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Le indagini hanno permesso di accertare che i soggetti sottoposti a controllo, pur dichiarando redditi minimali, avrebbero movimentato su conti di gioco online a loro intestati e avrebbero omesso di dichiarare le vincite ottenute, per un importo complessivo pari ad oltre 3 milioni e 700 mila euro.

A Licata, in periferia, in contrada Safarello, ignoti ladri hanno forzato l’ingresso di un’azienda agricola che produce e commercia olio d’oliva, e hanno rubato 200 latte di olio da 5 litri ciascuna, per un totale di mille litri, un frangitore di olive, e altra attrezzatura da lavoro. E poi un computer, una stampante, e l’hard disk del sistema di video-sorveglianza. Il bottino ammonterebbe a circa 20mila euro. L’amministratore dell’azienda agricola, un uomo di 68 anni, ha sporto denuncia ai Carabinieri della locale Compagnia. Indagini in corso.

«L’accostamento del titolo di detto articolo, ove si fa riferimento a politici qualificati quali “uomini di “re” Nicastri”, alla foto del Cordaro – scrive il giudice Flavia Coppola nell’ordinanza depositata venerdì scorso – è allusiva e suggestionante ed idonea ad insinuare nel lettore la convinzione che i soggetti ritratti nelle foto, tra cui l’odierno ricorrente, siano riconducibili nel novero degli uomini a disposizione del predetto Nicastri, soggetto vicino ad ambienti mafiosi».

Ed aggiunge «il titolo dell’articolo affiancato alla fotografia del ricorrente allo stesso allusivamente accostata ha autonoma capacità diffamatoria. Detto complesso di elementi, invero, è idoneo ad indurre il lettore – che decida di non approfondire il contenuto dell’articolo tramite lettura integrale dello stesso – a ritenere che il Cordaro sia uno dei politici rientranti nel novero degli “uomini di “re” Nicastri”, soggetto notoriamente vicino al boss mafioso Matteo Messina Denaro». Ed ancora «detta suggestione viene rafforzata dal sottotitolo ove – senza nessuna ulteriore specificazione – si legge che il prof. Arata, sodale di Nicastri nell’ambito di un apposito sistema corruttivo (come emergeva dalle molteplici notizie di stampa di quei giorni), era “arrivato” a Cordaro».

Per il giudice Coppola «l’insieme di detti elementi veicola un messaggio ambiguo, equivoco e fuorviante avente portata diffamatoria in quanto lesiva della reputazione dell’odierno ricorrente, allusivamente accostato ai politici amici del Nicastri e a “tutti gli uomini” dello stesso cui si fa riferimento nel titolo dell’articolo in questione».

«Dall’allusivo accostamento di foto e titolo – scrive ancora il giudice – emerge la consapevolezza della redazione giornalistica di insinuare nel pubblico l’idea che Cordaro, al pari degli altri politici raffigurati nelle altre due foto, fosse uno degli uomini di cui si avvaleva Nicastri per il raggiungimento dei propri illeciti obiettivi. La redazione, invero, ha fatto ricorso a detta tecnica espositiva al fine di catturare maggiormente l’attenzione del pubblico con implicita volontà in ordine all’evento di pericolo relativo alla possibile offesa della reputazione altrui».

Il giudice sottolinea inoltre che «dalla lettura dell’intero articolo, il quale non riportava notizie false, si evinceva l’estraneità di Cordaro dalla cerchia degli “amici” del Nicastri». Oltre al risarcimento del danno (quantificato in seimila euro), il gruppo Gedi è stato condannato anche al rimborso delle spese legali.

Sabato 4 e domenica 5 giugno 2022 torna “Appuntamento in Giardino”, la manifestazione promossa da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia e nata in accordo con l’iniziativa “Rendez-vous aux jardins”, che si svolgerà in contemporanea in numerosi Paesi europei. Un’autentica festa del verde, pensata per invogliare il grande pubblico a vivere i parchi e i giardini del nostro Paese e a scoprire la straordinaria ricchezza storica, artistica, botanica e paesaggistica che li caratterizza, grazie al racconto di esperti e a interessanti attività a tema. Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, che da anni è impegnato nella diffusione di una “cultura della Natura” che favorisca la conoscenza dell’ambiente ed educhi alla sua tutela, aderisce all’iniziativa con dodici suoi Beni aperti al pubblico, da nord a sud della Penisola, tra cui anche il Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi di Agrigento.

“L’Ospedale di Comunità a Bivona non è stato mai messo in discussione. Per coprire tutto il territorio dei Monti Sicani, come è giusto che sia, abbiamo pensato invece di prevedere un Casa di Comunità anche Cammarata. Così, grazie al lavoro dettagliato e scrupoloso della commissione Salute dell’Ars che ha il diritto – dovere di salvaguardare e attenzionare tutti i territori e che ha portato ad un indiscusso successo, abbiamo ottenuto di lasciare a Bivona sia l’Ospedale che la Casa di Comunità e di aggiungere una Casa di Comunità anche a Cammarata”.

