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Qualcosa nella ricostruzione sembra non convincere il pubblico ministero Chiara Bisso, che conduce l’inchiesta insieme al procuratore aggiunto Salvatore Vella, e per questo motivo, i magistrati della Procura di Agrigento hanno dato incarico ai carabinieri del Ris di Messina di eseguire alcuni accertamenti nell’abitazione di via Bachelet, a Favara, dove lo scorso 7 aprile, sono stati trovati i corpi senza vita della pensionata di 83 anni Antonia Volpe, e del figlio Angelo Maria, operatore scolastico di 52 anni. Dall’attività investigativa svolta dai carabinieri della Compagnia di Agrigento, e della Tenenza di Favara, Angelo Maria avrebbe ucciso la madre con un colpo di pistola, poi si sarebbe tolto la vita, utilizzando un revolver 357 magnum, con matricola abrasa.

Un omicidio-suicidio su cui però la Procura non vuole tralasciare nulla al caso. Gli accertamenti riguardano anche il fratello e figlio delle vittime, che per primo ha trovato i cadaveri. L’inchiesta, al momento, è contro ignoti, per omicidio. Il Ris dovrà accertare se ci sono tracce ematiche, di polvere da sparo, impronte e qualsiasi elemento biologico sul revolver 357 magnum, sugli indumenti delle vittime, e su quelle del familiare. I primi accertamenti sono in programma domani. Nell’ambito dell’attività investigativa sarebbero stati ascoltati anche alcuni dipendenti dell’azienda del figlio e fratello delle vittime, che avrebbero confermato la presenza dell’uomo al lavoro, quel giorno, nelle ore pomeridiane.

Quando i soccorritori del 118 sono giunti nell’appartamento, hanno trovato il cadavere della pensionata sotto le coperte. Poco lontano sul pavimento l’operatore scolastico, mentre la pistola è stata rinvenuta sotto il letto.

La scrivente Associazione Consumatori RETE SOCIALE ATTIVA, in rappresentanza e  difesa degli interessi diffusi dei cittadini italiani costituzionalmente sanciti, in collaborazione con l’O.S. autonoma dei lavoratori SINALP denunciano l’indiscriminato aumento del costo dei prodotti energetici derivati dal petrolio.

Durante tutto l’anno 2022 abbiamo assistito ad un continuo aumento dei prodotti petroliferi pur non avendo corrispondenza rispetto ai costi di estrazione e produzione.

Il prezzo dei carburanti venduti presso i distributori italiani ormai è letteralmente fuori controllo.

Ogni gestore delle Reti Distributive presenti in Italia espongono prezzi della benzina in modalità self che vanno verso i 2,3 euro al litro con un aumento medio del 39,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il gasolio sale addirittura del +51,3% sempre rispetto al periodo precedente.

In alcune zone del paese i carburanti hanno già sfondato la soglia dei 2,8 euro al litro, come nelle isole minori.

Questi aumenti non trovano giustificazione né dalle attuali quotazioni del petrolio, che risulta essere anche più basso rispetto al periodo precedente  né dalla guerra in Ucraina dalla quale non compriamo petrolio.

Lo stesso Ministro della Transizione Ecologica, Prof. Roberto Cingolani, ha dichiarato che gli aumenti dei carburanti non hanno alcuna motivazione tecnica od economica.

Gli aumenti non sono agganciati ad alcuna realtà contingente ma sono una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi, “una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”.

Rimaniamo stupiti dover constatare che dopo una siffatta dichiarazione, espressa da un Ministro della nostra Repubblica, niente sia successo, nessuno ha “pensato” di approfondire quanto dichiarato e nessuno abbia ritenuto necessario indagare su questa probabile  “macroscopica” truffa verso i cittadini italiani.

Questo esposto denuncia

si prefigge come obiettivo di approfondire, se esistenti, le eventuali ragioni di questi aumenti indiscriminati e di valutare la sussistenza di un possibile intervento concreto degli organi dello Stato preposti a tali controlli, difendendo i cittadini in merito all’ipotesi di un’eventuale violazione delle norme in materia di abuso di posizione dominante o di intese restrittive della concorrenza.

L’Antitrust, le Prefetture, le Procure della Repubblica, il Governo Nazionale e il Governo della Regione Siciliana produttrice di petrolio, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, sono sempre stati attenti a monitorare gli eccezionali incrementi di prezzo che spesso si registrano durante periodi di crisi, come quello della pandemia covid prima e della guerra in Ucraina dopo, in difesa dei cittadini italiani, sanzionando tutte quelle società che hanno abusato della loro posizione per ottenere indebiti guadagni a scapito dei cittadini, e siamo quindi certi che anche questa volta si agirà con decisione nel bloccare e sanzionare gli eventuali abusi.

RETE SOCIALE ATTIVA e l’O.S. SINALP sono a disposizione delle autorità preposte all’esposto denuncia in questione per ogni eventuale approfondimento di quanto evidenziato nel presente esposto.

Sarà la sala convegni “Pellegrino” del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (via Acrone 27) ad ospitare il prossimo mercoledì 22 giugno 2022, con inizio alle ore 10.00, l’incontro convocato dal Dipartimento degli Affari Extraregionali della Presidenza della Regione Siciliana – D.A.E, al quale parteciperanno i rappresentanti dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane della Sicilia. Si tratta di un incontro informativo sulle opportunità di orientamento e strutturazione dei partenariati locali, per avviare un percorso di concertazione sulla nuova programmazione europea 2021-2027 in materia di fondi diretti, individuando le aree tematiche prioritarie per i partenariati in grado di intercettare i fondi disponibili.

