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Domenica scorsa un violento incendio è divampato a danno di un Centro di trattamento e trasferimento dei rifiuti a Canicattì, in località Foro Boario. Ebbene, la Procura di Agrigento, avvalendosi degli esiti delle indagini condotte dai Carabinieri in collaborazione con l’Arpa protezione ambiente, ha sequestrato il Centro e ha iscritto nel registro degli indagini un funzionario del Comune di Canicattì e l’amministratore della società Sea, titolare dell’appalto della nettezza urbana a Canicattì. I sigilli sono stati apposti perché il sito sarebbe mancante dell’autorizzazione al trattamento dei rifiuti urbani raccolti e poi trasferiti in discarica, perché sarebbe stata riscontrata la presenza di rifiuti indifferenziati e pericolosi, conferiti e trattati in maniera indiscriminata, e perché manca un sistema di protezione e recinzione del sito, privo di procedure e sistemi antincendio.

Un incidente stradale in autostrada, la Siracusa – Gela, nel tratto tra Rosolini e Noto, ha provocato la morte di un turista di 73 anni di Mantova e in vacanza in Sicilia. A lui, per cause in corso di accertamento da parte della Polizia stradale, è sfuggito il controllo della sua automobile e si è schiantato contro il guardrail. L’impatto si è rivelato fatale. I Vigili del fuoco lo hanno estratto dall’abitacolo. I sanitari del 118 hanno constatato la morte.

L’assessorato regionale alla Sanità ha temporaneamente sospeso l’autorizzazione alla distribuzione di farmaci ad un farmacista di 30 anni operante a Canicattì, direttore tecnico di un deposito di commercio all’ingrosso di farmaci, nella periferia della città dell’Uva Italia. Nel corso di un controllo, i Carabinieri del Nas di Palermo hanno accertato che il deposito è stato ampliato abusivamente di circa 400 metri quadrati, variando anche i percorsi di lavorazione e installando attrezzature senza alcuna autorizzazione. L’assessorato restituirà l’autorizzazione non appena si provvederà alla rimozione degli abusi e al ripristino dei luoghi. Il valore della struttura è di circa 2 milioni di euro, e quello dei farmaci custoditi ammonta ad almeno 3 milioni di euro.

A Catania, nella zona industriale, un operaio di 37 anni, A V sono le iniziali del nome, è morto vittima di un incidente sul lavoro avvenuto nel sito della Ecometalli srl, che si occupa di raccolta e commercio di metalli. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri. La Procura ha avviato un’inchiesta. Lui, su un mezzo di lavoro, sarebbe stato colpito da un frammento metallico dopo un’esplosione, forse di una bombola. Su quanto accaduto indagano gli ispettori dello S.Pre.S.A.L. (Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) dell’Azienda sanitaria provinciale.

Sono 3.566 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 20.615 tamponi processati. Il tasso di positività è al 17,3%. La Sicilia è al settimo posto per contagi fra le regioni italiane. Gli attuali positivi sono 171.444 con una diminuzione di 341 casi. I guariti sono 4.224 e 17 vittime che portano il totale dei decessi resta 11.635. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 1007, in terapia intensiva sono 52.

Questi i dati nei Comuni capoluogo: Palermo 801 casi, Catania 836, Messina 669, Siracusa 343, Trapani 355, Ragusa 233, Caltanissetta 181, Agrigento 378, Enna 104.

