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Altri cento migranti, quasi tutti pakistani, sono stati soccorsi in mare al largo delle coste libiche dalla Geo Barents, la nave umanitaria della organizzazione francese Medici senza frontiere. Si tratta del terzo intervento in due giorni operato dalla nave. Adesso a bordo vi sono 296 profughi, tra cui numerosi minori non accompagnati. Medici senza frontiere ha chiesto alle autorità italiane un “porto sicuro” dove potere attraccare.

E la nave Mare Jonio, della organizzazione umanitaria italiana “Mediterranea Saving Humans”, ha compiuto 2 operazioni di soccorso nel canale di Sicilia trasbordando 208 migranti provenienti dalla Libia, anche con donne e minori, alla deriva su due barche di legno. Anche in tal caso è attesa l’indicazione di un “porto sicuro” in Italia.

7.997 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 46.517 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 8.133. Il tasso di positività scende di poco rispetto a ieri: 18,4 % . L’isola è al nono posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 197.017 con un aumento di 6.215 casi. I guariti sono 1.728 mentre le vittime sono 34 e portano il totale dei decessi a 8.087. Sul fronte ospedaliero sono 1.573 ricoverati, in terapia intensiva sono 170.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Catania 1.979; Palermo 1.956; Siracusa 804; Ragusa 779; Trapani 627; Agrigento 620; Messina 586; Caltanissetta 541; Enna 105

In Sicilia dal rientro a scuola dopo le festività sono oltre mille le classi in dad, la didattica a distanza. E altre circa 3.200 classi sono in did, la didattica integrata digitale, ovvero alcuni studenti seguono da casa e la restante parte in presenza. Gli alunni in presenza sono l’83,9%. E ancora: poco meno di 5mila docenti sono positivi al covid o in isolamento fiduciario. E più di 700 sono stati sospesi perché non in regola con i vaccini. Sono più o meno 110mila gli alunni a casa perché affetti dal covid. Si tratta di dati diffusi dal ministero dell’Istruzione.

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, è intervenuto al mattino di oggi, con risposta a domanda, nel merito della crisi alla Regione e sull’azzeramento della giunta. Musumeci ha affermato: “Non mi risulta che alcuna forza politica abbia dichiarato la crisi. C’è stato un voto anomalo in Aula con il voto segreto. Ho certamente alcuni riferimenti perché quello che è successo in Aula mi era stato anticipato, e quello che ho detto l’ho detto in forza di una certezza. Si apre una verifica e non una crisi. Ho detto agli assessori: ‘facciamo questa verifica. O sono io non gradito o siete voi non graditi’. Un rimpasto determina la chiusura di una stagione e l’apertura di una nuova stagione. Ma questo non è un rimpasto. E’ un momento di verifica. Poi magari i partiti riconfermeranno tutti i loro assessori”.

I deputati nazionali del gruppo Misto Yana Ehm, Doriana Sarli, Simona Suriano e Guia Termini, e i senatori Vriginia La Mura, Matteo Mantero e Paola Nugnes, hanno scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, per sostenere la causa di un dipendente disabile dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, privo di gambe dalla nascita a causa del talidomide, un farmaco usato negli anni ’50 e ‘60, somministrato alle donne in gravidanza come sedativo, e poi ritirato dal commercio perchè causa di gravi alterazioni per i neonati. L’uomo ha rivolto un appello alle istituzioni italiane chiedendo il differimento dell’obbligo di vaccinazione contro il covid. I parlamentari nella lettera scrivono: “Non è un no-vax ma un uomo spaventato dalle possibili conseguenze che la somministrazione del vaccino potrebbe avere sul suo stato di salute già precario. Infatti lui ha esplicitamente chiesto evidenze scientifiche che escludano ogni relazione causale tra la dispensazione del farmaco e il peggioramento delle sue condizioni. Per questo motivo chiediamo di rivedere l’obbligo vaccinale per alcune categorie fragili”.

Ad Agrigento il Comune ha iniziato la raccolta domiciliare dei rifiuti speciali covid prodotti da soggetti in quarantena. Si tratta di un servizio che finora ha reso l’Azienda sanitaria. Il sindaco, Franco Miccichè, afferma: “Cercheremo, in tempi brevissimi, di liberarvi dai rifiuti. Non bisogna esporli in strada: è vietato oltre che pericoloso. Chi è in quarantena deve sospendere la differenziata e conferire tutto in scatole che prima erano fornite da un’impresa incaricata dall’Azienda sanitaria ma, dallo scorso 12 gennaio, il compito è passato ai Comuni”.

di Filippo Cardinale

Diceva Aristotele che l’errore avviene in molti modi, mentre essere retti è possibile solo in un modo. Tra il vasto ventaglio di errori dal quale l’uomo può attingere c’è quello che riguarda la vendita all’asta del Piccolo albergo San Calogero e dell’ex Motel Agip. A sbagliare ancora, senza mostrare un limite, è la Regione tramite la Terme di Sciacca in liquidazione. A fine gennaio, infatti, scade il termine dell’ennesimo tentativo di vendere le due strutture che hanno lo scopo di aumentare la capacità alberghiera del complesso termale “da valorizzare” e che, nelle parole del presidente della Regione, Nello Musumeci, rappresenta “una grande potenzialità per l’economia turistica siciliana, che nel termalismo può trovare una fonte di attrazione e di sviluppo”. Peccato che alle parole non seguono i fatti. Peggio quando ai fatti non corrisponde la realtà che sui dimostra sconoscere.

