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Bandiera nera ai laghi inquinati dell’isola: cattiva gestione, alghe rosse, scarsa protezione dalla pressione antropica, alghe rosse. Ancora un triste risultato ambientale per la Sicilia. La denuncia del Direttore Regionale di Legambiente – Prosegue senza sosta l’indagine ambientale di “Goletta dei Laghi”, la campagna nazionale di “Legambiente” dedicata ai bacini lacustri italiani. Dal 2012 l’associazione ambientalista denuncia in Sicilia la cattiva gestione dei laghi, la scarsa protezione dalla pressione antropica, la presenza costanze di alghe rosse. Legambiente chiede al Presidente della Regione Rosario Crocetta di individuare con modalità ecologicamente adeguate i deflussi a valle degli invasi artificiali e rilevare l’effettivo rilascio. La “Goletta dei Laghi” è vicina e sostiene i “molluschicoltori” messinesi, ai quali è stata sospesa l’autorizzazione a svolgere l’attività al lago di “Ganzirri”, incluso nella “Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro”, insieme al lago di “Faro”.
Il Direttore Regionale di Legambiente,Gianfranco Zanna, denuncia a chiare lettere: “Un anno fa ci trovavamo qui a consegnare la Bandiera Nera all’Assessore Regionale al “Territorio e Ambiente” Maria Rita Sgarlata. Adesso siamo costretti a constatare che nulla è cambiato. La Sicilia vanta numerosi bacini lacustri con una gran varietà di usi, da quello potabile all’agricolo, dalla produzione energetica alla pesca ricreativa e sportiva. Un patrimonio naturalistico immenso, ma sottovalutato se non ignorato dalle istituzioni locali. Le nostre richieste rimangono le stesse del 2014, rese ancor più impellenti dal tempo che continua a passare senza che azioni concrete vengano poste in essere”. – (Sil.Dau)

( di Silvio D’Auria )  Medicina&Futuro –  Prevedere un arresto cardiaco con tre giorni di anticipo è la sfida sul prossimo futuro della diagnostica medica.
“Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health” è così che si chiama il biosensore scoperto. E’ un nuovo strumento diagnostico che previene l’arresto cardiaco inventato da Ruchi Pandya, ragazza di 18 anni iscritta all’ultimo anno della “Linbrook High School” di San Jose, in California. La rivoluzionaria notizia ha entusiasmato anche il Presidente U.S.A. Barak Obama che ha invitato la studentessa alla Casa Bianca assieme ai 100 migliori studenti coinvolti in progetti di straordinaria importanza medico-scientifica negli States.
Il biosensore di Ruchi Pandya con una sola goccia di sangue è capace di rilevare la concentrazione di proteine, una delle spie principali dell’arresto cardiaco. E’ composto a sua volta da diversi biosensori che utilizzano minuscole fibre in carbonio  non più grandi di un centimetro. E’ una nuova sfida sulle nanotecnologie su cui ha lavorato la giovane, un progetto per migliorare gli strumenti diagnostici che rilevano le concentrazioni di proteine nel sangue.
Le tecniche attualmente utilizzate impiegano procedure lente e costosissime e sono 350 volte meno sensibili rispetto al biosensore scoperto di Ruchi che ha la capacità  potenziale di  essere facilmente portato come strumento diagnostico nelle proprie abitazioni  fornendo un sistema di rilevamento delle proteine rapido e preciso, così come avviene già per i rilevatori di insulina nell’assistenza ai pazienti diabetici.
L’interesse di Ruchi per le nano particelle è nato in occasione di un progetto scientifico promosso e finanziato dalla “Stanford University”. Si trattava di  sviluppare un filtro di depurazione delle acque mediante l’uso di nano particelle foto-attive. Soluzione economica per risolvere il problema dell’acqua nelle aree in via di sviluppo. Lo studio al progetto ha fatto scoprire alla studentessa il mondo delle nano particelle, ma il suo interesse al mondo della medicina è nato dopo aver conosciuto alcuni dati diffusi dal Dipartimento Sanitario.
Infatti l’arresto cardiaco provoca circa un terzo delle morti in tutto il mondo e che nell’Asia del Sud sono particolarmente inclini a sviluppare malattie cardiache. Ruchi, che è indiana d’origine, inizialmente ha voluto lavorare sul miglioramento dei biosensori, già ampiamente utilizzati dalla diagnostica medica, per offrire una soluzione ai pazienti indiani. E’ riuscita ad andare oltre inventandone uno del tutto nuovo di straordinaria importanza medico-scientifica tanto da meritare le congratulazioni di Obama e la popolarità mondiale: il “Carbon Nanofiber Electrode Based for Cardiac Health”. (Sil.Dau)