Lo dichiara in una nota la presidente della commissione Salute dell’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, replicando al sindaco di Bivona, Milko Cinà, in merito alla programmazione regionale dei fondi del Pnrr destinati al settore sanitario e socio-sanitario.

“Ricordo a chi continua ad attaccare e a mistificare i fatti – aggiunge – che, nel piano presentato dall’assessorato per la Salute, inizialmente nell’Agrigentino erano previste solo 13 Case di Comunità ma, dopo un’ampia discussione e un confronto con il governo regionale in commissione Salute, si è riusciti ad inserire nel piano 19 Case di Comunità: ad Agrigento, Aragona, Bivona, Cammarata, Canicattì, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Favara, Licata, Menfi, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Ribera, Sciacca e Siculiana. Tre, invece, gli Ospedali di Comunità: Agrigento, Bivona e Santa Margherita Belìce. Quattro le Centrali operative territoriali: Agrigento, Canicattì, Licata, Ribera. Sono disponibile anche ad un confronto pubblico perché la verità non teme confronti”.

Confcommercio Agrigento, rappresentata per l’occasione dal Vicepresidente provinciale, Gero Niesi, e dal Direttore provinciale, Antonio Giardina, ha presentato a Canicattì, presso la sede di EAP (Ente di Addestramento Professionale), una nuova collaborazione che prevede, in convenzione, l’erogazione di servizi di formazione professionale, con un taglio prettamente aziendale, destinato non solo al territorio agrigentino, ma anche alle province vicine.

Giuseppina Marchese Ragona, Referente EAP Canicattì, nel corso dell’incontro ha voluto evidenziare che attraverso la collaborazione con Confcommercio Agrigento, l’offerta formativa dell’ente di formazione, si arricchisce di una nuova modalità operativa, che supera il rapporto con il singolo lavoratore, ma guarda all’intera struttura aziendale, a cominciare dagli stessi titolari. Infine, ha espresso soddisfazione per l’avvio di questo percorso, foriero di tante nuove opportunità formative dedicate direttamente alle aziende.

“La necessità delle aziende di adeguarsi ai nuovi dettami normativi – dichiara il Vicepresidente di Confcommercio Agrigento, Niesi – deve essere vista come un momento di crescita professionale per ogni titolare di azienda. L’acquisizione di nuove competenze certificate, fornisce strumenti utili per stare sul mercato ed essere più competitivi nel proprio settore”.

“Confcommercio – conclude Niesi – rappresenta idee, progetti e servizi a sostegno delle imprese su tutto il territorio provinciale e fare sistema, fare rete, rappresenta per noi un valore irrinunciabile”.

Assistito amorevolmente dai suoi familiari si è spento ieri mattina all’età di 73 anni Nonò Camilleri, Oggi salutiamo per l’ultima volta Nonò Camilleri, politico di altri tempi quando politica era di aiuto concreto alle persone più deboli, quando la politica era servire il territorio, quando la politica era fare le cose e creare sviluppo.
Va via un uomo generoso che ha beneficiato tanta gente.  Spesso è stato ricambiato dalla gente che gli riconosceva tante doti e generosità. Si amareggiava per qualche ingratitudine, ma era sempre pronto ad aiutare la gente in difficoltà. Ha servito Joppolo con grande abnegazione, soprattutto nel periodo in cui è che è stato Consigliere Comunale e Sindaco.
E’ stato un politico di livello provinciale sia da Consigliere della Provinciale Regionale di Agrigento sia  Segretario della DC. E’ stato un democristiano integrale e democristiano rimase sempre,  nei modi, nel carattere, nell’altruismo e nelle idee.
Lascia un grande ricordo di sé e del suo operato nelle persone che ha conosciuto e nei suoi cari che lo hanno amato.

Il dott. Cono Antonio Catrini, con ricorso proposto innanzi al Tribunale del Lavoro di Palermo, contestava il conferimento da parte della Presidenza della Regione Siciliana dell’incarico di Dirigente Generale del Dipartimento regionale dell’Istruzione, dell’Università e del diritto allo studio dell’Assessorato Regionale dell’istruzione e della formazione professionale, in favore del dott. Antonio Valenti, dirigente appartenente alla terza fascia del ruolo della dirigenza regionale.

Il ricorrente, difeso dall’Avv. Calogero Marino, contestava l’incarico in questione, rappresentando di essere uno dei pochissimi dirigenti di seconda fascia in organico presso l’amministrazione regionale e rilevando l’illegittimità dell’attribuzione di una posizione apicale di dirigenza generale a un soggetto con qualifica di dirigente di terza fascia, quando, di contro, secondo la normativa e la consolidata giurisprudenza in materia, l’incarico in questione poteva essere conferito solo in favore dei dirigenti di prima e seconda fascia.

Ed ancora, l’Avv. Marino rilevava come il suddetto atto di conferimento dell’incarico non recasse in sè alcuna motivazione specifica in ordine alle ragioni per cui l’amministrazione avesse inteso assegnare l’incarico in questione al citato dirigente di terza fascia, ignorando le professionalità di qualifica superiore (quali ad esempio il ricorrente, dirigente di seconda fascia) presenti proprio all’interno dell’amministrazione regionale.

