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Tensione alle stelle e perfino schede elettorali bruciate al porto di Sciacca dove si sono radunati un centinaio di pescatori per l’ennesima manifestazione di protesta contro il caro gasolio. I pescherecci della flotta saccense, come quelli di tutta la Sicilia, sono fermi da giorni e non intendono riprendere l’attività, nonostante l’appello rivolto loro dall’assessore regionale alla pesca Toni Scilla e nonostante gli impegni assunti nei giorni scorsi dal presidente della Regione Nello Musumeci soprattutto in merito ai contributi Covid e caro gasolio che il governo siciliano ha stanziato ma non ancora assegnato. Le conseguenze del blocco della pesca si riflettono sull’economia del territorio, oltre che colpire direttamente gli operatori locali. Per la marineria saccense non ci sono alternative. Non sono state ancora definite le modalità di svolgimento, ma la protesta andrà comunque avanti e non sembra esserci nessuna intenzione di riprendere il mare. In prima fila le tre cooperative di pesca cittadine, con i pescatori che sul lungomare Cristoforo Colombo hanno bruciato numerose schede elettorali proprio alla vigilia del turno amministrativo in programma domani. Gli armatori continuano a ripetere che con il prezzo del gasolio superiore ad un euro al litro non è più conveniente uscire per le normali battute di pesca. La richiesta è sempre la stessa, ed è rivolta principalmente al governo centrale: calmierare il prezzo del carburante e nell’attesa varare sostegni almeno sotto forma di crediti d’imposta.

I giudici della Corte di Assise di Agrigento, accogliendo l’istanza dell’avvocato Salvatore Pennica, hanno disposto la scarcerazione di Giuseppe Barba, 66 anni di Favara, accusato dell’omicidio del genero Salvatore Lupo, ex presidente del consiglio comunale ucciso all’interno di un bar a colpi di pistola nel giorno di ferragosto. Lupo sarebbe incompatibile con la detenzione carceraria a causa di alcune patologie e così finisce ai domiciliari. Il sostituto procuratore Chiara Bisso aveva espresso parere contrario al provvedimento. E intanto l’apertura del processo slitta al prossimo 1 luglio poiché il presidente della Corte di Assise risulta essere incompatibile avendo effettuato attività durante la fase preliminare di indagine.

Il movente dell’omicidio dell’ex presidente del consiglio comunale di Favara, secondo gli inquirenti, sarebbe da ricondurre ai dissidi economici fra Barba e l’ex genero, che aveva pessimi rapporti con l’ex moglie scanditi da denunce per stalking e aggressioni. Barba sarebbe stato tradito dalle immagini di un filmato, estratto dalle telecamere della video sorveglianza, che immortala la sua Fiat Panda mentre effettua un tragitto nella direzione della via IV novembre, dove e’ stato commesso l’omicidio nel tardo pomeriggio del 15 agosto. sono state trovate tracce di polvere da sparo che avrebbero confermato i sospetti tanto da fare scattare il fermo.

In calo i casi di Covid 19 in Sicilia. Nelle ultime 24 ore sono stati 2.084 su 15.300 tamponi processati e l’indice di positività scende al 13,6%. È quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute. Ieri erano stati 2.190 i nuovi casi su 15.333 tamponi e il tasso di positività era al 14,3%. Sono 10 i decessi e 2.035 i guariti. In diminuzione i ricoveri in regime ordinario (-12 sul dato di ieri) e quelli in terapia intensiva (-2). A livello provinciale si registrano a Palermo 673 casi, Catania 624, Messina 339, Siracusa 267, Trapani 140, Ragusa 183, Caltanissetta 132, Agrigento 143, Enna 44. Guardando i dati nazionali sono 21.554 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 23.042. Le vittime sono invece 63, rispetto a ieri 21 in meno. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 170.097 tamponi con il tasso di positività al 12,67%, stabile rispetto all’12,8% di ieri. Sono 196 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, uno in meno di ieri. Gli ingressi giornalieri sono 24. I ricoverati nei reparti ordinari sono 4.162, ovvero 72 in meno di ieri. Gli attualmente positivi sono 623.421, dunque 1.796 in meno nelle ultime 24 ore. In totale sono 17.611.607 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 167.305. I dimessi e i guariti sono 16.820.881, con un incremento di 23.745 rispetto a ieri.

