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La dott.ssa V.B. (54 anni) di Naro partecipava alla procedura selettiva per il reclutamento di esperti nell’ambito del P.N.R.R.. Tuttavia, il dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri – senza alcuna motivazione – escludeva la dott.ssa V.B. dalla procedura selettiva, precludendo alla stessa di partecipare alla seconda fase della selezione.
Cosicché, la candidata, volendo conoscere le ragioni per le quali è stata esclusa, presentava istanza di accesso agli atti, che veniva parzialmente riscontrata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, trasmettendo alla candidata la documentazione oscurata dei nominativi di tutti i candidati inclusi nell’elenco trasmesso alla regione.
La candidata si rivolgeva allora all’Avv. Girolamo Rubino, che, con ricorso proposto innanzi al T.A.R. per il Lazio – Roma, chiedeva l’annullamento del silenzio formatosi sull’istanza di accesso agli atti presentata e l’accertamento dell’obbligo per la presidenza del Consiglio dei Ministri di esibire gli atti della procedura selettiva, al fine di conoscere le ragioni per le quali la dott.ssa V.B. veniva esclusa dalla procedura concorsuale.
Si costituiva in giudizio, dal canto suo, la Presidenza del Consiglio dei ministri, rappresentata e difesa dall’Avvocatura Generale dello Stato, che ha sollevato una serie di eccezioni, puntualmente smentite dagli scritti difensivi depositati dall’Avv. Girolamo Rubino in difesa della propria assistita.
L’Avv. Rubino, segnatamente, sottolineava l’illegittimità del comportamento posto in essere dalla Presidenza del Consiglio che ha finito con il sacrificare gli interessi della candidata alla procedura selettiva, primo fra tutti quello relativo a conoscere ed avere accesso agli atti della procedura concorsuale al fine, anche, di tutelare in giudizio i propri diritti ed interessi legittimi.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, accogliendo in toto il ricorso patrocinato dall’Avv. Rubino, ha ordinato alla Presidenza del Consiglio di consentire l’accesso ai documenti richiesti dalla candidata, oltre a condannare la stessa amministrazione al pagamento delle spese legali.

I Carabinieri, su ordine della Procura di Messina, hanno arrestato un ragazzo di 18 anni, F B sono le iniziali del nome, nato a Taormina da genitori tunisini. E’ indagato dell’omicidio del netturbino di 56 anni Massimo Canfora, scoperto morto accoltellato nella sua abitazione a Letojanni, in via Nenzi 9. Accanto al cadavere è stata trovata l’arma del delitto: un coltello da cucina con una lama di circa 10 centimetri macchiata di sangue. Alcuni testimoni hanno raccontato ai Carabinieri di avere visto il giovane allontanarsi dall’abitazione di Canfora prima dell’arrivo dei soccorsi. Il 18enne è stato rintracciato dopo poco tempo nella sua abitazione di Letojanni, con una ferita di arma da taglio sulla mano, ancora sanguinante. I Carabinieri hanno perquisito la casa trovando alcuni indumenti sporchi di sangue, che sono stati sequestrati per le analisi di laboratorio. Dai video delle telecamere di sorveglianza è emersa compatibilità tra gli indumenti del giovane in fuga e gli indumenti trovati a casa del sospettato.

A Canicattì è accaduto che un pensionato di 51 anni, diretto al pronto soccorso dell’ospedale per dei dolori al torace, è stato affiancato, strattonato a terra, accoltellato e ferito al palmo di una mano e al braccio sinistro dall’amministratore del suo condominio, con cui ha litigato in precedenza. L’uomo non lo ha denunciato, e ha ritenuto opportuno rivolgersi alla Polizia solo per precauzione.

A Porto Empedocle, alla spiaggia del Kaos, due bambini di 5 e 6 anni di Serradifalco hanno rischiato di annegare perché la corrente del mare, alimentata dal vento di scirocco, li ha trascinati verso il largo. Alcuni bagnini della cooperativa Ulisse si sono accorti delle difficoltà dei due a rientrare a riva e si sono subito diretti verso di loro con un pedalò, recuperandoli. I genitori li hanno vivamente ringraziati.

