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Il giudice del Lavoro del Tribunale di Agrigento, Valentina Di Salvo, con sentenza ha disposto la reintegrazione del già dipendente della Banca Popolare Sant’Angelo, Mario Gallo. Nel 2020 nella filiale di Raffadali il noto bancario è stato vittima, ed eroe al tempo stesso, in occasione di una rapina durante cui si è distinto per coraggio limitando i danni per l’istituto di credito, avendo consegnato ai rapinatori solo una parte del contante presente quel giorno in filiale, a rischio della propria vita. Ciò nonostante – e pur avendo i Carabinieri recuperato quasi tutto il maltolto – il signor Gallo è stato licenziato per non aver eseguito correttamente le procedure di sicurezza in caso di rapina. E’ stato pertanto costretto ad una lunga battaglia legale, assistito dagli avvocati Calogero Petix e Giuseppe Minio. Nonostante la prima fase del rito Fornero avesse confermato il licenziamento, adesso, grazie al ricorso proposto dai legali, la vertenza si è conclusa con la sentenza che ha predisposto il reintegro sul posto di lavoro ed un indennizzo a carico dell’istituto di credito.

Venti dipendenti del Comune di Palma di Montechiaro, indagati per assenteismo sono stati assolti dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara. Gli imputati, tra ex lavoratori socialmente utili e capi area, del processo scaturito dall’operazione “Torno subito”, dovevano rispondere a vario titolo di truffa, perché accusati di essersi allontanati dagli uffici in modo arbitrario. Sono stati tutti assolti o perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto.

Gli assolti sono: Silvana Cancialosi, Gioacchino Angelo Palermo, Vittorio Inguanta, Rosario Salerno, Rosario Zarbo, Calogero Mario Di Caro, Fabio Marino, Giuseppe Rumè, Salvatore Castellino, Grazia Arcadipane, Matteo Bordino, Renato Castronovo, Concetta Maria Di Vincenzo, Francesco Lo Nobile, Baldassare Zinnanti, Salvatore Di Vincenzo, Ignazio Falsone, Maria Collura, Giuseppe Calogero Petrucci e Anna Provenzani. Per quattro di loro la Procura aveva chiesto l’assoluzione.

“Sono molto contento di questa assoluzione – dice il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino -, che dimostra e di questo ne eravamo convinti da sempre che i 20 dipendenti hanno sempre agito in modo corretto. Al contempo sono stato sempre fiducioso nel lavoro della magistratura. Sono molto felice per i miei dipendenti comunali, perché rappresentano il motore dell’ente che ho l’onore di guidare. Grazie al loro lavoro riusciamo ad ottenere dei risultati straordinari e preziosi per la città di Palma di Montechiaro”.

L’ex  assessore e consigliere comunale non ancora trentenne Gianni Tuttolomondo è morto questa mattina. Voluto nella giunta Miccichè dall’ex presidente della Regione Nello Musumeci, si dimise poco tempo dopo per questioni di salute. L’assessore di Diventerà Bellissima aveva avuto assegnate le deleghe a politiche di governo del territorio, pianificazione urbanistica e gestione del territorio, smart city, abbattimento barriere architettoniche, centro storico, rigenerazione urbana e agenda urbana. Tra le sue battaglie quella dei diritti per i disabili a cominciare dai parcheggi.

Gianni era il figlio di Marzio, conosciuto dipendente del Libero consorzio e dirigente della Protezione Civile provinciale. “Una bruttissima notizia mi ha raggiunto poc’anzi. È venuto a mancare Gianni Tuttolomondo.Gianni è stato mio assessore e più volte mi hanno colpito i suoi interventi sempre precisi e opportuni. La mia più commossa partecipazione al dolore di Marzio e della famiglia”. Ha commentato il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè. “Ci tengo a esprimere il mio sentito cordoglio alla famiglia di Gianni Tuttolomondo. È stato un validissimo rappresentante del nostro movimento politico ed ha portato avanti con garbo e sensibilità le istanze dei diversamente abili in tutte le sedi istituzionali che ha potuto frequentare”.

