Aldo Cazzullo (Alba 1966), dopo 15 anni alla «Stampa», dal 2003 è inviato speciale ed editorialista del «Corriere della Sera», di cui dal gennaio 2017 cura la pagina delle Lettere. Ha scritto diciannove saggi sulla storia e l’identità italiane. (La guerra dei nostri nonni. 1915-1918: Storie di uomini, donne, famiglie. Mondadori, 2014), dall’altro alti e bassi dell’identità nazionale, spesso in difesa delle potenzialità del nostro Paese (L’Italia s’è ridesta. Viaggio nel paese che resiste e rinasce. Mondadori, 2012). L’ultimo, Le donne erediteranno la terra (2016), ha superato le 150 mila copie.
La Fidapa di Agrigento, ieri Giovedì 18 maggio, presso l'”Hotel della Valle“, alle ore 20,30, ha presentato l’ultimo libro di Aldo Cazzullo, edito da Mondadori (2016): Le donne erediteranno la terra. Il nostro sarà il secolo del sorpasso.
Un’occasione concreta di riflessione sul mondo femminile, abituate da sempre a subire ingiustizie, la prepotenza e l’arroganza dell’uomo e del tempo. “Il libro vuole essere un monito a combattere per la propria realizzazione senza calpastare la propria personalità, senza mai abbassare la testa – afferma la dott.ssa Patrizia Pilato, presidente Fidapa Ag ed organizzatrice dell’incontro culturale con Aldo Cazzullo – occorre camminare ed autorealizzarsi accanto e non contro gli uomini”.
L’autore evoca il genio femminile, attraverso figure del passato e del presente, storie di grandi artiste e di figlie che salvano i padri o ne custodiscono la memoria. Racconta le battaglie che le donne conducono nel mondo e in Italia contro le ingiustizie che ancora le penalizzano, contro il masochismo che ancora le mette l’una contro l’altra o le induce a innamorarsi della persona sbagliata.
Nel libro ci sono tantissime storie di figure femminili, note e meno note. Le donne erediteranno la terra, appunto. Lo faranno nel nome di Hermione, la complice di Harry Potter, che a differenza sua non è una predestinata, ma «una persona di talento che si costruisce passo dopo passo, sino a conquistare la leadership». E lo faranno perché «sono le più attrezzate a prevenire i grandi rischi e a cogliere le grandi opportunità che abbiamo di fronte»: Cazzullo lo ricorda a noi, prima di tutto, spesso pericolose complici delle ingiustizie che ci riguardano, con una giostra di esempi pazza e felice, perfino quando si confronta con l’orrore e con la morte. Perché le protagoniste di Cazzullo escono dai libri che ha studiato, dalle pagine di cronaca, dalla sua stessa vita: sono la bisnonna Matilde, costretta a figliare e figliare, sono Ernestina Paper, la prima laureata italiana in medicina. Si chiamano Lisistrata, Ilaria Cucchi, Giovanna D’Arco, Marie Curie. Da Giovanna d’Arco si viaggia nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri, scoprendo le intense vite di altre donne come Maria Callas, Rita Levi Montalcini, Valeria Soresin (la figlia che l’Italia ha perso al Bataclan, raccontata dalla voce della madre Luciana). Donne che sembrerebbero non avere nulla in comune e che invece ci hanno dimostrato forza e indicato la via di future battaglie e conquiste poi. Si chiamano Franca Valeri che, quando Cazzullo le ha confidato il titolo di quello che sarebbe diventato il suo libro, ha commentato scherzosamente: «È vero, le donne erediteranno la terra. Spero che ne lasceranno una piccola parte anche a voi uomini. Non siete poi così male». Si chiamano Eva, Lady Oscar. Ma si chiamano anche Currer, Atton ed Ellis Bell, le donne di Cazzullo, e sono tre fratelli che in un anno pubblicano tre romanzi: Jane Eyre, Agnes Grey e Cime tempestose. Naturalmente, in realtà, si tratta di tre pseudonimi scelti dalle autrici perché i loro libri risultassero credibili. Mary Shelley, Emily Dickinson… Si tratta sempre di donne coraggiose, forti, capaci di imporsi e di vincere in un mondo che invece le respinge. L’educazione degli uomini a rispettare le donne, deve partire innanzitutto da noi, da come le madri parlano ed educano i figli maschi, dal padre e dalla scuola; come ha bene evidenziato anche Patrizia Pilato.


“Voi donne siete meglio di noi. Non pensiate che gli uomini non lo sappiano; lo sappiamo benissimo, e sono millenni che ci organizziamo per sottomettervi, spesso con il vostro volenteroso aiuto. Ma quel tempo sta finendo. È finito. Comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere. Lo stanno prendendo. E «potere» non è una parola negativa; dipende dall’uso che se ne fa. Le donne ne faranno un uso migliore degli uomini. E li salveranno.”
Così esordisce Annagrazia Montalbano, l’attrice che ha accompagnato gli interventi durante il corso della serata, interpretando con maestria qualche passaggio tratto dal testo dell’autore delle Langhe.