Mentre il professore universitario, economista assai serio e noto, è impegnato in una “ricognizione completa delle condizioni dei siti termali di Acireale e Sciacca, necessaria alla definizione del Piano industriale con cui la Regione presenterà agli interlocutori gli investimenti necessari per riportare gli stabilimenti allo stato in cui si trovavano prima della loro chiusura”, il liquidatore della Terme di Sciacca Spa ha rinnovato la volontà a vendere le due strutture che hanno avuto la missione dell”hotelleria. Vendendo le due strutture è ovvio che quella “capacità alberghiera” ricercata dal Piano Industriale viene meno. Meno posti letto disponibili, meno interesse dei privati ad investire.

E’ stato lo stesso Nello Musumeci, con uno slancio di positivismo infondato a spiegare che nello “studio propedeutico al Piano industriale vanno tenuti in conto la valutazione degli immobili, le eventuali risorse disponibili per migliorare le condizioni delle strutture, ma anche la stima di fatturato quando sarà ripristinata la capacità produttiva e alberghiera, nonché il canone annuo per la Regione. La definizione del Piano consentirà di selezionare gli operatori economici che possano rilanciare questi complessi termali da troppo tempo inutilizzati”.

Insomma, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Un mare di confusione da parte della Regione. Come al solito. Per concludere, prendo in prestito il pensiero dell’imperatore Marco Aurelio, spesso sbaglia non solo chi fa, ma anche chi non fa qualche cosa. Musumeci e Armao sbagliano a non fare, dunque a non stoppare la vendita all’asta delle due strutture citate.

 

«Pnrr ultima chiamata per le aree della Sicilia centrale», Lo dichiara il segretario generale della Cisl di Agrigento, Caltanissetta, Enna che richiama l’attenzione sullo strumento utile per dare una significativa spinta all’economia dell’entroterra siciliana. «L’entusiasmo delle istituzioni – prosegue il dirigente cislino – rischia di diventare elemento di facciata perché alle buone intenzioni devono sempre seguire i fatti che purtroppo non vedo. Sensibilità a parte di qualche amministrazione comunale, come quella di Gela che sta valutando una collaborazione con l’Università di Catania, non riscontro il febbrile lavorio di chi crede in uno strumento fondamentale per il rilancio della nostra terra, da impegnare entro il 2023. Se guardo al recente passato non posso che essere preoccupato perché i fondi strutturali 2014 – 2020 sono stati utilizzati in Sicilia solo per il 43 per cento. Abbiamo rimandato indietro più della metà delle risorse. Per fare bene non dovremo ripetere questo mezzo fallimento».

«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – prosegue Emanuele Gallo – ha obiettivi ambiziosi che spaziano dalla digitalizzazione, alle rinnovabili, dalla riforma della Pubblica Amministrazione, alla semplificazione in materia di appalti. Non secondari gli investimenti per il sociale. Che si voglia o no il ventaglio delle opportunità è ampio e non approfittarne sarà il peggior servizio reso alle nostre bisognose comunità. Molte amministrazioni comunali lamentano la pochezza delle risorse economiche. Questa carenza dovrebbe però spingerle ad accelerare i processi di collaborazione con enti sovracomunali che hanno competenze in vari settori. Non ho notizie di protocolli d’intesa siglati con i consorzi universitari di Agrigento e Caltanissetta o con l’Università Kore di Enna come non mi risultano azioni che coinvolgano gli ordini professionali degli ingegneri, geometri, architetti e geologi o i sindacati che rientrano fra i soggetti attivi individuati dal Mise».

Emanuele Gallo non vede altra alternativa di successo «alla partnership pubblico-privato, fondamentale per rafforzare la fiducia tra i diversi attori, per far leva sulla capacità della pubblica amministrazione locale di collaborare con le imprese per la promozione competitiva del territorio e del suo benessere, per realizzare misure efficaci locali di sviluppo sostenibile. Per rendere efficiente il Pnrr si dive inoltre  puntare alla semplificazione della fase burocratica, considerata il freno delle progettualità, come ripetutamente evidenziato da molti sindaci. Infine non c’è progetto efficace se non condiviso con enti e soggetti che hanno strumenti e competenze per comprendere gli effetti che le scelte adottate avranno su territori molto carenti come sono i comuni dell’area Sicilia centrale. La ripresa ha bisogno di una spinta collettiva che non può prescindere dalla partecipazione e dalla consapevolezza dei cittadini, che siano soggetti pubblici, privati o imprenditori».

“Dopo il clima di confusione generato dall’ordinanza del presidente della Regione e il successivo valzer sulle lezioni in presenza o a distanza, l’Asp di Agrigento mi ha assicurato che entro venerdì prossimo 21 gennaio, inizieranno le procedure per lo screening della popolazione studentesca nei 18 comuni agrigentini in zona arancione Covid”.

A dirlo è il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle Giovanni Di Caro che su segnalazione dei sindaci ha chiesto ed ottenuto dall’azienda sanitaria provinciale, la campagna diagnostica che grazie ai tamponi, consenta il ritorno in classe in sicurezza degli alunni.

“Mi sono fatto portavoce dei sindaci – dice Di Caro – e anche se con un po’ di ritardo, l’Asp ha accolto favorevolmente le istanze del territorio. L’autorità sanitaria – dice ancora il parlamentare agrigentino – che fornirà tamponi e personale, è già al lavoro per l’organizzazione degli screening nei luoghi idonei indicati da ciascun Comune. Ringrazio – conclude Di Caro – il commissario Mario Zappia per la collaborazione e la solerzia”.