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I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi e dal vice Geneviève Di Natale, a conclusione di mirate indagini, hanno arrestato, al Centro d’accoglienza di Lampedusa, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio, 6 egiziani, tra i 32 e i 40 anni, ritenuti i componenti dell’equipaggio di un barcone di 10 metri sovraffollato con 70 migranti esposti a pericolo di vita. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal sostituto Elenia Manno, ruota intorno allo sbarco, il 20 gennaio scorso, e all’omicidio di un migrante che, insieme ad altre persone a bordo della barca, sarebbe stato minacciato e picchiato per costringerlo, nonostante lui avesse manifestato malessere, a restare sottocoperta, vicino al posto dei motori, fino a morire.

I Carabinieri del Nil, il Nucleo ispettorato del Lavoro, del Comando provinciale di Agrigento, hanno denunciato alla Procura di Agrigento tre lavoratori in nero nonostante percepissero il reddito di cittadinanza. Due restituiranno 7.500 euro ciascuno, e il terzo 1.300 euro. A Canicattì, due, marito e moglie, 56 e 52 anni, sono stati sorpresi a lavorare in nero in un panificio. Solo lui è risultato percettore del reddito di cittadinanza. Ancora a Canicattì un altro lavoratore in nero, di 57 anni, col reddito di cittadinanza, è stato scoperto in un altro panificio. A Santo Stefano di Quisquina il denunciato è un uomo di 25 anni, lavorante in nero e col reddito di cittadinanza in un cantiere edile.

A Palma di Montechiaro, la sera di martedì 12 giugno 2018, poco dopo le ore 21, tra le vie Quasimodo e Pizarro, si è scatenato un inseguimento tra due automobili, e il conducente dell’automobile inseguitrice ha sparato 8 colpi d’arma da fuoco contro l’automobile inseguita, una Fiat Panda. Poi, dopo circa mezz’ora, ancora a Palma, in via Sottotenente Palma, un colpo di pistola ha ferito all’addome Leandro Onolfo, 29 anni, ricoverato a Licata e operato con urgenza. Ebbene, Giuseppe Incardona, 65 anni, sarebbe il responsabile del primo episodio delittuoso, perché, a seguito di una lite, avrebbe inseguito con la sua automobile Francesco Gueli, 46 anni, sparando verso di lui e colpendo la sua Fiat Panda. Francesco Gueli, dopo avere nascosto la Fiat Panda danneggiata nel garage di un parente, si sarebbe armato, e, giunto in via Sottotenente Palma, avrebbe esploso un colpo di pistola che ha ferito Leandro Onolfo. Ebbene, adesso il pubblico ministero, Chiara Bisso, ha chiesto il rinvio a giudizio di 8 imputati, tutti di Palma di Monmtechiaro. Oltre a Gueli, Incardona e Leandro Onolfo, gli altri 5 sono: Gianmarco Onolfo, 30 anni, Calogero Onolfo, 60 anni, Elisa Immacolata Conti, 25 anni, Gioacchino Ingiaimo, 50 anni, e Alessandro Gueli, 36 anni. Tali altri 5 imputati rispondono di favoreggiamento perchè avrebbero mentito ai poliziotti per evitare l’arresto di Francesco Gueli. Prima udienza preliminare il 20 aprile.

Ad Agrigento, lo scorso sabato 22 gennaio, due donne immigrate dalla Tunisia, di 22 e 18 anni, sono state arrestate dalla Polizia per furto di capi d’abbigliamento in un negozio del centro commerciale “Città dei Templi”. Loro sono state sorprese intente a dileguarsi con la refurtiva. Ebbene adesso sono state denunciate dal titolare di un altro negozio dello stesso centro commerciale che nello stesso giorno ha subito un furto. Le due africane risponderanno di furto aggravato in concorso.

