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Le condizioni dellhotspot di Lampedusa sono vergognose, con extracomunitari ammassati all’inverosimile e costretti a dormire sopra le proprio feci e le proprie urine afferma il commissario provinciale di Fratelli d’Italia, Calogero Pisano – una situazione raccapricciante che si ripresenta puntualmente ogni anno all’interno della struttura di Contrada Imbriacola, soprattutto durante il periodo estivo.

Il Sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ed il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, hanno chiesto un immediato intervento del governo, richiesta a cui si è unito anche qualche altro esponente politico, svegliatosi dal lungo torpore forse per l’avvicinarsi delle elezioni.

Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha disposto l’invio di navi della Marina Militare, da utilizzare come dei taxi del mare, per trasbordare gli immigrati presenti nell’hotspot della piccola isola nei centri di accoglienza della vicina Sicilia.

Un provvedimento tampone conclude Pisanoche risolverebbe solo temporaneamente il problema lampedusano e che non fermerebbe l’ondata migratoria clandestina ed il traffico di essere umani, come, invece, farebbe il blocco navale chiesto da tempo da Fratelli d’Italia, unico partito che si è da sempre opposto alla furia immigrazionista del governo e all’immigrazione irregolare”.

 

La tutela e la gestione della Scala dei Turchi viene affidata per un anno al Comune di Realmonte, in attesa del trasferimento definitivo della titolarità alla stessa amministrazione, a garanzia del sereno svolgimento della stagione estiva e del flusso turistico atteso.
È questa la soluzione individuata da tutti i soggetti privati e istituzionali coinvolti nella risoluzione dell’annosa questione riguardante la gestione della scogliera di marna bianca nell’Agrigentino, grazie all’impegno del governo Musumeci che da tempo si sta adoperando per trovare la sintesi tra le diverse parti in causa.
Questa mattina, alla presenza dell’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, nei locali della Presidenza della Regione, è stata firmata la convenzione tra il sindaco di Realmonte, Santina Lattuca, e il legale rappresentante del proprietario Ferdinando Sciabbarrà, avvocato Giuseppe Scozzari, con la quale si stabilisce che l’amministrazione comunale avrà il compito, per dodici mesi, di custodire il sito e adottare ogni intervento idoneo alla custodia, alla gestione e all’uso temporaneo, al fine di evitare pericoli nei confronti di bagnanti e soggetti terzi che usufruiscono di questo luogo. Una soluzione temporanea, in attesa che l’Agenzia delle Entrate possa esprimere un parere richiesto riguardo al trattamento fiscale da applicare prima di procedere alla transazione definitiva del bene al Comune di Realmonte.
«La sinergia istituzionale arriva alle soluzioni quando c’è la volontà di cooperare nell’interesse della Sicilia – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – Il governo regionale è stato fortemente impegnato nella composizione di una vicenda complessa legata alla titolarità di un bene di grande pregio naturalistico, nell’interesse esclusivo della sua tutela e della sua valorizzazione. Attraverso l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico e la Protezione civile, inoltre, è impegnato  da anni con cospicui investimenti, assieme ad altre istituzioni, nella salvaguardia dell’integrità di questo meraviglioso angolo della Sicilia».
«Nel percorso di ripristino della legalità e di tutela e valorizzazione di un tesoro ambientale straordinario come la Scala dei Turchi – sottolinea l’assessore Cordaro – la giornata di oggi costituisce un tassello importante e ulteriore, perché si affida, con la supervisione del governo della Regione, la fruizione regolamentata del sito al Comune di Realmonte. Un grazie a chi ha siglato la convenzione per lo spirito di collaborazione dimostrato, al fine di condurre l’intera vicenda a una conclusione positiva».

È successo davvero. In autostrada, macchine che sfrecciano a 120 km orari e attaccata a una struttura di metallo, una cagnolina. L’ orrore dell’ abbandono ha tante sfaccettature quella che vi raccontiamo è una delle più cruente. Scenario di questa ennesima barbarie è ancora una volta Agrigento, una terra di cultura millenaria che non merita la propria bellezza.
La cagnolina è ora nel rifugio dell’Associazione Aronne che ha soccorso l’animale dopo una telefonaa. La cagnolina è timida e riconoscente come solo i cani sanno esserlo.
L’Associazione Aronne, che anno dopo anno, continua a salvare e fare adottare i cani, sprona gli agrigentini e non solo ad aiutarli donando il 5×1000 all’Associazione Aronne CF 93035450845.