(Di Silvio D’Auria) Stati Uniti, South Carolina –  Sparatoria in una Chiesa a Charleston (nella foto), nove i morti. Tra le vittime  il  senatore democratico Clementa Pinckney. Sul luogo della strage è scattato anche l’allarme bomba.
L’omicida che ha aperto il fuoco è  riuscito a dileguarsi, la polizia ha subito avviato una vasta caccia all’uomo per rintracciarlo, usando anche gli elicotteri, ma finora senza successo. E’ entrato in una Chiesa della Comunità Afroamericana sparando e uccidendo almeno nove persone e ferendone altre. La sparatoria è avvenuta alle 3 del mattino (ora italiana) durante la lettura delle Sacre Scritture alla “Emmanuel African  Methodist  Episcopal Chuch”.
La Chiesa, costruita ai primi dell’800 in stile gotico, tra le più antiche del suo genere, è iscritta nel “Registro Nazionale dei Luoghi Storici” americani e rappresenta una delle più grandi Congregazioni Afroamericane statunitensi. Proprio ieri a Charleston  era arrivata   Hillary Clinton, mentre Jeb Bush (anche lui candidato alle presidenziali 2016) aveva in programma una serie di eventi  nella città del South Carolina, adesso però tutti rinviati.
Di recente a Charleston erano sorte forti tensioni razziali a causa dell’uccisione di Walter Scott, per mano del poliziotto bianco Michael Slager  accusato grazie alla scena del delitto ripresa da uno smartphone  poi pubblicata su web.  – di Silvio D’Auria


Stamattina dalle 8:30 fino alle sei ore successive, maturandi alle prese con le quattro  tipologie delle prove. L’analisi del testo su un estratto del romanzo di  Calvino mentre le altre tipologie nelle quali si sono cimentati gli studenti sono stati il saggio breve o articolo di giornale, il tema storico e il tema di attualità a scelta dei maturandi.
La 1°prova. Per la traccia A un brano estratto da “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, romanzo del 1947, relativo all’analisi del testo.  La tipologia B, ovvero il saggio breve o articolo di giornale, elaborati sul Mediterraneo, sulle sfide del XXI° sec., sullo sviluppo scientifico-tecnologico nella comunicazione e sulla letteratura come esperienza di vita. Nella traccia C, quella storica, riflessione sulla Resistenza con un testo di Dardano Fenulli ufficiale dell’esercito condannato a morte l’8 settembre del 1943. Per la traccia D un brano di Malala Yousafzay, giovane pachistana, premio Nobel per la pace, ferita dai talebani per la sua lotta a favore della scolarizzazione femminile,  quindi per riflettere sul diritto all’istruzione. Sono le tracce per mezzo milione di studenti che oggi hanno affrontato la prima prova della Maturità 2015
Per trasmettere le tracce alle Scuole è stato utilizzato un plico telematico ovvero file criptati inviati per via informatica la cui password è stata trasmessa con la posta elettronica attraverso il sito del Miur e i profili dei social  Twitter e  Facebook del Ministero. Il secondo codice di accesso è stato comunicato stamattina dal Tg1,  letto in diretta dallo stesso Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che,  combinato con quello già in possesso delle Scuole, ha “decriptato” (aperto) i file inviati telematicamente che contenevano i temi sottoposti  ai maturandi.
La seconda prova. Quasi mezzo milione (489.962) di maturandi sperimenteranno i primi Esami di Stato con le novità introdotte nel 2010 dal “Governo Berlusconi”. Per effetto infatti della riforma Gelmini la seconda prova scritta sarà indicata da tracce in linea con i diversi indirizzi e con gli aspetti inerenti la vita quotidiana degli alunni. Introdotti già nei testi delle simulazioni delle stesso Miur, entrano per la prima volta in assoluto agli esami di Maturità. Simulazioni per il Liceo Scientifico mentre quelle degli altri indirizzi sono state pubblicate sul sito del Ministero stesso. Cambio di rotta anche per il Liceo Linguistico, la seconda prova è stata decisa dal Miur (Lingua straniera 1) quella principale per i singoli indirizzi del liceo linguistico, l’anno scorso erano i maturandi a scegliere la lingua da svolgere. Al Liceo Scientifico i candidati saranno alle prese con la  Matematica, al Liceo Classico con il  Latino,  Economia Aziendale negli Istituti Tecnici con indirizzo Amministrativo, Finanza e Marketing. Scienza e Cultura dell’Alimentazione negli Istituti  Professionali dei Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera, Tecniche della Danza invece al Liceo Coreutico e Teoria, Analisi e Composizione al Liceo Musicale.
Nella  terza prova di lunedì 22 giugno, la Commissione per l’accertamento di competenze, abilità e conoscenze, valuterà le esperienze nel percorso Scuola-Lavoro, stage e tirocini. Anche l’esame orale prenderà spunto da esperienze in tirocini. Il giorno degli esami orali sarà fissato da ogni  Commissione dopo la correzione degli scritti.


