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6.002 i nuovi casi di coronavirus registrati in Sicilia nelle ultime ventiquattro ore a fronte di 35.547 tamponi processati. L’indice di positività è al 16.88%. Le guarigioni sono 13.388 che portano il numero degli attuali positivi sull’Isola a 227.578 (-5.817 rispetto a ieri). Le vittime sono 29. In calo i ricoveri in regime ordinario (due in meno sul dato di ieri), in leggero aumento quelli in terapia intensiva (+3).

Questi i dati Comune per Comune: Palermo 2.012; Agrigento 1.063; Messina 972; Catania 878; Ragusa 704; Trapani 639; Siracusa 607; Caltanissetta 572; Enna 153

“Su l’ascesa di Porto Empedocle,da avamposto marinaro della città di Girgenti a promessa economica e industriale, fino al declino, c’è da leggere e imparare  tanto. Attualmente la città deve ancora riprendersi dal fallimento dell’età industriale, quando ancora Porto Empedocle incarnava il ruolo di polo produttivo e commerciale della regione. Il declino della vocazione industriale e commerciale di Porto Empedocle avviene intorno al 1984, con la chiusura di tutte le attività e l’abbandono degli stabilimenti che costituiscono oggi il waterfront della città,oltre ai ruderi dell’ormai tramontata età industriale. ( Montecatini – Montedison) Oggi a Porto Empedocle, saltuariamente attraccano navi da crociera di piccole e medie dimensioni; la profondità del porto infatti non permette l’arrivo di navi con carene troppo grandi. I turisti vengono fatti sbarcare e in attesa di essere trasportati verso Scala dei Turchi o la Valle dei Templi, passeggiano in Via Roma scattano le foto di rito vicino alla statua di Montalbano. In un vecchio Piano Paesistico Regionale della Regione Sicilia,sono riportate le prescrizioni relative a Porto Empedocle c. Centro storico di Porto Empedocle: il  Recupero del valore formale della città storica; contenimento della crescita urbana e riduzione del consumo di suolo, conservazione e riqualificazione del rapporto della città con la campagna; – il mantenimento dei margini della città, salvaguardare la forma urbana e il rapporto consolidatosi nel tempo tra città e paesaggio, particolarmente lungo il margine che si affaccia sulla costa,la conservazione del tessuto urbano, recupero e restauro conservativo del patrimonio edilizio di pregio, mirata al recupero del significato e del ruolo della città storica e del rapporto città – paesaggio; – assicurare la fruizione delle vedute e del panorama; – la tutela delle emergenze geologiche e geomorfologiche; – la conservazione delle aree con vegetazione semi naturale di pregio e del verde storico; – conservazione dell’insieme del centro storico dal punto di vista percettivo – paesistico, ambientale, morfologico e tipologico, evitando inserimenti non in coerenza con il contesto. Tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico attraverso misure orientate a: recupero paesaggistico e riqualificazione urbanistica e ambientale delle aree di espansione mediante interventi di razionalizzazione degli spazi con il necessario inserimento di aree a verde, viali alberati, recupero paesaggistico- ambientale ed eliminazione dei detrattori. Un Piano Paesistico,(per il quale bisognerebbe riprendere il “filo”) che nella sua “impalcatura” affascina e ti porta in un altro mondo,un tutt’uno  con il patrimonio culturale di valore universale che è la Valle dei Templi. L’inserimento, ad opera dell’UNESCO, della Valle dei Templi tra i “patrimoni dell’umanità”, rappresenta per il territorio agrigentino non tanto la conferma del suo straordinario valore culturale, quanto il riconoscimento dell’unicità dei valori che lo compongono. L’intervento dell’UNESCO ha confermato il convincimento che la Valle costituisce una risorsa da valorizzare in quanto paesaggio culturale, espressione di una interazione dinamica tra l’uomo e la natura e testimonianza di una lunga, ininterrotta, evoluzione biologica e culturale. Porto Empedocle è  una città che ha vissuto sulla sua pelle vecchie dinamiche industriali fallimentari, i quali hanno segnato tante famiglie. Rivedersi proiettata verso opere industriali “strategiche” la renderebbe protagonista,suo malgrado, di  un film già visto”.

 

“Mentre la politica regionale con i propri sindaci di riferimento, fa “chiacchiere” e boccia un ordine del giorno del deputato regionale Di Caro, i fatti sono diversi ed a breve iniziano i lavori del metanodotto che attraverserà il territorio del comune di agrigento in piena ZONA ARCHEOLOGICA, sventrandola e cambiandone i connotati.

Quella stessa zona A che tutti gli ambientalisti hanno condannato e non difeso specie quando gli interessi sono stati altissimi;

ecco il risultato: mentre in troppi fanno chiacchiere ed hanno venduto il territorio ai poteri forti”.

