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Secondo un’ indagine condotta da SWG e commissionata da British American Tobacco Italia e i risultati
delle ultime ricerche KPMG ed EPS fanno luce su un fenomeno a dir poco inquietante., quello del contrabbando.
Tra le città maggiormente colpite da questo fenomeno: Palermo, Napoli, Milano e Bari.

“Dai dati riportati dall’ultimo Rapporto annuale di KPMG, nel 2014, il mercato illecito di sigarette ha visto nell’UE un notevole incremento delle sue dimensioni, con un totale di 56,6 miliardi di bionde illegali consumate, che rappresentano il 10,4% del consumo totale. I costi di questo mercato superano gli 11 miliardi di euro l’anno in mancate entrate erariali e, nel suo insieme, il commercio illecito rappresenta il quinto fornitore di sigarette dell’Unione Europea.

Nel 2014, più di 8 sigarette illegali su 10 hanno avuto provenienza extra UE, un dato aumentato del 10% rispetto al 2013. I flussi di “illicit white” in particolare sono cresciuti, in tutta l’Unione Europea, dell’8% rispetto all’anno precedente. I picchi maggiori di consumo in Polonia, in Spagna, in Grecia ed anche in Italia.
Nel nostro Paese il consumo di sigarette illegali è cresciuto del 20% nell’ultimo anno, raggiungendo i 4,42 miliardi di bionde (di cui oltre la metà sono “illicit white”) e il 5,6% del mercato, con un danno per lo Stato di circa 770 milioni di euro di mancati introiti fiscali.

I dati EPS confermano che Palermo rappresenta il “varco” dalla Tunisia per l’ingresso in Italia delle bionde di contrabbando: i carichi giungono prevalentemente attraverso le navi passeggeri e i venditori sono per lo più di nazionalità italiana, soggetti legati a vario titolo alla criminalità organizzata locale. Lo smercio avviene sia nelle ore diurne che serali, soprattutto attraverso bancarelle nei mercati rionali e nei quartieri più popolari.
Circa il fenomeno “contrabbando”, a Palermo, l’opinione pubblica sembra la meno informata sulla filiera produttiva del tabacco e la più propensa a ritenere il contrabbando quasi un “fenomeno di costume” che rimarrà sempre in vita (75%).
Nemmeno Napoli, Milano e Bari scherzano.
Nell’ultimo anno, il Duty Free è diventata la componente principale del mercato illecito, superando l’importanza dei prodotti “cheap white”.  Il prezzo è ritenuto un fattore chiave nella scelta da parte dei consumatori, che acquistano spesso le bionde di contrabbando per strada sulle bancarelle dei venditori ambulanti.
E mentre a Napoli gli intervistati  mostrano  la maggiore esposizione al fenomeno rispetto all’intero Paese a Milano risulta essere, dalle stime EPS, la capitale dell’ “illecito by night”: i prodotti del commercio illegale non vengono venduti in strada, ma durante i fine settimana e di notte, soprattutto da venditori ambulanti immigrati. Si registra tra gli intervistati un’esposizione generale al fenomeno superiore alla media nazionale e si chiede con forza che vengano riviste le sanzioni relative al contrabbando (72% del campione). I milanesi sono i più determinati nel ritenere il commercio illecito dei prodotti del tabacco un comportamento inammissibile e da contrastare con ogni mezzo: il 76% ritiene necessario un inasprimento delle pene per i trasgressori.
A Bari, infine, nel Quartiere Libertà, situato in corrispondenza del Porto, si caratterizza come il vero centro nevralgico della distribuzione dei tabacchi di contrabbando. I carichi provengono dalla Grecia e dai Balcani, attraverso i porti dell’Adriatico e sono costituiti nella maggior parte dei casi da “cheap white”. I marchi più richiesti subiscono delle variazioni di prezzo che dipendono dalle modalità e dall’area di vendita, A Palermo così come a Bari le bionde di contrabbando sono smerciate da soggetti di nazionalità italiana legati a vario titolo alla criminalità organizzata locale.
La percezione del contrabbando, rivela SWG, è marcatamente associata alla mancanza di posti di lavoro: in questo territorio sussistono i più alti livelli di giustificazione del crimine, considerato “poco grave” e fonte di sostentamento per le famiglie (63% del campione)”.