(Redazione, di Silvio D’Auria ) –  Altra bufera giudiziaria sul calcio italiano ancora dentro i loschi affari delle partite truccate. Continua “Dirty Soccer”, l’operazione giudiziaria sul sistema delle “combine”.
–  Il calcio italiano sprofonda ancora nel caos. “Dirty Soccer”,  l’operazione iniziata il mese scorso non si è completamente conclusa. Un nuovo filone di “calcioscommesse” infatti ha impegnato oggi  agenti  della Polizia di Stato con l’esecuzione di decreti di perquisizione  e notifiche di avvisi nuovi di garanzia ai Dirigenti del Teramo e del Savona Calcio relativi all’incontro di Lega Pro (Girone B) disputato tra le due squadre il 2 maggio scorso su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale  di Catanzaro.  Lotito ancora sotto inchiesta,  per lui nuovo avviso di garanzia, disposta pure la perquisizione nella sede della F.I.G.C. .
La scia dell’operazione “Dirty Soccer” oggi trascina un’altra bufera giudiziaria dalla quale emerge che il calcio italiano è ancora inquinato dai loschi affari delle partite truccate.  Indagati il Presidente ed il D.S. del Teramo Calcio  e il suo omologo del Savona Calcio  che si aggiungono agli altri soggetti già nel mirino del magistrati nella precedente operazione del 19 maggio scorso quando furono arrestate 50 persone. I massimi vertici delle due società sono accusati di aver “alterato”  il risultato della partita che ha permesso al Teramo di conquistare la promozione diretta in Serie B con una giornata di anticipo.
Cinque in tutto sono i nuovi indagati nell’inchiesta coordinata dalla D.D.A. di Catanzaro e condotta dai poliziotti  dello S.C.O. di Roma: il Collaboratore Tecnico del Parma ed ex D.S. della Ternana, Giuliano Pesce di  51 anni, ed il Presidente del Teramo, Luciano Campitelli di 58.  Perquisizioni e avvisi di garanzia per il D.S. del Teramo,  Marcello Di Giuseppe  di 47 anni, per il D.S. del Savona, Marco Barghigiani di 52,  e per  il calciatore del San Paolo Padova, Davide Matteini 32enne.
“Sistema marcio” in cui emergono risultai combinati. Secondo gli investigatori di calabresi,  il Teramo Calcio avrebbe incaricato l’ex D.S. dell’Aquila, Ercole Di Nicola, già indagato nell’ambito della stessa operazione, “perché combinasse il risultato dell’incontro a beneficio del Teramo”. Si sarebbe avvalso di Ninni Corda e Giuliano Pesce  pagando per la “combine” 30 mila euro.
Lolito ancora sotto inchiesta, per lui nuovo avviso di garanzia. Nell’altra indagine parallela della Procura di Napoli, che prende spunto da elementi  probatori diversi, è stata disposta la perquisizione nella sede romana F.I.G.C. Firmato avviso di garanzia per Claudio Lotito, Presidente della Lazio, che ora risulta nuovamente indagato. Il patron della società romana è accusato di tentata estorsione  attraverso l’utilizzo di mazzette da 30 mila euro. I presunti illeciti riguardano l’erogazione di contanti a favore di società calcistiche compiacenti.
L’inchiesta è nata dopo la registrazione di una telefonata con Lotito consegnata agli inquirenti dal D.G. dell’Ischia Calcio, Pino Iodice. L’episodio è emerso nelle stesse indagini nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Soccer”. Nella bufera che si abbatte anche sulla Federcalcio, saltano fuori le conversazioni telefoniche del 13 febbraio scorso durante le quali Lolito si dice preoccupato per la promozione (poi avvenuta!) del Carpi in Serie A: ” Ho detto ad Abodi che se mi porta squadre che non valgono un c…,  tra due o tre anni non avremo più un soldo… ”  (Silvio D’Auria)