Era un giovane uomo pieno di idee e speranze per il futuro del territorio e in sua memoria cercherò di portarle avanti anche per lui.” On. Giusi Savarino

171° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato.
Il Prefetto Maria Rita Cocciufa ed il Questore Emanuele Ricifari, alla presenza dei Funzionari, dell’ANPS e tanti poliziotti, hanno deposto una corona di alloro alla memoria dei Caduti della Polizia di Stato che nel corso degli anni hanno sacrificato la vita nell’adempimento del dovere. 71 anni dalla Fondazione. Gli auguri di Piantedosi a donne e uomini della Polizi di Stato o: siete il punto di riferimento delle nostre comunità. Professionalità, equilibrio e umanità sono i tratti comuni che vi contraddistinguono nella attività quotidiana al servizio del Paese.

“Nell’ambito del contrasto alla criminalità comune e organizzata particolare attenzione dovremo prestare contro i reati patrimoniali e quelli inerenti le estorsioni e l’usura che devono essere costantemente monitorati e che sono una piaga particolarmente odiosa che mina lo sviluppo economico e imprenditoriale della nostra provincia, già profondamente segnata dalla crisi dovuta anche ai numerosi lockdown per il Covid, e che necessiterebbe di un apporto sicuramente maggiore e più coeso e, aggiungo, meno interessato a difendere interessi individuali, talvolta anche delle associazioni che si prefiggono di combatterle”. Questo uno dei passaggi più significativi del discorso del questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, durante la cerimonia, che si è tenuta in piazza Vittorio Emanuele, per il 171esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato.
Dopo la lettura del Presidente della Repubblica, e i messaggi del Ministro dell’Interno e del Capo della Polizia, alcuni alunni che hanno cantato l’Inno di Mameli, un giovane poliziotto schierato nel reparto nel piazzale e un anziano dell’Associazione nazionali pensionati della Polizia, a causa del caldo, si sono sentiti male improvvisamente. A prestare i primi soccorsi sono stati il sindaco Francesco Miccichè, medico di professione, e un medico donna della Polizia. Per fortuna l’agente si è subito ripreso. Il ragazzino e l’anziano invece, in ambulanza, sono stati accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale “Sam Giovanni di Dio”. Per fortuna nulla di grave.
Il Questore, seppure da appena due settimane ad Agrigento, ha centrato pienamente le criticità della nostra provincia: “Un’attenzione particolare deve essere tenuta nei confronti del disagio minorile e un grazie va ai magistrati che operano in tale settore, valide guide non solo in merito alla protezione di soggetti vulnerabili, di minori stranieri non accompagnati e di quelli in stato di abbandono. Uno degli snodi fondamentali della nostra azione sul territorio è intercettare in anticipo le conseguenze che determinati fattori possono produrre. Governare la piazza senza gravi conseguenze è segno di un solido e robusto legame di fiducia e collaborazione che lega le forze dell’ordine ai settori sani della società”.
Idee chiare anche sull’immigrazione clandestina e su Lampedusa. “Un pensiero particolare va all’attività compiuta dall’ufficio Immigrazione che, sotto l’attento coordinamento della Prefettura – ha detto Ricifari – ha continuato a implementare la propria attività già gravosa non solo nella tradizionale attività amministrativa di competenza, ma anche nella gestione del fenomeno immigratorio. Questo è il fulcro attuale dell’attenzione nazionale e internazionale: la grave criticità umanitaria e di ordine pubblico degli sbarchi di migranti. Dobbiamo coniugare umanità e applicazione della legge e dobbiamo garantire ai lampedusani di non vedere stravolta, per una narrazione spesso distorta, la propria economia che sul turismo stagionale fonda la propria sussistenza”.
Idee chiare anche sull’immigrazione clandestina e su Lampedusa. “Un pensiero particolare va all’attività compiuta dall’ufficio Immigrazione che, sotto l’attento coordinamento della Prefettura – ha detto Ricifari – ha continuato a implementare la propria attività già gravosa non solo nella tradizionale attività amministrativa di competenza, ma anche nella gestione del fenomeno immigratorio. Questo è il fulcro attuale dell’attenzione nazionale e internazionale: la grave criticità umanitaria e di ordine pubblico degli sbarchi di migranti. Dobbiamo coniugare umanità e applicazione della legge e dobbiamo garantire ai lampedusani di non vedere stravolta, per una narrazione spesso distorta, la propria economia che sul turismo stagionale fonda la propria sussistenza”.
Per Ricifari tre direttrici: Esserci sempre, Organizzazione e resilienza.
Ricifari poi si è soffermato sulle tre direttrici, il mood, su cui si sviluppa l’azione di direzione delle forze dell’ordine della provincia: “Esserci sempre”, “Organizzazione” e “Resilienza”.
“Esserci sempre”. “La polizia produce un bene immateriale, la sicurezza, a cui corrisponde, per la legge di mercato, una domanda, condizionata però da fattori solo in parte connessi a fenomeni misurabili in termini fisici, risultando piuttosto sensibile – ha spiegato – a fattori emotivi assai potenti e persuasivi dell’opinione collettiva. L’Autorità di Pubblica sicurezza, proprio per potersi adeguare alla domanda di sicurezza, deve leggere e interpretare – ha spiegato il questore Emanuele Ricifari – il territorio di riferimento, deve cogliere gli effetti delle azioni individuali e istituzionali e deve valutare l’opportunità delle innovazioni organizzative e tecnologiche a fronte di possibili conseguenze, anche negative. La missione che la polizia si è data, specie in questo territorio, è “esserci”, non come mero spettatore del fluire degli eventi, ma come protagonista attivo per rispondere alle esigenze e alle aspettative di sicurezza della popolazione”. Ricifari ha detto che “strategico sarà il coinvolgimento, il confronto e il dialogo, con tutti i sindaci del comprensorio, insieme alla ricerca di soluzioni efficaci, atteso che solo grazie al loro contributo sarà possibile procedere ad una disamina attenta ed approfondita delle esigenze delle realtà locali”.
Il secondo termine strettamente collegato al primo è “organizzazione”. “E’ un termine strettamente collegato al primo, che si fonda su una rinnovata cultura della sicurezza”. Il terzo termine ed ultimo è la resilienza”. “Utilizzato per evidenziare come la popolazione siciliana, a fronte della perdurante crisi economica, lavorativa e demografica, riescono a trovare in se stessi la forza di adattamento e coesione per assicurare condizioni di vita dignitose e una tenuta sociale complessiva apprezzabile in termine legalitari. Vorrei ampliare gli ambiti di questo termine – ha rimarcato il questore -, legandolo non solo alla sua accezione positiva, comunemente usata, ma anche alla capacità del male di riadattarsi alla realtà che incontra per trovare nuove forme di aggressione”. Il Questore ha fatto riferimento all’aumento esponenziale dei reati informatici e di violenza domestica, registratisi durante il lockdown causato dal Covid.

