Ad avvertire le forze dell’ordine sono stati alcuni testimoni che hanno assistito alla scenda dai balconi di alcune abitazioni vicine. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale, che hanno salvato altri due cagnolini dalla stessa sorte, carabinieri e veterinari dell’Asp.
E’ stato solo denunciato.
Il Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha imposto l’imputazione coatta per il direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, Antonello Seminerio e del primario di Medicina (all’epoca dei fatti) Giuseppe D’Anna, respingendo una richiesta di archiviazione presentata dalla Procura.
Gli imputati dovranno difendersi dall’accusa di omicidio colposo per avere provocato la morte di un paziente di 83 anni, Carmelo Cimino, morto il 22 ottobre 2015 al “San Giovanni di Dio” (dove era stato ricoverato il 2 settembre di quell’anno) a causa di un batterio, l’Acinetobacter baumannii.
L’ottantatreenne Carmelo Cimino, dopo una serie di accertamenti e cure rivelatesi poco efficaci, moriva, dunque, in ospedale ed i familiari (oggi parti offese) presentarono denuncia e fecero scattare un’inchiesta, corredata da più perizie mediche, che oggi portano a processo Seminerio e D’Anna. Archiviata la posizione di una terza indagata, la neurologa Rosa Maria Gaglio.
Adesso il pubblico ministero dovrà procedere con l’imputazione coatta e chiedere il rinvio a giudizio di Seminerio e D’Anna.
2.189 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 13.513 tamponi processati. Ieri erano 3.737. Il tasso di positività è al 16,2%, in aumento rispetto al 16% ieri. La Sicilia è al sesto posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 119.546 con un decremento di 6.696 casi. I guariti sono 8.862 e 23 le vittime, che portano il totale dei decessi a 11.857. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 822, in terapia intensiva sono 44.
Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 387, Catania 469, Messina 433, Siracusa 159, Trapani 234, Ragusa 149, Caltanissetta 95, Agrigento 219, Enna 44.
“Basta con questo interminabile mercato nero dei nomi. Cercatevi un candidato che risponda alle vostre esigenze. Mi rendo conto di essere un presidente scomodo. Ringrazio di vero cuore Giorgia Meloni e Ignazio La Russa per il convinto e tenace sostegno datomi. Torno a fare il militante”.
Così il governatore della Sicilia Nello Musumeci scrive sul proprio profilo Facebook, comunicando di fatto il ritiro della sua candidatura alle regionali del 25 settembre, sostenuta da FdI, ma osteggiata dal resto dei partiti di centrodestra.
Ad Agrigento, dopo decenni di abbandono e di progressivo e dannoso degrado, adesso è stata affidata al Parco Archeologico la chiesetta cimiteriale delle Forche, nella zona di Rupe Atenea. Il passaggio di consegne tra il Comune e il Parco archeologico è stato deliberato dalla giunta comunale che ha ceduto in comodato d’uso gratuito all’ente regionale il bene risalente al sedicesimo secolo. Ceduta allo stesso modo anche la strada di collegamento adiacente al cimitero di Bonamorone. E’ stato il Parco dei Templi a manifestare interesse all’acquisizione dei due beni per avviare un progetto di riqualificazione ed inserirli in un circuito turistico – culturale.
Sono 41, con tre diversi barconi, i migranti soccorsi durante la notte appena trascorsa dalla Guardia di Finanza a circa 11 miglia dalla costa di Lampedusa. Sulle barche, partite da Zarzis e Gerba in Tunisia, hanno viaggiato rispettivamente 15, 11 e 15 tunisini, fra cui una donna e 4 minori. Ieri invece vi sono stati tre approdi con un totale di 129 persone. Al momento nel Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola vi sono 415 ospiti. In corso i trasferimenti.
“Nel Comune di Licata, il servizio “Home Care” per l’erogazione di prestazioni finalizzate a garantire la cura a domicilio delle persone non autosufficienti è stato improvvisamente sospeso a partire dall’1 di agosto. Il risultato è che molta gente con fragilità non riesce più ad usufruire dell’importante servizio promosso dall’Inps e che molti operatori sono rimasti a casa.
A bloccare il servizio pare sia stato il mancato rinnovo di un documento da parte del Comune di Licata.
E’ vergognoso che un servizio così importante venga sospeso a danno delle persone fragili che neccessitano del servizio e di tanti lavoratori che purtroppo sono senza il lavoro impossibilitati ad erogare i servizi.
Va da sè -sottolinea Pullara -che il servizio deve essere garantito perchè è importante e serve ad assicurare un diritto fondamentale a favore dei più deboli, ma anche a tutela dei lavoratori impegnati in queste attività dando serenità ai rispettivi nuclei familiari.
Interrompere e non riattivare il servizio costituisce un grave danno non solo ai disabili ma anche alle famiglie degli stessi con ricadute occupazionali non trascurabili. Io stesso ero intervenuto sulla questione dei servizi per i disabili durante la commissione speciale quando si è parlato dell’assistenza igienico personale ed Asacom per le scuole primarie e secondarie del Comune di Licata. Sull’argomento e sull’attenzione ai servizi per la disabilità ero stato rassicurato. E’ un fatto gravissimo che in quella sede si sia omessa la sospensione del servizio “Home Care”, occorre riattivare senza indugio e senza mai più interruzioni il servizio.
Se non si è in grado di gestire l’amministrazione, – conclude Pullara – tutelando i più deboli e i più fragili, allora si abbia il coraggio di assumere scelte consequenziali. La cosa che più fa specie è l’assordante silenzio della classe politica locale in carica e non, impegnata più a parlare di politica o il politichese pur di andare contro che dei problemi della gente e soprattutto dei più deboli.
A Catania sarebbero gli appartenenti a due opposte fazioni, una contigua al clan Mazzei, l’altra al clan Cappello Bonaccorsi i partecipanti ad una rissa degenerata poi in una sparatoria avvenuta nei pressi di una discoteca nella zona del porto. La Polizia ha arrestato 5 indagati di, a vario titolo, rissa e lesioni personali aggravati dall’uso di armi, detenzione e porto in luogo pubblico di più armi comuni da sparo. La rissa e l’esplosione di alcuni colpi di pistola che hanno ferito due persone, tra cui un minorenne, rientrerebbero in un regolamento di conti tra i due clan. Durante la notte tra il 16 e il 17 aprile, nello stesso, locale alcuni giovani del clan Mazzei avrebbero impedito al cantante neo-melodico catanese Niko Pandetta di esibirsi insieme ad un trapper. Da qui lo scontro. Gli arrestati sono Sebastiano Miano, 28 anni, Giuseppe Santo Patanè, di 26, Salvatore Danilo Napoli, di 20, Gabriele Gagliano e Gaetano Salici, entrambi di 19 anni. Le armi usate sarebbero state due pistole: una calibro 7,65 e una calibro 40.