“scopo di questa rubrica è assicurare una periodica  informazione su temi ed argomenti di maggior interesse di famiglie, cittadini, utenti e consumatori , come  anche quello di fornire chiarimenti e risposte alle  domande  di  tutela ed assistenza  che  i cittadini e utenti vorranno fare  pervenire all’indirizzo di posta elettronica: dilloasicilia24h@gmail.com

Ad avvio di questa rubrica, la storia aiuta a ripensare il difficile percorso  giuridico-legislativo, in cui negli ultimi 70 anni  si è incamminata  la tutela di cittadini, utenti e  consumatori. Per molti versi il  mercato, al tempo della pandemia, è apparso quasi simile agli albori degli anni “50, quando i prezzi erano praticati ad arbitrio di produttori e venditori. Allora, con il favore  di una legislazione tra le più arretrate,  dilagavano sofistificazioni e frodi nel campo alimentareLe lacune normative riguardavano ogni settore della produzione e della distribuzione, per non parlare dei servizi di interesse collettivo, gestiti in regime di monopolio e senza alcun riguardo per gli utenti.

Il  25 novembre 1955,  all’ avanzare di questi fatti,  l’antesignano Vincenzo Dona fonda l’Unione Nazionale Consumatori, contribuendo   all’emanazione di   leggi e regolamenti che ad oggi,  rendono meno indifeso il consumatore.  Come non ricordare  la prima campagna contro le frodi olearie, a seguito delle quali  con la  legge n. 1407\60,  furono emanate “ Norme per la classificazione e la vendita degli oli d’oliva; come  anche  le  leggi a   tutela delle denominazioni d’origine dei vini.

Seguirono l’introduzione di  norme riguardanti  l’uso di  coloranti ed additivi chimici, in luogo di componenti anche nocivi; la disciplina dell’igiene di imballaggi, recipienti e utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari; la biodegradabilità di detergenti sintetici; la data di scadenza degli alimenti;  la produzione,  vendita,  confezionamento ed etichettatura dei surgelati; la sicurezza di impianti elettrici e a gas; l’etichettatura in lingua italiana e su quella dei prodotti tessili, grazie alla quale oggi  il consumatore può conoscere la composizione del capo che  acquista.

Talvolta sono stati necessari molti anni e tanta fatica, ne sono occorsi proprio undici di anni  proprio per la sopracitata legge sull’etichettatura dei tessili. Come sono trascorsi  ben diciotto anni per  emanare la “legge quadro dell’alimentazione n. 283\62” , più volte emendata ed integrata. Per arrivare a tempi più recenti, il legislatore italiano ha impiegato  oltre 5 anni  per  approvare la class-action, normata dall’articolo 140 bis del Codice del Consumo, entrata in vigore nel gennaio 2010. Per non parlare di controlli e sequestri, seguiti da indagini e prove comparative  effettuate  dall’Unione nazionale Consumatori,  con conseguenti denunce inoltrate all’Amministrazione pubblica, ai NAS, alla Magistratura, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Dai cui effetti ne sono derivati  decreti di espulsione dal mercato, di prodotti fabbricati senza l’osservanza delle norme di sicurezza, come anche  condanne per pubblicità ingannevole e condotta di  vendita aggressiva.

Fa testo la storica sentenza del  Tribunale di Napoli ottenuta nel 2013, quale  prima pronuncia favorevole ai consumatori,  in accoglimento di una class-action inoltrata dall’Unione nazionale consumatori ai sensi dell’art. 140 – bis del Codice del Consumo, che  ha  riconosciuto ad un gruppo di turisti in viaggio a Zanzibar,  il risarcimento del danno da vacanza rovinata.