Giuseppe Di Rosa vicepresidente Codacons.

Lu megliu jocu il nuovo singolo in uscita di Claudia Rizzo che fa parte dell’album radici di un mare aperto.

È stato detto della tua voce : -pulita e ricca di sfumature, che emoziona e ti trasporta in un’altra dimensione. Ecco la storia del percorso artistico di Claudia Rizzo: Cantante e attrice siciliana, laureata al Dams, Claudia Rizzo si forma presso la BSMT, accademia di musical Theater, dove si diploma prima di approfondire gli studi di performer a Londra presso la Guilford School of Acting. Partecipa all’Accademia del Festival di Sanremo. E’ performer in vari musical e attrice in cortometraggi.

Nel 2010 fonda in Sicilia l’Accademia di arte e spettacolo Le Muse, centro multidisciplinare di arte e spettacolo che attualmente dirige. L’eclettismo e la versatilità la fanno promotrice di eventi e collaborazioni in progetti, spettacoli, laboratori e workshop riguardanti il cinema, il canto, il teatro e la musica coinvolgendo artisti ed enti culturali. E’ voce della formazione Sapore Italiano, progetto musicale che fonde cantautorato, jazz , bossa nova, folk, musica latina e mediterranea.

L’abbiamo avvicinata per due chiacchiere.

Claudia, è uscito da poco il tuo album, Radici di un mare aperto, un grande omaggio alla Sicilia che ha riscontrato grande successo anche oltre il nostro territorio. Qual è l’elemento trainante del tuo album? 

“L’elemento trainante di questo album , che l’ ha un po’ ispirato è il mare, metafora e specchio di come siamo e di come potremmo essere. Il mare aperto rappresenta la voglia di aprirci agli altri e al futuro e in questo periodo storico difficile, tra guerre e pandemia, abbiamo più che mai bisogno di bellezza e di “meraviglia”. Dobbiamo riappropriarci della nostra parte migliore che è ancora capace di sognare e di vedere la “luce”e la musica può rappresentare la speranza in un futuro migliore in cui la fratellanza e la condivisione possano davvero generare un cambiamento. Le radici rappresentano invece la nostra identità e i valori più profondi che a volte, purtroppo, perdiamo di vista”.

Le tracce che compongono il tuo progetto ci rapiscono in un’atmosfera senza tempo, guidandoci alla scoperta di nuove geografie attraverso luoghi non da attraversare ma che ci attraversano. Ma come nasce la tua passione per la musica?

“Ero una bambina molto vivace; da piccola mi piaceva giocare per strada, ero un po’ un maschiaccio, mi chiamavano “moto perpetuo” e l’unica cosa che in qualche modo riusciva a calmarmi era la musica. Ricordo ancora l’LP di Teresa De Sio, bravissima cantautrice napoletana, la sua musica mi faceva sognare e speravo un giorno di poter cantare la Sicilia come lei aveva fatto con la sua Napoli.  Racconto sempre che mia madre quando voleva spaventarmi per farmi stare calma mi diceva:-“Attenta che arriva  u’ diavulu zoppu”!, e cioè attenta che arriva il diavolo zoppo!  ed io le rispondevo: “Chiamalu ca c’azzoppu l’antra gamba” . Chiamalo che gli rompo l’altra gamba!

Un’artista in qualche modo ha bisogno di raccontare la sua realtà per “riscattare”oltre che se stesso anche la storia dei luoghi che gli “appartengono” e che lo “attraversano”; non solo fisici ma anche emotivi : la Sicilia e il mondo che essa evoca credo sia una realtà così ricca di passione, sfumature e colori cangianti che vale la pena di raccontare in musica. Il siciliano è come il napoletano una lingua, oltre che un dialetto. La scelta di unire l’italiano al siciliano nei brani,(“Balliamo il maramao” e “Dove  Andrai” sono gli unici unicamente in italiano) è stata una precisa  scelta culturale oltre che musicale: il siciliano , intramezzato all’italiano- assume le caratteristiche come di un idioma antico da ritrovare”. 

Come si è evoluto il tuo percorso artistico? 

“Dalla bambina che sognava di fare musica a cercare di farlo sul serio è stata una ricerca continua nel segno della sperimentazione e della contaminazione; mi è sempre piaciuto il jazz, ma anche il cantautorato, il teatro, la musica popolare e la bossanova, insomma il mio animo latino e un po’ sognante ha influito artisticamente nel segno dell’eclettismo e della contaminazione. Della musica mi ha sempre affascinato l’idea di poter creare con le note e la creatività un nuovo mondo”. 

Per l’estate ci saranno dei live? 

