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I funerali di Pietro Carmina, 68 anni, da qualche anno in pensione dopo aver insegnato Storia e Filosofia al liceo classico Foscolo di Canicattì e quelli della moglie Carmela Scibetta, 61 anni, assistente sociale del Comune di Ravanusa ed una delle più strette collaboratrici del sindaco Carmelo D’Angelo, sono stati pagati dalla “Nh hotel”: la società dove, a Milano, lavora il figlio della coppia, Carmine di 32 anni. E per la società è stato un esemplare gesto di solidarietà e vicinanza al dolore del loro dipendente che ha perso i genitori nella strage di Ravanusa. A fare chiarezza, in merito ai funerali della coppia, è il legale del trentaduenne: l’avvocato Luigi Termini. Di questi due funerali si è occupata l’agenzia funebre Montana e Pennica di Michele Montana che ha applicato gli ordinari tariffari per le esequie che vengono celebrate a Ravanusa.

Il covid miete altre vittime in provincia di Agrigento. Il bollettino dell’Asp comunica che nelle ultime 24 ore si registrano due nuove vittime, una a Licata e l’altra a Campobello di Licata. Il bollettino dei morti in provincia dall’inizio della pandemia sale a 440.

480 i nuovi positivi, con 4 nuovi ricoveri e 110 guariti.

In ospedale ci sono 63 ricoverati mentre in degenza ordinaria/subintensiva sono 52: 30 si trovano al “Fratelli Parlapiano” di Ribera e 22 al San Giovanni di Dio di Agrigento. 8  i pazienti ricoverati in terapia intensiva: 3 al presidio ospedaliero riberese e 5 al San Giovanni di Dio. Tre persone (dato stabile) si trovano in strutture low care: 2 al Covid Hotel di Sciacca e una in un’altra struttura fuori provincia. Sono 12 (dato invariato) i pazienti ricoverati negli ospedali agrigentini, ma non residenti in provincia e che pertanto non sono inclusi nel totale.

Questi i dati Comune per Comune: Agrigento 1.624 casi (+62); Alessandria della Rocca a 50 (+1); Aragona: 175 (+6); Bivona: 28 (-1); Burgio: 22 (+2); Calamonaci: 63 (+2); Caltabellotta: 50 (+6); Camastra 42 (dato invariato); Cammarata: 316 (+10); Campobello di Licata: 284 (+7); Canicattì: 1.018 (+63); Casteltermini: 183 (+3) con 6 migranti (dato invariato) ospitati in un centro di accoglienza; Castrofilippo: 100 (dato invariato); Cattolica Eraclea: 58 (+1); Cianciana: 36 (dato invariato); Comitini: 10 (stabile); Favara: 890 (+33); Grotte: 148 (-1); Joppolo Giancaxio: 37 (stabile); Licata: 925 (+52); Lucca Sicula: 15 (stabile); Menfi: 154 (+10); Montallegro: 7 (dato invariato); Montevago: 26 (+2); Naro: 167 (+3); Palma di Montechiaro: 713 (+20); Porto Empedocle: 399 (+14); Racalmuto: 182 (-1); Raffadali: 424 (+9); Ravanusa: 393 (+7); Realmonte: 90 (-1);  Ribera: 239 (+19); Sambuca di Sicilia: 26 (stabile); San Biagio Platani: 36 (+1); San Giovanni Gemini: 402 (+21); Sant’Angelo Muxaro: 20 (dato invariato); Santa Elisabetta: 56 (+14); Santa Margherita di Belice: 98 (+11); Santo Stefano di Quisquina: 56 (+8); Sciacca: 775 (+30); Siculiana: 89 (dato invariato) con un migrante ospitato al “Villa Sikania”; Villafranca Sicula: 11 (stabile).

Ci sono 43 migranti (+3) in quarantena sulle navi di accoglienza.

I soldi sono stati anticipati per alcune vittime dallo studio legale che segue i parenti nella vicenda giudiziaria, per altri dalla ditta de Nord dove lavora un familiare, mentre altri parenti devono ancora pagare. «Le istituzioni, l’Italgas, nessuno ha ritenuto opportuno occuparsi di questa vicenda drammatica che ha costernato l’intero Paese» dice il legale.