 Ai giorni nostri ancora molto deve essere fatto a tutela di cittadini, utenti  e famiglie, costretti dalla crisi economica ed occupazionale a far fronte con crescenti difficoltà agli aumenti fuori controllo dei servizi di pubblica utilità: energia elettrica, gas, carburanti, acqua, rifiuti, trasposrti nonché a confrontarsi su numerosi nuovi fronti: clausole vessatorie, banche, pubblicità ingannevoli, commercio elettronico etc…

Nel comune interesse di quanti sono chiamati a governare  gli enti locali e i servizi di pubblica utilità,  non è più rinviabile  l’ istituzione presso  ciascun ente preposto di una  “ Consulta”  dei servizi ad essi assegnati dalla legge per le rispettive competenze: salute,  acqua, rifiuti, servizi sociali, istruzione, viabilità e trasporti urbani, impiantistica varia , cultura, tutela degli animali, ambiente e verde pubblico. Un organismo quindi appositamente regolamentato che veda, per ciascuna specificità da trattare,  la  presenza  delle associazioni  di riferimento riconosciute dal Codice del Consumo ed in quanto tali  rappresentative a livello nazionale e regionale poiché  membri di diritto del CNCU e del CRCU, rispettivamente Consiglio Nazionale e Regionale  di Consumatori e  Utenti.   Come confermato dal Ministero Sviluppo Economico e  dalla Presidenza  Regione Sicilia.

 Solo  tali   associazioni  in rappresentanza di  cittadini\utenti, come  regolamentato  dal Codice del Consumo  L.n. 206\2005  e seguenti – sono  autorizzate  ad inoltrare proposte,  gestire  reclami e conciliazioni,  avverso gli  enti erogatori  di servizi di pubblica utilità:  salute, ambiente, energia, acqua, rifiuti,  luce, gas, telefonia, trasporti, tempo libero.

 Tra gli enti preposti, è di  esempio l’Asp1 di Agrigento che, per tramite del Commissario Straordinario Dott.Mario Zappia, d’intesa con le associazioni dei consumatori ed il Tribunale dei diritti del Malato,  ha già avviato le premesse per un proficuo percorso,  avente ad oggetto il miglioramento dei servizi a tutela della salute dei cittadini.

Se da un lato le istituzioni preposte mostrano attenzione per tali problematiche, dall’altro  non sempre offrono ai consumatori,  procedure, strumenti  e luoghi per esprimere  opinioni,  manifestare dissensi, nonché  gestire reclami e contenziosi.

Non  ultimo,  scopo di questa rubrica è assicurare una periodica  informazione su temi ed argomenti di maggior interesse di famiglie, cittadini, utenti e consumatori , come  anche quello di fornire chiarimenti e risposte alle  domande  di  tutela ed assistenza  che  i cittadini e utenti vorranno fare  pervenire all’indirizzo di posta elettronica: dilloasicilia24h@gmail.com.

 

qui la presentazione completa

 

Il 9 luglio 2021, su richiesta con somma urgenza, della Pro Loco di Montallegro, di conoscere i i dati dei cittadini deceduti dall’anno 2000 al 2020, distinguendo tra essi quelli deceduti per forme tumorali o assimilabili, il Commissario straordinario con i poteri del Sindaco di allora scrive: vista la nota relativa alla comunicazione del ricorso al Tar della Sicilia del provvedimento di V.I.A. n. 51/Gab del 01/04/2021 dell’Assessorato del Territorio e del1’Ambiente — Dipartimento del1’Ambiente e della contestuale richiesta dei dati relative alle persone decedute per neoplasie o forme tumorali in genere, in modo da poter evidenziare eventuali nessi di causalità con il complesso di discariche di rifiuti ed impianti per il loro trattamento siti in contrada Matarano; allega i dati inerenti ad indagini interne per decessi causati da tumori negli ultimi venti anni. Considerato che i riscontri a nostro giudizio (premesso che non siamo ricercatori scientifici) non rientrano nella “normalità”, la scrivente organizzazione chiede:  da Luglio 2021 ad oggi, cosa si è fatto? Ci sono altri riscontri scientifici?