“Spero di poter portare lo spettacolo “radici di un mare aperto” , recital tratto dall’omonimo album in giro tra teatri e festival e magari proporlo  in qualche sito di interesse storico e archeologico; ho proposto il mio album in anteprima  ai Templi di Agrigento e mi piacerebbe ripetere l’esperienza di coniugare la musica ad un sito di interesse storico e culturale”. 

Parlaci del nuovo singolo U megghiu jocu. 

“U megliu jocu è difficile da tradurre, letteralmente sarebbe… vuoi sapere qual’e’: “Il miglior gioco? Fai bene e parla poco.. ma in realtà vuole alludere ai continui giochi che la società ci impone, ai ruoli che dobbiamo interpretare per essere accettati o avere successo nei vari contesti, ma questo a volte ci limita nella nostra autenticità. Interpretiamo spesso mal volentieri i ruoli che la società ci impone. L’umorismo , come il grande drammaturgo Luigi Pirandello , forse è l’unica arma che può aiutarci a vivere meglio. In questo brano, che prende vita dai proverbi siciliani, Il ritmo e la musica ci guidano e scacciano i pensieri, quelli brutti e quelli belli non fai in tempo ad avere la soluzione dell’enigma che la musica e il suo ritmo ti travolgono e ti fanno  dimenticare qual’è la soluzione e se c’è un’obiettivo o una fine. È la tarantella che guida l’intero brano, con dei cambi repentini in cui l’italiano poi irrompe spezzando in qualche modo il ritmo serrato. Anche questa è una scelta voluta. Ogni tanto il turbinio della vita si interrompe e ci fermiamo  a riflettere. In questo brano la Sorte, l’amore, i lavoratori e le loro difficoltà, l’esser pupi o carnefici, sono parte della storia di Sicilia e in qualche modo tramite i proverbi volevo rievocare questi temi in maniera giocosa e un po’ irriverente.

Il videoclip Lu megliu jocu è in uscita ed è già visibile su you tube. Regia, scenografia e direzione della fotografia Andrea Tedesco. aiuto fotografia e foto di scena Danilo Sguali.  costumista Clara fiorentino. aiuto scenografia Salvatore Matina; mixato e registrato da Domenico Petrella , Le muse recording studio. Si ringrazia il maestro d’arte dei Pupi Carmelo Guarneri per la concessione dei Pupi da lui realizzati visibili al collegio dei filippini di Agrigento e la famiglia Patti per la concessione della location “ ex residenza del barone Mendola “ .  Musica e testi Claudia Rizzo arrangiamenti e direzione musicale Tom Sinatra”.

“Un luogo magico molto presente nel dibattito agrigentino di questi anni soprattutto grazie ai tanti appelli lanciati da MareAmico che proprio nella marna di Agrigento, ha visto un una zona da tutelare sia dal punto di vista ambientale che naturalistico. 25 anni di lotte per avere questa agognata riserva naturale”, ha commentato il presidente della commissione speciale all’Ars Carmelo Pullara.

Stando alle indiscrezioni rese pubbliche proprio da Claudio Lombardo. continua Pullara – il disagio delle esercitazioni militari su quel posto sembra finalmente essere risolto. Le esercitazioni – dice Pullara – si devono fare ma non è possibile a Punta Bianca e da ben 63 anni.  Ora bisogna lavorare perchè parta la riserva e per salvaguardare e recuperare la caserma della guardia di finanza, a rischio crollo, che proprio Mareamico si è offerta di ristrutturare”.

“Abbiamo voluto aspettare alcune settimane prima di scriverLe questa nota perché abbiamo ritenuto che fosse giusto rendersi conto di cosa succede al pronto soccorso di Agrigento di persona, prima ancora, che fossimo noi a raccontarLe l’esperienza giornaliera della tanta gente che ha bisogno assistenza.

Abbiamo salutato positivamente un incarico a lunga scadenza e con una selezione pubblica che premi il merito, perché riteniamo che gli incarichi a tempo spesso facenti funzioni, non consentano di programmare l’attività a medio e lungo periodo ed in queste circostanze il danno ai cittadini è incalcolabile.

E’ cronaca quotidiana per i cittadini che accedono alle cure del P.S., che non sono in codice rosso, stazionare per molte  ore nella sala d’attesa prima di essere visitati,spesso ammassati in un assembramento che fa a pugni con le misure di prevenzione anti covid 19.  Purtroppo, la rabbia ed il legittimo nervosismo dei pazienti e dei familiari, si scaricano nei confronti del personale sanitario del nosocomio agrigentino, che lavora in mezzo a tante difficoltà e queste aggressioni diventano determinanti per fare rifiutare gli incarichi dei professionisti nel pronto soccorso. A nostro giudizio una delle principali cause di questo ingorgo al pronto soccorso è l’assenza della medicina del territorio che faccia da filtro per i tanti malati in codice bianco o verde. La politica regionale, d’altronde, non riesce a occuparsi con investimenti adeguati del problema e perciò necessita che l’Azienda faccia la sua parte con assunzione di personale giovane e motivato con contratto a tempo indeterminato, evitando così che i nostri bravi medici vadano ad arricchire con la loro professionalità altre regioni se non, in alcuni casi, altri Stati.

