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Michele Catanzaro, parlamentare regionale del Partito Democratico e regista dell’operazione che ha portato ad un accordo con il movimento Mizzica dove inizialmente molti non erano d’accordo, nel commentare la vittoria del candidato del Centrosinistra parla di “progetto di rinnovamento e candidato credibile che sono stati premiati dagli elettori di Sciacca.

“La nostra proposta organica di centrosinistra unito e giovane – ha detto Catanzaro – è risultata vincente ed è il risultato di un gran lavoro di rinnovamento che stiamo portando avanti in tutta la provincia di Agrigento”.

“La comunità di Sciacca – ha aggiunto – com’è successo quindici giorni fa in altri Comuni agrigentini al voto, e come accade in altre parti d’Italia, ha voluto premiare un programma concreto che guarda al futuro, che sta costruendo una classe dirigente nuova che ascolta i bisogni dei cittadini e che propone progetti progressisti che coinvolgono i giovani e la gente libera”.

Termine nuovo sindaco al posto di Francesca Valenti, ma senza maggioranza in Consiglio comunale. Maggioranza che è a beneficio della coalizione di Ignazio Messina e permette di esprimere il presidente del Consiglio e i presidenti delle varie commissioni consiliari.

Il gatto e la volpe: un nome, una marca, una garanzia.

E’ una pizzeria ormai nata da alcuni anni formata da un nucleo familiare davvero formidabile. Franz, la moglie Letizia e il figlio Joseph. Insieme formano un trittico eccezionale, se si considera che nessuno dei tre ha fatto corsi specializzati o frequentato scuole alberghiere. Intanto arrivi nella splendida cittadina, Ioppolo Giancaxio, 1200 anime quasi tutte imparentate tra di loro; il più distante è cugino di 2° grado. Aria fresca, umidità assente, cittadina a misura di uomo.

 

Nel cuore della piazza, proprio accanto la chiesa dove don Dino, specialmente la domenica, raccoglie anche qualche anima perduta, trovi la pizzeria “Il gatto e la volpe”. Ti siedi e ti portano il menu. Non ci sono le classiche 350 pizze, ed è meglio così. Più inventi nuove pizze più scende il gusto. Da loro, poche ma buone.

Li, al gatto e la volpe, nel menu trovi una decina di pizze; una migliore dell’altra, l’imbarazzo della scelta. L’impasto, prima di essere arrotondato e messo nei cassetti, lievita per diversi giorni, lavorato per bene e con cura. E difatti quando mordi un pezzo senti tutta la croccantezza sotto i denti.  Fenomenale.

Ai tavoli ti serve “la gatta”. Letizia tutto fare che quando si incazza non ti fa assaggiare più la salsiccia cruda. Già, la salsiccia cruda. Il gatto e la volpe si rifornisce di salumi e salsiccia a pochi passi dalla pizzeria. Li, un altro boom di bontà e specialità. La macelleria di Ciccio Cacciatore, il mago della carne, genuina, sopraffina e dal gusto speciale. E poi, dicevamo, i salumi, gli insaccati, i preparati. Pensate che Ciccio ha la grande forza di rendere gustosissimo anche un semplice pollo allo spiedo. Come cavolo fa non lo sappiamo.

Torniamo in pizzeria. Dicevamo che fra le prelibatezze scritte nel menu c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il top si raggiunge quando assaggi le specialità: la pizza il gatto e la volpe e u cudduruni. Assagiatele e subito dopo potrete dire: adesso posso anche morire…

Bontà su bontà, gusto su gusto. Al gatto e la volpe la pizza non è per tutti: solo per molti.

Provare per credere…

N.B. Non fate incazzare la gatta!

 

Agrigento, anno de Signore 2022, 06-26.

Via Garibaldi, chiesa dell’Addolorata; più precisamente dove regna imperitura la statua della Madonna Maria Vergine, che ogni venerdi santo vediamo inseguire il proprio figlio, prima assassinato e poi, sceso dalla croce, posto sulla Sacra Urna.

Accanto l’ingresso della chiesa ci sono le meravigliose cripte, venute alla luce con tanto spirito di dedizione da parte della Soprintendenza alcuni anni addietro.