Fonte: INC-Istituto Nazionale per la Comunicazione

Dalila Ferreri


Palermo. Dal 5 al 7 Giugno presso il complesso di Sant’Anna a Palermo, sede della Galleria d’arte moderna si terrà la fiera dell’editoria indipendente “Marina di Libri”.  Nata da un’idea del Centro commerciale naturale “Piazza Marina & dintorni”, la fiera è organizzata e promossa in collaborazione con le case editrici Sellerio e Navarra e la sponsorizzazione di Unicredit. Le case editrici presenti quest’anno saranno 49.
Per l’edizione di quest’anno, la sesta in ordine di tempo, sarà presente l’emerito scrittore Andrea Camilleri.
Il ritorno dello scrittore di Vigata (cui a fianco sono annunciate presenze del calibro Giorgio Fontana, Francesco Piccolo, Michela Murgia) entusiasma già da adesso il pubblico. Si annuncia infatti numerosa la partecipazione all’evento, in vista della sua apertura prevista per l’appunto il 5 Giugno.
L’evento presentato da Giorgio Manzini accoglierà lo scrittore empedoclino in una veste promozionale. Lo scrittore di fatto, torna a Palermo per presentare la nuova indagine del commissario Montalbano “La giostra degli scambi”.
Come tutte le ferie, che vedono la letteratura e dunque la promozione libraria centrale, “Marina di Libri” promuove con i suoi incontri, i cambiamenti dell’editoria (relativi oggi all’avvento del digitale). Dall’influenza della distribuzione sul mercato editoriale all’importanza che oggi acquisiscono i premi letterari per il destino di vita di un libro sino alla diffusione dei nuovi linguaggi e al rapporto oggi tra letteratura e nuovi media.
Si parlerà anche di social reading, della famosa letteratura in un tweet, di premi letterari. Torna infine anche lo speaker’s corner, ovvero lo spazio dedicato agli autori emergenti. A ciascuno verranno concessi dieci minuti per far conoscere al pubblico i propri lavori.
L’evento che si prospetta essere di buon auspicio per la promozione culturale italiana, oltre ai sopracitati ospiti, potrà contare della presenza di numerosi altre firme della società letteraria contemporanea. Fra cui: Vincenzo Pirrotta (“La caduta degli dei”), Piero Melati (“Vivi da morire”), Giorgio Vasta, Antonio Manzini e Alessandro Robecchi (che parleranno dei loro anti-investigatori Schiavone e Monterossi), le finaliste del premio Rapallo Letizia Muratori, Valentina Durbano e Carmen Pellegrino, il vincitore dello Strega 2014 Giorgio Fontana. Infine Marco Cubeddu, Fulvio Abbate e Roberto Alajmo.

Dalila Ferreri

Nato per diffondere la cultura dei lasciti solidali. Ovvero? Tutti i falsi tabù che si celano dietro i macro luoghi comuni quali: “parenti serpenti”, “divisioni patrimoniali”. Risulta essere la prima vera campagna che conta grandi sostegni nel panorama delle grandi organizzazioni italiane:  ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro e Save the Children – a cui oggi aderiscono Aiuto alla Chiesa che soffre, Amref, Cesvi, Libera, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Telefono Azzurro e Università Campus Bio-Medico di Roma.
Il sito www.testamentosolidale.org, creato appositamente dalle organizzazioni, corredato di guida chiarisce il valore dell’iniziative. Un’esaustiva panoramica sul tema del lascito che va dalle tipologie di testamento (olografo, pubblico, segreto) alla quota “disponibile” di patrimonio che può essere destinata ad un lascito solidale (una qualsiasi somma di denaro, un bene mobile o immobile, la polizza vita, azioni o titoli d’investimento).
L’indagine, curiosa e orginale, promossa da Doxa rivela come per i giovani d’oggi sia ancora poco chiaro il valore del “lascito”. E’ emerso, infatti, che il 55-60% è ‘curioso’, aperto e interessato a donare agli altri attraverso le ultime volontà, il 25-30% è ‘altruista’, ha già deciso infatti di fare un lascito nel futuro, mentre un 15-20% è (legittimamente) ‘egoista’, diffidente, poco propenso a condividere con gli altri quello che sarà in suo possesso.
In percentuali equamente distribuite emerge che in molti non ne comprendono l’impiego, mentre altri fra cui testimoni del mondo dello spettacolo hanno già proceduto a promuoverlo.

