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A Licata, nelle campagne, un allevatore di 33 anni ha trovato tre proiettili calibro 38 e un mazzo di fiori secchi davanti ad un suo ovile, in stato di abbandono. Lui ha sporto denuncia al locale Commissariato di Polizia. Informata la Procura di Agrigento. Avviate le indagini. Rilievi della Polizia scientifica sul posto. Proiettili e fiori sequestrati. L’allevatore interrogato: “Non ho alcun sospetto. Non ho mai ricevuto minacce”.

Ancora assalti criminali a vigneti a Canicattì. Ignoti si sono intrufolati in un vigneto in contrada “Taverna”, e hanno rubato circa 300 chili di uva da tavola, verosimilmente caricandoli in delle cassette. Il proprietario della coltivazione, un bracciante agricolo di 64 anni, ha sporto denuncia al locale Commissariato di Polizia. Indagini sono in corso. Recentemente altri episodi più o meno dello stesso genere si sono susseguiti nella zona, con il taglio vandalico e intimidatorio di centinaia piante di uva.

Ad Agrigento è accaduto che un immigrato di 23 anni, in possesso di droga nascosta in tasca, si è accorto di una pattuglia della Polizia, e per scappare si è lanciato giù dal muro di via Discesa Empedocle, innanzi al Liceo classico Empedocle. E’ caduto da parecchi metri su via Delle Torri, ha subito gravi ferite ed è stato ricoverato al reparto di Rianimazione dell’ospedale “San Giovanni di Dio” ad Agrigento: fratture al bacino e ad un piede, e una lesione al fegato. E’ in prognosi riservata. E’ stato sottoposto ad un intervento chirurgico. In tasca gli sono stati trovati dalla Polizia Ferroviaria e dalla Squadra Mobile 80 grammi di hashish e un bilancino di precisione.

Ad Agrigento, nel giardino del bar Portapò, si è svolta una tavola rotonda per dibattere del dossier appena inviato al ministero della Cultura per la candidatura di Agrigento a capitale italiana della Cultura 2025. Sono stati presenti, tra gli altri, il sindaco Franco Miccichè, il presidente del Consorzio universitario, Antonino Mangiacavallo, e il responsabile dello staff di progettazione Roberto Albergoni.

Mentre l’ANCE Sicilia lamenta il mancato pagamento delle fatture delle imprese edili da parte di numerosi dipartimenti regionali, imputandone la colpa ai burocrati regionali e dichiarandosi pronta a denunciarli, ritenendoli personalmente responsabili di tutte le conseguenze civili e penali di tali comportamenti omissivi in questa particolare fase di grave crisi, un Dirigente Generale della stessa Regione Siciliana ha pignorato la Cassa Regionale.
Ed invero, l’Ing. A. P., originario di Cianciana, ha proposto un contenzioso contro la Presidenza della Regione Siciliana, contestando il conferimento dell’incarico di Dirigente Generale del Dipartimento regionale tecnico dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità.
Il contenzioso vedeva vittorioso l’ing. A.P., invero il Tribunale di Palermo – Sezione Lavoro – e la Corte di Appello in secondo grado, condividendo le tesi difensive degli Avv.ti Rubino e Marino, accoglieva il ricorso condannando l’amministrazione regionale a ripetere la procedura di nomina in commento ed al pagamento delle spese giudiziali.
Pertanto, l’ing. A.P. invitava e sollecitava più volte l’amministrazione regionale al pagamento di quanto dovuto a titolo di spese giudiziali.
Tuttavia, i bonari tentativi non sortivano gli effetti sperati dal momento che i competenti uffici della Regione Siciliana non riscontravano in alcun modo la legittima richiesta di pagamento.
A questo punto, stante l’inerzia della macchina burocratica regionale l’ing. A.P., sempre con il patrocinio dell’avv. Rubino, si vedeva costretto a proporre un’azione esecutiva procedendo al pignoramento presso la Cassa Regionale della Regione Siciliana delle somme dovute dalla Presidenza della Regione Siciliana e dall’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità.
Tempestivamente la Cassa Regionale, in ragione della disponibilità economica in cassa della Regione Siciliana, dava positivo riscontro al pignoramento notificatole rendendo una dichiarazione positiva e quindi implicitamente attestava che il mancato pagamento era imputabile esclusivamente alla inefficienza dell’amministrazione regionale.
Infine, con ordinanza del 20 luglio 2022 il Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Palermo, in accoglimento della procedura esecutiva promossa, ha assegnato le somme pignorate, condannando la Presidenza della Regione Siciliana e l’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità al pagamento di ulteriori spese giudiziali e ciò proprio a causa dell’inefficienza della burocrazia della Regione Siciliana.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Giuliano Castiglia, ha revocato gli arresti domiciliari nei confronti del medico originario di Santa Margherita Belice, Gaspare Gulotta, coinvolto nell’ambito di un’inchiesta su concorsi presunti pilotati al Policlinico di Palermo. L’istanza è stata presentata dagli avvocati Ninni Reina, Giovanni Cascioferro e Beppe Gagliano, che lo difendono. I pubblici ministeri hanno espresso parere negativo sulla scarcerazione, ma il giudice ritiene che siano cessate le esigenze cautelari. Ad ottobre si svolgerà l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di 15 imputati. Revocate anche le interdizioni a carico di Eliana Gulotta, figlia di Gulotta, che nel frattempo è andato in pensione e soffre di alcuni problemi di salute. Ecco perché secondo il Giudice Castiglia non sarebbe più in grado di inquinare le prove, né di reiterare eventuali reati.