La Presidenza della Regione Siciliana e l’Assessorato delle Istruzione e della formazione professionale si costituivano in giudizio con il patrocinio dell’Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo.

Anche il dott. Valenti si costituiva in giudizio con il patrocinio dell’Avv. Francesco Stallone, chiedendo il rigetto del ricorso e proponendo domanda riconvenzionale volta a contestare l’attribuzione della qualifica di dirigente di seconda fascia in capo al ricorrente Dott. Catrini.

Il Tribunale adito, condividendo le deduzioni dell’Avv. Calogero Marino, accoglieva il ricorso del dott. Catrini, dichiarando illegittimo il conferimento dell’incarico di Dirigente Generale del Dipartimento dell’Istruzione, dell’Università e del diritto allo studio della Regione Siciliana nei confronti del dott. Antonio Valenti, considerato che la normativa in materia impedisce di attribuire l’incarico di dirigente generale ai dirigenti di terza fascia.

Inoltre, a mezzo della prefata sentenza, l’amministrazione regionale è stata condannata a ripetere la procedura per l’affidamento del suddetto incarico, con la precisazione che la nuova valutazione comparativa dovrà esclusivamente riguardare gli aspiranti appartenenti almeno alla seconda fascia dirigenziale.

Infine è stata anche rigettata la domanda riconvenzionale proposta dalla difesa del dott. Valenti.

La superiore pronuncia ha dunque confermato come gli incarichi dirigenziali generali debbano essere conferiti ai dirigenti delle prime due fasce dirigenziali del ruolo unico della dirigenza della Regione siciliana.

“Richiesta di aggiornamenti sulla questione di servizi agli studenti disabili nelle scuole del Comune di Agrigento”. Il presidente della Commissione all’Ars per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi, Onorevole Carmelo Pullara, scrive al Sindaco di Agrigento Francesco Miccichè.
A tenere banco è la questione legata ai servizi a favore degli studenti con disabilità nelle scuole comunali. Tema che è stato trattato nell’audizione dello scorso 21 aprile 2022 presso la Commissione speciale di indagine e di studio per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi. In quella riunione, a cui ha preso parte per rappresentare l’amministrazione comunale di Agrigento, delegato dal sindaco Francesco Miccichè, il vicesindaco Aurelio Trupia, è stata evidenziata la presenza di problematiche nell’erogazione del servizio di assistenza dei disabili nelle scuole del territorio comunale, nonostante i già intervenuti chiarimenti dell’Assessore regionale per la famiglia sull’esistenza di una competenza degli enti locali in materia di disabilità grave e gravissima. A quel punto la Commissione aveva chiesto a Trupia, di approfondire la questione della competenza degli enti comunali interloquendo con gli uffici dell’Assessorato della famiglia e con gli altri enti locali che già hanno avviato il servizio, per poi trasmettere una comunicazione alla Commissione sull’esito degli approfondimenti, nell’interesse comune della regolare erogazione del servizio. Esito che ad oggi, a più di un mese da quella seduta non risulta trasmesso. A questo punto, con la missiva odierna, il Presidente della Commissione speciale di indagine e di studio per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi, On. Carmelo Pullara ha sollecitato il sindaco Francesco Miccichè, per chiedere gli esiti degli approfondimenti.

Un avvenimento speciale, a tratti storico: Giuseppe Perrone, detenuto da trent’anni nel carcere romano di Rebibbia, ha ottenuto, lo scorso 23 maggio, l’autorizzazione a sostenere la discussione di laurea in presenza, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

Perrone ha discusso la propria tesi magistrale in Editoria, dal titolo “Gli abissi della pena. A partire da Primo Levi” alle 15 del 24 maggio; un evento di importanza fondamentale per l’Ateneo romano, in quanto ha ospitato quello che è divenuto a tutti gli effetti il primo detenuto a discutere la propria tesi di laurea in presenza, presso i locali universitari.

Questo, secondo il relatore di Perrone, il prof associato di Letteratura italiana e Letteratura di viaggio contemporanea Fabio Pierangeli, “è il momento della riconciliazione attraverso lo studio e la cultura”. Il detenuto, infatti, “da trent’anni in carcere, proprio nel giorno della strage di Capaci ottiene il permesso per discutere la sua tesi di laurea magistrale nel nostro Ateneo in Scienze della informazione, della comunicazione della editoria”.

“Riconciliazione”, dunque, secondo quanto sottolineato da Pierangeli, “è la parola chiave del lavoro di tesi. Attraverso grandi pagine della letteratura, con un focus importante, su Primo Levi, la tesi ricostruisce la metafora della detenzione. Ma non sono solo parole: Giuseppe Perrone, anche attraverso alcune poesie, ricostruisce la sua esperienza detentiva con profondità e ironia”.

Perrone, così, conclude così un percorso legato all’attività del progetto formativo “Università in carcere” promosso proprio dall’Ateneo romano presso i locali della Casa Circondariale di Rebibbia – Nuovo Complesso: l’obiettivo è quello di proporre l’offerta formativa universitaria a coloro i quali sono reclusi, riaprendo il dibattito sull’ordine sociale, sul diritto allo studio, infine sul diritto al lavoro.

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