“I risultati della nostra indagine tra i giovani – spiega Rossano Bartoli, portavoce di Testamento Solidale e Segretario Generale Lega del Filo d’Oro- sono la ragione e il futuro della Campagna: in un momento di crisi in cui c’è fame di futuro per tutti e un comprensibile arroccamento a difesa di quello che si ha o si avrà in eredità, scoprire che i giovani non sono chiusi alla solidarietà, ma anzi esiste una quota del 25-30% che ha già un progetto di lascito in mente o vede la legittima come uno strumento che frena la libertà di fare testamento pensando agli altri ci sprona ad andare avanti nel nostro compito di fare cultura del testamento solidale in Italia. È nostro dovere continuare a tenere informati i giovani, riducendo quel 70% di italiani under 35 che ancora non sa cosa è il lascito solidale, dando a tutti gli strumenti per orientarsi verso un gesto semplice di generosità e altruismo”.

In ultima istanza, Doxa delinea, i tre profili di giovani di fronte all’idea di lasciare agli altri parte dei propri beni attraverso le disposizioni testamentarie, e quindi al lasciato solidale.
A prevalere i curiosi (55.60 %) degli under 35. Positivo per loro donare agli altri un lascito, non impoverendo in alcun modo la propria famiglia ma contribuendo ad una quota del patrimonio di beneficienza riconoscendo il lascito come una forma di tutela dei propri diritti.
Gli altruisti (circa il 25%) fautori della generosità, trovano giusto donare una quota avendone libero arbitrio circ la destinazione del proprio testamento.
Infine gli egoisti (15-20%) scettici, vedono nella donazione testamentaria, una causa dell’impoverimento familiare futuro.
“I giovani conoscono il concetto di ‘legittima’ in numero sorprendente (44% dei casi), anche tenuto conto della giovane età degli intervistati e della scarsa propensione degli italiani verso il testamento’ commenta Albino Farina, Consigliere Responsabile dei Rapporti con il Terzo Settore del Consiglio Nazionale del Notariato.
Gli adulti invece? Fra questi il 9% degli italiani over 55 è intenzionato a compiere concretamente donazioni.

Milano. Proprio stamani a Milano, a Rho Fiera dov’è in corso Expo2015 ,nel giorno delle commemorazioni del giudice Giovanni Falcone, si è celebrato il No mafia day. La fiera internazionale ricorda il magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 insieme alla sua scorta.
Ad organizzare la giornata I 14 comuni siciliani riunitisi al cluster Bio Mediterraneo dal Gal Metropoli Est, su patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia.
Le iniziative in programma saranno trasmesse da tutti i padiglioni dei 144 paesi partecipanti e saranno riprese dalla Rai. Da Palermo, in collegamento, anche i video saluti di Maria Falcone, di Rita Borsellino, e di Tina Montinaro, vedova dell’agente di scorta Antonio Montanaro.
Dalla piazza del cluster, un collegamento in diretta live con l’aula bunker di Palermo dov’era in corso il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Durante la trasmissione in sincronia centinaia di studenti di istituti superiori siciliani e lombardi hanno applaudito, indossando per l’occasione t-shirt con l’immagine dei due magistrati siciliani.
Tra gli ospiti emeriti, anche l’ex procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli e il magistrato e assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella.
La strage di Capaci di 23 anni fa nel “No mafia day” di Expo, nella giornata dedicata alla legalità e alla memoria delle vittime di mafia diventa l’occasione per affrontare il tema della lotta alle agromafie. Oggetto di dibattito a partire dalle 17 di questo pomeriggio sino alle 17.58, ora in cui avvenne l’attentato al giudice Giovanni Falcone. Appuntamento dall’albero, che lo ricorda, per il doveroso minuto di silenzio.  Alle 19 infine si esibirà il rapper antimafia Othelloman.