Scrive Arnone, dopo i risultati elettorali per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale di Agrigento, in una delle sue dichiarazioni-denuncia:
“(…) La città dunque ha operato, fotocopiando i vecchi meccanismi del voto democristiano degli anni ’80, una scelta di piena continuità con l’Agrigento della clientela, degli scandali, del malaffare. Da questo punto di vista, il risultato porta Agrigento nuovamente appunto a 30 anni indietro. Ma vi è, rispetto agli anni ’80, una grande novità: che già esistono le prove per mettere Firetto in galera…”
Caro Avvocato, negli anni ho condiviso (e scritto) volentieri, seppur a distanza, le tue (e sulle tue) battaglie per la legalità in cui hai impiegato faccia, coraggio e fegato denunciando, senza risparmiare nomi e cognomi, la “mala gestio” della Cosa Pubblica (ruberie, corruzione, abusi, diritti negati, etc.) con articoli e pubblicazioni per varie Redazioni pur contestandone testualmente, spessissimo e senza mezzi termini, le “eccentriche” modalità che, secondo la mia opinione, hanno fatto di Te anche un “singolare personaggio”, nella eccezione – perdonami! – che non serve certo ad appagare la Tua autostima. E lo sai, sei consapevole di esserlo. Esasperando a volte anche i tuoi più fedeli sostenitori. Dopo l’elezione del neo Sindaco di Agrigento (ex primo cittadino di Porto Empedocle), continui imperterrito a gridare allo scandalo elettorale, argomenti accusando il nuovo eletto e i suoi più “influenti” politici-fiancheggiatori.
In più occasioni, e in particolare in questa, urli contro “l’Agrigento della clientela, degli scandali, del malaffare” mentre tieni il dito puntato contro la maggioranza degli elettori artefici, a tuo dire, del ritorno “alle logiche del passato” tranne in qualche vago distinguo nella generalità della popolazione votante. Sembri dipingere una Città di “cittadini” (scusa il gioco di parole… voluto!) sordi, ciechi, muti come se fossero individui avulsi da ogni desiderio di normalità, di legalità, di trasparenza, di rinnovamento, di riscatto che hanno votato il “miglior offerente”, con evidente richiamo alla peggiore delle allusioni.
Non riesci a dominare la rabbia (è una costante) che nutri per i due terzi dei voti espressi dalla moltitudo livellata ed omogenea agrigentina, da pecore per intenderci. Travestite da esseri umani catturati con le bende del qualunquismo, del pressapochismo, che vive all’ombra dei Templi e si adatta volentieri alla corruzione, al malaffare in balia dell’ignoranza sull’arma del voto quindi dell’opportunità sprecata circa il cambiamento che esso avrebbe assicurato se fosse stato esercitato con “libertà” ovvero votandoTi e in ultimo, ma non meno evidenziato, dello “scambismo” elettorale che è iniziato a consumarsi già dietro le tende delle cabine dove si è votato. Vituperandoli!
Mi sono occupato della cronaca della campagna elettorale e, lunedì, dei dati sullo spoglio in diretta per una Radio siciliana. Dopo la chiusura delle urne i soli nomi, dati, numeri e percentuali, per me che scrivo con la passione che questo lavoro impone, francamente contano poco. Limitarsi al racconto asettico dei risultati elettorali per un cronista lo trovo frustrante. In qualsiasi competizione, si sa, vincitori e vinti non tradiscono sentimenti di felicità e sconforto. Sorrisi, abbracci e urla di gioia. Comitati elettorali affollatissimi, brindisi, strade invase da auto con bandiere al seguito. Ma pure facce che non vedi nemmeno dopo una finale di Coppa del Mondo persa ai rigori o che sembrano essere prese in prestito da quelli che tornano dal funerale della persona più cara.
Terminata la cronaca dello spoglio il momento per me era favorevolissimo, ho deciso quindi di raccogliere gli umori “a caldo” del dopo-elezioni. Avevo tutto su un piatto d’argento. Facile, facile e senza interminabili telefonate, e.mail, messaggi, appuntamenti, incontri, studi, uffici e scrivanie. Ho intravisto tanta gente comune, modesta, silenziosa. Persone normali, apparentemente non schierate, eterogenee. E con gli occhi lucidi. Volevo leggerne i volti mentre mi chiedevo come avessero accolto il risultato delle urne. Con una accentuata curiosità che solo certi momenti possono legittimare, ho raccolto gli umori delle mie “prede”. Tanto io ho una buona scusa per farlo, da 25 anni… Di solito chiedo con sfrontatezza come fossi uno di loro per sentire confidenze e opinioni, lì al momento ma con atteggiamento composto, discreto e naturale. Non ho utilizzato approccio diverso neanche questa volta.
Qualcuno, con titubanza e forse sospetto, in un primo momento ha girato le spalle quasi a volermi rispondere con aria di sufficienza “Fatti i fatti tuoi….” (uso un eufemismo). Ho avuto questa impressione. Ma non appena mi sono qualificato spiegando al contempo le testimonianze che volevo documentare, è sempre così, mi ha risposto con la classica domanda che lo rassicura: ” Ah? Sì, mi dica. E cosa voleva sapere? ” E in un nanosecondo, anche il più diffidente di loro, eccolo rispondermi come un fiume in piena… Finite le interviste, dopo l’ultimo “Grazie, arrivederci!” mi accendo finalmente una sigaretta mentre riordino schematicamente alcune delle tante dichiarazioni raccolte.