Il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, sostiene che il Comune fin dall’inizio è stato tenuto al di fuori dalla “vicenda». «Dei funerali si sono occupati i titolari delle tre onoranze funebri del paese – spiega – abbiamo chiesto all’inizio: chi paga? E loro ci hanno risposto: ce la sbrighiamo noi con le famiglie. Noi non volevano che pagassero le famiglie ma ci hanno tirato fuori. Poi abbiamo saputo che alcuni funerali sono stati pagati dalle assicurazioni dell’ufficio legale di qualche familiare, dalla ditta di un altro. Noi eravamo e siamo disponibili a dare un contributo. Naturalmente la cifra di partenza non può essere diecimila euro: un funerale costa circa un terzo».

Valutato ed approvato, dal team del Joint Research Centre Covenant of Mayors della Commissione Europea il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima del Comune di Agrigento.

Il PAESC, redatto dall’ Energy Manager, ingegnere Guido Donato Mozer, con la collaborazione dell’Arch. Ivano Agostara  e il coordinamento dell’assessore alle politiche energetiche Gerlando Principato, è il libro concreto, azione per azione, che rende possibile raggiungere risultati non procrastinabili e mantenere l’impegno di sostenibilità ambientale preso con la città.

«Il comune di Agrigento che ha redatto il Paesc, avrà diversi vantaggi – spiega l’assessore Gerlando Principato – tra i quali ci saranno anche dei finanziamenti per aiutare il comune virtuoso. L’Unione Europea, infatti riconoscerà l’impegno dei comuni firmatari, stanziando dei contributi, per consentire il raggiungimento dell’obiettivo del -40% di emissioni entro il 2030. L’approvazione del Paesc – conclude Principato – è un importante risultato che dimostra che le azioni scelte dal Comune di Agrigento per la riduzione dei consumi energetici, le emissioni in atmosfera e per l’adattamento ai cambiamenti climatici sono in linea con le strategie europee».

“Sapere che il nostro lavoro  – commenta il sindaco Micciché – venga apprezzato e riconosciuto a livello europeo dal Patto dei sindaci è un motivo di grande soddisfazione e uno stimolo in più ad incrementare ulteriormente il nostro impegno su questo fronte.”

Come si ricorderà il Piano venne approvato dal Consiglio Comunale il 17 dicembre 2020 e presentato il 14 gennaio 2021 all’Ufficio del Patto dei Sindaci e alla Commissione Europea, il Piano è stato valutato ed approvato dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, a titolo di garanzia di conformità ai princìpi del Patto dei Sindaci. Si tratta di un controllo di qualità e di coerenza che contribuisce a garantire la credibilità e l’affidabilità dell’iniziativa del Patto dei Sindaci.

Adecco, società specializzata di The Adecco Group che sviluppa e valorizza il capitale umano, annuncia l’apertura delle selezioni per l’assunzione di 100 nuove figure nel Sud Italia. Le risorse andranno a rafforzare l’organico aziendale in sei regioni: Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Un incremento di organico importante per l’azienda, che rientra all’interno di una più ampia campagna di recruiting che riguarderà tutto il territorio nazionale.

Le selezioni si concentrano sulla ricerca di tre differenti profili: Responsabile di Selezione e Servizio, Responsabile Commerciale e Consulente d’azienda. Figure che avranno un ruolo fondamentale nel favorire l’interrelazione tra chi offre e chi cerca lavoro, supportando concretamente aziende, lavoratori e candidati nel raggiungimento di obiettivi di business, professionali e personali.

Nel dettaglio, il Responsabile della Selezione avrà il compito di assicurarsi di rispondere alle esigenze espresse dai clienti, in termini di copertura degli ordini, erogazione del servizio e di raccolta proattiva ed anticipazione di eventuali nuove opportunità. Si occuperà, inoltre, di tutte le attività di management dell’intero ciclo di vita del candidato. Il Responsabile Commerciale avrà la responsabilità sull’attività di sviluppo commerciale sul territorio di competenza, attraverso un’attività di coordinamento con il responsabile di funzione e la produzione di analisi e proiezioni di sviluppo a livello territoriale. Il Consulente d’azienda avrà il ruolo di collaborare con le filiali presenti nell’area territoriale assegnata in particolare sugli aspetti relativi alla Ricerca e Selezione per il target di candidati di competenza. La forma contrattuale con cui le risorse saranno inserite in azienda sarà valutata caso per caso, ma quella predominante sarà la formula del tempo indeterminato.

