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La giuria della grande manifestazione cinematografica che ogni anno si svolge nella splendida isola siciliana di Salina,  quest’anno ha premiato Magic Island,un documentario firmato Marco Amenta. A consegnargli il premio Irritec Sicilia Doc come Miglior Documentario della nuova sezione per il Concorso Nazionale Sicilia sono stati Maria Cuffaro (TG3), Salvatore Cusimano (Direttore Rai Sicilia) e Mario Di Caro (La Repubblica).
In palio per il meritevole vincitore la prestigiosa opera dell’artista Loredana Salzano, ispirata al mito delle “rupi erranti”, sette isole brade idealmente sospese tra mare terra e cielo.
I motivi che hanno portato a scegliere il documentario di Amenta sono numerosi. Il regista ha raccontato infatti di aver seguito per tre settimane Andrew, il figlio del famoso Vincent Schiavelli, il quale torna a Polizzi,  paese d’origine del padre, solo dopo la sua morte avvenuta nel 2005. Il ritorno del figlio è descritto in alcune sequenze chiave del lungometraggio: come la visita alla tomba del padre e ad alcuni vecchi amici della cittadina siciliana.
Una menzione particolare è stata inoltre riconosciuta a Sicilia Jass, un film che ripercorre e ricostruisce le origini, dal successo al declino, del trombettista Nick La Rocca, fondatore della Original Dixieland Jazz Orchestra. Primo disco della storia del jazz, datato 1917. Un viaggio a cavallo di due continenti con destinazione ultima New Orleans
Durante la premiazione sono inoltre stati ricordati i motivi culturali e sociali di promozione dell’evento siciliano, quali l’ambiente e la salvaguardia delle risorse. Irritec infatti, azienda che intitola il noto premio documentatistico, da oltre 40 anni  leader mondiale nella produzione e distribuzione di prodotti per l’irrigazione a goccia, ha presentato il KIT IrriGo, uno strumento che consente, grazie al risparmio idrico, di irrigare a goccia il proprio orto di casa.

SalinaDocFest: Marco Amenta vincitore del premio Irritec Sicilia.La giuria della grande manifestazione cinematografica che ogni anno si svolge nella splendida isola siciliana di Salina,  quest’anno ha premiato Magic Island,un documentario firmato Marco Amenta. A consegnargli il premio Irritec Sicilia Doc come Miglior Documentario della nuova sezione per il Concorso Nazionale Sicilia sono stati Maria Cuffaro (TG3), Salvatore Cusimano (Direttore Rai Sicilia) e Mario Di Caro (La Repubblica). In palio per il meritevole vincitore la prestigiosa opera dell’artista Loredana Salzano, ispirata al mito delle “rupi erranti”, sette isole brade idealmente sospese tra mare terra e cielo.I motivi che hanno portato a scegliere il documentario di Amenta sono numerosi. Il regista ha raccontato infatti di aver seguito per tre settimane Andrew, il figlio del famoso Vincent Schiavelli, il quale torna a Polizzi,  paese d’origine del padre, solo dopo la sua morte avvenuta nel 2005. Il ritorno del figlio è descritto in alcune sequenze chiave del lungometraggio: come la visita alla tomba del padre e ad alcuni vecchi amici della cittadina siciliana.  Una menzione particolare è stata inoltre riconosciuta a Sicilia Jass, un film che ripercorre e ricostruisce le origini, dal successo al declino, del trombettista Nick La Rocca, fondatore della Original Dixieland Jazz Orchestra. Primo disco della storia del jazz, datato 1917. Un viaggio a cavallo di due continenti con destinazione ultima New OrleansDurante la premiazione sono inoltre stati ricordati i motivi culturali e sociali di promozione dell’evento siciliano, quali l’ambiente e la salvaguardia delle risorse. Irritec infatti, azienda che intitola il noto premio documentatistico, da oltre 40 anni  leader mondiale nella produzione e distribuzione di prodotti per l’irrigazione a goccia, ha presentato il KIT IrriGo, uno strumento che consente, grazie al risparmio idrico, di irrigare a goccia il proprio orto di casa.

Il Castello Ursino di Catania ospita dal 22 aprile al 23 ottobre 2016 il Museo della Follia. L’esposizione mette insieme oli, sculture e disegni di Antonio Ligabue; dipinti e collage del pittore contadino Pietro Ghizzardi; sculture di Cesare Inzerillo e centinaia di opere sulla pazzia create dal 1600 a oggi.
