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Il coordinatore provinciale del movimento politico “Servire Agrigento”, Raoul Passarello, denuncia come gravemente degradate le condizioni in cui versa la città di Agrigento, e aggiunge: “Pensare di candidare Agrigento a Capitale italiana della Cultura 2025, in un momento in cui la città è abbandonata, rassegnata e stretta nella morsa del degrado e dell’incuria, rischia di essere soltanto un clamoroso autogol. Agrigento è piegata su stessa, senza visione, incapace di offrire servizi efficienti a turisti e visitatori, che non riesce a dare risposte concrete ai cittadini, costretti tra l’altro a tollerare marciapiedi, strade, piazze e aiuole colme di erbacce e rifiuti. Di fronte ad una situazione ormai fuori controllo, e prima di pensare a qualsiasi candidatura, occorre un atto di buon senso definendo un Piano straordinario di pulizia della città. E poi: potenziamento del trasporto pubblico locale, blocchi e limitazioni alla circolazione nelle vie della movida, e più aree pedonali, per migliorare e rilanciare l’immagine di un territorio che per la sua storia e cultura millenaria meriterebbe più attenzione, più coraggio e più slancio”.

Ad Agrigento, a Fontanelle, è accaduto che una donna ha posizionato la figlia di 10 mesi sul seggiolino della sua automobile Suv, poi si è diretta verso lo sportello del lato guida per entrare anche lei, ma è scattata la chiusura centralizzata della vettura. Lei è stata assalita dal panico. Ha tentato di aprire, ma invano. Ha urlato. Sono sopraggiunti alcuni residenti. Hanno tentato anche loro di aprire. Inutile. Hanno telefonato ai Vigili del fuoco, prontamente intervenuti. Hanno subito risolto l’inconveniente.

Ad Agrigento, in via Esseneto, una coppia di quarantenni bussa alla porta di casa di una pensionata di 70 anni: “Abbiamo bisogno di un bicchiere d’acqua e zucchero. Lei sta male. Ha un calo di pressione”. L’anziana si reca in cucina, prepara il bicchiere con acqua e zucchero e lo serve alla donna. Lei beve. Lui nel frattempo rovista tra i cassetti della camera da letto e ruba gioielli e oggetti preziosi. Poi ringraziano e salutano. L’anziana entra in camera da letto e si accorge del furto. Telefona alla Polizia e sporge denuncia a carico di ignoti.

“Non si può pensare di sospendere momentaneamente o a lungo termine le attività di due reparti importanti dell’ospedale di Sciacca, come l’Ortopedia e l’Urologia, punto di riferimento per un vasto comprensorio. Oltretutto ciò accade in un momento in cui sia in città che nell’hinterland raddoppia la popolazione con l’inizio della stagione turistica. Ho parlato con il direttore sanitario dell’Asp di Agrigento e ho saputo che domani rientrerà il primario, ma è chiaro che non bastano la buona volontà e l’abnegazione al lavoro del primario ma servono altre unità per poter garantire che il servizio funzioni e che si possa riattivare l’Ortopedia. Ho ribadito che occorre urgentemente trovare una soluzione. L’ospedale di Sciacca è un DEA di primo livello e, in quanto tale, deve garantire una risposta sanitaria adeguata. Si può valutare l’ipotesi di stipulare convenzioni con altri ospedali più grandi, per esempio di Palermo, per consentire lo svolgimento dell’attività operatoria”.

Lo dichiara la presidente della commissione Salute dell’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, a proposito della nota con cui il responsabile dell’Area di Emergenza del nosocomio saccense ha chiesto alla Centrale Operativa del 118 di Caltanissetta di trasferire i pazienti di alcuni comuni limitrofi all’ospedale di Castelvetrano per l’impossibilità di espletare la terapia chirurgica nel reparto di Ortopedia. Sono stati sospesi anche i ricoveri nel reparto di Urologia.

Palermo, 8 giugno 2022

I giudici d’Appello della Corte dei Conti hanno condannato un dipendente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Campobello di Licata, Francesco Gioacchino La Mendola, geometra, 58 anni, per danno di immagine, allorchè arrestato, e poi condannato, per avere preteso una tangente da 3mila euro dall’impresa Omnia srl, impegnata in un appalto di nettezza urbana, sotto il ricatto che non le sarebbero state pagate delle fatture e che non avrebbe più lavorato su incarico del Comune di Campobello di Licata. In primo grado La Mendola è stato condannato a pagare il doppio della tangente, ovvero 6mila euro. Siccome però ha diviso la tangente con un collega, in Appello gli è stato applicato lo sconto fino a 3mila euro.

Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, ha emesso sentenza nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Banda del ferro”, su una serie di furti ai danni di abitazioni, aziende, capannoni e una scuola, avvenuti tra Agrigento, e Porto Empedocle. Sono stati inflitti 3 anni e 8 mesi di reclusione a Salvatore Siracusa, 55 anni, di Porto Empedocle. Non doversi procedere, in quanto il reato è prescritto, per gli empedoclini Gino Mendola, e Giuseppe Mannella, poi Eugenio, Angelo e Carmelo Nobile, di Agrigento, e Carmelo Vaccaro di Cattolica Eraclea. Ai tre Nobile, titolari di un’azienda che si occupa di auto-demolizioni, è stato contestato solo il reato di ricettazione perché avrebbero acquistato ferraglia di provenienza furtiva, e altri materiali.

Sono due gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Squadra Mobile di Caltanissetta su una raffica di furti d’automobili commessi nelle province di Caltanissetta e Agrigento. Si tratta di G S, sono le iniziali del nome, 34 anni, di Canicattì, già ristretto in carcere, al quale sono contestati tre furti, la ricettazione di un veicolo, e più cessioni di sostanze stupefacenti. E poi un altro di Racalmuto, di 35 anni, al quale è stato imposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza e di presentazione alla Polizia giudiziaria 5 volte alla settimana. Al racalmutese è contestato solo uno dei furti di auto.

La scadenza per i Comuni era fissata al 28 febbraio 2022. L’avviso era del dicembre 2021. Sul sito del Ministero dell’Istruzione ora sono stati resi pubblici gli elenchi dei Comuni ammessi per l’avviso PNRR relativo alle mense scolastiche. Obiettivo ministeriale: aumentare la disponibilità di mense scolastiche, anche per facilitare il tempo pieno nelle scuole del primo ciclo.

“Basta scorrere la graduatoria dei comuni siciliani – dice il consigliere comunale di Agrigento, Lillo Firetto – e vediamo che per la provincia di Agrigento ci sono altri Comuni ma non Agrigento. Alcuni Comuni sono ammessi con riserva e riceveranno nei prossimi giorni richiesta di chiarimenti da parte del Ministero. Ma Agrigento proprio non c’è. Purtroppo l’amministrazione comunale di Agrigento ha perso un’altra opportunità per garantire servizi alle famiglie e potenziare la didattica”.

La denuncia era partita da parte di un dipendente della Provincia regionale, Ignazio Gennaro il quale sosteneva che i vertici politico-amministrativi dell’Ente avessero commesso un abuso nominando i componenti del nucleo di valutazione senza i necessari requisiti richiesti dal bando. Gennaro aveva anche ampliato la denuncia: a sua detta, a seguito delle denunce, sarebbe stato vittima di mobbing e sottoposto ad un procedimento disciplinare non legittimo.

Ebbene, il giudice per le indagini preliminari Michaela Raimondo ha archiviato il tutto che vedeva coinvolti l’ex Commissario del Libero Consorzio Giuseppe Marino e l’ex segretario generale Giuseppe Vella con la seguente motivazione: “La violazione regolamentare, ammesso che vi sia stata, non è più prevista dalla legge come reato di abuso di ufficio e i maltrattamenti, che presuppongono una condotta “abituale”, non “si ritiene siano stati realizzati”.

Già lo stesso pubblico ministero Cecilia Baravelli aveva chiesto l’archiviazione e Gennaro si era opposto.

Oggi la conclusione definitiva della vicenda.

 

 

Ancora agenti di Polizia penitenziaria presi di mira al carcere di Agrigento, ancora atti di violenza non più giustificabili. Un agente, e un ispettore della polizia Penitenziaria sono stati feriti con una lametta da un detenuto, all’interno del carcere di contrada “Petrusa”, ad Agrigento. A quanto pare si rifiutava di essere trasferito in un’altra struttura, e fuori di sé ha aggredito i due uomini in divisa. A rendere noto il grave episodio la Uilpa polizia penitenziaria Sicilia. Tutto sarebbe successo in pochi attimi. Il detenuto ha preso la lametta, che l’aveva nascosta in bocca, e s’è scagliato contro il personale della Penitenziaria. “Mentre la politica pensa alle stanze dell’amore per i detenuti, nelle carceri ancora una volta la fortuna, unita alla grande professionalità degli operatori, ha evitato una tragedia”, scrive il sindacato.