Ho ripensato, caro Avvocato, a molte di quelle facce scelte un pò a caso: quelle delle casalinghe (…non di Voghera!) di Fontanelle, del Villaggio Peruzzo che hanno votato “ …preoccupate del futuro dei nostri figli ”, quella del disoccupato che stringe le spalle e racconta che “ …per ora do una mano a mio zio in una merceria al Quadrivio, finché deciderà di tenerla aperta “, quella della commessa di via Atenea, il salotto della Città, con una laurea in Architettura, che è ” …in attesa di meglio, magari di qualche concorso perché con il mio fidanzato vorremmo sposarci “, quella del pensionato seduto sulla panchina della Villa Comunale che sostiene” …sono andato a votare dopo 15 anni per dare un futuro a mio nipote “, quella dell’insegnante di Lettere a Milano che chiede conferma della vittoria di Firetto mentre mi confessa “ …vorrei tornare e lavorare qui soprattutto per i costi insostenibili dell’affitto del bilocale preso a Rho ”, quella di un gruppo di ventenni, o poco più, davanti ad una gelateria che interrompono i tic sui loro smartphone per darmi retta qualche minuto e sottovoce rispondere “ … con questo Sindaco speriamo di rimanere ad Agrigento e non emigrare ” e poi quella della receptionist in uno degli hotel di San Leone che ammette senza difficoltà “ …una paga modesta, ma se copro il turno lungo e i festivi guadagno di più “.
Testimonianze casuali, tante per il contenuto sono quasi repliche per il nuovo Sindaco che si aggiungono a quelle assolutamente esatte e contrarie che non nascondono la delusione del verdetto elettorale. Agrigentini a cui non è finito il fiato per ribadire il rifiuto della “politica dei politicanti” mentre provano a modulare la voce intrisa di rabbia contro il nuovo primo cittadino e i suoi alleati. Assieme a loro moltissimi che però che si affidano a Firetto, colui che sostieni essere sulla strada che porta a C.da “Petrusa” verso il carcere agrigentino (da cui prende il nome) perché dici “contro di lui esistono le prove ”. Gente qualsiasi che non crede che “ ‘u biondinu, novu Sinnacu di Girgenti” sia il Santo della politica, ma sanno bene che nella vicinissima Vigata c’è sicuramente un aria di salsedine diversa, più tenue, meno corrosiva che nei decenni passati, inadatta ad arrugginire la dignità di donne e uomini del paese di Andrea Cammilleri. Consapevoli della tanta ruggine che c’è nel tessuto politico-partitico della provincia agrigentina tanto bistrattata, che è anche la mia (!), dove la peggiore D.C. si radicò per farne uno dei suoi principali “feudi” del malaffare in Sicilia lungo tutta la provincia. Da Sciacca a Ravanusa passando per il capoluogo, appunto. Ti accusano di populismo, ma su quest’ultimo argomento, che abbiamo imparato a conoscere a nostre spese, è davvero difficile darti torto.
Caro Avvocato, la loro scelta elettorale non è meno pulita di quella minoritaria (3.23%) che avrebbe voluto Te a capo della nuova Amministrazione. E non è stata comprata, credici. Firetto ad Agrigento avrà subito tanto da fare se non vuole correre in rischio di degradare la buona popolarità politica che si porta dietro dalla precedente gestione amministrativa, secondo la più diffusa opinione degli empedoclini. Ha dato un nuovo volto al loro Comune che negli anni è cambiato ma dovrà confermarlo sin da subito. Attorno a lui le attese sono decisamente maggiori rispetto a quelle degli altri candidati al posto suo.
Quello che conta da oggi è che ad un tiro di schioppo dalle “colonne doriche” ci sono altre facce. Belle e brutte, quelle degli agrigentini che tu indichi in modo – consentimi! – dissacrante. Dalla vicina Porto Empedocle hanno udito, visto e, con il loro voto, hanno “parlato” nel silenzio delle urne per l’Agrigento dei prossimi cinque anni affidando la guida a Firetto. Un consenso a valanga (59.01 %) andato oltre le ipotesi elettorali più ottimiste. Nessuna previsione, lo so. E’ troppo presto per chiedersi che ne sarà della Città, dei quartieri più periferici, di San Leone da qui ai prossimi mesi, ai prossimi anni. I suoi abitanti, intrappolati nello loro scetticismo più per abitudine che per convinzione, quasi fosse congenito, e di cui spesso essi stessi sono vittime, hanno negato il voto a Te e agli altri candidati a beneficio “du biondinu”.
C’è una sfiducia generale da nord a sud dello stivale che qui si ripropone puntualmente con maggiore prepotenza grazie quel poco gratificante rito delle statistiche annuali sulle città italiane. Sfiducia che si vorrebbe allentasse la presa sugli agrigentini. Sul punto, molto dipenderà dalla responsabilità che Firetto alla giuda riuscirà ad assumersi mentre deve dimostrare, a breve, almeno di non farla diventare incontrollabile. Perché da terra di Pirandello a terra di “gettonopoli” è mortificante!.
Intanto si ricomincia attraverso un nuovo tentativo sottoscritto nelle urne perché lassù oltre i Templi possa giungere aria che non ossida e arrugginisce la loro speranza. Il loro futuro. Lontana dall’umiliante e riprovevole etichetta di “popolo complice del clientelismo e del malaffare”, c’è una Città di cui avresti voluto prenderne le redini animato da un arrivismo che mi ricorda uno come Te dalle mie parti, purtroppo Una Agrigento diversa che ha deciso di cambiare ossigeno. Intollerante ormai alle bende, che vuole ripartire, ma attenta a non illudersi.
Senza nessuna velleità politica e nessuna rissa ideologica, Silvio D’Auria