Qualcuno, sicuramente un benpensante, in pieno giorno e certamente tra mezzogiorno e le tredici, ha deciso di rendere più ammirevole la porta che dirige verso ambienti sotterranei, con la speranza che qualche turista potesse passare da quel posto.

Dinnanzi alla cripta ha posto come souvenir un bel bidet, pronto per il riuso, da ammirare e possibilmente fotografare. Del resto, il bidet accanto la cripta detta le sue regole. Ferree. Forse solo un francese di passaggio non comprenderà mai cosa sarà quel vasone di ceramica con il foro centrale e altri due posti in alto.

E poi dicono che in città mancano i servizi igienici…

Le foto sono di Ilenia Capodici.

 

3.938 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 19.741 tamponi processati in Sicilia secondo il bollettino di ieri. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 4.142. Il tasso di positività scende al 20%, il giorno precedente era al 22,6%. La Sicilia è al quinto posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 66.475 con un aumento di 3.566 casi. I guariti sono 1.231 mentre le vittime sono 10 e portano il totale dei decessi a 11.169. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 726, in terapia intensiva sono 23.

Questi i dati nei Comuni capoluogo: Palermo 1.363 casi, Catania 1.418, Messina 657, Siracusa 311, Trapani 312, Ragusa 299, Caltanissetta 111, Agrigento 283, Enna 35.

A Sciacca sfida tra Ignazio Messina (sostenuto da 5 liste civiche e Fratelli d’Italia) e Fabio Termine (appoggiato da liste civiche, Pd e M5S). Messina al primo turno ha ottenuto il 39,9% dei voti, Termine il 36,81%. Gli elettori sono 35 mi.a.

A Palagonia si confronteranno per la carica di sindaco Salvatore Astuti col 39,47% dei voti e Francesco Calanducci col 28,44%.

A Villafranca Sicula al ballottaggio i candidati sindaci Domenico Balsamo e Gaetano Bruccoleri che hanno ottenuto gli stessi voti 481, pari al 50% delle preferenze.

A Scicli, dove 21mila cittadini sono chiamati alle urne,  al ballottaggio sono Caterina Riccotti col 22,71% e Mario Marino che ha sfiorato la vittoria al primo turno con il 38,37%.

Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 24 giugno, su proposta del Presidente Castaldi ed a parziale modifica di una proposta di atto di indirizzo già presentata, ha deliberato di manifestare alla Curatela Fallimentare l’interesse di AICA ad acquistare per intero il ramo di azienda riconducibile al precedente gestore Girgenti Acque ed alla società Hydrotecne, chiedendo alla Curatela stessa di formulare al riguardo una propria offerta, non vincolante per AICA.

AICA naviga nel mare tempestoso delle difficoltà ma pensa anche a obiettivi molto impegnativi.  “Si tratta di una manifestazione di disponibilità”, spiega il Presidente Castaldi, “che se accolta consentirebbe  di chiudere con soddisfazione di tutti, una vicenda estremamente complessa,  anche per i risvolti legati alla gestione del personale e per i condizionamenti alla gestione finanziaria della società. Inoltre, verrebbe così accolto l’invito dell’Assemblea dei Soci di chiudere il contratto di affitto.

Occorre precisare che le norme di settore consentirebbero  ad AICA, in qualità di gestore subentrante,  di decidere quali beni funzionali al servizio idrico Integrato  sia economicamente più vantaggioso accettare dalla precedente gestione.

Il Consiglio ha deciso di manifestare l’interesse ad acquistare per intero il  ramo di azienda, costituito dal personale, dai  beni materiali ed immateriali infungibili appartenenti alla proprietà pubblica indisponibile (impianti, reti,  data base utenti, ecc.) altri beni funzionali al Servizio idrico ma non infungibili  (infrastruttura informatica,  software ed hardware, arredi, parco auto, materiali in magazzino,  ecc. nelle condizioni di vetustà ed utilizzabilità in cui si trovano ecc.), e ciò per accelerare i tempi di uscita da un contratto di affitto che è fonte di oneri,  di incertezze, di vincoli gestionali per AICA.