Il Dipartimento regionale tecnico ha concluso le operazioni di gara dell’Accordo quadro triennale da 63 milioni di euro per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali della Sicilia. A renderlo noto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. «Attraverso questo nuovo maxi appalto – spiega l’assessore – avremo un operatore per ogni provincia che, quando serve, potrà subito intervenire per sistemare le barriere, aggiustare l’asfalto disastrato o compiere tutti quegli interventi utili a mantenere le nostre strade interne fruibili e sicure. I primi lavori partiranno a settembre. La Regione – aggiunge Falcone – non ha diretta competenza sulle strade provinciali, ma ha voluto comunque intervenire in sostituzione di Liberi consorzi e Città metropolitane. Con finanziamenti e appalti da noi attuati abbiamo così potuto prenderci cura di migliaia di chilometri di strade in abbandono anche da più di un decennio, così come richiesto da cittadini, imprenditori, famiglie».
L’Accordo quadro risulta suddiviso in lotti dal valore di 7 milioni di euro che corrispondono a ciascuna delle nove province siciliane. Per ogni lotto è stata individuata un’impresa o una rete di imprese che, prossimamente, dovrà occuparsi della manutenzione straordinaria della viabilità nei territori delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e dei Liberi consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa, Trapani. Il precedente analogo Accordo, giunto a scadenza nel 2021, aveva visto uno stanziamento da 45 milioni di euro. «Grazie a quest’ultima iniziativa – conclude l’assessore alle Infrastrutture – il governo Musumeci avrà superato di gran lunga la soglia dei 400 milioni di euro per il recupero della viabilità interna della Sicilia».

A Palermo al Villaggio Santa Rosalia, nella zona tra via Ernesto Basile e via Mancino, si è scatenato un inseguimento e poi è stato sparato un colpo di pistola contro un giovane che è riuscito a salvarsi. Il proiettile si è conficcato sul parabrezza di un’ automobile guidata da una donna di 74 anni, illesa. Indaga la polizia che ha raccolto la testimonianza della signora, che avrebbe riferito di un gruppo di uomini intenti a litigare. Sono intervenuti gli agenti della Polizia scientifica. Indagini in corso.

La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza di condanna, ad 1 anno e 6 mesi di reclusione ciascuna, emessa dal Tribunale di Agrigento a carico di Angela Scarabeo, 81 anni, di Favara, e Carmela Lattuca, 52 anni, di Agrigento. Le due donne sono state ritenute responsabili del furto in casa di una centenaria in via Manzoni ad Agrigento, commesso il 3 ottobre del 2013. Le due donne, entrate in casa con inganno, avrebbero rubato 460 euro, una spilla d’oro e una collanina d’argento in camera da letto. Le due donne furono anche inseguite dalla figlia della vittima. Sono state incastrate dalle telecamere di video-sorveglianza nella zona.

Lungo la strada statale 124 Siracusa – Floridia, innanzi all’ingresso principale del cimitero di Siracusa, per cause in corso di accertamento si sono scontrate una moto e un’automobile. E’ morto Roberto Crispino, 58 anni, padre di 3 figli, dipendente della Siam, la società che gestisce il servizio idrico in città. Lui, dopo il turno di lavoro, è stata alla guida della sua Honda Sh 300. Sul posto, dopo il violento impatto, sono giunti i sanitari del 118 e i Vigili urbani. La Procura ha avviato un’inchiesta per omicidio stradale. I funzionari della Siam hanno scritto: “La Siam ha appreso con immenso dolore del tragico incidente stradale. Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra sentita vicinanza alla famiglia di Roberto in questo momento di terribile dolore”.

Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, ha condannato a 8 mesi di reclusione Giuseppe Cimino, 58 anni, di Racalmuto, imputato di lesioni e minaccia a danno dell’ex convivente. Il racalmutese, difeso dall’avvocato Fabrizio Caltagirone, è a processo dopo la denuncia presentata dalla donna, che si è costituita parte civile tramite l’avvocato Gianfranco Pilato. La vittima ha raccontato di essere stata ripetutamente insultata, minacciata e picchiata con pugni, schiaffi e calci, e in un’occasione anche con una griglia. Per due volte, a seguito dei pestaggi, è stata costretta a recarsi in ospedale. Il giudice non ha riconosciuto l’imputazione dei maltrattamenti in famiglia.

A Lampedusa i militari della Guardia costiera hanno sequestrato un motopesca egiziano, sorpreso a pescare in acque territoriali italiane. Il comandante è stato denunciato, e sono stati sequestrati oltre mille chili di pesce e due reti. Il sequestro è scattato nell’ambito dell’operazione “Spring Fish”, promossa dalla direzione marittima della Sicilia occidentale. Finora, complessivamente sono state sequestrate oltre due tonnellate e mezzo di pesce non tracciato o non idoneo al consumo, e comminate sanzioni per oltre 30mila euro. I militari della Capitaneria di Trapani hanno bloccato anche un motopesca algerino con mille chili di tonno rosso.

A Licata i poliziotti del locale Commissariato, diretto dal vice questore, Cesare Castelli, hanno sottoposto alla misura cautelare della custodia in una casa di cura un licatese di 30 anni per tentata estorsione aggravata reiterata, e danneggiamento a seguito di incendio, a danno di un suo familiare. Il provvedimento giudiziario scaturisce dagli interventi effettuati dai poliziotti nell’abitazione del familiare, bersaglio di pesanti minacce di morte, e continue e pressanti richieste di denaro, ritenute estorsive. L’indagato è stato condotto in una Comunità con divieto di incontro e comunicazione con la parte offesa con qualunque mezzo, anche informatico.