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Siamo a Ragusa. Vi raccontiamo la storia di Carmelo Campanella. 84 vissuti in campagna. Faceva il
contadino e l’allevatore. Ora Carmelo è “una fonte di memoria e di cultura popolare”. Cosa fa?
Scrive storie, poesie, canzoni, preghiere quasi tutte in dialetto siciliano. Le ha raccolte dalla
tradizione orale, sotto forma di “cunti” le ha memorizzate e dal 2000 continua a trascriverle.
All’inizio, per risparmiare, compose lunghe strisce di carta ricavate dai sacchi vuoti del
mangime. Successivamente ha finito per creare, quasi senza rendersene conto, un patrimonio
culturale di grande interesse  Merito della scoperta va alla storica Chiara Ottaviano. È stata lei ad
averne parlato nel sito dell’Archivio degli iblei. Il 26 Febbraio ha presententato il lavoro
del contadino letterato all’apertura della manifestazione “Lib-e-ri a Ragusa”.
“Si tratta di un documento eccezionale – dice Gianni Guastella dell’Università di Pisa – per le
modalità con cui Campanella ha riversato sulla pagina scritta la sua memoria, il suo abile
appropriarsi della scrittura, allo scopo di farne uno strumento con cui lasciare un proprio
segno”. Per gli studiosi, Carmelo Campanella rappresenta un vero e proprio caso letterario,
assimilabile a quello di un altro contadino-scrittore vissuto da queste parti, Vincenzo Rabito, le cui
memorie sono diventate prima un libro, “Terra matta” e poi un film prodotto dalla stessa
Chiara Ottaviano (regia di Costanza Quatriglio) presentato addirittura al festival del cinema di
Venezia.
Campanella ha trovato ispirazione nel linguaggio di Rabito. Ha riproposto a partire da lui, un
modello del passaggio dall’oralità alla scrittura e infine al web. Perché è vero che il contadino di
Ragusa ha usato i sacchi di mangime come “papiri” ma oggi, lasciata la campagna, è diventato un
navigatore di internet. “Tutto ebbe inizio nel 2000, anno del Giubileo, quando su un pullman di
pellegrini cominciai a raccontare le mie storie”.
Dalila Ferreri

Palermo. Antonino Buffa, detto Nino u’ ballerino, maestro dell’arte della preparazione della focaccia con milza nel
suo negozio in corso Finocchiaro Aprile, a Palermo, ha vinto l’Oscar del cibo da strada 2015. Come? Grazia alla
competizione ideata dal sito www.cibodistrada.it.
Secondo in Italia per il locale street food più votato Nino u’ Ballerino aveva vinto la sfida con lo specialista
della porchetta di Venditti, famoso per i panini a Luco dei Marsi (Aq) e prima delle michette con insaccati e
formaggi dell’antico vinaio di Firenze.
Nella sua categoria, carne e frattaglie, era primo: ha ricevuto 10360 voti. Nella serata del 25 Febbraio tenutasi
presso il Punto Enel di Via Broletto a Milano si è svolta la sfida tra i dieci finalisti davanti la giuria capitanata da
Mauro Rosati – autore del portale Cibodistrada e direttore generale della Fondazione Qualivita – e composta da
quattro donne esperte del mondo dell’enogastronomia: Chiara Maci, Food blogger Chiaramaci.com, Luisanna
Messeri, Alice.tv e La Prova del cuoco, Elisa Poli, giornalista di Repubblica e Carlotta Girola, editor
Dissapore.com.
La giuria ha assegnato l’Oscar a Nino dopo la preparazione di panini, frittelle, crepes, schiacciate dei venditori
di cibo da strada provenienti da varie regioni italiane. Il pane “ca meusa” panino morbido e tondo pieno di fettine
di milza e polmone cotte nello strutto, ha sbaragliato il covaccino con salsiccia e stracchino, la puccia con
porchetta, l’arancina fatta con due strati di riso, con un cuore di fonduta di Piacentinu Ennese Dop, i folpetti con
salsa al prezzemolo, aglio, sale, pepe e una pioggia di limone, la schiacciata con sbriciolona, crema di carciofi,
melanzane piccanti e la crema di pecorino.
“Sono stati premiati anche i 20 migliori locali regionali e gli 8 migliori locali per categorie di prodotto
individuate durante il concorso”.
Dalila Ferreri