“Ci aspettiamo un riscontro positivo nel più breve tempo possibile, tenuto conto della prossima scadenza del contratto di affitto (31 luglio) ed un’offerta accoglibile per AICA in quanto rispettosa anche degli interessi degli utenti del Servizio Idrico Integrato”, comunica AICA.

Nuova ondata di contagi, nelle ultime 24 ore in Sicilia, con 4.142 nuovi casi di Covid 19, a fronte di 18.268. Ieri i nuovi postivi erano 4.436. Il tasso di positività sale al 22,6% contro il 21,3% del giorno precedente. La Sicilia è al sesto posto per contagi fra le regioni italiane. Emerge dal bollettino del Ministero della Salute di sabato 25 giugno.

Gli attuali positivi sono 62.909, con un aumento di 915 casi. I guariti sono 3.716, mentre le vittime sono 5, e portano il totale dei decessi a 11.159. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 710, in terapia intensiva sono 25.

Questi i numeri nei Comuni capoluogo: Palermo 1.491, Catania 905, Messina 484, Siracusa 436, Trapani 322, Ragusa 340, Caltanissetta 137, Agrigento 322, Enna 190.

Tutti i progetti presentati dalla Soprintendenza di Agrigento, guidata dall’architetto saccense Michele Benfari, sono stati approvati nell’ambito dei fondi Pnrr, intervento 2.4 per la sicurezza sismica dei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di Culto (FEC) e siti di ricovero per le opere d’arte (Recovery art).

A comunicare la buona notizia che offre l’opportunità di recuperare importanti e belli edifici monumentali di culto è il Soprintendente del Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, il saccense Michele Benfari, ovviamente felice “per i risultati raggiunti con i fondi stanziati nel Pnrr. Le opere che sono state individuate nelle schede che abbiamo presentato consentiranno il recupero di importarti luoghi di culto, ma anche siti di grande interesse architettonico, storico e soprattutto emotivo”.

Si tratta di splendide chiese la maggior parte delle quali abbandonate. “Se non ci fossero stati i fondi Pnrr- aggiunge Benfari- non avrebbero mai avuto un finanziamento di questa portata. Un prosit al nostro ufficio tecnico, con la nostra architetta Mangiapane e tutti gli altri colleghi che hanno lavorato alacremente alla stesura delle schede: gli architetti Licata, De Vecchi, Ferlisi, Cucchiara e tutti gli altri”.

Adesso si passerà alla progettazione esecutiva. “Da qui a 5 anni si completeranno i lavori- continua Benfari- io non ci sarò perché andrò in pensione, ma sono felice di avere dato il mio modesto contributo a questa bella opportunità che c’è stata data dall’Europa, che rappresenta anche una opportunità di ripresa del comparto edile”.

Ecco i progetti finanziati nei singoli comuni.

Sciacca: lavori di recupero e restauro dei prospetti della chiesa Santa Maria di Valverde, detta della Giummare (€ 293.500), di San Francesco di Paola (€ 1.000.000) e di Santa Maria dello Spasimo (€ 1.500.000).

Agrigento: restauro della chiesa di Calogero (570.mila euro), ristrutturazione Santo Spirito (2.100.000). Alessandria della Rocca : Chiesa dei Riformati ed ex Convento (1.145.000); Burgio: chiesa di San Vito (1.580.000); Caltabellotta: chiesa del Collegio di Maria (800.000), chiesa del Carmelo (995.000); Cammarata: restauro della chiesa Santa Maria del Gesù (1.100.000); Canicattì: impermeabilizzazione delle cupole, consolidamento volta e recupero del prospetto laterale della chiesa dello Spirito Santo (420.000), copertura, restauro conservativo e rifacimento impianti della Chiesa Santi Filippo e Giacomo (2.857.000); Licata: restauro della Chiesa del Carmelo (810.000), chiesa di San Francesco (1.400.000; Naro: restauro e risanamento conservativo chiesa Madre (951.550); restauro della chiesa Conventuale Santa Maria del Monte Carmelo (1.880.000); chiesa Sant’Agostino (1.347.000), chiesa San Salvatore (1.880.000); Palma di Montechiaro: risanamento conservativo della chiesa delle Scuole Pie (465.000); restauro monastero Benedettine(2.380.000); Racalmuto: valorizzazione chiesa Santa Maria del Gesù (1.300.000); Ravanusa: consolidamento strutturale, manutenzione, copertura e restauro decorazioni della chiesa dell’Assunta(1.560.000).