Secondo un’ indagine condotta da SWG e commissionata da British American Tobacco Italia e i risultati
delle ultime ricerche KPMG ed EPS fanno luce su un fenomeno a dir poco inquietante., quello del contrabbando.
Tra le città maggiormente colpite da questo fenomeno: Palermo, Napoli, Milano e Bari.

“Dai dati riportati dall’ultimo Rapporto annuale di KPMG, nel 2014, il mercato illecito di sigarette ha visto nell’UE un notevole incremento delle sue dimensioni, con un totale di 56,6 miliardi di bionde illegali consumate, che rappresentano il 10,4% del consumo totale. I costi di questo mercato superano gli 11 miliardi di euro l’anno in mancate entrate erariali e, nel suo insieme, il commercio illecito rappresenta il quinto fornitore di sigarette dell’Unione Europea.

Nel 2014, più di 8 sigarette illegali su 10 hanno avuto provenienza extra UE, un dato aumentato del 10% rispetto al 2013. I flussi di “illicit white” in particolare sono cresciuti, in tutta l’Unione Europea, dell’8% rispetto all’anno precedente. I picchi maggiori di consumo in Polonia, in Spagna, in Grecia ed anche in Italia.
Nel nostro Paese il consumo di sigarette illegali è cresciuto del 20% nell’ultimo anno, raggiungendo i 4,42 miliardi di bionde (di cui oltre la metà sono “illicit white”) e il 5,6% del mercato, con un danno per lo Stato di circa 770 milioni di euro di mancati introiti fiscali.

I dati EPS confermano che Palermo rappresenta il “varco” dalla Tunisia per l’ingresso in Italia delle bionde di contrabbando: i carichi giungono prevalentemente attraverso le navi passeggeri e i venditori sono per lo più di nazionalità italiana, soggetti legati a vario titolo alla criminalità organizzata locale. Lo smercio avviene sia nelle ore diurne che serali, soprattutto attraverso bancarelle nei mercati rionali e nei quartieri più popolari.
Circa il fenomeno “contrabbando”, a Palermo, l’opinione pubblica sembra la meno informata sulla filiera produttiva del tabacco e la più propensa a ritenere il contrabbando quasi un “fenomeno di costume” che rimarrà sempre in vita (75%).
Nemmeno Napoli, Milano e Bari scherzano.
Nell’ultimo anno, il Duty Free è diventata la componente principale del mercato illecito, superando l’importanza dei prodotti “cheap white”.  Il prezzo è ritenuto un fattore chiave nella scelta da parte dei consumatori, che acquistano spesso le bionde di contrabbando per strada sulle bancarelle dei venditori ambulanti.
E mentre a Napoli gli intervistati  mostrano  la maggiore esposizione al fenomeno rispetto all’intero Paese a Milano risulta essere, dalle stime EPS, la capitale dell’ “illecito by night”: i prodotti del commercio illegale non vengono venduti in strada, ma durante i fine settimana e di notte, soprattutto da venditori ambulanti immigrati. Si registra tra gli intervistati un’esposizione generale al fenomeno superiore alla media nazionale e si chiede con forza che vengano riviste le sanzioni relative al contrabbando (72% del campione). I milanesi sono i più determinati nel ritenere il commercio illecito dei prodotti del tabacco un comportamento inammissibile e da contrastare con ogni mezzo: il 76% ritiene necessario un inasprimento delle pene per i trasgressori.
A Bari, infine, nel Quartiere Libertà, situato in corrispondenza del Porto, si caratterizza come il vero centro nevralgico della distribuzione dei tabacchi di contrabbando. I carichi provengono dalla Grecia e dai Balcani, attraverso i porti dell’Adriatico e sono costituiti nella maggior parte dei casi da “cheap white”. I marchi più richiesti subiscono delle variazioni di prezzo che dipendono dalle modalità e dall’area di vendita, A Palermo così come a Bari le bionde di contrabbando sono smerciate da soggetti di nazionalità italiana legati a vario titolo alla criminalità organizzata locale.
La percezione del contrabbando, rivela SWG, è marcatamente associata alla mancanza di posti di lavoro: in questo territorio sussistono i più alti livelli di giustificazione del crimine, considerato “poco grave” e fonte di sostentamento per le famiglie (63% del campione)”.