Nel 2015 la ditta C.H.T.s.r.l., con sede in Cefalù, acquistava, in assoluta buona fede, un complesso alberghiero sito nel Comune di Cefalù munito di licenza edilizia ed agibilità.

Ebbene, nel 2022, a distanza di diversi anni dall’avvio dell’attività alberghiera, il Comune di Cefalù notificava un’ordinanza con cui intimava alla ditta C.H.T. s.r.l la demolizione delle opere del complesso alberghiero ritenute prive di un titolo edilizio valido e in difformità a quelli rilasciati in precedenza, inoltre, a fondamento dell’ordine di demolizione tale Ente richiamava le ordinanze comunali di sospensione dei lavori e di ripristino dei luoghi emanate nel lontano 1968 e nel 1974.

Avverso l’ordinanza di demolizione emessa dal Comune, la ditta C.H.T. s.r.l., con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, proponeva ricorso innanzi al TAR-Palermo, onde ottenerne, previa sospensione, l’annullamento.

Conseguentemente, si costituiva in giudizio anche il Comune di Cefalù, sostenendo, all’opposto, la legittimità del proprio provvedimento demolitorio.

Durante il giudizio, gli Avv.ti Rubino e Airò, deducevano l’illegittimità del provvedimento impugnato per difetto di motivazione e d’istruttoriae, nello specifico, evidenziavano come il comportamento dell’Amministrazione comunale, che a distanza di ben 48 anni dalla realizzazione delle opere in questione ne aveva ordinato la demolizione, in ragione di provvedimenti illegittimi e oltremodo risalenti nel tempo, quali, per l’appunto, le ordinanze del 1968 e del 1974, non poteva che ritenersi in palese violazione del legittimo affidamento e della posizione incolpevole del privato che aveva confidato anche nella legittimità dei titoli edilizi rilasciati dallo stesso ente successivamente al 1974 e fino ad epoca recente.