Catania. Bellissima manifestazione quella che questa settimana, ha visto il premio Oscar Giuseppe
Tornatore aderire al manifesto culturale di “Artisti di Sicilia. “Da Pirandello a Iudice”  è questo il
titolo che accompagna il banchetto delle menti in terra Trinacria. A cura di Vittorio Sgarbi, il regista
ha messo a disposizione una propria opera fotografica.  Uno scatto, inserito nella sezione al terzo
piano del Castello Ursino. Fino al 16 marzo sarà possibile ammirarlo. Insieme alla sua opera, agli
altri trecento capolavori del Novecento siciliano. “Artisti di Sicilia”, ricordiamo è una manifestazione
che riunisce per la prima volta la più importante produzione artistica isolana. Ideata e prodotta da
Gianni Filippini con la direzione artistica di Giovanni Lettini e la direzione creativa di Sara
Pallavicini.
Basti pensare che questa mostra-impresa si candida “a bandiera dell’arte della cultura italiana nel
mondo: sarà ad aprile a Bruxelles, dove rimarrà fino alla partenza per Londra e poi, a ottobre
prossimo, New York. Un contenitore in continuo sviluppo. Chi andrà a visitare la mostra domani,
domenica 1 marzo potrà assistere anche alla performance art del “kuntastorie” Nino Pracanica. Il
progetto culturale, ha registrato sono nel primo mese più di settemila presenze”.La città etnea
ospita anche il progetto “Artisti di Sicilia. Giovani talenti” che racchiude novantadue opere di
quarantasei allievi ed ex allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catania, esposte al Palazzo della
Cultura.
Dalila Ferreri

Come da tradizione si  è svolta la celebrazione in onore di San Gerlando patrono della città nella chiesa di San Domenico purtroppo a causa del maltempo  non è stata preceduta dalla processione delle reliquie del Santo.

A celebrare il solenne pontificale sull’altare vi erano  i suoi predecessori, mons. Bommarito, mons. Ferraro, mons. Muratore vescovo di Nicosia , mons. Zambito,  mons. Vella  vescovo di Ambanja, in Madagascar.Presenti  anche le autorità militari e politici il Prefetto Diomede e il Commissario Giammanco il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana l’On. Ardizzone .

Prima dell’omelia  il vicario generale Vutera ha voluto augurare a  mons. Francesco la sua nomina a cardinale  che per la nostra diocesi agrigentina è  una evento storico  che coincide con la nostra festa patronale . Il giorno del concistoro durante  la sua elezione a cardinale  il Santo Padre  ha sottolineato    che si tratti di una vocazione che abilità in modo più marcato al servizio degli ultimi ribadendo il significato del termine cardinale affermando che non si tratta di un accessorio ma di un cardine un perno  un punto di appoggio per la vita della comunità. Conclude  sulla situazione  in cui versa  Agrigento  parlando delle difficoltà che la città  e i cittadini affrontano quotidianamente. Con l’aumento  di forme di povertà   si avverte un senso di smarrimento da un punto di vista sociale  con una elevatissima percentuale  di giovani senza lavoro . Per questo tempo richiede l’intraprendenza il coraggio, l’impegno e la carità e la santità di San Gerlando e di tutti i santi agrigentini.
Mons.Francesco  ha  ringraziato tutti per l’affetto della sua nuova nomina a cardinale ma  ha voluto ricordare che oggi  è un momento di chiesa un momento bello è la festa di San Gerlando e vorrei che tutti lo sentissimo tale sottolineando che questi sentimenti di gratitudine augurali li trasformiamo in preghiera  ponendo in questo altare  tutte le intenzioni per la nostra terra la nostra città le nostre vite, gli ammalati i poveri per tutti gli immigrati che il Signore ci mette vicino perché non si aprono solo le porte  ma anche i nostri cuori, rivolgiamoci al Signore che ci dia davvero per intercessione di San Gerlando questo cuore grande che ci permette di fare cose grandi e belli.

Al termine della messa rappresentanti della Polizia locale di Agrigento hanno letto la preghiera al Santo Patrono.“ mentre il Comune di S. Elisabetta ha offerto l’olio per la lampada votiva.

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Solo la pioggia ha cercato di rovinare  la settantesima edizione della Sagra del Mandorlo in Fiore che chiude i battenti fra tanti successi.

Azzeccato anche il gruppo che vince il tempio D’Oro, le Filippine, che si è rivelato davvero straordinario. Colori, costumi e ritmi davvero eccezionali hanno costituito il raggruppamento di una vittoria sicuramente meritata.