Fonte: INC-Istituto Nazionale per la Comunicazione

Dalila Ferreri


Palermo. Dal 5 al 7 Giugno presso il complesso di Sant’Anna a Palermo, sede della Galleria d’arte moderna si terrà la fiera dell’editoria indipendente “Marina di Libri”.  Nata da un’idea del Centro commerciale naturale “Piazza Marina & dintorni”, la fiera è organizzata e promossa in collaborazione con le case editrici Sellerio e Navarra e la sponsorizzazione di Unicredit. Le case editrici presenti quest’anno saranno 49.
Per l’edizione di quest’anno, la sesta in ordine di tempo, sarà presente l’emerito scrittore Andrea Camilleri.
Il ritorno dello scrittore di Vigata (cui a fianco sono annunciate presenze del calibro Giorgio Fontana, Francesco Piccolo, Michela Murgia) entusiasma già da adesso il pubblico. Si annuncia infatti numerosa la partecipazione all’evento, in vista della sua apertura prevista per l’appunto il 5 Giugno.
L’evento presentato da Giorgio Manzini accoglierà lo scrittore empedoclino in una veste promozionale. Lo scrittore di fatto, torna a Palermo per presentare la nuova indagine del commissario Montalbano “La giostra degli scambi”.
Come tutte le ferie, che vedono la letteratura e dunque la promozione libraria centrale, “Marina di Libri” promuove con i suoi incontri, i cambiamenti dell’editoria (relativi oggi all’avvento del digitale). Dall’influenza della distribuzione sul mercato editoriale all’importanza che oggi acquisiscono i premi letterari per il destino di vita di un libro sino alla diffusione dei nuovi linguaggi e al rapporto oggi tra letteratura e nuovi media.
Si parlerà anche di social reading, della famosa letteratura in un tweet, di premi letterari. Torna infine anche lo speaker’s corner, ovvero lo spazio dedicato agli autori emergenti. A ciascuno verranno concessi dieci minuti per far conoscere al pubblico i propri lavori.
L’evento che si prospetta essere di buon auspicio per la promozione culturale italiana, oltre ai sopracitati ospiti, potrà contare della presenza di numerosi altre firme della società letteraria contemporanea. Fra cui: Vincenzo Pirrotta (“La caduta degli dei”), Piero Melati (“Vivi da morire”), Giorgio Vasta, Antonio Manzini e Alessandro Robecchi (che parleranno dei loro anti-investigatori Schiavone e Monterossi), le finaliste del premio Rapallo Letizia Muratori, Valentina Durbano e Carmen Pellegrino, il vincitore dello Strega 2014 Giorgio Fontana. Infine Marco Cubeddu, Fulvio Abbate e Roberto Alajmo.

Dalila Ferreri

Nato per diffondere la cultura dei lasciti solidali. Ovvero? Tutti i falsi tabù che si celano dietro i macro luoghi comuni quali: “parenti serpenti”, “divisioni patrimoniali”. Risulta essere la prima vera campagna che conta grandi sostegni nel panorama delle grandi organizzazioni italiane:  ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro e Save the Children – a cui oggi aderiscono Aiuto alla Chiesa che soffre, Amref, Cesvi, Libera, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Telefono Azzurro e Università Campus Bio-Medico di Roma.
Il sito www.testamentosolidale.org, creato appositamente dalle organizzazioni, corredato di guida chiarisce il valore dell’iniziative. Un’esaustiva panoramica sul tema del lascito che va dalle tipologie di testamento (olografo, pubblico, segreto) alla quota “disponibile” di patrimonio che può essere destinata ad un lascito solidale (una qualsiasi somma di denaro, un bene mobile o immobile, la polizza vita, azioni o titoli d’investimento).
L’indagine, curiosa e orginale, promossa da Doxa rivela come per i giovani d’oggi sia ancora poco chiaro il valore del “lascito”. E’ emerso, infatti, che il 55-60% è ‘curioso’, aperto e interessato a donare agli altri attraverso le ultime volontà, il 25-30% è ‘altruista’, ha già deciso infatti di fare un lascito nel futuro, mentre un 15-20% è (legittimamente) ‘egoista’, diffidente, poco propenso a condividere con gli altri quello che sarà in suo possesso.
In percentuali equamente distribuite emerge che in molti non ne comprendono l’impiego, mentre altri fra cui testimoni del mondo dello spettacolo hanno già proceduto a promuoverlo.

