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A Vizzini, in provincia di Catania, la Guardia di Finanza, in una fitta e impervia area boschiva, ha scoperto e sequestrato 3 piantagioni di marijuana. Sono state contate oltre 1.550 piante, collegate tra loro da un ingegnoso impianto di irrigazione azionato a distanza, alte più di due metri e in piena fase di maturazione. A protezione dell’area è stata costruita una recinzione. Insieme alle piante sono state sequestrate tutte le attrezzature, concimi liquidi e altri materiali utilizzati per la coltivazione. Indagini sono in corso per risalire ai responsabili.

Ad Agrigento, nella frazione di Montaperto, approfittando della momentanea assenza dei proprietari, ignoti hanno forzato una finestra e sono entrati in un’abitazione. Hanno rubato tutto ciò che hanno trovato e ritenuto da rubare, ovvero oggetti preziosi, strumenti musicali e macchine fotografiche. Il danno è in corso di quantificazione. La proprietaria dell’appartamento, una donna di 52 anni, agrigentina, ha sporto denuncia alla caserma “Anghelone” della Polizia ad Agrigento. Indagini sono in corso.

Operazione antidroga della Polizia penitenziaria del reparto “Antonio Lo Russo” del carcere “Pagliarelli” a Palermo, coordinata del dirigente aggiunto Giuseppe Rizzo. Nella cella di un detenuto, nascosti in una intercapedine del gabinetto, sono stati trovati 131 grammi di hashish contenuti in quattro ovuli, e decine di pacchetti di sigarette. Si ipotizza che le sigarette siano state utilizzate per pagare le dosi di droga. I controlli in cella sono scattati dopo che il detenuto ha usufruito di tre giorni di permesso.

Il Movimento per l’Autonomia e la campagna elettorale. Schifani, i rapporti con la Lega e il programma amministrativo. L’intervento di Raffaele Lombardo.

Il Movimento per l’Autonomia sostiene autonomamente la campagna elettorale, quasi sotto traccia, senza sbalzi di tensione. Vi è ottimismo negli esiti. E il leader, l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, prospetta: “Ci prepariamo a smentire i ridicoli sondaggi usciti in questi ultimi giorni. Noi corriamo da soli, senza l’appoggio di alcun partito nazionale, perché vogliamo rimanere la voce dei siciliani. E vi assicuro che ci avvicineremo a conquistare il 10 per cento delle preferenze nell’Isola. Le nostre liste sono molto più forti che nel 2017”. Poi, sul candidato presidente della Regione della coalizione in cui è parte anche l’Mpa, Lombardo afferma: “La sua esperienza e il suo prestigio gioveranno. Per questo e per porre fine alla girandola di nomi abbiamo detto subito di sì a Renato Schifani”. E poi, sulla crisi del patto federativo con la Lega, Raffaele Lombardo commenta: “Per quanto riguarda il patto sottoscritto con Roberto Di Mauro non credo che Salvini lo abbia violato, credo semplicemente che non lo ha letto. E a proposito di patto, uno dei punti fondamentali erano le misure necessarie a colmare il divario tra Nord e Sud. Ora leggo spesso (e questo sì che mi preoccupa) che la Lega insiste sull’autonomia differenziata, che vorrebbe dire che le ricche Regioni del Nord tratterrebbero buona parte delle entrate fiscali per realizzare direttamente i loro servizi. Questa sarebbe la secessione di fatto, sul piano economico e sociale”. E poi sul reddito di cittadinanza: “La misura va corretta per impedire abusi e rinunce alle offerte di lavoro. Ma, o si adottano misure orientate ad una vera giustizia sociale (e ci vorrà la forza che gli Stati non hanno dimostrato rispetto ai giganti della finanza) oppure avremo poche migliaia di possessori del mondo e qualche miliardo di percettori non tanto del reddito di cittadinanza ma del reddito di sopravvivenza. E quando lorsignori avranno finito di mangiarsi la Terra, migreranno su Marte. Stanno già facendo le prove”. Poi Raffaele Lombardo conclude sul programma amministrativo: “Il programma del Movimento per l’Autonomia si compendia in tre punti. L’energia intanto. Si autorizzi chi costruisce impianti green (idrogeno, sole, vento, di cui la Sicilia abbonda) a condizione che lasci il 50% di energia alle famiglie e alle imprese. Niente di eccezionale: anziché rientrare dell’investimento in 7-8 anni, ce ne vorranno 15. Avremo un territorio attrattivo di investimenti e di imprese, e l’opportunità di dimezzare la bolletta di casa. La Sicilia diventerebbe l’Eldorado d’Europa. Il secondo punto è il Mediterraneo. Non c’è solo il Nord, il Belgio, la Germania o l’Olanda. C’è il Mediterraneo. Qui è la nostra storia, qui sono i nostri naturali mercati. Il terzo punto è l’identità e l’ambiente. E’ il nostro tesoro da scoprire, da valorizzare e da proporre al mondo: cultura e beni culturali, lingua e storia, ma anche biodiversità e grani antichi, biologico e foresta. Poi qualche misura di carattere organizzativo: burocrazia regionale più agile ed efficiente decentrando competenze, risorse e personale a Comuni e Province, per le quali va ripristinata l’elezione democratica di Presidente e Consiglieri”.

