Alfonso Pinto, presidente, a latere Giuseppa Zampino e Katia La Barbera, ovvero giudici della prima sezione del Tribunale di Agrigento, hanno disposto nell’ambito del processo denominato “Supermarket” 11 condanne e 14 assoluzioni.

L’operazione è nata nel 2014 dagli agenti della Polizia di Frontiera di Porto Empedocle e dalla stessa è scaturito che nella città marinara esistevano dei veri e propri centri di spaccio individuati all’interno di alcune case e persino all’interno di un bar dove nel corso di una sola giornata potevano essere smerciate anche 60 dosi tra cocaina e hashish.

Questi gli imputati condannati: Andrea Amato (4 anni e 3 mesi);  Rosario Amato (6 anni e 7 mesi); Emanuele Amato (2 anni e 5 mesi); Pietro Sacco ( 2 anni); Luigi Pulsiano (3 anni); Loredana Prisma (5 anni e 3 mesi); Federico Alaimo (1 anno e 4 mesi); Emanuel Lombardo (1 anno e 4 mesi); Carmelo Albanese (1 anno e 4 mesi); Alfonso Tuttolomondo (1 anno e 4 mesi); Luigi Formica (2 anni).

Alcuni reati relativamente all’acquisto e detenzione di sostanza stupefacente contestati soltanto ad una parte degli imputati sono caduti in prescrizione e, per queste singole ipotesi, è stato disposto il non luogo a procedere. Per altre contestazioni (alcuni dei singoli episodi di cessione di droga) il tribunale ha invece disposto l’assoluzione.

Dopo la requisitoria, i giudici hanno dedicato alcune udienze alle arringhe difensive (nel collegio, fra gli altri, gli avvocati Davide Casà, Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano, Rosario Fiore, Salvatore Collura e Francesco Turoni) prima di ritirarsi in camera di consiglio ed emettere il verdetto.