Per la prima volta troviamo la dicitura “Direttore dei servizi generali amministrativi” (DSGA) nel contratto scuola del 1998/2001. Il profilo del DSGA è una figura professionale molto rilevante all’interno dell’istituzione scolastica nella misura in cui viene ad assumere dei compiti di responsabilità , quali gli indirizzi impartiti dal Dirigente Scolastico, ma anche in relazione alla sua autonoma capacità organizzativa. Un carico di lavoro sempre più asfissiante, con firme apposte su bilanci di milioni di euro,con connessi responsabilità erariali, civili, penali ed amministrative non paragonabili a quelle di nessun altro funzionario direttivo della Pubblica Amministrazione. Qualcuno dirà: “ma è il suo lavoro”!  Certo, vuoi mettere però una retribuzione da  ultimo dei commessi di un negozio di moda. Vuoi mettere lo sconforto e la frustrazione nel momento in cui stampa la sua “miserabile” busta paga. Ciò è assolutamente vergognoso ed inaccettabile. Altro tasto dolente sono gli insegnanti. Piccola premessa. Le riforme degli ultimi dieci anni hanno prodotto danni: a partire dagli 8 miliardi tagliati nel 2009 dalla riforma Berlusconi- Tremonti-Gelmini, fino alla disastrosa riforma Renzi (legge 107 del 2015) che ha voluto una scuola concepita non secondo principi pedagogici, ma seguendo l’ideologia del libero mercato e della scuola organizzata secondo principi aziendali. Tutti i Governi hanno avuto una visione a breve termine, per cui gli insegnanti sono solo un costo da ottimizzare e basta. Secondo i dati confrontati con quelli dei paesi Europei, emerge che gli insegnanti del nostro Paese hanno uno stipendio lordo annuo tra i più bassi.

Al netto del confronto con altri Paesi, ciò che emerge di più è un divario netto che arriva al 15-16% per i salari degli insegnanti della scuola secondaria di secondo grado. Abbiamo bisogno di uscire dal tunnel di una scuola in cui gli insegnanti vengono maltrattati  e sottopagati. Lo sviluppo non è veramente sviluppo, se non matura e valorizza pienamente ogni singola persona. Riguardo agli ATA, non basterebbero pagine.

Per comprendere il loro “status” di dipendenti MIUR,bastano solo due frasi : stipendi da fame e figli di un dio minore. Sul versante della spesa e del rilancio degli investimenti per l’istruzione, (dove abbiamo intenzione di  fare sentire la nostra presenza) è necessario recuperare risorse e rilanciare gli investimenti, ricordando che in altri Paesi, si spende circa l’8% del PIL, in Italia solo il 4%. Rapportato al PIL italiano vorrebbe dire incrementare la spesa per l’istruzione di circa 65 miliardi di euro l’anno. Con queste risorse, i DSGA, gli insegnanti, gli ATA, sarebbero pagati meglio.  Se Dante fosse vivo e scrivesse la Divina Commedia, metterebbe all’inferno, nel quarto cerchio i governanti, i sindacalisti, i politici “costruttori” della storia della nostra scuola.  Le uniche anime che uscirebbero dal limbo sono quelle dei lavoratori sfruttati che nel frattempo hanno deciso di scendere in piazza a settembre.

È attivo il servizio per spedire le valigie nella località di destinazione tramite PC o Smartphone, con ritiro a domicilio oppure con consegna in Ufficio Postale

Palermo, 29 luglio 2022 – Da oggi anche i cittadini della provincia di Agrigento possono andare in vacanza liberi dal peso dei bagagli grazie a Poste Delivery Web, il servizio di Poste Italiane che permette di spedire le proprie valigie in Italia o all’estero comodamente dal PC o dallo Smartphone, per partire più leggeri o per spedire a casa gli acquisti fatti in vacanza.

E’ sufficiente collegarsi al sito www.poste.it, cercare il servizio Poste Delivery Web e inserire i dati richiesti, dimensioni e peso dell’oggetto e località di spedizione. Poste Italiane eseguirà il ritiro gratuito direttamente all’indirizzo indicato ed effettuerà la consegna all’indirizzo specificato dal cliente. È possibile scegliere il ritiro a domicilio senza costi aggiuntivi oppure effettuare la spedizione da uno dei 73 Uffici Postali o dai 108 PuntoPoste della provincia di Agrigento.

È possibile anche monitorare lo stato della spedizione, dalla partenza fino all’arrivo a destinazione, semplicemente collegandosi al sito www.poste.it e inserendo il numero di spedizione in “Cerca Spedizione”. Poste Delivery Web permette di spedire pacchi e bagagli fino a 30 kg di peso e 150 cm come somma delle tre dimensioni, con una consegna prevista da 1 a 4 giorni lavorativi successivi a quello di spedizione.