Sono 367 i nuovi  casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore in Sicilia fronte di 5.003 tamponi processati.

Ieri i positivi erano 707. Il tasso di positività è al 7,3% in calo rispetto al 8,3% di ieri. La Sicilia è al settimo posto per contagi.

 

Sei rifugiati siriani, fra cui due bambini di uno e due anni, un adolescente e tre adulti, sono morti su un barcone presumibilmente “di fame e di sete”.

Lo afferma l’Unhcr sottolineando che l’Agenzia sta assistendo i 26 sopravvissuti sbarcati a Pozzallo, molti dei quali “presentano condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni”.

“E’ inaccettabile – aggiunge Cardoletti – Rafforzare il soccorso in mare è l’unico modo per evitare queste tragedie”. Le vittime e i sopravvissuti, spiega l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, si trovavano su un barcone alla deriva da diversi giorni nel Mediterraneo centrale, prima che a soccorrerli arrivasse una nave della Guardia Costiera italiana

Sono 534 i migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa da dove sabato sono stati trasferiti, con il traghetto di linea a Porto Empedocle, 425 persone.

Per oggi è previsto lo spostamento di 40 ospiti che verranno imbarcati sulla motonave che in serata giungerà Porto Empedocle.Intanto sono 93 i migranti che, con tre diversi barconi, hanno raggiunto durante la notte l’isola. Sul primo, intercettato dalla Guardia di finanza nei pressi di Lampione, c’erano 6 tunisini.

Sul secondo, bloccato a 18 miglia, altri 23, fra cui 13 donne e 3 minori. Hanno dichiarato di essere originari di Guinea, Burkina Faso, Costa d’Avorio e Mali ed infine, a 8 miglia, e’ stato agganciato un altro gruppo da 65, fra cui 1 donna e 1 minore. Hanno riferito di essere scappati da Siria, Palestina, Egitto, Sudan

Licata baciata dalla fortuna.
Nell’estrazione di sabato 10 settembre, sono stati vinti 13.446,66 euro, centrando il “cinque”, mentre il jackpot continua a crescere superando i 27o milioni di euro, una cifra da record e da capogiro.

La schedina vincitrice è stata giocata nella ricevitoria di via Principe di Napoli.

Una vincita in Sicilia mancava dall’aprile 2018, quando furono vinti 130 milioni a Caltanissetta.

 

L’aumento vertiginoso dell’energia sta mettendo in ginocchio l’intero comparto della panificazione. “Abbiamo non più di sessanta giorni davanti – afferma il Presidente Nazionale Assipan Confcommercio Antonio Tassone – il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”. Con un aumento dei costi così devastanti, purtroppo il mondo della panificazione artigianale fatta di piccole e medie imprese dovrà fare delle scelte drastiche.

L’aumento dei prezzi, probabilmente, sarà la scelta che non verrà fatta, in quanto in un contesto come quello attuale dove il potere d’acquisto del consumatore finale è sempre più ridotto ci potremmo trovare da qui a breve ad una sostanziale riduzione dei consumi.

Questa grave situazione comporterà in prima battuta un taglio delle materie prime e purtroppo un taglio del personale fino ad arrivare alla scelta più dolorosa che è quella della chiusura definitiva. 1350 le imprese potrebbero chiudere con una perdita di circa 5300 occupati, da qui a pochi mesi. Assipan Confcommercio lancia il grido di allarme e chiede al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo per questi costi già applicato con successo in altri paesi europei. Assipan Confcommercio pertanto ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle Energivore alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas.