Peccato che la cerimonia di chiusura si è celebrata all’interno del Teatro Pirandello e non al cospetto del tempio della Concordia; il bruttissimo tempo non ha certamente aiutato gli organizzatori che quest’anno hanno fatto sentire qualcosa di nuovo, di importante, di finalmente diverso rispetto alle passate edizioni.

Il tutto, ovviamente, senza le solite e consuete difficoltà dettate da una serie di fattori, primo fra tutti il tempo per organizzare e la modestissima somma messa a disposizione dal Parco Archeologico, visto che a Crocetta, presidente della Regione, della Sagra non gliene frega una mazza. La Provincia non esiste più e il Comune non ha un soldo bucato perchè preferisce aumentare la pressione economica a favore dei consiglieri comunali che si riuniscono in commissione per “alzare le sorti” della città.

Scherziamo, ovviamente, visto che siamo ancora a carnevale. Ciccio Bellomo e Nino Lauretta hanno fatto miracoli per far si che la Sagra potesse sfoderare una serie di gruppi folkloristici di tutto rispetto. E ci sono riusciti pienamente grazie alla loro esperienza e soprattutto alla loro professionalità.

Gente che, con più tempo a disposizione e con qualche soldo in più, è capace di far tornare ad Agrigento la Sagra di una volta, quella bella, quella meravigliosa, quella che riempiva di gente ogni angolo della città per una settimana intera.

Riteniamo doveroso fare i complimenti a Bellomo e Lauretta così come doveroso ci pare auspicare ad una loro riconferma per i prossimi anni.

I gruppi di questa edizione erano davvero molto belli e la giuria ha dovuto faticare non poco per scegliere il migliore. La Bulgaria, la Thailandia e l’Ucraina non sono state da meno.

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Momento intenso con la cittadinanza , hanno preso inizio i festeggiamenti del patrono, aperti tutti i siti di interesse di via Duomo, e’ stata messa in mostra al museo diocesano, l’antichissima pergamena del 1093 secolo con la quale Ruggero I nominò Gerlando a diventare vescovo di Agrigento. Tale documento; Il Conte Ruggero I consegna al Vescovo Gerlando privilegi e decimi. La Diocesi di allora si estendeva per quasi 1/3 della Sicilia abbracciando le attuali provincie di Agrigento e Caltanissetta e parte di quella palermitana Tali diritti descritti nel privilegio concordano con quelli indicati. Papa Urbano nella bolla pontificia nel 1098 conferma al Vescovo Gerlando tutto quanto era stato concesso dal Conte Ruggero alla Chiesa agrigentina. L’episcopato di Agrigento si inseriva a cuneo tra la diocesi di Palermo e di Messina, rappresentò tra le più grandi diocesi del Mediterraneo fu anche chiamata la diocesi bimare poiché si affacciava a Sud sulle acque africane e a Nord verso quelle europee . In serata la notte bianca si e’ allietata con animazioni medievale in via Duomo e piazza don Minzoni del gruppo musicale di Partinico e Sortino i quali con la loro musica hanno presentato suoni e danze dell’epoca. l’Associazione La Corte dei Giganti con i loro abiti storici hanno rievocato l’arrivo di San Gerlando ad Agrigento.

D’interesse vanno ricordato le iniziativa collaterali inerenti all’evento Medievali si tratta di “Immagini dal Medioevo ,reportage fotografico curato dalle Associazioni Koinè e Din24. Un percorso che guiderà il visitatore alla scoperta delle vestigia medievali della nostra città. Non solo templi, dunque, anche Agrigento ha conosciuto il suo fulgore nell’epoca Chiaramontana e lo racconteranno , in esposizione e proiezione le fotografie di: Francesco Novara Massimo Palamenghi Giuseppe Spoto Giorgio Messina Chiara Messina Elisa Cilona Giovanni Alaimo Salvatore Varisano Raimondo Lo Presti Piraneo Antonino Alessandro Tondo . I testi e il percorso sono stati curati da Giada Attanasio.

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La tradizionale Fiaccolata dell’Amicizia kermesse   quest’anno  e’ partita  un  po’  in  sordina  da piazza  Municipio, intorno  le  ore  17.00 , causa  delle  cattive  condizioni  meteo,  è partitda da Piazza Pirandello  per proseguire lungo la via Atenea   fino  ad arrivare  in  serata   via  Esseneto. Anche  se la serata non proprio  ottimale per via della pioggia è  stata allietata come sempre dai calorosi gruppi presenti alla fiaccolata.

