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L’On. Pullara, in una nota stampa, ha comunicato di avere convocato giovedì scorso una audizione urgente relativa alla risoluzione redatta dalla Commissione Sanità in ordine al potenziamento dei presidi ospedalieri di Canicattì e Licata, sottolineando che a tale riunione non erano presenti rappresentanti del nostro Ente.

A tali affermazioni così rispondono congiuntamente il Sindaco Vincenzo Corbo e il Presidente del Consiglio Comunale, Domenico Licata.

“A fronte di tali dichiarazioni, infondate ed inaccettabili, è doveroso ricordare all’On. Pullara che la commissione che presiede è denominata “Commissione speciale di Indagine e verifica delle leggi” e che la stessa non ha alcuna competenza per trattare gli argomenti affrontati nell’audizione, che invece sono appannaggio, come il predetto Onorevole sembra avere incredibilmente dimenticato pur essendone vicepresidente, della Commissione sanità.

E’ evidente che gli unici effetti che potrà produrre l’azione della commissione convocata dall’On. Pullara è quello di alimentare l’ego del suo presidente e non certamente quello di tutelare gli interessi della collettività.

E’ doveroso stigmatizzare, allora, le parole dall’On. Pullara, che non esita ad utilizzare e deformare il suo ruolo istituzionale per strumentalizzare un argomento così importante e delicato come quello del potenziamento del nostro presidio ospedaliero e quindi della tutela del diritto alla salute dei nostri concittadini e degli abitanti dell’hinterland.

Questi argomenti devono essere lasciati fuori da sterili e insulse polemiche politiche e devono essere affrontate con la serietà che è richiesta ai rappresentati delle Istituzioni.

Per questo motivo, nel solco del lavoro già svolto a tutela del nostro presidio ospedaliero, è stata chiesta un’audizione al Presidente della Commissione Sanità, On. Margherita La Rocca Ruvolo, per continuare a trattare, nella sede competente, il tema del potenziamento dell’Ospedale Barone Lombardo e quindi del superamento definitivo delle problematicità di cui soffre, a tutela del diritto alla salute delle nostre comunità.”

Ad opera di AIGA Nazionale è nato l’ONAC: l’ Osservatorio Nazionale sulle Carceri, che trova il suo referente per il territorio di Agrigento nell’avv. Roberta Tuttolomondo.
In data odierna l’associazione italiana giovani avvocati entrerà contemporaneamente in 19 carceri italiane. Presto seguirà la visita dei restanti istituti di pena, incluso quello agrigentino. A tal fine, oggi il Presidente Aiga Agrigento ed il Referente Territoriale ONAC hanno eseguito “un ingresso simbolico” inviando una comunicazione ufficiale alle Istituzioni di riferimento. 
La referente ONAC territoriale avv. Roberta Tuttolomondo dichiara : “In seno all’ONAC è stato istituito un Comitato scientifico composto da illustri esponenti del mondo accademico della classe politica e della società civile… Sono orgogliosa  di far parte di questo importante progetto  che coinvolge 130 sedi in tutta Italia.”
Prosegue il presidente della Sez AIGA di Agrigento “L’ONAC intende mappare criticità e punti di forza delle varie carceri in modo da avviare un reale e proficuo dibattito sulla riforma dell’ordinamento penitenziario e concretizzare il principio della finalità rieducativa della pena. Sono felice che anche la nostra sezione contribuirà alla realizzazione di questo ambizioso obiettivo”.

Per la prima volta i collaboratori scolastici ex LSU hanno potuto partecipare alla mobilità volontaria presentando la domanda di trasferimento. Si è trattato, indubbiamente, di un importante passo in avanti nel percorso di totale integrazione di questi storici lavoratori della scuola all’interno del comparto Istruzione, come diretti dipendenti del Ministero. Peccato però che il CCNI per la mobilità, per il triennio 2022-2025, firmato dai soliti sindacati c.d. “maggiormente rappresentativi”, avesse stabilito per questi collaboratori scolastici che il servizio prestato nelle scuole prima dell’internalizzazione venisse valutato non solo come servizio effettivamente prestato a qualsiasi titolo in Pubbliche Amministrazioni o negli Enti Locali”   (vale a dire non come il personale ATA direttamente dipendente dal Ministero dell’Istruzione) ma “esclusivamente ai fini della mobilità”. In parole semplici, il personale ATA ex LSU è stato prima discriminato per la mobilità volontaria nella valutazione del servizio prestato prima dell’internalizzazione poi penalizzato al 100% nell’inserimento nella graduatoria interna d’istituto (esclusivamente ai fini della mobilità significa il servizio antecedente l’internalizzazione non viene proprio considerato per l’individuazione del perdente posto). In queste settimane, in seguito alla formazione delle graduatorie interne, molti collaboratori scolatici ex LSU perderanno la titolarità sulla propria scuola e saranno nuovamente dirottati a lavorare in altre scuole della provincia. Dopo anni di sfruttamento questi lavoratori vengono considerati come neo assunti, senza servizio. SGB non ha mai rivendicato l’esclusione degli ex LSU dalla graduatoria interna, proprio perché non devono mai esistere differenziazioni tra lavoratori. Allo stesso tempo però rivendichiamo per questi nostri colleghi il pieno riconoscimento del servizio pre ruolo sia per la mobilità volontaria sia per la graduatoria interna sia per la ricostruzione di carriera. SGB sta raccogliendo, sui vari territori, i dati relativi agli ex LSU perdenti posto per portare tale problematica ai soggetti istituzionali competenti ed avviare una nuova battaglia per cancellare queste odiose discriminazioni. La nota in oggetto è stata inviata al MIUR per un incontro urgente nel merito.