ANNO

ABITANTI

Tot.  decessi

Decessi per Tumore

2000

3.509

26

14

2001

3.519

14

9

2002

2.713

34

18

2003

2.668

29

8

2004

2.639

26

11

2005

2.637

23

6

2006

2.617

28

13

2007

2.603

26

7

2008

2.556

23

9

2009

2.543

30

16

2010

2.557

18

10

2011

2.552

27

11

2012

2.529

26

12

2013

2.519

32

9

2014

2.529

2S

10

2015

2.519

24

13

2016

2.542

23

11

2017

2.500

34

18

2018

2.494

28

16

2019

2.482

32

19

2020

2.441

32

12

Totale

55.668

560

252

Il direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria provinciale di Agrigento, Gaetano Mancuso, interviene a margine di alcune segnalazioni di criticità, diffuse attraverso gli organi d’informazione, presso il presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca: “continuano a susseguirsi voci che evidenziano disservizi e carenze presso l’ospedale di Sciacca. Come è purtroppo noto a tutti, le difficoltà a reperire medici non riguardano solo la sanità agrigentina e regionale ma l’intero panorama nazionale. Nondimeno l’ASP di Agrigento sta compiendo ogni sforzo per ultimare le procedure concorsuali già definite, completare quelle in essere ed avviarne di nuove al fine di potenziare gli organici per migliorare i servizi resi all’utenza e dare man forte al personale che oggi, con grande spirito di sacrificio, sta colmando diverse criticità”. In un passaggio immediatamente successivo il direttore Mancuso fa sostanzialmente eco a quanto già dichiarato alcuni giorni addietro dal commissario straordinario, Mario Zappia, aggiungendo: “va certamente stigmatizzato il fatto che l’enfasi verso le problematiche segnalate, ben note da diverso tempo, sia posta proprio adesso, in un preciso e particolare periodo per la comunità saccense che, si spera, si concluderà a Sciacca il prossimo 12 giugno. In questo senso confermo quanto già espresso lo scorso 18 maggio dal commissario Zappia, attraverso il comunicato stampa ‘Presunti disservizi e paventate chiusure di interi reparti ospedalieri. Proclami da periodo elettorale?’ ”.

“La pallavolo licatese quest’anno si sta dimostrando particolarmente grintosa e capace di dare soddisfazioni alla città. Intendo rivolgere il mio personale in bocca al lupo alle ragazze  della GS Evergreen ASD Licata. La squadra  allenata da Gaetano Callea e gestita con grande passione da Donatella Italiano, impegnata nel campionato di Prima Divisione di pallavolo femminile si prepara infatti a disputare la finale di ritorno playoff per la promozione in serie D  in programma domenica nella palestra dell’istituto “Enrico Fermi”  contro il Ribera teams volley ASD.  Certo E’ un peccato che ancora le nostre polisportive non possano giocare nel palazzetto dello sport Nicolo Fragapane. La chiusura del Palafragapane  continua a rappresentare un problema per la città e va riaperto”.
Sono le parole dell’onorevole di “Prima L’Italia” e presidente commissione speciale all’Ars Carmelo Pullara.
“Il palazzetto dello sport Nicolo Fragapane di Licata – sottolinea Pullara – ancora chiuso e a piangerne le conseguenze sono le associazioni sportive che si trovano a dover fare i conti con i problemi di natura logistica all’avvio delle stagioni agonistiche. Accolgo e condivido   lo sconforto e la rabbia espressa  da tutte e cinque le associazioni che sono state costrette, anche quest’anno, ad utilizzare le palestre delle scuole licatesi  per allenarsi e disputare le gare casalinghe. Una situazione paradossale. Una vergogna! Lo urlo da  anni, che per il Palafragapane il comune di Licata poteva fare un primo intervento che avrebbe consentito la immediata riapertura utilizzando il famoso  finanziamento regionale di 250.000 euro che ero  riuscito ad ottenere. Ma sono rimasto solo e inascoltato  La chiusura del Palafragapane,  continua a rappresentare un problema per la città, soprattutto per i più giovani e soprattutto per quelle società sportive che partecipano ai campionati, che hanno un settore giovanile e che anche in questa stagione agonistica sono stati costretti a convivere con i problemi di natura logistica che vivono ormai da anni. Il palazzetto dello sport  – conclude l’onorevole Pullara – va riaperto, perché si rischia di consegnare alla città un altro bene in stato di abbandono, l’ennesimo. Non ci sono scuse e i nostri cittadini attendono ormai da tempo risposte concrete con i fatti rispetto ad una città che ormai è in uno stato di abbandono totale.”

Il sostituto procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Chiara Benfante, ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Antonella Pandolfi, magistrato fino a poco tempo fa ad Agrigento e oggi in servizio a Roma, per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio. La prima udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 28 settembre davanti il gup del tribunale di Caltanissetta, distretto che ha la competenza sui magistrati agrigentini. Il sostituto procuratore Pandolfi ha nominato quale difensore l’avvocato Pierfrancesco Bruno del foro di Roma.