“Il mondo del lavoro non si è mai evoluto velocemente come in questi ultimi anni, e prevediamo che nel prossimo futuro questa trasformazione continuerà a impattare tutti i settori di business, a partire da quelli legati al digitale e alla sostenibilità. La transizione sostenibile, per esempio, secondo l’International Labour Organization (ILO) delle Nazioni Unite, potrebbe portare alla creazione di circa 18 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo entro il 2030. Considerando questi dati, vogliamo rafforzare il nostro supporto alle aziende, offrendo servizi che ricoprono un ruolo sempre più strategico, dal supporto nella ricerca di profili con nuove competenze, alla valorizzazione del capitale umano. – commenta Andrea Malacrida, Amministratore Delegato di Adecco Italia – Proprio la caratterizzazione dei nostri servizi e la sempre maggiore richiesta da parte delle aziende di personale specializzato, ci spinge a rafforzare in maniera importante il nostro organico diretto, consolidando il presidio di tutti i territori in cui operiamo. Per Adecco, infatti, tutti le aree dell’Italia si confermano un mercato fondamentale e lanciamo oggi questa vasta campagna di selezione con l‘obiettivo di inserire in azienda risorse strategiche che, insieme agli altri professionisti già impegnati da tempo con il Gruppo, avranno il compito di guidare le imprese italiane verso il futuro del lavoro.”

“Il territorio montano e pre-montano dello SNAI a cui afferisce il presidio ospedaliero “Fratelli Parlapiano” necessita oltre che di un’importante investimento nei servizi territoriali e di prossimità anche in servizi di emergenza e urgenza, che al momento vengono erogati dal solo presidio ospedaliero saccense che non riesce a garantire e sostenere il forte stress sanitario”, evidenzia la lettera a firma di Vincenzo Rossello, Coordinatore Ribera 5 Stelle.

“I mini Ospedali di Comunità sono un importante passo verso il potenziamento della sanità pubblica e territoriale. L’esigenza di un mini ospedale di comunità che offre servizi prevalentemente infermieristici, necessita di un Presidio Ospedaliero di Zona Disagiata come potrebbe essere il “Fratelli Parlapiano”, e un DEA di I° livello come il presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca”.

Dunque, “il futuro del presidio ospedaliero riberese è il riconoscimento di Ospedale di Zona Disagiata e l’attivazione di quei reparti di specializzazione pneumologica e infettivologica che lo renderebbero ospedale di riferimento di un territorio extra provinciale. L’attivazione dell’Unità di malattie infettive e tropicali presso l’ospedale di Ribera è un importante traguardo raggiunto per l’ampliamento dell’offerta sanitaria territoriale. A questo tassello dovrebbe aggiungersi la nascita di un Centro Regionale di riferimento per la Cura la Ricerca e lo sviluppo di metodologie diagnostiche dedicato esclusivamente alle Malattie Infettive”.

Il M5S di Ribera invita l’Assessore Regionale alla Salute Avv. Ruggero Razza, il Dirigente Generale del Dipartimento per la Pianificazione Strategica Ing. Mario La Rocca, il Commissario Straordinario dell’Asp Dott. Mario Zappia “a definire con atto aziendale il piano strategico di rifunzionalizzione post covid del presidio ospedaliero “Fratelli Parlapiano” con l’inserimento nella nuova rete ospedaliera regionale (Malattie Infettive, Pneumologia, Terapia Intensiva e Sub-Intensiva, Medicina, Chirurgia, P.S., Riabilitazione Cardio Respiratoria,…); riconoscere il P.O. di Ribera come Ospedale di Zona disagiata e rivisitare dunque la rete ospedaliera regionale (vedi DM.70);  indire immediatamente nuovi bandi per la dotazione organica mancante e disporre la definitiva adozione della dotazione organica del “Fratelli Parlapiano” attraverso l’indizione di nuovi bandi di concorso a tempo indeterminato o attraverso la mobilità volontaria ed extra-regionale in favore degli ospedali disagiati;  istituire un Centro Regionale di riferimento per la Cura la Ricerca e lo sviluppo di metodologie diagnostiche dedicato esclusivamente alle Malattie Infettive; definire i tempi attivazione del Pronto Soccorso, e se – in prospettiva post Covid – l’attuale P.S. Covid diventi un P.S. ordinario; verifica e presa in carico di una seconda TAC di nuova generazione che dovrebbe essere nella disponibilità del Fratelli Parlapiano”.