Bisogna, senza ombra di dubbio, partire dal valore che si intende dare al pane, – dichiara Giacomo Zimbardo Vice Presidente Naz.le di Assipan – che deve essere visto come patrimonio identitario di ogni singola comunità e quindi da non disperdere ma bensì tutelare”. I panificatori, strozzati dagli aumenti fuori controllo dei costi dell’energia, elettrica, gas, metano, legna etc etc. ed il conseguente aumento di tutta la materia prima hanno bisogno di immediati strumenti di sostegno e di una politica lungimirante che guardi al futuro. “Per garantire la migliore collocazione possibile del pane nel mondo produttivo, serve dare anche uno sguardo al futuro e puntare alla cosiddetta filiera corta, – continua Zimbardo – solo così si potrà garantire la cosiddetta autosussistenza alimentare”. L’obiettivo deve essere quello di puntare all’indipendenza di materie prime e consentire l’abbattimento dei prezzi e l’aumento qualitativo del prodotto finale e per far ciò serve promuovere la produzione di grani antichi che costituiscono un patrimonio unico per la Sicilia. È certamente una sfida importante quella del recupero e della valorizzazione in quanto deve trovare connessione lungo tutta la filiera, dal seme fino al prodotto finito, ma oggi più che mai si deve perorare tale sfida. “Ogni singolo fornaio deve essere sostenuto nel percorso di riqualificazione e di rilancio di un settore che vuole investire in innovazione e contestualmente desidera garantire quel legame indissolubile con le peculiari tradizioni artigianali di ogni singolo territorio. Purtroppo, – dichiara Enzo Gaziano Presidente Provinciale di Assipan Confcommercio Agrigento – viviamo un momento storico nel quale si è superata la fase di allarme e si è già raggiunto un livello insostenibile per tutti, bisogna scongiurare il paventato e imminente trend negativo della chiusura delle attività, in ogni modo possibile”. Senza interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole di ognuno di noi.”

L’aumento vertiginoso dell’energia sta mettendo in ginocchio l’intero comparto della panificazione. “Abbiamo non più di sessanta giorni davanti – afferma il Presidente Nazionale Assipan Confcommercio Antonio Tassone – il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”. Con un aumento dei costi così devastanti, purtroppo il mondo della panificazione artigianale fatta di piccole e medie imprese dovrà fare delle scelte drastiche.

L’aumento dei prezzi, probabilmente, sarà la scelta che non verrà fatta, in quanto in un contesto come quello attuale dove il potere d’acquisto del consumatore finale è sempre più ridotto ci potremmo trovare da qui a breve ad una sostanziale riduzione dei consumi.

Questa grave situazione comporterà in prima battuta un taglio delle materie prime e purtroppo un taglio del personale fino ad arrivare alla scelta più dolorosa che è quella della chiusura definitiva. 1350 le imprese potrebbero chiudere con una perdita di circa 5300 occupati, da qui a pochi mesi. Assipan Confcommercio lancia il grido di allarme e chiede al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo per questi costi già applicato con successo in altri paesi europei. Assipan Confcommercio pertanto ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle Energivore alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas.

Bisogna, senza ombra di dubbio, partire dal valore che si intende dare al pane, – dichiara Giacomo Zimbardo Vice Presidente Naz.le di Assipan – che deve essere visto come patrimonio identitario di ogni singola comunità e quindi da non disperdere ma bensì tutelare”. I panificatori, strozzati dagli aumenti fuori controllo dei costi dell’energia, elettrica, gas, metano, legna etc etc. ed il conseguente aumento di tutta la materia prima hanno bisogno di immediati strumenti di sostegno e di una politica lungimirante che guardi al futuro. “Per garantire la migliore collocazione possibile del pane nel mondo produttivo, serve dare anche uno sguardo al futuro e puntare alla cosiddetta filiera corta, – continua Zimbardo – solo così si potrà garantire la cosiddetta autosussistenza alimentare”. L’obiettivo deve essere quello di puntare all’indipendenza di materie prime e consentire l’abbattimento dei prezzi e l’aumento qualitativo del prodotto finale e per far ciò serve promuovere la produzione di grani antichi che costituiscono un patrimonio unico per la Sicilia. È certamente una sfida importante quella del recupero e della valorizzazione in quanto deve trovare connessione lungo tutta la filiera, dal seme fino al prodotto finito, ma oggi più che mai si deve perorare tale sfida. “Ogni singolo fornaio deve essere sostenuto nel percorso di riqualificazione e di rilancio di un settore che vuole investire in innovazione e contestualmente desidera garantire quel legame indissolubile con le peculiari tradizioni artigianali di ogni singolo territorio. Purtroppo, – dichiara Enzo Gaziano Presidente Provinciale di Assipan Confcommercio Agrigento – viviamo un momento storico nel quale si è superata la fase di allarme e si è già raggiunto un livello insostenibile per tutti, bisogna scongiurare il paventato e imminente trend negativo della chiusura delle attività, in ogni modo possibile”. Senza interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole di ognuno di noi.”

