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Su impegno e interessamento del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Agrigento, Simone Gramaglia, è stata ripulita la rotonda Mosella, punto di incrocio stradale da tempo preda di degrado e incuria, a copertura e ostruzione finanche della visibilità, e quindi a rischio della pubblica incolumità. Gramaglia ha inoltre commissionato un progetto per un’opera di riqualificazione e miglioramento del verde della stessa rotonda. E afferma: “Dopo parecchio tempo di inerzia e indifferenza, è stato risolto il grave inconveniente incombente sulla rotonda Mosella, che non pochi problemi ha causato alla circolazione stradale nell’area del Villaggio Mosè. A breve il tutto sarà ancora migliorato con un’iniziativa di riqualificazione”.

Ancora nel mirino del crimine la gioielleria Campo di Menfi. I carabinieri, in pattuglia nella adiacenze dell’attività di Campo, hanno arrestato un pregiudicato palermitano per tentata rapina a mano armata alla gioielleria Campo di Menfi. I fatti sono accaduti ieri sera, un pò prima della chiusura della gioielleria.

Un uomo si è finto cliente ed è entrato nel negozio estraendo una pistola puntantola alla testa del commesso. Giusto in quei momenti, una pattuglia della locale stazione dei carabinieri stava perlustrando la zona. Una attività che chi è intensificava dopo il ripetersi di rapine nella zona della Valle del Belìce.

I militari si sono accorti di quanto stava accadendo in gioielleria e sono intervenuti bloccando e disarmando il malvivente. Pare che la pistola pare fosse carica. L’uomo, condotto nella locale caserma è stato posto in stato di fermo.

Ancora panico per il titolare Leonardo Campo e i suoi collaboratori. Lo scorso luglio avevano subito una rapina ad opera di tre malviventi che legarono i dipendenti con fascette. Il bottino fruttò 800mila tra gioielli e orologi.

Nella vicina Sambuca di Sicilia, due settimane fa fu perpetrata un’altra rapina. Andò male per i malviventi  perché il titolare riuscì a difendersi con la forza e ad allontanare i rapinatori.

Avrebbe minacciato, ingiuriato e pure picchiato il compagno procurandogli dei traumi. Denuncia inevitabile per una donna di 47 anni di Ribera denunciata per l’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia.

I carabinieri della locale tenenza dopo avere ricevuto la denuncia del compagno della donna, un uomo di 55 anni ed avere effettuato i dovuti accertamenti, hanno avviato l’iter del “codice rosso”, che mira a tutelare le vittime di violenza. Questa volta la protezione è scattata per un uomo e non per una donna.

L’operaio riberese ha raccontato ai militari che dopo una felice convivenza, la compagna avrebbe cominciato ad avere atteggiamenti aggressivi, fino ad arrivare appunto ai maltrattamenti fisici.

Sono 254 i migranti sbarcati dalla mezzanotte di oggi a Lampedusa, con tre barche, con a bordo 59, 43 e 54 persone, agganciate dalle motovedette della Guardia di Finanza. I Carabinieri invece hanno intercettato già a terra, a Cala Malux, 98 migranti. Provengono da Egitto, Marocco, Siria, Sudan e Bangladesh. E sono partiti da Zwara in Libia. Sono stati condotti nel Centro d’accoglienza dell’isola dove alle prime ore del mattino di oggi sono stati contati 502 ospiti. I primi 180 trasferiti in aereo a Roma Fiumicino.