Come nasce il libro che è un elogio del ruolo delle donne, della loro importanza nella vita privata e pubblica.
Un’idea nata dall’amore: tutti noi siamo nati da una donna e continuiamo ad amarla anche quando non c’è più. La donna è colei che resta, colei che cura, che guarda lontano: siccome la terra e la specie umana non sono immortali abbiamo bisogno di persone che se ne prendano cura. C’è un mito latino molto bello sulla creazione dell’uomo. La dea Cura, donna, impasta il fango e crea l’uomo, poi chiede a Giove di dargli l’anima. Nasce una discussione su a chi appartenga la creatura. Giove sostiene che sia sua per l’anima, la Terra che sia sua perché è fatta di fango, Cura sostiene di averla creata, finché si arriva a un compromesso: dopo la morte l’anima tornerà a Giove e il corpo alla Terra, ma finché vivrà l’uomo apparterrà a Cura, una donna. Ognuno di noi appartiene a una donna.
L’autore dichiara di dedicare il libro alla figlia Rossana, nata nel 2000, ed a tutta la generazione che chiama “generazione Hermione” come la protagonista femminile in Harry Potter: inventata da una donna, Joanne Rowling. Anche i film tratti dai libri hanno avuto grande successo, ma gli attori sono spariti tutti; qualcuno, come Richard Harris-Silente e Alan Rickman-Piton, è pure morto. L’unica rimasta è Emma Watson: Hermione, appunto. Secchiona, ambiziosa, un po’ pedante; ma capace di prendersi le proprie responsabilità, e di porre rimedio agli errori dei maschi. Emblema del girl-power, il potere delle ragazze. Non una predestinata, come Harry; una persona di talento che si costruisce passo dopo passo, sino a conquistare la leadership. Non a caso E.Watson ha continuato a lavorare nel cinema, è ormai un’attrice affermata, ed è stata scelta come ambasciatrice da Un-Woman: l’organizzazione dell’Onu che si occupa della parità tra maschi e femmine. “Le donne erediteranno la terra perché sono più attrezzate a cogliere le opportunità che la vita ci offre. Perché sanno amare e non perdono quasi mai la speranza”.
Aldo Cazzullo racconta perché il nostro sarà il secolo del sorpasso della donna sull’uomo. I segni sono evidenti. Nelle saghe fantasy, c’è sempre una ragazza che salva il mondo; e anche nei cartoni le principesse non sono più quelle di una volta. Non aspettano il principe azzurro che le salvi con un bacio; il principe non c’è o è cattivo, come in Frozen; è la principessa a salvarsi da sola. Proprio come La Ribelle della Pixar: la figlia del re sconfigge tutti i pretendenti nel tiro con l’arco; e alla fine ottiene di poter regnare da single. E soprattutto nella realtà, i segni sono soprattutto a Berlino e a Londra governano due donne, una donna si affaccia per la prima volta sulla soglia della Casa Bianca. “Gli uomini hanno avuto sempre molta paura della libertà delle donne. L’Italia è maschilista, ma anche qui si stiamo facendo tanti passi in avanti”, ribadisce Cazzullo – anche se a rilento la situazione sta cambiando. “Speriamo presto di non meravigliarci più, di avere una donna a guida di una azienda, o ministro”… La donna ha sempre avuto qualcosa in più; ora però ne è consapevole. Le mogli si realizzavano attraverso il successo dei mariti, e si diceva che dietro ogni grande uomo ci fosse sempre una grande donna. Oggi le ragazze moderne, studiano, lavorano, fanno corsi, stanno con gli amici, con il fidanzato, e coltivano tanti interessi. Sono multitasking. Oggi ribaltiamo la frase: dietro una grande donna a volte c’è un grande uomo, e più spesso ci sono talento, sacrifici, lavoro. Ovviamente non si può generalizzare, un premier o un manager si valuteranno per il loro operato, non per il loro sesso o il loro aspetto. Oggi non è ancora così. Le ragazze si applicano di più non solo perché maturano prima, ma proprio perché non sono maschi, e sanno che a loro è richiesto di più. Una donna deve comportarsi come un uomo, «diventare» a tratti un uomo. Non a caso si dice, con un’orrenda espressione, «donna con le palle»; cui Roberto Vecchioni in una canzone contrappose la «donna con la gonna». Invece le ragazze della «generazione Hermione», potranno valorizzarsi restando se stesse, affermando la loro femminilità. Qualcuno potrà anche essere stronza; ma non — come cantava Vecchioni — «stronza come un uomo».
Come sarà il mondo nel futuro.
Mi auguro che, per la «generazione Hermione», nel futuro ci sia un mondo in cui la libertà della donna non sia negata o concessa, ma riconosciuta nella sua pienezza. In cui non si parlerà di quote rosa, ma apparirà naturale che al potere ci sia una donna. In cui le femmine non dovranno più travestirsi, imitare i maschi, accettare i propri difetti proprio perché nessuno metterà più in discussione le loro qualità. Il mondo sarà un luogo dove vivere insieme, per molto tempo ancora, uomini e donne insieme e coesi, infinitamente attratti dalla loro diversità, mai più soggiogati se non dalla libera scelta dell’amore.
L’autore evoca il genio femminile, attraverso figure del passato e del presente. Perché sanno sacrificarsi, guardare lontano, prendersi cura. E tutto questo è vincente, di questi tempi. Noi di sicilia24h.it Le porgiamo in nostro in bocca al lupo per la Sua attività e ci auguriamo di riaverla presto ospite nella nostra città.EC

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