Dalila Ferreri


(Palermo, di Silvio D’Auria) – E’ un giorno triste per lo Sport, per l’Atletica Leggera in particolare. Il simbolo della competitività nella marcia femminile,  Annarita Sidoti, è morta dopo aver lottato contro un tumore al cervello. Era nata a Gioiosa Marea (Me), 45 anni fa.
Oggi il mondo dello Sport piange la scomparsa della campionessa mondiale ed europea di marcia, simbolo italiano dell’Atletica Leggera. E’ terminata all’alba la battaglia, durata cinque anni, di Annarita Sidoti per un cancro al cervello diagnosticatole nel 2009 e contro cui ha combattuto invano. L’atleta siciliana si è spenta dopo essere entrata in coma, lo si è appreso da un brevissimo comunicato del suo allenatore di sempre, Salvatorino Coletta.
Sposata e madre di tre figli, ha dedicato parte del suo tempo all’impegno politico e sociale. Assessore allo Sport nella sua città, è stata anche protagonista dietro la macchina da presa partecipando al film-denuncia “Le complici” – regia affidata ad  Emanuela Piovano – in cui ha interpretato la vita di una giovanissima prostituta. Ma la marciatrice messinese, prima della malattia, si era dedicata soprattutto  alle corse con un lunga serie di successi vincendo la medaglia d’oro ai “Mondiali di Atene” del 1997 nella 10 km di marcia e salendo sul podio di molte grandi competizioni sportive. Tra le più grandi dell’atletica italiana, campionessa europea a Spalato 1990, a soli 21 anni, ripeté l’impresa otto anni dopo a Budapest, nel 1988, quando aveva già vinto l’oro sulla pista di Atene. Ha totalizzato 47 presenze in azzurro, 3 partecipazioni olimpiche e 6 mondiali. Nella distanza dei 20km, riuscì a fermare il cronometro a 1h28:36.
Grazie alla sua esile statura era diventata emblema di coraggio e risoluta volontà, un vero e proprio esempio di sport (..e di vita) per gruppi di giovani atlete che frequentemente invitata nella sua casa sulle rive del tirreno. Lascia il marito Pietro e i figli Federico, Edoardo ed Alberto. (Sil.Dau)