Ebbene, con ordinanza del 24 marzo 2023, il TAR-Palermo, ritenendo sussistente le ragioni di gravità ed urgenza sostenute dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, ha accolto la domanda cautelare proposta dalla ditta C.H.T. s.r.l. e, per l’effetto, ha sospeso l’ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Cefalù.

Pertanto, la ditta C.H.T. s.r.l. non dovrà procedere alla demolizione e al ripristino dei luoghi delle opere del complesso alberghiero in attesa della decisione di merito del giudizio.

Continuano le interlocuzioni tra il Sindacato Generale di Base (SGB) e la sottosegretaria di Stato al Ministero dell’istruzione e del merito On. Paola Frassinetti. Abbiamo fatto presente che la Sicilia è stata interessata nel passato da scellerati tagli del personale ATA di diritto, le conseguenze negative si possono toccare con mano tutti i giorni – afferma Aldo Mucci del direttivo nazionale SB scuola. Basta visitare una scuola qualsiasi della Regione,per rendersi conto della “drammaticità” organizzativa. Molti dirigenti scolastici chiudono un occhio,a volte tutti e due pur di non “rompere le scatole” in alto e passare per piagnucolosi. Non possiamo far fronte alle istanze ordinarie e straordinarie della scuola asserisce la Prof. Giuseppina B. dirigente scolastica di un Comune in provincia di Messina che si sfoga ma vuole rimanere anonima. Ci sono giorni in cui la mia segreteria va in “tilt”per mancanza di assistenti ( protocollo – personale- ecc) ribadisce la dott.ssa Cristina A. dirigente di un Istituto Comprensivo di Palermo che comprende quattro plessi dislocati dove ha perso le scarpe il Signore.

Ed ancora: l’Istituto opera su un’utenza scolastica diversificata in quanto abbraccia la maggior parte delle scuole dell’Infanzia, una scuola Primaria e una scuola Secondaria di Primo grado. Posso essere incazzata per sto fatto? Conclude Cristina A. Anche la Dirigente Francesca B. si sfoga nervosamente sbattendo continuamente la penna sulla scrivania. Da noi ci sono frequenti e lunghi turni pomeridiani straordinari per far fronte allo svolgimento delle attività , come le lezioni di strumento, i consigli di classe e d’Istituto ecc. Sarebbe opportuno formare squadre di collaboratori scolastici numericamente sufficienti a svolgere proficuamente i vari servizi.

Roberta F. DSGA di un Istituto Tecnico di Catania. “Non riusciamo a garantire agli studenti una reale fruizione dei percorsi tecnici in quanto manca la figura di un assistente tecnico per ogni laboratorio. Attualmente abbiamo di un solo tecnico con cadenza settimanale”. Che fine ha fatto il personale ATA utilizzato in pandemia si chiede Salvatore R. Dirigente di un Istituto in provincia di Ragusa. Quando parliamo di “Merito” mi sovvengono questi lavoratori,i quali hanno dato tanto in quel periodo maledetto. Abnegazione ed entusiasmo. Quello che purtroppo oggi manca conclude amareggiato. La lista delle criticità è lunga,ma anche il silenzio dei dirigenti scolastici i quali preferiscono rimanere “anonimi”. Abbiamo il dovere di rendere oggettivamente efficace l’azione cui sono preposti gli Istituti scolastici siciliani. Dobbiamo fornire un servizio di pari livelli qualitativi rispetto alle altre regioni italiane. Non dico d’Europa perché sarebbe una bestemmia. Per realizzare PNRR – PON ecc, abbiamo bisogno urgente di quel  personale ATA nell’organico di diritto degli Istituti Scolastici Siciliani. Questo è il quadro esposto al Sottosegretario, accompagnato da un documento analitico delle tante criticità “antiche” riemerse conclude Aldo Mucci.

Il 14 e 15 aprile ad Acicastello (Catania) si terrà l’edizione numero 24 del Congresso Regionale della Sia, la Società Italiana di Andrologia.

Presidenti del congresso sono Paolo Panella e Salvatore Privitera, presidenti onorari Sebastiano Cimino e Michele Pennisi.

