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3.764 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 26.773 tamponi processati in Sicilia. Il tasso di positività scende al 14% mentre ieri era al 16%. L’isola è oggi all’ottavo posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 142.425 con un decremento di 5.882 casi. I guariti sono 10.177 mentre le vittime sono 27 portano il totale dei decessi a 10.309. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 1.003, in terapia intensiva sono 59.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 935 casi, Catania 784, Messina 792, Siracusa 434, Trapani 411, Ragusa 237, Caltanissetta 199, Agrigento 390, Enna 140.

Quattro anni di reclusione per per il 72enne Gaetano Agozzino, l’automobilista accusato di avere rimosso le transenne dell’Anas, nonostante il divieto degli addetti alla sicurezza, e di essersi immesso nel circuito del Giro d’Italia travolgendo e uccidendo un motociclista che faceva parte della carovana.

Sono stati chiesti, a conclusione della requisitoria, dal pubblico ministero Elenia Manno secondo cui l’imputato è colpevole di entrambi i reati contestati ovvero resistenza a pubblico ufficiale e omicidio stradale. La vittima è l’automobilista quarantottenne Leonardo D’Amico di Sambuca di Sicilia.

L’incidente avvenne nei pressi di Maddalusa il 9 maggio del 2018, giorno della tappa agrigentina del Giro d’Italia. D’Amico morì dopo tre settimane. Agozzino, ragioniere commercialista in pensione, in occasione dell’interrogatorio di convalida, aveva spiegato di avere perso la testa perché gli addetti dell’Anas gli avevano detto che avrebbe dovuto aspettare molte ore prima di potere rientrare a casa.

L’anziano era andato in contrada Maddalusa per fare jogging e, al ritorno, trovò la strada bloccata perchè era in corso la tappa. Agozzino restò ai domiciliari per tre mesi e mezzo. Il 25 maggio, dopo l’arringa difensiva dell’avvocato Salvatore Maurizio Buggea, il gup Micaela Raimondo emetterà la sentenza.

Il gup di Caltanissetta Emanuela Carrabotta ha condannato a 4 anni di reclusione la maestra Maria Capitano, 62 anni, con l’accusa di presunti maltrattamenti sugli alunni della scuola dell’infanzia “Gianni Rodari” di Milena, in provincia di Caltanissetta.

Secondo l’accusa, rappresentata dai pm Chiara Benfante e Massimo Trifirò, la maestra, difesa dall’avvocato Claudio Testa, si sarebbe resa responsabile di rimproveri arbitrari, lanci di oggetti, minacce, schiaffi, strattonamenti, spinte, pizzicotti, tirate di orecchio. In altri casi i bambini sarebbero stati costretti a mangiare da soli per punizione o a stare in piedi con le braccia conserte, dando le spalle alla classe.

I fatti contestati riguardano i primi mesi del 2019. Le famiglie dei bambini si sono costituite parte civile con gli avvocati Salvatore Tona, Calogero Buscarino, Salvi Virciglio, Massimiliano Bellini e Dario Giambarresi. Insieme a lei era imputata un’altra sua collega che invece ha scelto il rito ordinario.

La Guardia di Finanza, avvalendosi del fiuto di due cani antidroga delle Fiamme Gialle, ha sequestrato 7 chili di cocaina all’imbarco dei traghetti a Messina. Sono state arrestate due persone, uno straniero e una calabrese. Sull’automobile con a bordo i due, appena sbarcata dalla costa calabra, i militari hanno scoperto sei panetti di cocaina (di cui due riportanti il marchio di una nota casa di moda), trasportati in un doppio fondo ricavato nel vano porta oggetti del mezzo. L’uomo è stato trasferito in carcere. La donna è stata ristretta ai domiciliari. Il quantitativo di droga sequestrato avrebbe potuto fruttare oltre 1 milione e 800mila euro.

Si è svolto ieri, nell’aula magna “Luca Crescente” del Consorzio Universitario di Agrigento, un incontro sul tema della candidatura di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”, organizzato dal Comune di Agrigento e dallo stesso Consorzio Universitario e aperto ai rappresentanti della società civile agrigentina.

Nel corso dell’incontro, è intervenuto il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola, che ha manifestato la disponibilità dell’Ordine a offrire il proprio contributo alla redazione del dossier a supporto della candidatura.