L’onorevole di “Prima l’Italia”, Carmelo Pullara, ha programmato di convocare una seduta della Commissione speciale di indagine e di studio per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi, che lui presiede.  “Questi ex lavoratori iscritti nell’albo dei formatori ante riforma con diritto alla riassunzione chiedono  ai deputati di intercedere con il governo regionale – afferma Carmelo Pullara-per sapere quando verranno avviati gli interventi di riqualificazione previsti per il personale rimasto disoccupato ed iscritto all’ albo e non possiamo girarci dall’altra parte.

La Regione Siciliana ha piena competenza in materia di formazione –ricorda Pullara –. Quello della Formazione professionale è un settore strategico per la Sicilia ma la sua organizzazione non ha finora garantito adeguatamente i lavoratori e le professionalità impegnate. Sono stati avviati nuove attività formative attingendo fuori dall’albo. Vogliamo vederci chiaro non si può creare altro precariato senza risolvere i problemi di chi c’era come i formatori e gli sportellisti.”

Si è Costituito ieri 12 aprile 2022 il coordinamento socio-sanitario della Camera del Lavoro di Agrigento che avrà il compito di vigilare sul lavoro di amministrazioni comunali, Asp e distretti socio sanitari.

Il coordinamento è composto da 12 componenti e mette insieme la segreteria della Cgil di Agrigento, un rappresentante di ciascuna delle categorie del sindacato.

Il responsabile del coordinamento per la Franco Gangemi e il segretario generale Cgil Alfonso Buscemi illustrano  funzioni e compiti : “Il coordinamento sarà luogo di confronto e di elaborazione partendo dai bisogni che emergono dal territorio; strumento di condivisione delle informazioni e di coordinamento della contrattazione sociale e territoriale.Il suo compito fondamentale sarà quello didefinire le linee di indirizzo generaleper la stesura di piattaforme rivendicative comunali; identificare le modalità attraverso cui effettuare l’analisi dei bisogni e aprire la contrattazione con comuni, Asp,  distretti socio sanitari sui servizi per la cittadinanza alla luce anche degli interventi del Pnrr”.

“infatti dal pnrr sono disponibili grandi quantità di risorseche potrebbero cambiare il volto dell’assistenza sanitaria e socio sanitaria in Sicilia -proseguono Gangemi e Buscemi – La progettazione ha tempi di realizzazione molto ristretti.

Nello specifico il coordinamento si occuperà dei finanziamenti delPnrr inerenti la Missione 6 che prevede interventi su: ospedali di comunità, case di comunità e centri operativi territoriali il cui ’obiettivo fondamentale è il rafforzamento della medicina territoriale”.

3.764 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 26.773 tamponi processati in Sicilia. Il tasso di positività scende al 14% mentre ieri era al 16%. L’isola è oggi all’ottavo posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 142.425 con un decremento di 5.882 casi. I guariti sono 10.177 mentre le vittime sono 27 portano il totale dei decessi a 10.309. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 1.003, in terapia intensiva sono 59.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 935 casi, Catania 784, Messina 792, Siracusa 434, Trapani 411, Ragusa 237, Caltanissetta 199, Agrigento 390, Enna 140.

Quattro anni di reclusione per per il 72enne Gaetano Agozzino, l’automobilista accusato di avere rimosso le transenne dell’Anas, nonostante il divieto degli addetti alla sicurezza, e di essersi immesso nel circuito del Giro d’Italia travolgendo e uccidendo un motociclista che faceva parte della carovana.

Sono stati chiesti, a conclusione della requisitoria, dal pubblico ministero Elenia Manno secondo cui l’imputato è colpevole di entrambi i reati contestati ovvero resistenza a pubblico ufficiale e omicidio stradale. La vittima è l’automobilista quarantottenne Leonardo D’Amico di Sambuca di Sicilia.

L’incidente avvenne nei pressi di Maddalusa il 9 maggio del 2018, giorno della tappa agrigentina del Giro d’Italia. D’Amico morì dopo tre settimane. Agozzino, ragioniere commercialista in pensione, in occasione dell’interrogatorio di convalida, aveva spiegato di avere perso la testa perché gli addetti dell’Anas gli avevano detto che avrebbe dovuto aspettare molte ore prima di potere rientrare a casa.

L’anziano era andato in contrada Maddalusa per fare jogging e, al ritorno, trovò la strada bloccata perchè era in corso la tappa. Agozzino restò ai domiciliari per tre mesi e mezzo. Il 25 maggio, dopo l’arringa difensiva dell’avvocato Salvatore Maurizio Buggea, il gup Micaela Raimondo emetterà la sentenza.