L’aumento vertiginoso dell’energia sta mettendo in ginocchio l’intero comparto della panificazione. “Abbiamo non più di sessanta giorni davanti – afferma il Presidente Nazionale Assipan Confcommercio Antonio Tassone – il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”. Con un aumento dei costi così devastanti, purtroppo il mondo della panificazione artigianale fatta di piccole e medie imprese dovrà fare delle scelte drastiche.

L’aumento dei prezzi, probabilmente, sarà la scelta che non verrà fatta, in quanto in un contesto come quello attuale dove il potere d’acquisto del consumatore finale è sempre più ridotto ci potremmo trovare da qui a breve ad una sostanziale riduzione dei consumi.

Questa grave situazione comporterà in prima battuta un taglio delle materie prime e purtroppo un taglio del personale fino ad arrivare alla scelta più dolorosa che è quella della chiusura definitiva. 1350 le imprese potrebbero chiudere con una perdita di circa 5300 occupati, da qui a pochi mesi. Assipan Confcommercio lancia il grido di allarme e chiede al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo per questi costi già applicato con successo in altri paesi europei. Assipan Confcommercio pertanto ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle Energivore alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas.

Bisogna, senza ombra di dubbio, partire dal valore che si intende dare al pane, – dichiara Giacomo Zimbardo Vice Presidente Naz.le di Assipan – che deve essere visto come patrimonio identitario di ogni singola comunità e quindi da non disperdere ma bensì tutelare”. I panificatori, strozzati dagli aumenti fuori controllo dei costi dell’energia, elettrica, gas, metano, legna etc etc. ed il conseguente aumento di tutta la materia prima hanno bisogno di immediati strumenti di sostegno e di una politica lungimirante che guardi al futuro. “Per garantire la migliore collocazione possibile del pane nel mondo produttivo, serve dare anche uno sguardo al futuro e puntare alla cosiddetta filiera corta, – continua Zimbardo – solo così si potrà garantire la cosiddetta autosussistenza alimentare”. L’obiettivo deve essere quello di puntare all’indipendenza di materie prime e consentire l’abbattimento dei prezzi e l’aumento qualitativo del prodotto finale e per far ciò serve promuovere la produzione di grani antichi che costituiscono un patrimonio unico per la Sicilia. È certamente una sfida importante quella del recupero e della valorizzazione in quanto deve trovare connessione lungo tutta la filiera, dal seme fino al prodotto finito, ma oggi più che mai si deve perorare tale sfida. “Ogni singolo fornaio deve essere sostenuto nel percorso di riqualificazione e di rilancio di un settore che vuole investire in innovazione e contestualmente desidera garantire quel legame indissolubile con le peculiari tradizioni artigianali di ogni singolo territorio. Purtroppo, – dichiara Enzo Gaziano Presidente Provinciale di Assipan Confcommercio Agrigento – viviamo un momento storico nel quale si è superata la fase di allarme e si è già raggiunto un livello insostenibile per tutti, bisogna scongiurare il paventato e imminente trend negativo della chiusura delle attività, in ogni modo possibile”. Senza interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole di ognuno di noi.”

Saranno risarciti dal ministero della Salute i familiari di una donna di San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, morta a soli 46 anni il 12 gennaio del 2018 a causa di un’epatopatia cronica provocata dalle trasfusioni.

Già dall’età di 7 anni, sin dal 1978, era stata sottoposta a trasfusioni. Dopo un anno le era stata diagnosticata un’epatite virale acuta. Da allora era stata più volte ricoverata. La commissione medica ospedaliera aveva inizialmente sostenuto che non sussistessero i presupposti per il riconoscimento dei benefici richiesti così come il ministero.

 

I familiari, assistiti dagli avvocati avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, hanno proposto un ricorso amministrativo al Ministero della Salute chiedendo l’annullamento del provvedimento con cui erano stati negati i benefici richiesti ed il conseguente riconoscimento dell’assegno reversibile per 15 anni.

Nel ricorso era stata prodotta anche una corposa documentazione sanitaria. Il Ministero della Salute, preso atto della documentazione e del parere reso dalla commissione medica ospedaliera di Messina ha accolto il ricorso proposto, riconoscendo i benefici richiesti.