Se dovessimo parlare di democrazia, non basterebbero decine di pagine e citazioni. La democrazia è quella forma di governo dove la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo. La libertà d’opinione, nei fatti, è un bene supremo della democrazia, ma ha i suoi confini là dove lo Stato di diritto e la democrazia sono in pericolo. Nel caso di Taiwan, la Cina ha messo per iscritto che non intende rinunciare all’uso della forza per “riunificare” Taiwan alla Repubblica Popolare CineseNel mondo solo l’8% della popolazione vive in democrazie complete. (l’Italia si trova nella 29esima posizione nella categoria “flawed democracy” che può essere tradotta “democrazia con difetti”) Quando una democrazia è in pericolo, allora bisogna difenderla. Bisogna far crescere le democrazie nel mondo, anche con semplici gesti. La Democrazia è dialogo è tolleranza, è rispetto. La violenza fisica ha le sue radici nella violenza morale e questa è sopraffazione, prepotenza. Anche se è lontana, Taiwan è un punto di riferimento anche sotto il punto di vista dei diritti. La Repubblica di Cina Taiwan, si può considerare senza dubbio tra le più sviluppate democrazie asiatiche. Per  questo ho sentito il dovere di esternare,con una semplicissima nota,indirizzata alla Presidente della Repubblica di Cina Tsai Ing-wen il mio, se pur piccolo sostegno.  La risposta della Presidente non si è fatta attendere.Dear Mr. Mucci.  We thank you for your support for our country. Rest assured that we in Taiwan will continue to defend our national sovereignty, protect our free and democratic way of life, and resist any threats to our core values. Thank you for reaching out, and we wish you all the best. Sincerely”  Dice la nota:  “Siate certi che noi a Taiwan continueremo a difendere la nostra sovranità nazionale, proteggere il nostro modo di vivere libero e democratico e resistere a qualsiasi minaccia ai nostri valori fondamentali”.

1.794 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 11.588 tamponi processati. Ieri erano 2082. Il tasso di positività è al 15,5%, in diminuzione rispetto al 16% di ieri. La Sicilia è al sesto posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 99.780 con un decremento di 2.607 casi. I guariti sono 4.383 e 18 le vittime, che portano il totale dei decessi a 11.964. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 616, in terapia intensiva sono 32.

Questa la situazione nei Comuni capoluogo: Palermo 337,  Catania 360, Messina 295, Siracusa 181, Trapani 183, Ragusa 120, Caltanissetta 105, Agrigento 176, Enna 37.

“Continuano la discesa dei nuovi positivi nella provincia di Agrigento, e questo è un buon segnale, ma precipitano toccando il minimo storico, ed era prevedibile nella settimana di ferragosto, le vaccinazioni.” A parlare, nel consueto punto settimanale sull’andamento epidemiologico nell’agrigentino, è il commissario straordinario dell’Asp Mario Zappia.

“Nell’ultima settimana sono stati 289 i vaccini effettuati: solo 7 prime dosi, 13 seconde dosi, 77 terze dosi e 192 quarte dosi. Il pensiero di tutti noi in questo momento è quello di rilassarsi e godersi le vacanze ed è normale dunque un dato del genere.”

“Aumentano però i ricoveri ordinari all’ospedale di Ribera con 26 pazienti ricoverati (+9 rispetto alla settimana scorsa) mentre rimane invariato il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva (1). Rimane stabile la percentuale dei tamponi che risultano positivi: negli ultimi sette giorni sono stati eseguiti 5.249 tamponi e 1.604 di questi hanno dato esito positivo con una percentuale del 30,56%.”

Sei arresti – 5 tunisini e un siriano – per essere rientrati in Italia, attraverso la frontiera di Lampedusa, nonostante fossero gravati da decreto di espulsione. Ad effettuare gli arresti sono stati i poliziotti della squadra mobile di Agrigento. I cinque tunisini sono stati posti, ai domiciliari, nell’hotspot di contrada Imbriacola. Il siriano – che aveva un ordine di carcerazione del tribunale di Bologna perché deve scontare 11 mesi e 28 giorni per produzione, traffico e detenzione di stupefacenti – è stato invece portato alla casa circondariale di Agrigento.

L’associazione ambientalista MareAmico di Agrigento segnala e documenta in video e foto che il boschetto di Maddalusa e la sottostante spiaggia della Babbaluciara sono preda di enorme degrado. Una terra di nessuno! E aggiunge: “La Forestale e il Demanio non puliscono e non controllano nulla: all’interno c’è pure un accampamento abusivo. E la sottostante spiaggia della Babbaluciara, che dovrebbe essere pulita dall’impresa incaricata dal Comune, quest’anno non è stata mai pulita. Insomma una grande discarica a cielo aperto che proietta un’immagine tristissima della città”.

Un maxi sbarco di extracomunitari si è registrato ieri a Lampedusa. Erano trecento le persone soccorse e portate in banchina dalle forze dell’ordine. Si tratta di uno degli sbarchi più numerosi di questa stagione estiva. Ma quello che è successo poco dopo lo ha denunciato il vicesindaco, Attilio Lucia, che è anche il responsabile locale della Lega con Salvini.
“Per la prima volta nella storia dopo oltre vent’anni che si registrano gli sbarchi – dice Lucia – i giornalisti non sono stati ammessi sul molo. Sono stati letteralmente cacciati dalle forze dell’ordine. Una cosa senza senso visto che i giornalisti erano lì come tante altre volte anche per fotografare e riprendere lo sbarco. Evidentemente – continua Lucia – sono arrivati comandi dall’alto, per cercare di nascondere quello che sta succedendo a pochi giorni dalle politiche. Eppure, la gente, deve sapere. L’invasione lungo le nostre coste e quelle di Lampedusa in particolare continua in maniera inesorabile”.