PALERMO , Silviio D’Auria  –  Un operaio con uno yacht di oltre 3 milioni di euro, una barista proprietaria di un aereo da 8 posti che ne vale 12, un anziano di 90 anni titolare di un veliero da 4 milioni, un bracciante  agricolo  in debito con il  fisco per 10 milioni di euro.  Soggetti a reddito zero diventati improvvisamente ricchi. Questi alcuni dei numeri messi in luce dopo la stima sull’evasione fiscale nell’isola pari a un miliardo di euro che, se recuperato, farebbe salire il Prodotto Interno Lordo della Sicilia dell’1,5%. E’ questo il quadro emerso da una operazione mirata alla ricerca di grandi patrimoni e finalizzata al calcolo dell’evasione fiscale nell’isola. Nell’elenco, finito in un dossier trasmesso alla magistratura, ci sono anche nomi eccellenti.
Da una complessa attività ispettiva resa possibile grazie alla collaborazione tra Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e Agenzia di Riscossione Sicilia, i cui dati sono stati diffusi oggi,  saltano fuori nomi e cifre di chi in  Sicilia gode di un reddito superiore a 500 mila euro dei quali solo il 3,6% è in regola secondo quanto previsto dalle norme sull’imposizione tributaria. 800 in tutto sono i grandi evasori, scoperti molti soggetti a reddito zero diventati in pochissimo tempo ricchi, ricchissimi. Stimata in un miliardo di euro l’evasione oggetto di un esposto alla magistratura. Sotto la lente d’ingrandimento dell’ispezione sono finiti yacht, numerosi immobili di elevato valore catastale, grandi aziende, lussuose autovetture,  residence e alberghi di proprietà di siciliani che dichiarano in molti casi “reddito zero”. Recuperato il miliardo, il Pil della Sicilia registrerebbe un aumento pari all’1,5% capace da solo a garantire il reddito di cittadinanza a tutti i disoccupati siciliani e a incrementare i “fondi sviluppo”.
Un corposo fascicolo ispettivo composto da centinaia di atti. Nei dati risultano esserci, tra i tanti, quelli di un operaio stagionale di Palermo titolare di uno yacht da oltre 3 milioni di euro, di una barista residente nel capoluogo etneo proprietaria di un aereo da 12 milioni, di un 90enne di Trapani a cui è intestata una barca a vela da 4 milioni e quelli di bracciante agricolo di Enna  che deve al fisco 10 milioni di euro tondi, tondi. “Nessun allarme sociale – rassicurano dagli uffici  di Riscossione Sicilia – vogliamo  imporre ad un gruppo di furbi, che ruba alla Sicilia  un miliardo di euro all’anno, di pagare quanto da loro dovuto al fisco”.
Ma c’è di più.  Ciò che emerge non è solo l’evasione ma anche il riciclaggio di denaro. Nelle cifre sull’evasione ai fini del riciclaggio, i settori maggiormente interessati dai controlli incrociati sono quelli del settore ortofrutticolo ed ittico, dello smaltimento rifiuti, dei trasporti e delle onoranze funebri spesso sotto diretto controllo dalla criminalità organizzata siciliana. Non mancano nomi “eccellenti” che potrebbero essere resi pubblici dall’autorità giudiziaria già nelle prossime settimane dopo che le procure competenti per territorio inizieranno ad indagare sui reati relativi all’evasione, mentre da Riscossione Sicilia assicurano la nascita dell’ufficio “Grandi evasori”. Quindi  la Sicilia come un vero e proprio paradiso fiscale dopo gli incroci di migliaia di dati rilevati dai registri e dai data base di diversi Enti pubblici. Come quello Navale e del Catasto  che hanno permesso di verificare se i proprietari di grandi beni di lusso fossero regola con il fisco e gli importi effettivamente resi alla casse dell’erario.
Equitalia su scala nazionale stima un recupero pari al 25% dell’evasione accertata, mentre Riscossione Sicilia spera si possa arrivare al 20% per un recupero totale di 200 milioni di euro che si tradurrebbe in risorse da destinare agli ammortizzatori sociali, al reddito di cittadinanza, alle imprese e agli interventi a favore delle famiglie meno abbienti. La più alta percentuale di soggetti, scoperti essere proprietari di beni di lusso, ma per il fisco ufficialmente a reddito minimo o addirittura nullatenenti, sono domiciliati nelle province di Palermo e Trapani. Il meccanismo è sempre lo stesso: prestanomi (c.d. “teste di legno”) che versano allo Stato il minimo dovuto. E in tanti casi nulla, anche se poi subiscono condanna in sede penale alla fine della fiera non pagano nemmeno un centesimo. (Sil.Dau)

(Silvio D’Auria) – Morde la mano di un finanziere durante i controlli sul possesso di passaporto. Protagonista una manager responsabile della comunicazione e degli eventi del padiglione Cina all’Expo di Milano. E’ una cinese di 39 anni, la dirigente è stata arrestata dagli uomini della Guardia di Finanza per resistenza a pubblico ufficiale e aggressione nell’area della delegazione cinese di Rho-Pero, alle porte del capoluogo lombardo.