Il Festival delle Regioni occasione per rilanciare i temi dell’Autonomia differenziata e della spesa del Pnrr in Sicilia: l’intervento del presidente Schifani.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha colto l’occasione della partecipazione alla seconda edizione del Festival delle Regioni per rilanciare le correzioni, a suo avviso necessarie, al testo di legge sull’autonomia differenziata firmato dal ministro leghista Calderoli. E ha sottolineato: “Non guardo all’autonomia differenziata con preoccupazione ma con la dovuta attenzione. Spesso mi si contesta dall’opposizione di aver dato la mia condivisione all’iniziale testo Calderoli, che poi è stato modificato: l’ho fatto perché ne ero convinto. Tra l’altro la posizione del mio partito era di grande attenzione sul processo di formazione e di individuazione dei livelli che garantiscono uniformità di prestazioni in tutto il Paese. Insisterò naturalmente sulla previsione di insularità che è stata introdotta nella Costituzione e che riconosce alla Sicilia il peso di una posizione geografica che isola, e che prevede che lo Stato debba effettuare delle compensazioni economiche. A tal proposito l’ultima finanziaria nazionale ha previsto solo 10 milioni: una cifra squisitamente simbolica. La Regione Sardegna ha impugnato la finanziaria per avere stanziato solo 10 milioni di euro per il principio di insularità. Avremmo potuto intervenire per adesione a questo ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale, ma abbiamo scelto di seguire un percorso diverso, quello del confronto, non dello scontro. La condizione di insularità grava sulla Sicilia per oltre 6 miliardi di euro all’anno, il che comporta che ogni siciliano subisce un onere occulto di circa 1.200 euro per compensare il divario con il resto della penisola che la marginalità insulare impone”.

E poi ha concluso: “Noi non abbiamo posto temi, ma lo faremo in occasione della prossima finanziaria perché i principi costituzionali o ci sono o non ci sono. Se ci sono vanno rispettati e vanno attuati. Se non ci sono ci si batte. Se all’unanimità in Parlamento si è riconosciuto alla Sicilia il principio di insularità, una motivazione ci deve essere ed è quella di superare questo gap”. E Schifani si è soffermato anche sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, e ha espresso delle riserve: “Mi chiedo se l’Italia, col sistema amministrativo, burocratico e procedurale che ha, può farcela a rispettare i tempi in materia di programmazione e certificazione della spesa. Me lo chiedevo già quando ero parlamentare nazionale e abbiamo chiuso l’accordo con l’Unione europea. E’ un dato che deve essere tenuto in considerazione. E i parametri, quindi, devono essere diversi a seconda dei Paesi. Basti pensare, a titolo d’esempio, che in Italia per avere i decreti attuativi di alcune leggi a volte passa anche un anno dall’approvazione delle norme primarie. E’ qualcosa su cui la classe politica dirigente deve intervenire”.

Giuliana Miccichè

A Canicattì i poliziotti del locale Commissariato hanno denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Agrigento due imprenditori allorchè hanno somministrato alcolici a 5 minori di 18 anni e a 2 minori di 16 anni. Multe per complessivi 2.064 euro. La violazione della normativa in materia è stata riscontrata in flagranza in occasione di una festa con musica live e accesso con sbigliettamento. I controlli proseguiranno.

Al Consiglio comunale di Agrigento, dopo Pasquale Spataro (capogruppo) e Alessia Bongiovì, hanno aderito alla Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro anche i consiglieri Pietro Vitellaro e Roberta Zicari, che affermano: “E’ il momento di serrare i ranghi, uniti e coesi, consapevoli dell’impegno a cui siamo chiamati, ovvero aiutare la nostra città di Agrigento, purtroppo martoriata da tante emergenze e problemi. Ringraziamo la dirigenza locale, l’onorevole Pace e il segretario Totò Cuffaro per averci accolto e coinvolto in questo ambizioso progetto. Dimostreremo con i fatti la bontà della nostra scelta e la coerenza con i nostri valori e idee”.

Ecco il testo di una lettere che i netturbini di Favara hanno scritto al Prefetto di Agrigento Filippo Romano a seguito della situazione disastrosa che riguarda i pagamenti degli stipendi.

“Ci aiuti Eccellenza. Ci aiuti nella tutela del nostro diritto”.

Dopo anni di vessazioni i netturbini di Favara che “regolarmente” ricevono lo stipendio in ritardo di mesi, chiedono al Prefetto di Agrigento di intervenire, non solo, nella mediazione tra i datori di lavoro, il Comune e i sindacati, ma soprattutto sul sistema del servizio, Tari compresa.

Ecco il testo integrale della lettera degli operatori ecologici:

“Eccellenza Signor Prefetto,

siamo i netturbini di Favara, gli stessi che nel mese di giugno scorso hanno incrociato le braccia esasperati per il mancato pagamento degli stipendi. E che dopo il suo intervento hanno ricevuto solo una parte della retribuzione arretrata. Per la nostra astensione figlia della disperazione siamo stati denunciati.