Egregio Direttore al fine di conoscere quale programmazione e azioni intende mettere in campo per dare una svolta, nei limiti delle proprie competenze, ai suddetti problemi denunciati, si chiede un incontro. Certo che raccoglierà la sfida aprendosi al contributo di quanti hanno a cuore un servizio sanitario nazionale con il volto “ umano”, in attesa di gradito riscontro, si saluta  distintamente”.

 

Ad Agrigento, la Polizia di Stato ha tratto in arresto un giovane cittadino di nazionalità rumena in esecuzione di un Mandato d’Arresto Europeo, emesso dalla Romania, per i reati di guida senza patente e guida di veicolo non immatricolato.

Scoperto un giro di fatture false per 312 milioni di euro a Palermo: la Guardia di Finanza sequestra preventivamente beni per 78 milioni di euro.

A Palermo la Guardia di Finanza ha scoperto un presunto giro di fatture false, per 312 milioni di euro, ruotanti intorno ad una società palermitana, la Runex srl, che opera nel settore del commercio all’ingrosso di metalli ferrosi, e ad altre tre società. E’ scattato un sequestro preventivo per un valore complessivo di oltre 78 milioni di euro, corrispondente al profitto dei reati tributari contestati. Le altre tre, oltre alla Runex, sono la Martenk spa con sede a Roma, la Ferkal e la Sifer srl con sede a Napoli. Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura di Palermo, sono state avviate a seguito di una ispezione fiscale nella sede della Runex, risultata solo un recapito per la corrispondenza. Infatti, sarebbe emerso che, sebbene priva di mezzi, locali, attrezzature e utenze, pur non avendo mai presentato dichiarazioni, versato imposte, né avuto personale alle dipendenze, la Runex avrebbe però formalmente intrattenuto transazioni commerciali per rilevanti importi, negli anni 2016 e 2017, con una società di capitali con sede a Roma. La Runex avrebbe quindi emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti dell’azienda romana che, a sua volta, avrebbe rivenduto solo “sulla carta” la merce già fatturata ad altre due imprese con sede a Napoli e Milano. L’obiettivo sarebbe stato abbattere illecitamente il reddito imponibile delle società destinatarie delle fatture false fatturando costi fittizi e l’indebita detrazione dell’Iva. I rappresentanti legali delle società denunciati sono 6.

A Palermo, all’Astoria Palace, un accordo programmatico è stato siglato tra Italia civile popolare e la Democrazia Cristiana Nuova. Tra gli altri sono stati presenti Totò Cuffaro, commissario regionale della Dc Nuova, il suo vice Pippo Enea, l’onorevole Mario Caruso, presidente Italia civile popolare, il vicepresidente di Icp Nino Romanzo, e Giuseppe Gennuso, presidente Movimento cristiano lavoratori Palermo. Cuffaro, nel corso del suo intervento, ha affermato: “Occorre difendere l’identità siciliana. Siamo un partito antico con un cuore nuovo, un partito di valori autentici, dell’accoglienza e del lavoro. L’accordo ha una duplice valenza: una legata alla presenza dei tanti italiani all’estero e, di un problema serio, che è quello dell’emigrazione; l’altra, l’accordo programmatico con Italia Civile Popolare che continuerà nei prossimi impegni amministrativi e successivamente per il rinnovo del Parlamento regionale. E’ finita l’emigrazione del passato che ha portato ricchezza in Sicilia. Ve ne è una del presente che sta impoverendo economicamente e idealmente l’Isola, con i nostri figli che vanno fuori per studiare e lavorare. Ci stiamo impoverendo perché stiamo investendo sui nostri figli facendoli andare via e non producendo in Sicilia. Il futuro sarà peggiore, perché i genitori, tra poco, seguiranno i figli e venderanno tutto quello che hanno in Sicilia per portarlo altrove, creando diseconomia”.

Rinviata a data da destinarsi l’inaugurazione dell’anno accademico 2021-22 del Consorzio Universitario di Agrigento e Università degli studi di Palermo, programmata per venerdi 18 marzo presso il Teatro Pirandello di Agrigento.

Il Magnifico Rettore dell’Ateneo palermitano, Msssimo Midiri, è risultato positivo al Covid e pertanto non potrà presenziare alla cerimonia di inaugurazione. Questo evento, importantissimo, verrà spostato nei prossimi giorni, fermo restando che si dovrà attendere da Palermo l’avvenuta guaroione dal Covid del Magnifico Rettore.