Calogero Pisano, sospeso da Fratelli d’Italia dopo il caso delle risalenti nel tempo apologie a Hitler e Putin, e che ha riconosciuto come “sbagliate e indegne”, si è dimesso volontariamente dal partito di Giorgia Meloni. Pisano, che conferma la sua candidatura alla Camera dei Deputati, tra l’altro scrive: “Non voglio trascinare Fratelli d’Italia in situazioni imbarazzanti. E per questo motivo ho inviato la mia lettera di dimissioni volontarie. Ho avuto conferma del mio deferimento ai Probiviri per un provvedimento disciplinare”. Nel frattempo il nuovo coordinatore regionale di Fratelli d’Italia della Sicilia Occidentale è Giampiero Cannella.

Sono 1.477 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia a fronte di 12.327 tamponi processati.

Ieri i positivi erano 472.

Il tasso di positività è all’11,9%, in aumento rispetto al 8,4% di ieri. La Sicilia è al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 21.996 con una diminuzione di 17.257 casi. I guariti sono 18.734, nessuna vittima e il numero totale delle vittime resta 12.180. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 223, quattro in meno rispetto a ieri, e in terapia intensiva sono 16, uno in più rispetto al giorno prima. A livello provinciale si registrano a Palermo 359 casi, Catania 313, Messina 260, Siracusa 208, Trapani 102, Ragusa 71, Caltanissetta 61, Agrigento 84, Enna 19.

Mentre l’ANCE Sicilia lamenta il mancato pagamento delle fatture delle imprese edili da parte di numerosi dipartimenti regionali, imputandone la colpa ai burocrati regionali e dichiarandosi pronta a denunciarli, ritenendoli personalmente responsabili di tutte le conseguenze civili e penali di tali comportamenti omissivi in questa particolare fase di grave crisi, un Dirigente Generale della stessa Regione Siciliana ha pignorato la Cassa Regionale.
Ed invero, l’Ing. A. P., originario di Cianciana, ha proposto un contenzioso contro la Presidenza della Regione Siciliana, contestando il conferimento dell’incarico di Dirigente Generale del Dipartimento regionale tecnico dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità.
Il contenzioso vedeva vittorioso l’ing. A.P., invero il Tribunale di Palermo – Sezione Lavoro – e la Corte di Appello in secondo grado, condividendo le tesi difensive degli Avv.ti Rubino e Marino, accoglieva il ricorso condannando l’amministrazione regionale a ripetere la procedura di nomina in commento ed al pagamento delle spese giudiziali.
Pertanto, l’ing. A.P. invitava e sollecitava più volte l’amministrazione regionale al pagamento di quanto dovuto a titolo di spese giudiziali.
Tuttavia, i bonari tentativi non sortivano gli effetti sperati dal momento che i competenti uffici della Regione Siciliana non riscontravano in alcun modo la legittima richiesta di pagamento.
A questo punto, stante l’inerzia della macchina burocratica regionale l’ing. A.P., sempre con il patrocinio dell’avv. Rubino, si vedeva costretto a proporre un’azione esecutiva procedendo al pignoramento presso la Cassa Regionale della Regione Siciliana delle somme dovute dalla Presidenza della Regione Siciliana e dall’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità.
Tempestivamente la Cassa Regionale, in ragione della disponibilità economica in cassa della Regione Siciliana, dava positivo riscontro al pignoramento notificatole rendendo una dichiarazione positiva e quindi implicitamente attestava che il mancato pagamento era imputabile esclusivamente alla inefficienza dell’amministrazione regionale.
Infine, con ordinanza del 20 luglio 2022 il Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Palermo, in accoglimento della procedura esecutiva promossa, ha assegnato le somme pignorate, condannando la Presidenza della Regione Siciliana e l’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità al pagamento di ulteriori spese giudiziali e ciò proprio a causa dell’inefficienza della burocrazia della Regione Siciliana.

Il Tribunale di Sciacca ha accolto il ricorso proposto dall’avv. Santo Botta, in difesa del titolare di una azienda agricola di Sambuca di Sicilia attiva nel settore vitivinicolo, e condannato l’Ispettorato del lavoro di Agrigento al pagamento delle spese legali.

I fatti risalgono all’agosto 2020 quando, nel corso dei controllo effettuati dall’Ispettorato del Lavoro di Agrigento e dai Carabinieri del nucleo per la tutela del lavoro, venivano trovati sul fondo dell’azienda agricola sambucese sette lavoratori intenti a vendemmiare.

A seguito di tali controlli, l’Ispettorato territoriale del Lavoro d’Agrigento emetteva una ordinanza-ingiunzione di pagamento in virtù di una presunta violazione di norme in materia di rapporti di lavoro con i propri dipendenti, che a dire dell’Ispettorato sarebbero stati avviati al lavoro senza effettuare la preventiva comunicazione unilav di assunzione (si sarebbe trattato di lavoratore in nero).

La sanzione prevista era di euro 25.200,00.

Avverso tale ordinanza-ingiunzione insorgeva l’azienda agricola sambucese con il patrocinio dell’avvocato Santo Botta deducendo la carenza dei presupposti di fatto e di diritto per l’emissione dell’ordinanza, l’inesistenza della condotta e la violazione della disciplina sanzionatoria.

Si costituiva in giudizio l’Ispettorato del Lavoro di Agrigento ribadendo la legittimità della maxi sanzione e l’infondatezza delle tesi avversarie.

Il Tribunale di Sciacca, accogliendo l’opposizione avanzata dall’azienda agricola difesa dall’avv. Botta, ha deciso in favore del datore di lavoro annullando l’ordinanza impugnata e condannando, altresì, l’Ispettorato del Lavoro di Agrigento al pagamento delle spese processuali.