“È un’opportunità che potrebbe rappresentare un’occasione unica per dotare i comuni appartenenti all’area interna SNAI Sicani di un presidio sanitario di prossimità e di un presidio ospedaliero di zona disagiata, in modo da poter garantire finalmente un adeguata offerta sanitaria al territorio montano e pre-montano”, conclude la proposta.

Via libera definitivo al progetto per il ripascimento del litorale di Eraclea Minoa. L’assessore al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, ha firmato il decreto che prende atto dell’ottemperanza alle prescrizioni impartite dalla Commissione tecnica specialistica per le valutazioni ambientali e rende adesso possibile l’avvio dei lavori. 

Si perfeziona così l’iter per procedere all’apertura dei cantieri, secondo il progetto predisposto dalla Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico guidata dal presidente della Regione Nello Musumeci.
«Superati questi ulteriori passaggi – commenta il governatore Musumeci – possiamo avviare concretamente una complessa opera che consentirà a questo incantevole angolo di Sicilia di guardare al futuro con rinnovata fiducia. La stretta e intensa collaborazione tra le strutture regionali coinvolte consentirà di arginare l’erosione che negli anni ha assunto dimensioni preoccupanti, cancellando ampie porzioni di spiaggia».
«Il governo Musumeci – sottolinea l’assessore Cordaro – prosegue nell’azione di tutela e recupero dei tesori ambientali della nostra Isola. Come per tutti gli impegni presi in tema di ambiente con il popolo siciliano, anche la salvaguardia della costa di Eraclea Minoa è adesso un fatto amministrativo concreto».
Ad eseguire le opere sarà la Thetis Costruzioni srl di Ferrara, che si è aggiudicata l’appalto con un ribasso del 26,2 per cento e per un importo di poco superiore ai due milioni e duecentomila euro.
L’obiettivo è frenare il fenomeno dell’erosione costiera, che negli anni ha causato un sensibile arretramento dell’arenile consentendo al mare di aggredire alcuni tratti della retrostante pineta e le attrezzature turistiche. Da un punto di vista tecnico, l’intervento prevede la realizzazione di tre pennelli costituiti da massi ciclopici e il ripascimento della spiaggia. Il tratto che verrà recuperato, e che procede da Capo Bianco verso est per una lunghezza di circa due chilometri, comprende anche il boschetto che si trova a pochi metri dalla spiaggia.

Solo il 23% dei medici ospedalieri siciliani, avendo facoltà di scegliere, continuerebbe a lavorare in un ospedale pubblico. Il 26% sogna la pensione. Il 23% fuggirebbe all’estero. Il 15% vorrebbe dedicarsi alla libera professione, e il 13% preferirebbe lavorare in una struttura privata. Addirittura, il 32% appenderebbe il camice bianco al chiodo e sceglierebbe un’altra professione. Così emerge da un sondaggio condotto dalla Federazione Cimo-Fesmed, a cui i medici siciliani hanno risposto in massa. Il segretario di Cimo Sicilia, Riccardo Spampinato, commenta: “Se non si fa qualcosa per arginare il malcontento dei colleghi, il rischio di non poter assicurare la tutela della salute dei cittadini è dietro l’angolo. Analizzando i risultati dell’indagine, le cause di tale insoddisfazione risultano chiare: il 67% dei medici siciliani è costretto agli straordinari, e di questi il 19% lavora più di 48 ore a settimana, violando la normativa europea sull’orario di lavoro. E sono ore impiegate, perlopiù, compilando atti amministrativi: il 63% ritiene infatti eccessivo il tempo da dedicare alla burocrazia, mentre solo il 36% pensa di riservare una quantità adeguata di tempo all’atto medico e all’ascolto del paziente. Impossibile per molti, infine, andare in ferie: il 50% dei medici siciliani che hanno risposto al sondaggio ha infatti tra gli 11 e i 50 giorni di ferie accumulati, ed il 33% ha più di 50 giorni di ferie non goduti. Non c’è da sorprendersi, allora, se il 19% ritiene “pessima” la qualità della propria vita. A complicare le cose, poi, sono stati senza dubbio due anni di emergenza causati dal covid”.