Tra gli Enti e i soggetti giuridici operanti nel territorio della Regione Siciliana, le Città metropolitane ed i Liberi consorzi comunali costituiscono una rete con una profonda conoscenza dei territori e delle loro esigenze, operando in stretta connessione con soggetti pubblici e varie realtà territoriali locali ed essendo in grado di acquisire informazioni puntuali su tutte le iniziative suscettibili di finanziamento.

L’incontro del 22 giugno, oltre ad una prima azione di informazione, sarà l’occasione per sottoscrivere il protocollo di intesa tra Regione Siciliana e Liberi Consorzi e Città Metropolitane, che si confermano enti intermedi fondamentali per la concertazione e la promozione di progetti sia in ambito regionale che internazionale.

Registrati 581 nuovi casi positivi di Covid-19, una nuova vittima a Palma di Montechiaro. Questi dati emergono dal bollettino dell’Asp di Agrigento che fa riferimento al periodo 17-19 giugno.

Sono 19 gli ospedalizzati all’ospedale di Ribera, di cui 17 nei reparti di degenza ordinaria e 2 in terapia intensiva.

I casi distribuiti per ciascun comune della provincia secondo il report:Agrigento 398; Alessandria della Rocca 6; Aragona 48; Bivona 35; Burgio 1; Calamonaci 6; Caltabellotta 5; Camastra 4; Cammarata 30; Campobello di Licata 36; Canicattì 156; Casteltermini 23; Castrofilippo 5; Cattolica Eraclea 5; Cianciana 22; Comitini 7; Favara 221; Grotte 18; Joppolo Giancaxio 2; Licata 107; Lucca Sicula 2; Menfi 44; Montallegro 10; Montevago 21; Naro 18; Palma di Montechiaro 52; Porto Empedocle 104; Racalmuto 12; Raffadali 52;  Ravanusa 16; Realmonte 31; Ribera 55; Sambuca di Sicilia 21; San Biagio Platani 30; San Giovanni Gemini 20; Sant’Angelo Muxaro 12; Santa Elisabetta 17; Santa Margherita Belice 39; Santo Stefano Quisquina 48; Sciacca 261; Siculiana 20; Villafranca Sicula 2.

Attualmente non ci sono positivi al Covid sulle navi quarantena.

 

La Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa e, confermando quanto disposto dal Tribunale di Palermo e poi dalla Corte di Appello, ha applicato la Sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza a carico di Giuseppe Puleri, 42 anni, di Campobello di Licata, ritenuto un esponente di spicco della locale famiglia mafiosa, cugino del boss ed ex capo di Cosa Nostra agrigentina Giuseppe Falsone. La misura, proposta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Agrigento, impone l’obbligo di soggiorno, con relative imposizioni per la durata di tre anni, e sarà applicata non appena Puleri uscirà dal carcere. Il 42enne è stato condannato in primo grado a 10 anni e 8 mesi (è in corso l’Appello) nell’ambito dell’inchiesta “Halycon”.

Sono stati finanziati due interventi a favore della città di Agrigento: 350mila euro per la palestra dell’Istituto Comprensivo Salvatore Quasimodo – Plesso Giuseppe Fava a Monserrato. E 350mila euro per la palestra dell’Istituto Comprensivo – Rita Levi Montalcini – Plesso Federico secondo – Villaggio Mosè. Sono previste opere di adeguamento funzionale e recupero sicurezza impiantistica delle palestre, delle aree di gioco, e di impianti sportivi adibiti ad uso didattico. Il sindaco Franco Miccichè e l’assessore alla programmazione dei fondi europei, Gerlando Principato, affermano: “Non potevamo farci sfuggire l’opportunità di partecipare all’avviso con cui si intende rendere le palestre scolastiche non solo più sicure, ma anche più attrattive e funzionali ai processi di apprendimento”.

Il Tribunale di Sciacca ha assolto sette imputati, tra cui cinque sindaci di Comuni agrigentini, già parte dell’Unione Platani – Quisquina – Magazzolo. Gli si è contestato il reato di abuso d’ufficio a seguito della nomina, nel 2013, dell’esponente politico di Sciacca, Vincenzo Marinello, a responsabile del settore finanziario dell’Ente, a fronte di un espresso divieto a ricorrere a personale esterno per l’affidamento di tale incarico. Gli assolti sono Vincenzo Marinello, i già sindaci Alfonso Frisco, Giovanni Panepinto, Santo Alfano, Filippo Bartolomeo, Francesco Cacciatore, e poi Salvatore Re in qualità di segretario della “Unione Platani-Quisquina-Magazzolo”, poiché avrebbe espresso parere favorevole sulla regolarità della nomina, istigando gli altri nel compiere l’illecito.

A Partinico, in provincia di Palermo, è stato o ritrovato il cadavere di Vito Stabile, 82 anni, del quale non vi sono state più tracce da giovedì scorso. Il corpo è stato recuperato in una scarpata in contrada Tammi, non distante dalla casa dell’anziano, in via Madonna del Ponte. I Vigili del fuoco lo hanno cercato avvalendosi anche di droni e di cani addestrati. Stabile per tanti anni ha lavorato in Svizzera come operaio in un’impresa, e poi si è ritirato a Partinico per dedicarsi alla campagna.

A Catania in via Etnea la notte tra sabato e domenica, intorno all’una, una moto Ducati, per cause in corso di accertamento, si è schiantata contro un’automobile Opel Corsa. Sono morte le due persone in sella alla moto, entrambe appena fuori dalla pizzeria dove hanno lavorato per il turno serale. Si tratta di un uomo di 31 anni di Motta Sant’Anastasia, Antonino Vitelli, e un altro di 21 anni di Enna, Luigi Severino. L’auto, dopo l’impatto con la moto, ha abbattuto un palo della segnaletica e ha sbattuto contro la saracinesca di un negozio.