Il gup di Caltanissetta Emanuela Carrabotta ha condannato a 4 anni di reclusione la maestra Maria Capitano, 62 anni, con l’accusa di presunti maltrattamenti sugli alunni della scuola dell’infanzia “Gianni Rodari” di Milena, in provincia di Caltanissetta.

Secondo l’accusa, rappresentata dai pm Chiara Benfante e Massimo Trifirò, la maestra, difesa dall’avvocato Claudio Testa, si sarebbe resa responsabile di rimproveri arbitrari, lanci di oggetti, minacce, schiaffi, strattonamenti, spinte, pizzicotti, tirate di orecchio. In altri casi i bambini sarebbero stati costretti a mangiare da soli per punizione o a stare in piedi con le braccia conserte, dando le spalle alla classe.

I fatti contestati riguardano i primi mesi del 2019. Le famiglie dei bambini si sono costituite parte civile con gli avvocati Salvatore Tona, Calogero Buscarino, Salvi Virciglio, Massimiliano Bellini e Dario Giambarresi. Insieme a lei era imputata un’altra sua collega che invece ha scelto il rito ordinario.

La Guardia di Finanza, avvalendosi del fiuto di due cani antidroga delle Fiamme Gialle, ha sequestrato 7 chili di cocaina all’imbarco dei traghetti a Messina. Sono state arrestate due persone, uno straniero e una calabrese. Sull’automobile con a bordo i due, appena sbarcata dalla costa calabra, i militari hanno scoperto sei panetti di cocaina (di cui due riportanti il marchio di una nota casa di moda), trasportati in un doppio fondo ricavato nel vano porta oggetti del mezzo. L’uomo è stato trasferito in carcere. La donna è stata ristretta ai domiciliari. Il quantitativo di droga sequestrato avrebbe potuto fruttare oltre 1 milione e 800mila euro.

Si è svolto ieri, nell’aula magna “Luca Crescente” del Consorzio Universitario di Agrigento, un incontro sul tema della candidatura di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”, organizzato dal Comune di Agrigento e dallo stesso Consorzio Universitario e aperto ai rappresentanti della società civile agrigentina.

Nel corso dell’incontro, è intervenuto il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola, che ha manifestato la disponibilità dell’Ordine a offrire il proprio contributo alla redazione del dossier a supporto della candidatura.

“Siamo pronti a dare il nostro contributo – ha affermato La Mendola – per proporre la candidatura della città di Agrigento  quale capitale italiana della cultura 2025 ma siamo convinti che, affinché la stessa candidatura sia sostenibile e competitiva, bisognerà dimostrare come a fronte di un terreno culturale molto fertile, alimentato dalla memoria di scrittori agrigentini eccellenti come Pirandello, Sciascia o Camilleri, Agrigento è anche capace di attivare una serie di percorsi culturali diversi e complementari per proporre  una città pulita, che superi l’emergenza rifiuti alimentata soprattutto dallo scarso senso civico di una parte dei cittadini e che sia in grado di attivare processi di rigenerazione urbana e di recupero e valorizzazione del proprio centro storico,  elemento fondamentale per consolidare le radici culturali della comunità agrigentina, a cui  dovrebbe essere restituito il ruolo di cuore pulsante di una città, che sia in grado di condividere e sostenere un intenso programma di attività culturali, come quelle teatrali, musicali e storico-artistiche e  che sia contestualmente impegnata a educare i propri residenti, oltre che alla corretta gestione dei rifiuti, anche alla cura estetica della propria proprietà, superando gli effetti negativi delle saracinesche chiuse e abbandonate di via Atenea o dei vasi con fiori secchi e vandalizzati  e di tanti terreni privati incolti e non recintati, che si trasformano spesso in vere e proprie discariche di rifiuti”.

A questo si aggiunga che il nostro territorio soffre di un imbarazzante gap infrastrutturale che deve essere ovviamente superato. Una città capitale italiana della cultura non può infatti non avere un aeroporto raggiungibile in meno di un’ora e non può presentare un sistema stradale su gomma e su ferro così povero o ancora un sistema portuale del tutto inadeguato.

“E’ indubbiamente demagogico  – conclude La Mendola – pensare di superare le tante criticità attuali e raggiungere gli obiettivi prima richiamati in tempo per il 2025 ma è certamente possibile attivare immediatamente un percorso che punti a questi obiettivi nel medio termine con una serie di iniziative da concordare tra la pubblica amministrazione e i soggetti attivi nella società civile agrigentina come imprenditori, artigiani, commercianti, ordini professionali, forze sociali,  operatori culturali e turistici e via di seguito”.

È quindi indispensabile l’immediata costituzione di un comitato scientifico che possa costituire una sorta di cabina di regia per tracciare questo percorso, finalizzato alla redazione di un programma condiviso che potrebbe alimentare il dossier che la città di Agrigento dovrà produrre per sostenere la propria candidatura a città capitale italiana della cultura, per l’anno 2025. Gli architetti sono pronti ad offrire il proprio contributo.