Uno degli appuntamenti  attesi della  69°edizione del Festival Internazionale  del Folclore , nonche’ la 70° del Sagra del Mandorlo in Fiore, ha  visto  la  partecipazione dei  gruppi   folcloristici nazionali  e internazionali  presenti :Bulgaria, Filippine, Olanda,Slovacchia,Spagna,Thailandia,Ucraina,Ungheria

ai  quali  si  sono  aggiunti, i  gruppi   cittadini  come:Citta’  dei Tempil, Citta’  di Agrigento,Gergent,Kerkent,I Picciotti  da Purtedda,Sicilia  Antica,Sicilia  terra  n’cantata,Val d’Akragas.

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Nella  magnifica location  del Madison in uno scenario senza pari, incorniciato dalla magia naturale della Scala dei Turchi e del mare di Sicilia, si  e’ svolta stamani la presentazione dei calendari ufficiali della European Top Models, agenzia internazionale con sede in Belgio, L’Etm Italia  e Etm intrnational 2015, con i suoi 25 dipartimenti sparsi in tutto il mondo da anni e’considerata leader nel mondo  della modellazione, fotografia e pubblicità.  in Italia  il referente  Jhonny Fusca  national director  mentre per la Sicilia Lillo Arcieri e Antonella  Speziale grazie a loro per la prima volta  ad Agrigento  abbiamo un punto di riferimento  nel settore  di agenzie e moda. Lillo Arcieri, fotografo agrigentino affermato per il settore glamour, fashion e pubblicitario, che ha  fotografato la modella  Angelika Gwiazdka e Antonella Speziale fotografa siciliana, nota per la gestione di una community fotografica che ha  fotografato  la  modella Elisa Salamone.

L’evento, che è durato due giorni  ha avuto inizio al Metabirrificio “La Terra e il Sole” a Raffadali ,con la sfilata di moda abiti da cerimoniali Simone Perricone eco stilista, Valentina Scardina stilista, Lunaraine di Canicattì Atelier.

L’ Etm  ha visto partecipi, 4 nazioni, circa 30 modelle e una ventina di fotografi, con l’occasione, come già detto del nuovo calendario 2015  ETM, afferma Jhonny Fusca  l’evento e’  stato uno spunto per il rilancio del settore in Sicilia ,grazie alle  varie  collaborazioni  di  fotografi  professionisti, i  quali  hanno trattato un  filo conduttore  tematico  unico  che  ha  reso  armonico il  progetto. Un lavoro di squadra, una cooperazione tra 4 dipartimenti, quello italiano, olandese,quello belga, Lussemburgo con fotografi e modelle firmata Etm .

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È stato consegnato venerdì 6 febbraio all’Arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, il Calendario 2015 dedicato alla prima visita pastorale di Papa Francesco a Lampedusa avvenuto l’8 luglio 2013.

Oggi si è svolta alla presenza del Vescovo Mons. Francesco Montenegro   presso la Curia Vescovile di Agrigento la presentazione del calendario  2015 , in occasione della  visita di Papa Francesco a Lampedusa.

La presentazione  vuole essere una memoria grata a Papa Francesco per avere scelto Lampedusa come suo primo viaggio Apostolico .

Il calendario ripercorre  con gli scatti fotografici  effettuati   durante le ore  della sua  visita nella quale ha perorato la causa dei  migranti pregando  con le comunità di Lampedusa e Linosa .

Gli scatti fotografici dei mesi  dell’anno  sono  stati  effettuati  da: Massimo  Palamenghi Calogero  Montana Lampo e Giuseppe  Spoto gli  scatti ripercorrono i  momenti  salienti  del viaggio Apostolico di Papa Francesco, foto copertina  e’ di  Marilisa Della Monica.  Edito da Industria Grafica T. Sarcuto srl, a cura di Carmelo Petrone con progetto grafico di Marco Sarcuto

Le copie del calendario  a tiratura limitata  saranno date in omaggio alle parrocchie.

L’Arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro,ringrazia  i  fotografi  per questo  dono alla Chiesa Agrigentina  i  quali  con la professionalita’  degli scatti hanno  colto  i  migliori  sentimenti del momento  rimanendo perenni  nel tempo. Dice mons. Francesco Montenegro

Se  il Papa è venuto qui per lanciare un grido al mondo … quel grido dobbiamo tenerlo vivo in noi .