La vicenda scaturisce dalla decisione del gip del tribunale di Caltanissetta di rigettare la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura disponendo un approfondimento su “eventuali indizi di colpevolezza a carico del magistrato in “relazione al reato di abuso di ufficio per aver in maniera costante  significativa violato la regola cogente di condotta della parità di trattamento nella conduzione delle indagini riguardanti fattispecie in fatto  e diritto pressoché identiche”.

Quella che viene ipotizzata, e oggi contestata al magistrato, è una disparità di trattamento nelle indagini avvenute a carico di Gaetano Caristia (difeso dall’avv. Gigi Restivo) e di Giuseppe Catanzaro, ex vicepresidente di Confindustria. In quest’ultimo caso si verificò un sequestro dell’intero complesso immobiliare solo dopo oltre 7 anni dalla prima iscrizione nel registro degli indagati mentre nel caso di Carestia si giungeva a tale epilogo in undici mesi. L’intera vicenda scaturisce dalle denunce dell’imprenditore Gaetano Carestia, imprenditore accusato di lottizzazione abusiva alla Scala dei Turchi: per questa ipotesi fu condannato in primo grado a otto mesi di reclusione e in appello a quattro mesi. L’imprenditore – di fatto – ha denunciato una disparità di trattamento per vicende giudiziarie analoghe.
grandangolo

“ Il 45,3%delle famiglie a rischio di default, intacca i  risparmi per arrivare a fine mese a  causa del  rialzo fuori controllo dei prezzi  dei generi alimentari.  Urge adottare adeguate politiche occupazionali,  salariali e previdenziali.”

Le prossime elezioni faranno i conti con un crescente profondo disagio sociale delle famiglie siciliane. Migliaia di esse in affanno ad arrivare a fine mese, non riuscendo  a pagare  le  bollette di luce e gas,sono costrette a ridurre i consumi ed a indebitarsi per fronteggiare le spese necessarie..

Urge che le forze politiche e gli amministratori della cosa pubblica,prendano coscienza di ciò, poiché  se non si interverrà subito,si andrà incontro  inesorabilmente ad una profonda recessione. Proprio come quella che, in un triste passato, si è già abbattuta sulla famiglia italiana.

Per questo, da subito,l’Unione Nazionale Consumatori ha denunciato l’irrisorietà  del bonus di 200 euro deciso dal Governo, per affrontare il caro vita. Una misura che seppur vada nella giusta direzione,non basta nemmeno a far fronte ai rincari della sola spesa dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche;   passata  dal +6,4% tendenziale di aprile al +7,5% di maggio, con una variazione mensile dell’1,3%. Tradotto in termini di aumento del costo della vita,solo per mangiare e bere si registra su base annua,una stangata in aumento pari a euro 418  per una famiglia media, euro  505  per una coppia con 1 figlio, euro  561,50 per una coppia con due figli,euro 615  per una coppia con 3 figli o più.

Il record dei rincari dei prodotti alimentari spetta all’olio diverso da quello di olivache si impenna del 70,2% rispetto a maggio 2021 e che risente dell’effetto Ucraina e del blocco dell’import dell’olio di girasole,  segnando così un balzo del 5,7% in appena un mese.

Al secondo posto il burro che svetta in aumento del 22,6% e che è al 1° posto per i rialzi alimentari mensili con +6,7%;  sul gradino più basso del podio si colloca  la farina che  sale del 18,6% in un anno, così tanto  da  non  sprecare più neanche una briciola di pane!

Al quarto posto la pasta,simbolo dell’Italia, che lievita del 16,6%. Seguono pollame, che costa il 13,8% in più su base annua, la margarina (+12,6%), le Uova (+12,3%), all’ottavo posto i Frutti di mare freschi (+11,5%).

Per non parlare dei gelati che con l’estate alle porte,aumentano dell’11,2%. Chiudono la top ten i vegetali freschi con +11%.

Non è andata di certo meglio per chi a maggio ha trascorso dei giorni di vacanza.Infatti, nonostante non ci fossero ponti,i rincari sono apparsi  molto consistenti. Proprio in vista delle prossime ferie estive,tale dato   preoccupa non poco il settore turistico-alimentare.