“Siamo pronti a dare il nostro contributo – ha affermato La Mendola – per proporre la candidatura della città di Agrigento  quale capitale italiana della cultura 2025 ma siamo convinti che, affinché la stessa candidatura sia sostenibile e competitiva, bisognerà dimostrare come a fronte di un terreno culturale molto fertile, alimentato dalla memoria di scrittori agrigentini eccellenti come Pirandello, Sciascia o Camilleri, Agrigento è anche capace di attivare una serie di percorsi culturali diversi e complementari per proporre  una città pulita, che superi l’emergenza rifiuti alimentata soprattutto dallo scarso senso civico di una parte dei cittadini e che sia in grado di attivare processi di rigenerazione urbana e di recupero e valorizzazione del proprio centro storico,  elemento fondamentale per consolidare le radici culturali della comunità agrigentina, a cui  dovrebbe essere restituito il ruolo di cuore pulsante di una città, che sia in grado di condividere e sostenere un intenso programma di attività culturali, come quelle teatrali, musicali e storico-artistiche e  che sia contestualmente impegnata a educare i propri residenti, oltre che alla corretta gestione dei rifiuti, anche alla cura estetica della propria proprietà, superando gli effetti negativi delle saracinesche chiuse e abbandonate di via Atenea o dei vasi con fiori secchi e vandalizzati  e di tanti terreni privati incolti e non recintati, che si trasformano spesso in vere e proprie discariche di rifiuti”.

A questo si aggiunga che il nostro territorio soffre di un imbarazzante gap infrastrutturale che deve essere ovviamente superato. Una città capitale italiana della cultura non può infatti non avere un aeroporto raggiungibile in meno di un’ora e non può presentare un sistema stradale su gomma e su ferro così povero o ancora un sistema portuale del tutto inadeguato.

“E’ indubbiamente demagogico  – conclude La Mendola – pensare di superare le tante criticità attuali e raggiungere gli obiettivi prima richiamati in tempo per il 2025 ma è certamente possibile attivare immediatamente un percorso che punti a questi obiettivi nel medio termine con una serie di iniziative da concordare tra la pubblica amministrazione e i soggetti attivi nella società civile agrigentina come imprenditori, artigiani, commercianti, ordini professionali, forze sociali,  operatori culturali e turistici e via di seguito”.

È quindi indispensabile l’immediata costituzione di un comitato scientifico che possa costituire una sorta di cabina di regia per tracciare questo percorso, finalizzato alla redazione di un programma condiviso che potrebbe alimentare il dossier che la città di Agrigento dovrà produrre per sostenere la propria candidatura a città capitale italiana della cultura, per l’anno 2025. Gli architetti sono pronti ad offrire il proprio contributo.

I Carabinieri della Compagnia di Sciacca hanno arrestato Ignazio Lo Cascio, 49 anni, palermitano. Lui, alla guida di una Fiat Panda lungo la strada statale 115 da Menfi verso Sciacca, prima ha rallentato ad un posto di blocco stradale dei Carabinieri che gli hanno intimato l’alt, e poi, invece, ha accelerato repentinamente fuggendo a velocità. E’ stato inseguito. Lui si è reso protagonista di pericolose inversioni di marcia. Poi è stato acciuffato. Nel cofano posteriore, all’interno di un faro portatile, sono stati scoperti 12 panetti di hashish da 100 grammi ciascuno. Ignazio Lo Cascio, con precedenti di polizia, è stato arrestato per detenzione a fine di spaccio di sostanza stupefacente e resistenza a pubblico ufficiale. Il Tribunale di Sciacca ha convalidato l’arresto ai domiciliari.

Lungo l’autostrada Palermo – Mazara del Vallo, nei pressi dello svincolo per Cinisi, un incidente stradale ha provocato la morte di un operaio di 52 anni originario della Romania e residente in Italia da 10 anni, Petre Dan Negoita, Lui è stato a bordo di un’automobile, una Fiat 600, con altri tre colleghi operai al rientro a casa dopo una giornata di lavoro. Il mezzo, per cause in corso di accertamento, si è ribaltato. Petre Dan Negoita è morto. Gli altri tre hanno subito ferite e sono stati trasportati in ospedale. Uno dei tre ha riferito che l’automobile è stata urtata da un camioncino che poi ha proseguito la sua corsa.

Si chiama Salvatore Caruana, 71 anni di Porto Empedocle. Di lui non si avevano più notizie da stamattina quando era scomparso.  In serata il suo corpo è stato avvistato all’interno del porto empedoclino. Un cadavere in acqua era stato visto dentro il porto. A riconoscere il cadavere è stato il fratello del Caruana. Non si comprende bene quali sarebbero state le cause del decesso. Sembrerebbe che non si tratti di un suicidio, forse si sarà trattato di un incdente finito nel peggiore dei modi.

Carabinieri e Capitaneria di Porto immediatamente hanno avviato le indagini. Recuperato il corpo la Procura di Agrigento ha aperto una inchiesta per cercare di capire cosa sia successo.