“La notizia della morte del giovane quindicenne licatese coinvolto nell’incidente dei giorni scorsi in via Fiume Vecchio, oltre a provocare tanto dolore e sentimento di vicinanza alla famiglia, pone però sotto i riflettori la problematica che l’elipista di Licata non fosse agibile.
E’ il commento del deputato regionale della Lega e vice presidente commissione sanità all’Ars on. Carmelo Pullara.
Una tragica notizia – scrive Pullara – quella della morte del giovane quindicenne licatese Enrico Bonello che a seguito di un incidente stradale era stato ricoverato in condizioni disperate ma che poi è deceduto a Villa Sofia a Palermo. Dopo le prime cure al Pronto soccorso del San Giacomo D’Altopasso, il ragazzo era stato trasportato con l’ambulanza a Canicattì, perchè l’elipista di Licata è inagibile, e da qui in elisoccorso trasferito al trauma center di Villa Sofia.
Sono intervenuto sull’argomento più volte , a marzo del 2021 nonché in piena estate a cavallo dei mesi di luglio ed agosto, e da ultimo qualche settimana fa denunciando la stato di abbandono e chiusura dell’elipista. Che, sul piano sanitario dell’emergenza urgenza, non solo è strategica per Licata ma anche per Palma di Montechiaro. Purtroppo le mie grida sono cadute nel vuoto e nel silenzio disinteressato non solo della politica ma anche dei più, addetti o meno ai lavori. Ma la cosa più grave è il totale silenzio del consiglio comunale, del sindaco Galanti, dell’assessore alla salute e dell’intera giunta. Penso che sia arrivato il momento di dire basta. Non posso credere che non venga avviata nell’immediato un indagine che porti alla luce il perché di questa chiusura con l’individuazione di tutti i responsabili che a vario titolo l’hanno determinata.
Da parte mia – conclude Pullara – oltre a questa pubblica denuncia, che sono certo non potrà cadere nel vuoto, presenterò un interrogazione urgente all’assessore alla sanità affichè avvii una ispezione, con la trasmissione degli atti ai competenti organi.

Raccogliamo, con rabbia e stupore, il grido di dolore della Coop. Sociale  Al kharub  che da oltre tre mesi ha dovuto interrompere l’attività del ristorante ginger people and food a causa di una perdita idrica nella condotta pubblica che ha danneggiato in modo grave il locale.

Come Legacoop Sicilia nell’esprimere piena e totale vicinanza e solidarietà alla cooperativa esprimiamo perplessità circa la condatta dell’ente gestore delle reti idriche che a distanza di piu’ di 90 giorni non ha ancora provveduto con  interventi risolutivi in grado di consentire alla cooperative di avviare nuovamente le proprie attività salvaguardando in tal modo i posti di lavoro.

Inoltre, e’ necessario precisare che la Coop. Sociale al kharub e’ stata già pesantemente colpita dalle conseguenze che la vicenda pandemia ha avuto nei settori produttivi della ristorazione e dell’accoglienza turistica.

La Coop sociale Al kharub, da oltre 10 anni, rappresenta un presidio di solidarietà che ha saputo costruire, grazie all’impegno ed alla passione dei propri soci, un autentico  progetto d’integrazione e di contaminazione  culturale apprezzato e riconosciuto anche oltre i confini regionali. Legacoop sosterrà con impegno e con ogni sforzo la battaglia per consentire a tutti i soci lavoratori, gran parte dei quali soggetti svantaggiati, di avere restituita la propria dignità ed il proprio lavoro. Chiediamo con forza alle autorità competenti di operare in modo celere a che si possa arrivare ad una soluzione immediata.