In testa alla top ten delle vacanze si colloca il raddoppio dei prezzi dei voli internazionali che decollano del 103,3% su maggio 2021. Medaglia d’argento per il trasporto marittimo, +22,7%;  al 3° posto il noleggio di mezzi di trasporto e affitto di garage e posti auto con +22,1%.Seguono i Voli nazionali  giunti a quota  21,4%. In prospettiva dell’ estate, il rialzo più allarmante è quello di alberghi, motel e pensioni che,con +14,1%,registrano  primato dei rialzi mensili tra tutte le voci del paniere con +7,2% . In aumento altresì i Pacchetti vacanza internazionali con +8,6%, musei, parchi e giardini con +5,3%. Non ci si salva neanche in trattoria ed al  ristorante, +4,6% o andando al cinema o ad un concerto, +2,3%.Va meglio, per il momento, ma si sa che questi aumenti scattano da giugno e svettano a luglio e agosto, per piscine e stabilimenti balneari, che segnano, per ora, un rincaro inferiore al 2%. A breve assisteremo certamente ai  vertiginosi aumenti del  caro spiagge.

E’ auspicabile riflettere con attenzione  sui bisogni di cittadini, utenti, consumatori, in favore dei quali oramai urgono adeguate   politiche sociali,  in direzione del lavoro, dei salari e delle pensioni.  Famiglie,  consumatori e utenti, attendono……

 Manlio Cardella

L’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale nel novembre del 2009, avviava, come ogni anno, la procedura volta al finanziamento del Piano Regionale dell’Offerta Formativa, che disciplina il finanziamento delle attività formative.
A tale procedura partecipava anche l’Associazione U. per la formazione professionale, in quanto centro di formazione professionale con diversi anni di esperienza sul territorio regionale, chiedendo il finanziamento di alcuni specifici corsi di formazione.
Tramite Decreto emanato nel marzo del 2010, l’Assessorato Regionale approvava i tre progetti formativi presentati dalla succitata Associazione per la formazione professionale, i quali dovevano essere finanziati per un importo complessivo di Euro 3.757.235,00.
A seguito della chiusura della rendicontazione, e dopo l’avvenuto conferimento di una prima tranche delle somme relative alla realizzazione dei suddetti progetti formativi, l’Assessorato, tramite l’emanazione di tre diversi Decreti, riconosceva all’Associazione U., un credito residuo di Euro 412.652,00.
Tuttavia, l’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione non ha mai provveduto a corrispondere all’Associazione U. le somme dovute, e peraltro, dallo stesso Assessorato riconosciute tramite i sopra citati Decreti.
Alla luce dell’ingiustificabile comportamento tenuto dall’Assessorato Regionale, l’Associazione U., con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, instaurava, innanzi al Tribunale Civile di Palermo, un giudizio monitorio finalizzato all’emanazione di un decreto ingiuntivo nei confronti del suddetto Assessorato.
Al termine del procedimento monitorio, il Tribunale di Palermo, in accoglimento delle tesi presentate dagli Avv.ti Rubino e Valenza, emanava il Decreto ingiuntivo con il quale l’Assessorato Regionale era condannato al pagamento delle suindicate somme in favore dell’Associazione U..
L’Assessorato Regionale proponeva opposizione al succitato Decreto, richiedendone l’annullamento sulla scorta del fatto che, a proprio dire, l’Assessorato già avrebbe provveduto ad assolvere la predetta obbligazione mediante il pagamento di somme addirittura superiori a quella ingiunta, nell’ambito di procedimenti esecutivi presso terzi nei quali l’Associazione per la formazione professionale risultava parte debitrice.
L’Associazione U., difesa dagli Avv.ti Rubino e Valenza, evidenziava l’insussistenza delle prove documentali prodotte dall’Assessorato a sostegno della propria tesi, confermando la sussistenza di un diritto del diritto di credito vantato dall’Ente di formazione professionale.
In conclusione, la quinta Sezione del Tribunale Civile di Palermo, con la sentenza definitiva del 29 aprile 2022, ha condannato l’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale al pagamento della residua somma di Euro 378.523, oltre agli interessi legali, intercorsi dalla data di proposizione della domanda giudiziale.
E con il medesimo provvedimento, il succitato Tribunale Civile di Palermo, ha altresì condannato l’Assessorato Regionale al pagamento delle spese di lite, liquidate in Euro 19.500, oltre accessori.