Adesso, non vediamo un centesimo di euro dai primi giorni dello scorso mese di agosto. Vantiamo due mensilità e la terza maturerà a metà del mese in corso, a fronte di ciò abbiamo solo la promessa del pagamento di una sola busta paga con l’incasso della Tari che l’amministrazione comunale ha inviato ai contribuenti qualche giorno fa.

Per incassare e monetizzare la Tari occorrerà tempo e si arriverà, presumibilmente, a metà ottobre con la maturazione della terza mensilità attesa e non pagata. A quel punto, saldata una sola fattura, tutto andando bene, resteremo sempre e comunque con un arretrato di due mesi.

Noi siamo madri e padri di famiglia che viviamo del ricavato del nostro lavoro e abbiamo il diritto alla giusta e puntuale retribuzione e al Rappresentante dello Stato in provincia di Agrigento chiediamo, nella mediazione che si vorrà fare, la tutela del nostro diritto così come previsto dalle leggi.

Noi siamo vittime di un sistema sbagliato e al collasso non aggiustando il quale il problema dei pagamenti delle mensilità si ripeterà a nostro danno a tempo indeterminato, così come dura da anni, con unica soluzione la mediazione della Prefettura e il nostro soccombere accontentandoci del poco che riescono a raschiare dal fondo delle casse comunali.

La Tari ai contribuenti è in distribuzione in questi giorni con tre mesi di ritardo rispetto al mese di giugno, entro il quale doveva arrivare ai cittadini. Il danno del ritardato inoltro delle bollette cadrà su di noi.

L’esperienza passata ci dice che non possiamo fidarci dell’attuale amministrazione comunale come delle precedenti.

Ci aiuti Eccellenza. Ci aiuti nella tutela del nostro diritto.

Viviamo da troppo tempo con l’ansia del pagamento degli stipendi, mentre gli altri attori, tra questi l’amministrazione comunale di Favara, non sembrano accorgersi del trascorrere dei mesi.

Eccellenza Signor Prefetto, noi restiamo fiduciosi in attesa di Sue determinazioni per la soluzione che noi e le nostre famiglie si aspettano”.

I funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli in servizio presso l’Ufficio delle Dogane di Porto Empedocle, nell’ambito di un’ampia attività di controllo volta al contrasto del contrabbando di gasolio agricolo, hanno accertato una frode fiscale che ammonta a circa 3 milioni di euro.

La società verificata, che ha svincolato oltre 4 milioni e 300 mila litri di gasolio a uso agevolato normalmente impiegato per le lavorazioni agricole, cedeva il carburante a soggetti non titolari di libretti UMA (Utenti Motori Agricoli) ovvero a soggetti destinatari di prodotto energetico per quantitativi inferiori rispetto a quanto fatturato dalla società.

L’attività di controllo nei confronti della ditta è scaturita da una specifica indagine svolta dai funzionari del Reparto Antifrode e Analisi dei Rischi che, attraverso l’utilizzo di sofisticate e moderne banche dati, hanno accertato l’utilizzo fraudolento di ingenti quantità di gasolio agricolo ceduto a soggetti non aventi titolo.

Le azioni di contrasto, effettuate complessivamente nell’ultimo biennio dall’Ufficio delle Dogane di Porto Empedocle, hanno consentito l’accertamento di numerose frodi fiscali sul gasolio agricolo in contrabbando che, allo stato attuale, ammontano a oltre 6 milioni di euro.

I responsabili della società sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria.

Durante la notte 40 migranti, tra bengalesi, siriani, sudanesi, pakistani ed egiziani, sono stati intercettati dalla Guardia di Finanza a Lampedusa, a Cala Galera. Hanno riferito di essere partiti da Zuara, in Libia, pagando 4mila dollari ciascuno per la traversata. Sono stati condotti nel Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola dove alle prime ore del mattino di oggi sono stati contati 196 ospiti, dopo i 91 trasferiti ieri sera. Ieri a Lampedusa si sono susseguiti 6 sbarchi con un totale di 158 persone approdate.