I militari in borgese le avevano chiesto i documenti nel corso di un controllo sulla identità e sul regolare possesso del passaporto. Pare che  la donna abbia temuto di essere vittima di un tentativo di furto di documenti e ha reagito prendendo a morsi la mano di uno dei militari della Guardia di Finanza. Adesso dovrà rispondere di “resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e mancata ottemperanza dell’ordine della pubblica autorità”, davanti al Tribunale di Milano dove sarà giudicata secondo il rito processuale “direttissimo”. Il legale  della donna sostiene che proverà a chiarire i fatti della vicenda: “Mi sono già messo in contatto con il console Cinese e con la Direzione di Expo. Tra la mia assistita e gli uomini della Guardia di Finanza c’è stato un grande equivoco che chiariremo nei prossimi giorni”. (Sil.Dau.)

(di Silvio D’Auria)  – Lo “spreco retributivo” della Camera dei Deputati non è indicato soltanto negli stipendi dei deputati. A Montecitorio le buste paga d’oro iniziano con quella del segretario generale, che percepisce 416.387,00 euro netti all’anno, e continuano con quella attribuita al suo vice, con più di 310 mila.

Ma a Montecitorio non ci sono soltanto loro a “godere” di buste pesanti. Per la Camera dei Deputati lavorano altri 1.582 dipendenti.

Un operatore tecnico alla Camera  percepisce 2.600 euro al mese che lievitano a 50 mila euro annui dopo dieci anni di servizio. Dietro la mansione “operatore tecnico” ci sono più di 60 tra elettricisti, centralinisti falegnami, barbieri e baristi.  Una differenza economica notevole  e poco giustificabile rispetto ai loro colleghi che lavorano oltre le mura di Montecitorio

Gli assistenti parlamentari, ovvero  i commessi che operano attorno ai deputati, inizialmente guadagnano più di 36mila euro all’anno.

Sfiorano i 30 mila euro gli stipendi dei collaboratori tecnici,  gli addetti  alle riprese audio e video a Montecitorio, che diventano 64 mila dopo dieci anni e 152 mila  dopo 30 anni  di attività.

Per i segretari parlamentari gli stipendi sono compresi fra i 37 mila euro e i 146 mila. Per i documentaristi e i ragionieri stipendi a 40 mila euro che arrivano a 242mila dopo 30 anni.

I consiglieri parlamentari,  che altri non sono che i funzionari della Camera dei Deputati, godono di una retribuzione iniziale di oltre 68 mila euro che lievitano, 10 anni dopo, a 145 mila euro e dopo 20 anni a 228 mila. A 30 anni dalla loro assunzione, il loro lavoro è “premiato” con 368 mila euro ogni anno. (Sil.Dau)


(di Silvio D’Auria) –  La vittima,  E. G. 26enne di Palermo, è stata trasportata  in uno degli ospedali del capoluogo lombardo per una ferita all’addome dopo una violenta l’aggressione, domenica scorsa, dentro uno dei tantissimi locali della movida milanese. Arrestato un egiziano parcheggiatore del locale.
Movida e sangue a Milano al club “William’s” poco distante da via Montenapoleone. Un egiziano di 60 anni, che lavora come parcheggiatore del locale, è stato arrestato per avere ferito con un coltello un giovane originario di Palermo. La vittima, compagno di una delle ballerine che lavorano nel club milanese, è giunta al “Policlinico” di Milano ancora sanguinante. La sua fidanzata, di 23 anni, ha raccontato agli agenti del “Commissariato Duomo” che il posteggiatore del “William’s” ha preteso che pagasse  il posteggio dell’auto come tutti i clienti. Ma dopo una accesa discussione ha chiamato al cellulare il suo giovane compagno. Trascorsi poche decine di minuti, il palermitano, che non è in pericolo di vita,  ha raggiunto il locale di via Manzoni
Al suo arrivo subito urla tra i due, poi la lite. Il  posteggiatore ha estratto il coltello colpendo al fianco il giovane siciliano. L’arma utilizzata per ferire il 26enne di Palermo è stata  ritrovata dagli agenti della Polizia all’interno del club ancora sporca di sangue. Dopo l’arresto, l’egiziano è stato condotto al carcere di San Vittore. L’accusa per lui  è di tentato omicidio.