Saranno presenti Alessandro Palmieri e Pasquale Martino, rispettivamente presidente della Società Italiana di Andrologia e presidente della Società di Ecografia Urologica ed Andrologica (Sieun).

“Il congresso si pone come obiettivo principale – specificano Paolo Panella e Salvatore Privitera – di trattare le nuove modalità di cura delle più frequenti patologie andrologiche, rispetto alle esigenze di una società in continua evoluzione. All’inizio saranno analizzate le metodologie informatiche che oggi consentono la realizzazione della telemedicina, facendo soprattutto riferimento all’utilizzo dei social media e delle nuove tecnologie digitali. Saranno anche trattate le forme di sessualità considerate alternative”.

Focus su un argomento attualissimo, trattato proprio negli ultimi giorni da tutti i media: il tasso sempre più basso di natalità e lo spostamento in età  più avanzata per avere figli.

“A causa – aggiungono i presidenti del congresso – della denatalità registrata negli ultimi anni anche nel Meridione, saranno discusse le opzioni terapeutiche per una procreazione naturalmente assistita, in modo da ridurre, se possibile, il ricorso alle tecniche di fecondazione artificiale”.

Il congresso nasce dalla collaborazione tra l’Unità Operativa Complessa di Urologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania ed il Policlinico Universitario.

Saranno ben 200 gli specialisti presenti: urologi, endocrinologi, ginecologi, radiologi, radioterapisti, oncologi, medici di medicina generale, psichiatri, psicologi e biologi. Inoltre il congresso ospiterà un corso di aggiornamento per 30 infermieri professionali. Nel pomeriggio di venerdì avrà luogo una sezione parallela del congresso, dedicata alla biopsia prostatica e chirurgica protesica per la disfunzione erettile.

“Nel corso dei lavori – concludono i presidenti del congresso – verranno esaminate le opzioni terapeutiche delle più frequenti disfunzioni eiaculatorie e sarà analizzato l’impatto della pandemia sulla sessualità dell’uomo e sulla fertilità maschile”.

Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia) : “Archeoclub D’Italia ha rappresentato una parte davvero importante per Agrigento. Prima la battaglia per la perimetrazione a contrasto degli abusi edilizi, poi per il riconoscimento e la nascita del Parco Archeologico della Valle dei Templi. Sabato 15 Aprile, per la prima volta dopo 34 anni saremo in briefing stampa nel cuore dei Templi tra le testimonianze geo – archeologiche del Giardino Botanico, prima e nel sito archeologico poi. Una vera passeggiata geo – archeologica con tutto il Direttivo Nazionale ed i sindaci di: Agrigento, Porto Empedocle, Realmonte”.

Alle ore 17 e 30 briefing stampa su Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, a 34 anni dal Congresso Nazionale con il quale Archeoclub iniziò la battaglia per la Valle dei Templi.

Saranno presenti: Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia, Roberto Sciarratta, Direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi, Francesco Miccichè, sindaco di Agrigento (Capitale Italiana della Cultura 2025), Calogero Martello, sindaco di Porto Empedocle ( città di Andrea Camilleri) , Sabrina Lattuca, sindaco di Realmonte (città della Scala dei Turchi).

Ore 12 e 30 al Giardino Botanico di Agrigento la stampa potrà incontrare il Direttivo Nazionale di Archeoclub D’Italia tra le testimonianze geo – archeologiche, alle ore 17 e 30 briefing stampa a Casa Barbadoro, all’interno del Parco Archeologico della Valle dei Templi.