Inoltre, viene messo a disposizione dei clienti un Archivio dove consultare lo stato delle spedizioni, una rubrica dove salvare e gestire i contatti preferiti e una sezione bozze dove salvare le spedizioni non concluse.

Presentato stamani al Collegio dei Filippini di Agrigento, il Logo ed il sito di Agrigento Capitale della Cultura 2025, Antonino Mangiacavallo: “In gara per vincere “. 

Un telamone stilizzato che sostiene Agrigento raffigurante i quattro elementi, Fuoco Aria, Terra e Acqua, che rappresentano le radici dell’esistenza.
E’ questo il significato del logo progettato dall’architetto Barbara Spallitta per la candidatura della città a Capitale della cultura 2025.
Il simbolo di Agrigento Capitale della Cultura 2025 è stato presentato stamani al Collegio dei Filippini di Agrigento alla presenza del Sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, del presidente dell’Ecua Nenè Mangiacavallo, del direttore del Parco Archeologico Valle dei Templi Roberto Sciarratta e del Direttore dei Beni Culturali Ecclesiastici della Curia di Agrigento Don Giuseppe Pontillo. Presenti, inoltre, i massimi rappresentati delle associazioni e dell’imprenditoria agrigentina.
Il logo, dicevamo, si ispira al Telamone del Tempio di Zeus Olimpico, come ci spiega meglio Barbara Spallitta: “Il Telamone viene riportato al suo antico ruolo che è quello di sostenere. In questa movimento, il Telamone supporta la scritta Agrigento che sostituisce la trabeazione del tempio. I conci del telamone vengono smaterializzati in Fuoco, Aria, Terra e Acqua”.
Entro il 13 settembre, ricordiamo, va presentato il progetto al Ministero della Cultura. La progettazione è stata affidata all’associazione MeNo – Memorie e Nuove Opere.
MeNo sostiene il ruolo delle imprese culturali e creative come fattore di crescita socio-economica  delle comunità riconoscendo il valore  degli artisti e degli operatori culturali nei processi di creazione e distribuzione del reddito. Cura la memoria delle comunità e il recupero delle tradizioni popolari quali elementi di trasmissione  di cultura e saperi favorendo la conoscenza reciproca tra i popoli e le diversità culturali.


Così Margherita Orlando, vicepresidente associazione MeNo: “ Siamo a lavoro per raccontare Agrigento. Ma quello che vogliamo raccontare non sono i 2600 anni di storia, ma il progetto di futuro, un progetto di visione della Città e di come questa Città, facendo tesoro delle proprie esperienze, può rilanciare se stessa. Un altro elemento fondante e il rapporto con il territorio circostante, poiché solo creando reti e relazioni sarà possibile uno sviluppo di questo territorio”.
Per Nenè Mangiavallo: “Oggi ci sono tutti i presupposti per conquistare il titolo di Capitale Italiana della cultura, perchè Agrigento, e tutto il territorio provinciale, possiede quei requisiti fondamentali che sono alla base di questo importante ed ambito riconoscimento. I punti di forza sono la capacità di proiettarsi in un futuro che tenga conto della transizione ecologica, della digitalizzazione, dei processi di Pace, di una nuova promozione della cultura. La possibilità – conclude il presidente dell’ECUA – di fare di Agrigento una vera porta del Mediterraneo, in maniera che il mondo intero possa conoscere il vero valore dell’accoglienza che tutto il territorio agrigentino ha espresso nei confronti di coloro i quali oggi sono considerati una criticità, ma che domani potrebbero rappresentare una grossa opportunità”.
“Siamo sicuri che raggiungeremo l’obiettivo – ha dichiarato con forza il Sindaco di Agrigento, Franco Miccichè – è importante, non solo dal punto di vista turistico, ma anche economico”.
Tra gli interventi anche quello del Capo delegazione Fai di Agrigento, Giuseppe Taibi, che ha sottolineato l’importanza del lavori sinergico tra Associazioni e Istituzioni.

