentre in degenza ordinaria/subintensiva sono 52: 30 si trovano al “Fratelli Parlapiano” di Ribera e 22 al San Giovanni di Dio di Agrigento. 8  i pazienti ricoverati in terapia intensiva: 3 al presidio ospedaliero riberese e 5 al San Giovanni di Dio. Tre persone (dato stabile) si trovano in strutture low care: 2 al Covid Hotel di Sciacca e una in un’altra struttura fuori provincia. Sono 12 (dato invariato) i pazienti ricoverati negli ospedali agrigentini, ma non residenti in provincia e che pertanto non sono inclusi nel totale.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento 1.624 casi (+62); Alessandria della Rocca a 50 (+1); Aragona: 175 (+6); Bivona: 28 (-1); Burgio: 22 (+2); Calamonaci: 63 (+2); Caltabellotta: 50 (+6); Camastra 42 (dato invariato); Cammarata: 316 (+10); Campobello di Licata: 284 (+7); Canicattì: 1.018 (+63); Casteltermini: 183 (+3) con 6 migranti (dato invariato) ospitati in un centro di accoglienza; Castrofilippo: 100 (dato invariato); Cattolica Eraclea: 58 (+1); Cianciana: 36 (dato invariato); Comitini: 10 (stabile); Favara: 890 (+33); Grotte: 148 (-1); Joppolo Giancaxio: 37 (stabile); Licata: 925 (+52); Lucca Sicula: 15 (stabile); Menfi: 154 (+10); Montallegro: 7 (dato invariato); Montevago: 26 (+2); Naro: 167 (+3); Palma di Montechiaro: 713 (+20); Porto Empedocle: 399 (+14); Racalmuto: 182 (-1); Raffadali: 424 (+9); Ravanusa: 393 (+7); Realmonte: 90 (-1);  Ribera: 239 (+19); Sambuca di Sicilia: 26 (stabile); San Biagio Platani: 36 (+1); San Giovanni Gemini: 402 (+21); Sant’Angelo Muxaro: 20 (dato invariato); Santa Elisabetta: 56 (+14); Santa Margherita di Belice: 98 (+11); Santo Stefano di Quisquina: 56 (+8); Sciacca: 775 (+30); Siculiana: 89 (dato invariato) con un migrante ospitato al “Villa Sikania”; Villafranca Sicula: 11 (stabile).

Ci sono 43 migranti (+3) in quarantena sulle navi di accoglienza.

I soldi sono stati anticipati per alcune vittime dallo studio legale che segue i parenti nella vicenda giudiziaria, per altri dalla ditta de Nord dove lavora un familiare, mentre altri parenti devono ancora pagare. «Le istituzioni, l’Italgas, nessuno ha ritenuto opportuno occuparsi di questa vicenda drammatica che ha costernato l’intero Paese» dice il legale.

Il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, sostiene che il Comune fin dall’inizio è stato tenuto al di fuori dalla “vicenda». «Dei funerali si sono occupati i titolari delle tre onoranze funebri del paese – spiega – abbiamo chiesto all’inizio: chi paga? E loro ci hanno risposto: ce la sbrighiamo noi con le famiglie. Noi non volevano che pagassero le famiglie ma ci hanno tirato fuori. Poi abbiamo saputo che alcuni funerali sono stati pagati dalle assicurazioni dell’ufficio legale di qualche familiare, dalla ditta di un altro. Noi eravamo e siamo disponibili a dare un contributo. Naturalmente la cifra di partenza non può essere diecimila euro: un funerale costa circa un terzo».

Valutato ed approvato, dal team del Joint Research Centre Covenant of Mayors della Commissione Europea il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima del Comune di Agrigento.

Il PAESC, redatto dall’ Energy Manager, ingegnere Guido Donato Mozer, con la collaborazione dell’Arch. Ivano Agostara  e il coordinamento dell’assessore alle politiche energetiche Gerlando Principato, è il libro concreto, azione per azione, che rende possibile raggiungere risultati non procrastinabili e mantenere l’impegno di sostenibilità ambientale preso con la città.

«Il comune di Agrigento che ha redatto il Paesc, avrà diversi vantaggi – spiega l’assessore Gerlando Principato – tra i quali ci saranno anche dei finanziamenti per aiutare il comune virtuoso. L’Unione Europea, infatti riconoscerà l’impegno dei comuni firmatari, stanziando dei contributi, per consentire il raggiungimento dell’obiettivo del -40% di emissioni entro il 2030. L’approvazione del Paesc – conclude Principato – è un importante risultato che dimostra che le azioni scelte dal Comune di Agrigento per la riduzione dei consumi energetici, le emissioni in atmosfera e per l’adattamento ai cambiamenti climatici sono in linea con le strategie europee».

“Sapere che il nostro lavoro  – commenta il sindaco Micciché – venga apprezzato e riconosciuto a livello europeo dal Patto dei sindaci è un motivo di grande soddisfazione e uno stimolo in più ad incrementare ulteriormente il nostro impegno su questo fronte.”

Come si ricorderà il Piano venne approvato dal Consiglio Comunale il 17 dicembre 2020 e presentato il 14 gennaio 2021 all’Ufficio del Patto dei Sindaci e alla Commissione Europea, il Piano è stato valutato ed approvato dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, a titolo di garanzia di conformità ai princìpi del Patto dei Sindaci. Si tratta di un controllo di qualità e di coerenza che contribuisce a garantire la credibilità e l’affidabilità dell’iniziativa del Patto dei Sindaci.