(a cura di Silvio D’Auria)   – La Sicilia ha sempre ispirato ai suoi più famosi visitatori versi e parole che ne esaltano il fascino e la bellezza: “L’Italia senza la Sicilia non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra. Chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita”. Con queste parole Goethe rende omaggio, alla Sicilia nel suo “Viaggio in Italia”, pubblicato nel 1817.

Nel terzo millennio è considerata ancora  una delle isole più belle dell’intero pianeta. Il golfo di Patti e Tindari, l’Etna, Mondello, Agrigento, Taormina, lo Stretto di Messina, la Scala dei Turchi, Modica, la costa jonica e tirrenica, Cefalù  sono solo alcuni dei luoghi che contribuiscono a rendere l’isola tra le più suggestive e interessanti. La Sicilia terza isola più bella al mondo, in assoluto.  A stabilirlo sono i lettori  di una celebre casa editrice,  la “Condè Nast S.p.a” che ha la sua sede in P.zza Castello a Milano. Dopo il lancio di un sondaggio di settore, i suoi lettori  hanno elencato le dieci isole più belle. Valutati alcuni criteri cardine: scenario paesaggistico-ambientale, spiagge, qualità della convenienza, ricettività turistica e ovviamente la cucina. Alla Sicilia va la medaglia di bonzo, classificandosi terza. Un’altra isola italiana è in elenco. C’è anche Capri, isola davanti il  golfo di Napoli. La medaglia d’oro spetta però alle Maldive con i suoi 27 atolli che affiorano dall’Oceano Indiano. Al secondo posto, invece,  le isole greche.

Sono tanti, del resto, i buoni motivi per scoprire la Sicilia.

Il clima: gode di un clima tipicamente mediterraneo. Stagioni calde e soleggiate, da aprile a novembre e inverni molto miti. In primavera e in autunno perturbazioni passeggere, ma il clima resta generalmente molto gradevole in tutte le stagioni. Luce, colori e profumi sono gli elementi che caratterizzano la regione. E’ l’isola più grande del bacino Mediterraneo, da sempre ha rappresentato la principale fonte di commercio, di trasporti e di comunicazioni data la sua posizione strategica.

La cultura: sono evidenti le tracce di numerose popolazioni che hanno dominato l’isola. Dai Sicani, ai Sicilioti, dai Fenici ai Greci che proprio in Sicilia videro crescere la più florida tra le proprie colonie, ovvero Siracusa.  Regnarono successivamente sull’isola i Romani, i Bizantini, gli Arabi seguiti dai Normanni dell’età dell’oro di Federico II fino alle dominazioni francesi e spagnole. La cultura siciliana è quindi lo straordinario risultato di diverse influenze etniche che hanno lasciato sull’isola evidenti segni. Dagli stili architettonici, il barocco per la dominazione spagnola e nel periodo arabo-normanno, alle  marcate influenze linguistico-dialettali.

La cucina: ricette per tutti i gusti. Dai più semplici e popolari cibi di strada ai gusti più ricercati assieme ai famosi dolci a base di ricotta ma non solo. Ottimi i vini la cui qualità è stata curata negli ultimi anni da un’attenta riorganizzazione della tecnica di coltivazione e da  moderni sistemi di produzione.

La risorse paesaggistiche e naturali: la Sicilia sia stata tradizionalmente meta prediletta dal turismo estivo. Il suo clima mite e la natura incontaminata offrono itinerari  naturalistici di grande interesse.

Questa la classifica delle isole più belle: le Maldive, le isole greche, la Sicilia appunto, l’isola di St. Barths, le Baleari, le Seychelles arcipelago costituito da 115 isole, l’isola di Capri, le Barbados, le Mauritius e l’isola di Malta. La Sicilia si riconferma, quindi, come una delle mete preferite nello scenario turistico internazionale, secondo il risultato del sondaggio della “Condè Nast S.p.a” di Milano attraverso un questionario  affidato ai suoli lettori . (Sil.Dau)