“I risultati della nostra indagine tra i giovani – spiega Rossano Bartoli, portavoce di Testamento Solidale e Segretario Generale Lega del Filo d’Oro- sono la ragione e il futuro della Campagna: in un momento di crisi in cui c’è fame di futuro per tutti e un comprensibile arroccamento a difesa di quello che si ha o si avrà in eredità, scoprire che i giovani non sono chiusi alla solidarietà, ma anzi esiste una quota del 25-30% che ha già un progetto di lascito in mente o vede la legittima come uno strumento che frena la libertà di fare testamento pensando agli altri ci sprona ad andare avanti nel nostro compito di fare cultura del testamento solidale in Italia. È nostro dovere continuare a tenere informati i giovani, riducendo quel 70% di italiani under 35 che ancora non sa cosa è il lascito solidale, dando a tutti gli strumenti per orientarsi verso un gesto semplice di generosità e altruismo”.

In ultima istanza, Doxa delinea, i tre profili di giovani di fronte all’idea di lasciare agli altri parte dei propri beni attraverso le disposizioni testamentarie, e quindi al lasciato solidale.
A prevalere i curiosi (55.60 %) degli under 35. Positivo per loro donare agli altri un lascito, non impoverendo in alcun modo la propria famiglia ma contribuendo ad una quota del patrimonio di beneficienza riconoscendo il lascito come una forma di tutela dei propri diritti.
Gli altruisti (circa il 25%) fautori della generosità, trovano giusto donare una quota avendone libero arbitrio circ la destinazione del proprio testamento.
Infine gli egoisti (15-20%) scettici, vedono nella donazione testamentaria, una causa dell’impoverimento familiare futuro.
“I giovani conoscono il concetto di ‘legittima’ in numero sorprendente (44% dei casi), anche tenuto conto della giovane età degli intervistati e della scarsa propensione degli italiani verso il testamento’ commenta Albino Farina, Consigliere Responsabile dei Rapporti con il Terzo Settore del Consiglio Nazionale del Notariato.
Gli adulti invece? Fra questi il 9% degli italiani over 55 è intenzionato a compiere concretamente donazioni.

Milano. Proprio stamani a Milano, a Rho Fiera dov’è in corso Expo2015 ,nel giorno delle commemorazioni del giudice Giovanni Falcone, si è celebrato il No mafia day. La fiera internazionale ricorda il magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 insieme alla sua scorta.
Ad organizzare la giornata I 14 comuni siciliani riunitisi al cluster Bio Mediterraneo dal Gal Metropoli Est, su patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia.
Le iniziative in programma saranno trasmesse da tutti i padiglioni dei 144 paesi partecipanti e saranno riprese dalla Rai. Da Palermo, in collegamento, anche i video saluti di Maria Falcone, di Rita Borsellino, e di Tina Montinaro, vedova dell’agente di scorta Antonio Montanaro.
Dalla piazza del cluster, un collegamento in diretta live con l’aula bunker di Palermo dov’era in corso il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Durante la trasmissione in sincronia centinaia di studenti di istituti superiori siciliani e lombardi hanno applaudito, indossando per l’occasione t-shirt con l’immagine dei due magistrati siciliani.
Tra gli ospiti emeriti, anche l’ex procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli e il magistrato e assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella.
La strage di Capaci di 23 anni fa nel “No mafia day” di Expo, nella giornata dedicata alla legalità e alla memoria delle vittime di mafia diventa l’occasione per affrontare il tema della lotta alle agromafie. Oggetto di dibattito a partire dalle 17 di questo pomeriggio sino alle 17.58, ora in cui avvenne l’attentato al giudice Giovanni Falcone. Appuntamento dall’albero, che lo ricorda, per il doveroso minuto di silenzio.  Alle 19 infine si esibirà il rapper antimafia Othelloman.

Dalila Ferreri