Un lavoro straordinario che consentirà il ritorno allo splendore di antiche chiese, belle e importanti. Un lavoro che arricchirà il patrimonio culturale-monumentale della nostra provincia a beneficio anche del turismo.

Con il caschetto protettivo alla scoperta del luogo deputato all’acqua, una vera cattedrale immemore al tempo, dove ci si troverà catapultati all’indietro ai tempi dell’antica Akragas. Riapre infatti al pubblico l’antico ipogeo Giacatello, chiuso da otto lunghi anni, il luogo da cui si dipartono gli antichi acquedotti. Si potrà scendere in profondità con l’aiuto degli speleologi di Agrigento Sotterranea e seguendo gli archeologi di CoopCulture: per ritrovarsi in un ambiente perfettamente conservato, una vera opera di ingegneria idraulica totalmente scavata nel banco di roccia; un esempio antico di sostenibilità e di rispetto dei popoli del passato verso la terra e le sue risorse visto che da qui sotto si diramano i diversi acquedotti in uso all’epoca di Akràgas e Agrigentum. E’ un vasto ambiente quadrangolare, alto poco più di 2 metri, puntellato da 49 pilastri disposti su più file.  Dalle dodici aperture del tetto, funzionavano i pozzi per prelevare l’acqua. Al suo interno confluisce, da nord ovest, un acquedotto, mentre dall’angolo di sud-est parte un cunicolo tortuoso che sfocia nel vicino torrente San Leone. Originariamente l’ipogeo Giacatello era una cisterna che apparteneva alla complessa rete di acquedotti di Akràgas che, secondo la tradizione, fu progettata dall’architetto Feace e realizzata sfruttando la manodopera dei prigionieri cartaginesi dopo la sconfitta di Himera (480 a.C.); con i romani, divenne un deposito di grano.

Dopo il grande successo delle Giornate dell’Archeologia – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – ecco un nuovo appuntamento per scoprire uno dei segreti meglio conservati della Valle dei Templi. Un luogo fra i più interessanti per la sua unicità: un nuovo percorso di visita che permetterà di scoprire la zona di Colle San Nicola, vero cuore pulsante delle attività religiose e civili della greca Akràgas e della romana Agrigentum. Un impegno mantenuto”. Pronto infatti il nuovo percorso di visita: per la sua inaugurazione, è stata organizzata domani (domenica 26 giugno) alle 17, una visita gratuita condotta dagli operatori archeologi di CoopCulture, che coinvolgerà gli speleologi dell’associazione Agrigento Sotterranea, giovani professionisti che dal 2014 si occupano della valorizzazione del patrimonio ipogeo.

“Aggiungiamo un nuovo tassello alle visite al Parco archeologico della Valle dei Templi – interviene il direttore Roberto Sciarratta – riconsegnando alla comunità agrigentina e ai turisti, un luogo straordinario chiuso da troppo tempo, che permette di raccontare il rapporto di grande rispetto che gli antichi avevano nei confronti della natura”. Ma non sarà l’unico, presto renderemo fruibili altre aree uniche”.

Il percorso inizierà dal chiostro del Museo archeologico Pietro Griffo: sarà possibile osservare da vicino l’area dell’Ekklesiasterion (il luogo in cui si riunivano in assemblea i cittadini che avevano diritto al voto) e del cosiddetto Oratorio di Falaride, il piccolo edificio religioso posto su un vero e proprio podio con tanto di scala. I visitatori poi raggiungeranno l’Agorà superiore dove gli archeologi parleranno di questi antichissimi luoghi di culto, e mostreranno  il Bouleuterion ellenistico (poi trasformato in Odeon), indicando le trasformazioni a cui fu sottoposto il santuario ellenistico-romano. Il momento più suggestivo dell’esperienza sarà di certo scendere nell’ipogeo Giacatello, dotati di protezioni adeguate per svolgere la visita in completa sicurezza. Dopo l’inaugurazione, la visita all’ipogeo Giacatello sarà a disposizione su prenotazione.