 

Speciali picnic in giardini monumentali e parchi storici accompagnati da cestini con prodotti locali primaverili, giochi campestri e “caccia alle uova”, visite, passeggiate ed escursioni guidate: sono queste le proposte del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano per Pasqua e Pasquetta 2022 in alcuni suoi Beni, da nord a sud della Penisola. Un’occasione per trascorrere le giornate di festa all’aria aperta, a contatto con la natura e con l’arte, alla scoperta di luoghi unici che rendono indimenticabili i momenti di svago.

Un altro ottimo spunto per la gita fuoriporta sarà il Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi (AG), nel quale i visitatori vedranno l’antico agrumeto in piena fioritura e parteciperanno alle escursioni guidate da esperti speleologi nell’ipogeo Kolymbethra – Porta quinta e alle visite che dall’interno del Giardino conducono fino al celebre ulivo secolare dipinto dai viaggiatori del Grand Tour. Sarà possibile prenotare un cestino da picnic oppure un tavolo nell’area attrezzata tra gli aranci.

Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2022” è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al significativo contributo di Nespresso, azienda che dal 2020 sostiene la Fondazione, di Pirelli che conferma per il decimo anno consecutivo la sua storica vicinanza al FAI, e di Delicius che riconferma per il secondo anno il suo sostegno al progetto.

Ingresso (dalle ore 10:30 alle ore 12:30 dall’accesso di Porta V – Valle dei Templi): intero € 7; ridotto residenti € 5; iscritti FAI gratuito; ridotto 6-17 anni €2. Supplemento visita guidata € 5. Supplemento escursione ipogeo € 8; prenotazione tavolo per picnic € 2 a persona.

Arrivo in fasce orarie diverse da quella 10:30 – 12:30 soggetta al pagamento del biglietto di ingresso alla Valle dei Templi.

Su prenotazione: cestino picnic € 15 / pax

“Sono passati due anni dalla prima volta che la Cisl Funzione pubblica del territorio di Agrigento nonostante le numerose denunce e interlocuzioni con la Direzione strategica aziendale riguardo le condizioni di lavoro di alcuni tecnici in servizio al laboratorio Biomedico dell’Uoc di Patologia Clinica dell’ospedale di Sciacca, ad oggi costretti a sopperire la mancata collocazione di personale sull’ospedale di Ribera, ma ancora nulla è cambiato”.

A denunciarlo, in una nota, è il segretario aziendale della Cisl Fp Alessandro Farruggia.

“Si tratta di una storia infinita – continua – e a rendere ancora  più grave e inspiegabile il tutto è il mancato rispetto dell’accordo a firma della Direzione sanitaria aziendale e i soggetti coinvolti in cui si stabiliva il graduale ricollocamento del personale mancante presso il presidio di Ribera e il pagamento delle spese per il personale interessato per tutto il periodo. Per questo, a distanza di 5 mesi, siamo qua a rappresentare l’ennesima e inspiegabile insubordinazione da parte di un primario, in quanto nulla di quanto concordato è stato rispettato. Per le stesse ragioni, precisiamo, sono state poste delle diffide legali riparatorie che però non hanno prodotto nessuna risposta”.

Farruggia, nella propria nota si chiede “come sia possibile che un dipendente di un’azienda pubblica possa godere di cosi tanta ‘protezione’. Se così non fosse, qualcuno ci dovrebbe spiegare perché nulla è stato fatto nei suoi confronti”.

Ad oggi, va precisato, solo una parte dei tecnici di ruolo con contratto all’ospedale di Sciacca è oggetto di questa condizione che, continua Farruggia, “pregiudica gravemente il riposo psicofisico per i continui spostamenti ordinari e per le reperibilità, oltre che a gravare sulle proprie tasche per le spese  connesse ai continui spostamenti”. Ad essere adoperati con le stesse mansioni sono anche i tecnici di laboratorio dell’unità di Anatomia patologia, che dopo una settimana d’impiego ordinario presso il proprio settore, vengono  anch’essi impiegati per reperibilità nei giorni festivi.

“A questo punto, visti i continui ritardi nella risoluzione di una problematica che riteniamo gravissima – continua Farruggia – considerando i continui spostamenti da una sede ad un’altra e  quello che potrebbe derivarne, peraltro senza una disposizione di servizio e nonostante nell’atto aziendale e dotazione organica siano previste tre unità fisse, vogliamo attirare l’attenzione di chi possa farsi garante rispetto ad una situazione che ripetiamo essere surreale e fuori dalle  ordinarie normative sulla sicurezza  e la tutela dei dipendenti”.