I Giudici del Supremo Collegio, con Ordinanza n. 1931 del 2022, annullando con rinvio una precedente Sentenza della Corte di Appello di Palermo, hanno confermato la sussistenza del diritto della sig.ra G.N., di anni 62 e residente in Ravanusa, a prestare servizio alle dipendenze dell’ASP di Agrigento presso il Poliambulatorio del Distretto di Medicina di Base di Canicattì.
La singolare vicenda ha inizio nel lontano anno 2007 quando la sig.ra G.N., già dipendente dell’Asp di Enna, a seguito dell’accoglimento di un’istanza di mobilità, a decorrere dal luglio dello stesso anno, prendeva servizio presso l’Asp di Agrigento.
 Il provvedimento di accoglimento di tale istanza, a distanza di circa due anni, veniva impugnato innanzi al Tribunale di Agrigento dalla sig.ra F.F. che lamentava di essere stata pretermessa dalla procedura di mobilità in ragione di una medesima istanza dalla stessa presentata nel dicembre del 2007.
Tale ricorso veniva accolto dal Tribunale di Agrigento con Sentenza n. 1759/11; tuttavia, in detto giudizio non veniva in alcun modo evocata la sig.ra G.N. nonostante la stessa fosse da considerare parte necessaria del suddetto procedimento giudiziario.
Pertanto, la sig.ra G.N., con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Mario La Loggia, proponeva un ricorso per opposizione di terzo avverso tale Sentenza lamentandone l’erroneità alla luce della piena legittimità del procedimento che aveva condotto al suo trasferimento dall’Asp di Enna a quella di Agrigento.
Detto ricorso veniva accolto dall’adito Tribunale che con Sentenza n. 2058/2013, condividendo le argomentazioni degli Avv.ti Rubino e La Loggia, dichiarava la nullità della precedente sentenza n. 1759/2011 e l’infondatezza delle domande avanzate dalla sig.ra F.F.
A ciò faceva seguito un ricorso in appello proposto dalla sig.ra F.F. che si concludeva con Sentenza n. 1238/15 con cui la Corte d’Appello di Palermo, in riforma dell’impugnata sentenza, rigettava l’opposizione di terzo proposta dalla sig.ra G.N.
Avverso tale ultima statuizione, la sig.ra G.N., sempre con il patrocinio dell’Avv. Girolamo Rubino, adiva la Suprema Corte di Cassazione che con Ordinanza n. 1931 del 27 luglio 2022, dichiarava l’erroneità delle argomentazioni del Giudice del secondo grado di giudizio.
In particolare la Corte, ritenute fondate le argomentazioni proposte dall’Avv. Rubino, evidenziava come del tutto correttamente l’Asp di Agrigento, in virtù della normativa in vigore all’epoca dei fatti, aveva assentito alla richiesta di mobilità della sig.ra G.N, rimarcando non solo come la contrattazione collettiva di categoria non prevedesse nessun obbligo di procedere, in assenza di una pluralità di domande, ad alcuna procedura comparativa, ma anche che a fronte di una domanda di mobilità e di un posto vacante in organico, l’Asp correttamente aveva esaminato tale domanda essendo contraria ad ogni logica qualsivoglia ipotesi di accantonamento della domanda nell’attesa di altre che potrebbero essere presentate in epoca successiva, pena il rischio di ledere irrimediabilmente i principi di efficienza e di buona amministrazione e, soprattutto, di compromettere le necessità assistenziali che l’Asp è istituzionalmente deputata ad assolvere.
Pertanto, la Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, la Sentenza resa dalla Corte di Appello di Palermo che dovrà nuovamente pronunciarsi tenendo conto dei suddetti principi.
Per effetto di tale Sentenza, dunque, la sig.ra G.N. continuerà a prestare la propria attività alle dipendenze dell’Asp di Agrigento.