Agrigento ha  avuto  la visita  di due Papi Giovanni  Paolo  II°  il  quale  ha  gridato  il  suo  anatema contro  la  mafia  e  di Papa Francesco  in favore  degli   emigrati  provenienti da  terre  povere .

Queste  due  forti  realta’ convivono  nella nostra terra ,  dove la mafia occupa  tanto spazio e l’immigrazione, ci ricorda una povertà presente. Tocca a noi fare i compiti ….

I fotografi:

Massimo Palamenghi nasce ad Agrigento nel 1966, città nella quale vive e in cui inizia a occuparsi di reportage e fin dai primi anni ’80 comincia a coltivare la passione per la fotografia. Ha collaborato con il “Giornale di Sicilia” e “La Sicilia”. La sua esplorazione di nuove tecniche fotografiche sfocia nella realizzazione di mostre fotografiche;

Calogero Montana Lampo nasce ad Agrigento nel 1984, dopo varie esperienze lavorative in diversi settori riesce a far diventare la fotografia, sua passione da sempre, la sua professione diventando fotoreporter della testa giornalistica “Agrigentonotizie” ed a collaborare con agenzie e testate giornalistiche nazionali e internazionali.

Giuseppe Spoto nasce ad Agrigento nel 1973 è fotografo professionista e collabora con varie testate giornalistiche. Attento osservatore della vita quotidiana, intende la fotografia come ricerca, strumento per raccontare, in maniera personale, le realtà sociali e culturali. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in concorsi fotografici.

La giornalista Marilisa Della Monica nasce ad Agrigento nel 1977, giornalista pubblicista. Dal 2009 è coordinatrice di redazione a L’Amico del Popolo, settimanale cattolico agrigentino. Collabora con Avvenire e Agensir. Ha curato l’ufficio stampa in occasione della visita apostolica di Papa Francesco a Lampedusa.

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https://www.youtube.com/watch?v=ssZDAm-Ptw4&feature=youtu.be

Messina. Far convivere le religioni e inaugurare una cultura del rispetto, smontando ogni pregiudizio legato al fanatismo. E’ la giunta del sindaco Renato Accorinti che ha autorizzato a Messina il primo cimitero islamico della Sicilia. Il progetto è stato presentato il 29 Gennaio dal primo cittadino, dall’assessore ai Cimiteri, Daniele Ialacqua, dal presidente della comunità islamica di Sicilia, Kheit Abdelhafid, dal responsabile della comunità religiosa islamica italiana, Ahmad Abd al-Majid Macaluso, dal segretario della comunità islamica di Sicilia, Enrico Barbagallo, e dal presidente del centro islamico culturale di Messina, Mohamed Refaat.
L’area cimiteriale, di circa 170 metri quadrati, sorgerà all’interno del cimitero suburbano di San Filippo, campo di inumazione sul lato sud est. Essa è stata affidata in concessione per la durata di novantanove anni mediante asta pubblica da destinare alla sepoltura di ventotto/trenta defunti appartenenti ad una confessione religiosa diversa da quella cattolica dietro il pagamento di un importo a base d’asta di 25.500 mila euro» ha dichiarato Ialacqua.
Infine, resteranno i loculi dei cristiani e di persone appartenenti da altre religioni, uguali davanti alla morte nel rispetto reciproco. Cristiani e islamici solidali, senza inimicarsi i credi.
«In un paese dove ormai la libertà religiosa gioca un ruolo fondamentale nell’integrazione degli individui, dei gruppi e delle comunità religiose, la realizzazione di un’area cimiteriale da destinare alla sepoltura di defunti appartenenti alla confessione religiosa islamica, costituisce un fatto di importanza storica fondamentale che si inserisce in un contesto culturale e religioso di integrazione senza precedenti sul territorio siciliano. La città di Messina è orgogliosa di potere ospitare simile iniziativa; oggi è uno dei giorni più belli dal mio insediamento, così come mi ha fatto immenso piacere ricevere ieri un sms del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che si è complimentato per questa lodevole iniziativa. Il nostro percorso in questa direzione è in controtendenza con quanti manifestano scarso spirito di tolleranza e mancato rispetto reciproco» ha concluso il sindaco.

Dalila Ferreri

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