“Sabato 15 Aprile l’intero Direttivo Nazionale di Archeoclub D’Italia sarà ad Agrigento e sarà un vero evento nell’evento.  Fu Archeoclub D’Italia a condurre nel 1987 la grande battaglia di riconoscimento del Parco Archeologico della Valle dei Templi. Nell’Aprile del 1987, proprio tenendo il Congresso Nazionale ad Agrigento, Archeoclub D’Italia mise in evidenza la necessità di recuperare e valorizzare i numerosi siti archeologici esistenti in Italia, mediante interventi di salvaguardia aventi carattere di omogeneità. Nell’Aprile del 1987, Archeoclub D’Italia iniziò la grande campagna per dare vita al Parco Archeologico ribadendone l’urgenza anche per contrastare i fenomeni di abusivismo edilizio. Nel 1988, ancora Archeoclub D’Italia, lanciò la Campagna Nazionale aperta agli studenti italiani: “Un Manifesto per la Valle dei Templi”. Nel 1989 lanciammo il logo della Campagna Nazionale a sostegno del Parco Archeologico della Valle dei Templi e nello stesso anno tenemmo una Conferenza Nazionale sulla Valle dei Templi. Al termine della Conferenza Nazionale, tenutasi il 16 Settembre del 1989, approvammo all’unanimità un documento netto, chiaro, rimasto agli atti chiedendo alla Regione Sicilia la perimetrazione dell’area archeologica al fine di arrivare al riconoscimento della Valle dei Templi come Parco Archeologico. Non era possibile che un patrimonio culturale amato e conosciuto nel Mondo non fosse perimetrato e non vi fosse per questo patrimonio importantissimo, il riconoscimento come Parco Archeologico. Quell’area era incomprensibilmente aperta, senza perimetrazione e soprattutto non era riconosciuta come Parco. Nel 1997 la Valle dei Templi di Agrigento venne riconosciuta Patrimonio dell’Unesco e nel 2000, arrivò l’istituzione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento”. Lo ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia.

A distanza di 34 anni da allora, Archeoclub D’Italia Nazionale sarà ad Agrigento per promuovere la Città Capitale Italiana della Cultura 2025.

“Questo riconoscimento lo sentiamo anche nostro. Archeoclub D’Italia ha giocato un ruolo di primo piano – ha proseguito Santanastasio – e Sabato apriremo alla stampa la possibilità di incontrarci nel Giardino Botanico di Agrigento che visiteremo a partire dalle ore 12 e 30. Si tratta di un sito estremamente importante, ben 20.000 piante, riferibili ad oltre 300 colture diverse. Ma all’interno del Giardino Botanico che sicuramente sarà protagonista degli eventi del 2025, sono presenti testimonianze geo – archeologiche davvero uniche come reperti fossili, fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza ed ancora una serie di “terrazze” che sorgono su banchi in tufo, offrendo ai visitatori un’ineguagliabile vista su tutta la Valle dei Templi. Il sito sarà riaperto nelle prossime settimane. Terremo proprio in quel luogo la seduta del Direttivo Nazionale perché l’obiettivo di Archeoclub D’Italia è accendere i fari sulla bellezza del patrimonio italiano. Saremo nel cuore dei Luoghi di Empedocle”.

Alle ore 17 e 30 briefing stampa con i sindaci di Agrigento (capitale italiana della cultura 2025); Porto Empedocle ( la città di Andrea Camilleri), Realmonte ( la città della Scala dei Turchi).

Nel cuore della Valle dei Templi, nei pressi della parte Sud – Ovest del Tempio della Concordia, briefing stampa con i sindaci, con il Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia, con il Direttore del Parco della Valle dei Templi di Agrigento.

“Alle ore 17 e 30, di Sabato 15 Aprile – ha continuato Santanastasio – tutto il Direttivo Nazionale di Archeoclub D’Italia, con il Direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, i sindaci di Agrigento, Francesco Miccichè; di Porto Empedocle, Calogero Martello, di Realmonte, Sabrina Lattuca.

Poi tutti insieme degusteremo anche i prodotti della Diodoros che è il marchio dell’azienda della Valle dei Templi”.

Interverranno anche Achille Contino, Dirigente del Libero Consorzio, il Direttore del Giardino Botanico di Agrigento, Giovanni Alletto, il Direttore dei Beni Culturali Ecclesiastici, Giuseppe Pontillo.

Saranno tumulate nel cimitero di Caltanissetta nove salme di migranti trasferite da Lampedusa con tappa a Porto Empedocle. Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, afferma: “Ringrazio il sindaco di Caltanissetta, Roberto Gambino, e il presidente del consiglio comunale, Giovanni Magrì, per la disponibilità ad accogliere le nove bare e per il grande aiuto che, di fatto, viene dato, ancora una volta, all’isola. Il nostro cimitero ormai da tempo non riesce più a dare una degna sepoltura a queste persone e dobbiamo ogni volta ricorrere ad aiuti esterni”. Nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana vi sono ancora altre quattro salme. Nel frattempo, il governo centrale, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro per sei mesi.