Il Commissario all’Asp di Agrigento Mario Zappia ha conferito alla dottoressa Maria Rita Falco Abramo l’incarico di primario e Direttore del  reparto di Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

La neo primaria è stata incaricata grazie al suo curriculum ed al punteggio del colloquio rispetto ad un altro medico.

Dunque l’ospedale di Agrigento si arricchisce ancora di più di una figura importante in un reparto la cui assenza di un primario si era fatta sentire abbastanza.

La dottoressa Abramo è una stimata ginecologa originaria di Racalmuto dove ha anche uno studio privato ma vive ad Agrigento con il marito e tre figli. Giova ricordare che il marito, Gerlando Fiorica, è il primario del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Agrigento.

L’incarico appena ricevuto ha durata quinquennale.

 

 

 

 

È stato un pomeriggio di paura  in via Atenea, il salotto di Agrigento, un forte odore di gas era nell’aria. Residenti e commercianti, impauriti, hanno allarmato i Vigili del Fuoco e Forze dell’ordine.

Non è mancato la paura, un fuggi fuggi generale è stato comune a tutti.

In via precauzionale  era stata interdetta la circolazione della via e l’area sgombrata dai commercianti, ristoratori, residenti, avventori e semplici cittadini.

Lo strano odore si sentiva a all’altezza dell’ex ospedale di via Atenea, oggi oggetto di lavori di restauro.

Sul posto stanno intervenendo i Vigili del Fuoco, i tecnici della società Italgas e i Carabinieri dell’arma.

Dopo le attività di  verifica, con apposite strumentazioni, per capire se e dove si fosse verificata la perdita, i tecnici Italgas, hanno potuto riscontrare che non vi era alcuna rottura alla rete gas.

Dopo le attività di rito l’importante via è stata riaperta.

7159 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 50.509 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 7.248. Il tasso di positività scende al 14,1% ieri era al 15,1%. L’isola è al sesto posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 275.718 con un decremento di 2.093 casi. I guariti sono 9.522 mentre le vittime sono 57 e portano il totale dei decessi a 8.923. Sul fronte ospedaliero sono 1.484 ricoverati, in terapia intensiva sono 115.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Catania 1.687; Palermo 1.636; Siracusa 890; Messina 719; Ragusa 691; Trapani 577; Agrigento 526; Caltanissetta 519; Enna 241

Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Andrea Terranova, ha condannato Maria Rosa Capodici, 48 anni, di Favara, e Fabio Bellanca, 41 anni, di Agrigento e residente a Joppolo Giancaxio. Alla donna sono stati inflitti 4 mesi di reclusione per furto e appropriazione indebita. A lui 6 mesi per ricettazione. Nel 2013 Maria Rosa Capodici avrebbe rubato 1.100 euro in contanti e un paio di orecchini nell’abitazione di un’anziana a Joppolo Giancaxio, dove ha lavorato come badante. La refurtiva sarebbe poi stata ceduta a Bellanca, imputato quindi di ricettazione. I due sono difesi dagli avvocati Daniele Re e Agnesa Neculai.

Ad Agrigento, al Villaggio Mosè, in via dei Fiumi, strada molto trafficata, nel giugno scorso una buca in strada è stata non riparata ma solo transennata. Ebbene, fino ad oggi la buca non è stata riparata. E ciò da 8 mesi provoca gravi difficoltà alla circolazione dei mezzi e rischio di incidenti, a pericolo dell’incolumità pubblica. I cittadini si rivolgono al Comune di Agrigento: “Quanto tempo bisogna ancora aspettare affinché la buca sia riparata? Che vergogna”.

A Licata ammonta a parecchie decine di migliaia di euro il danno subito dalla gioielleria “La Cagnina” in corso Umberto, vittima di una rapina. Di notte ignoti malviventi hanno prima oscurato con della vernice le telecamere di video-sorveglianza piazzate all’esterno dell’attività commerciale. Poi hanno spaccato le vetrine e svuotato gli scaffali, rubando oro e preziosi. Indagano i Carabinieri della locale Compagnia.