Il Museo, nato da un’idea di Vittorio Sgarbi, è realizzato da Giovanni Lettini, Sara Pallavicini, Stefano Morelli e Cesare Inzerillo. L’esposizione è una coproduzione Comune di Catania, Centro Studi & Archivio Ligabue di Parma presieduto da Augusto Agosta Tota, Fenice – Company Ideas e vede il patrocinio del Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo). “Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui- Vittorio Sgarbi. “La grande rilevanza civile di questa mostra – ha detto il sindaco Enzo Bianco – risiede nella possibilità data ai più anziani di ricordare l’orrore che rappresentò la scoperta dei manicomi e dei reparti per gli irrecuperabili nell’Italia degli anni Settanta, e ai più giovani di comprendere perché non si debba mai tornare indietro. I manicomi erano ghetti, lager, in cui si consumava un piccolo olocausto quotidiano annientando esseri umani sofferenti nel sonno delle nostre coscienze. Il Museo della follia diventa così uno specchio che il curatore, Vittorio Sgarbi, ci pone davanti. Un po’ come fece Alda Merini scrivendo ‘La pazza della porta accanto’”. In mostra anche documenti su gentile concessione di Rai Teche, la proiezione dei video: «Linea Diretta – Discussione su “Legge 180” » e «X Day – I grandi della Scienza “Franco Basaglia”». In mostra anche documenti: la storia della Legge 180, una sorta di Wunderkammer dell’alienazione che espone camicie di forza, apparecchi per l’elettroshock, apribocca, medicine, ritratti di pazienti psichiatrici, l’inchiesta del Senato sugli ospedali psichiatrici giudiziari e documentari Rai. Grazie al contributo del Senatore Francesco Marino, all’interno di una stanza cieca e cupa, probabilmente adibita anticamente ai più deliranti agitati, rumorosi, pericolosi vi è proiettato un altro video-denuncia sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (realizzato dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sull’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale – Senato della Repubblica). L’oggetto diventa sempre più schiacciato all’aumentare della velocità di battiti del cuore, lo spazio si contrae rapidamente, il tempo subisce la stessa sorte, cioè si dilata e rallenta. Non c’è più separazione tra osservatore (inerme) e il folle (anche se assente) che vive ancora nel ricordo che portano le mura dell’ex ospedale psichiatrico. Nella proiezione vengono anticipate, come una guida e per bocca dello stesso Vittorio Sgarbi curatore della mostra, le tre sezioni in cui si articola l’intero percorso:
Tutti i Santi – Le sculture di Cesare Inzerillo “che dà la traccia, evoca inevitabilmente Sigmund Freud e Michel Foucault, e apre la strada a un inedito riconoscimento, a una poesia della follia che muove i giovani in questa impresa” ha dichiarato V. Sgarbi. Alcune statuine, piccole cariatidi che rappresentano “una classe morta”, in cui i soggetti (pazienti, dottori e infermieri, distinguibili solo dai dettagli dell’abbigliamento, ridotti a mummie, uniti dalla improba lotta contro la sofferenza e la morte) si rimane sospesi in una zona di confine: mummie in un limbo tra realtà e sogno, nel fugace transito tra il mondo terreno e l’aldilà.
mummia- scultura di Cesare Inzerillo
La griglia – Fotografie, dipinti e neon. Novanta ritratti di pazienti ritrovati nelle diverse cartelle cliniche negli ex-manicomi d’Italia compongono una griglia di oltre 12 metri dove un neon luminoso, seguendo il contorno di ciascun ritratto, dona luce e rumore ai pensieri di ciascun volto. Colpisce la rappresentazione dei volti, dai tratti facciali omessi stratagemma per celare parzialmente e rispettare l’identità del malato, ma anche una astuta rappresentazione della malattia universalmente riconosciuta come “follia” di coloro in cui l’io fisico e l’io psichico non coincidono; inoltre la testa rappresenta il nucleo cosciente della persona, il suo Io razionale che controlla impulsi, istinti e gestisce le relazioni sociali e in molte delle immagini luminose sullo schermo le teste di questi sfortunati protagonisti sono volutamente più grandi (della normale proporzione testa/corpo) chiaro rimando ad un Io debole e i volti (in psicologia centro delle relazioni, del contatto emotivo e sensoriale con la realtà sociale) indicano poiché deficienti di occhi, naso o bocca: ritiro ostile, offeso da una realtà sociale in cui il soggetto non riesce ad inserirsi, isolamento e rifiuto di partecipazione sociale. Sala dei Ricordi – Oggetti abbandonati con decine e decine di teche contengono libri di letteratura in lingua originale che hanno trattato il tema della follia nel corso dei secoli, farmaci ritrovati nei manicomi, effetti personali dei pazienti, giocattoli e disegni dal passato inquietante.
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La griglia-Museo della Follia-Castello Ursino-Catania-Maggio 2016- Elisa Carlisi ph
Nei “folli” come in Ligabue la pazzia era solo il proprio essere istintivo ed autentico nella vita, come nel suo essere pittore. Antonio Ligabue in arte, Antonio Laccabue (per nascita), detto “Al Matt” è riconosciuto, come il più alto esponente dei Naif italiani, riempie la realtà della campagna lombarda di alberi e foglie di una fantastica giungla popolata di animali domestici e selvaggi. Comincia a disegnare da piccolo, la sua forza è nel segno, forte, marcato, comincia un percorso esplorativo nel campo dell’arte. La sua “diversità” (un po’ menomato e un po’ folle, ma non troppo) colpisce lo scultore Marino Renato Mazzacurati nel 1927, che diede una svolta finalmente positiva alla sua vita sfortunata, che gli insegnò l’uso dei colori ad olio, aiutandolo a padroneggiare il suo talento e facendolo entrare nel mondo artistico. Ligabue non ha più problemi economici e lui può dedicarsi così alle sue passioni, tra cui la motocicletta che sarà causa di un incidente che, insieme ad una paresi che lo colpisce nella mente e nel fisico, lo porterà a dipingere sempre meno (da qui il suo “Treciclo volante” rappresentava una creatura ermafrodita, un po’macchina e un po’insetto, che ripropone il primo mezzo di locomozione di ognuno di noi ed il sogno del volo). Il coinvolgimento di Antonio Ligabue nella natura circostante, lo spinge addirittura ad aspirare ad essere uccello, un insetto, o uno dei suoi animali. Negli anni fra il 1930 ed il 1940, Ligabue oltre che con la pittura si esprime con la scultura; comincia un percorso esplorativo nel campo dell’arte, che lo porta a “rubare” il fango dalle ruote dei trattori dei contadini e ad impastarlo con l’argilla presa dal Po argilla che depurava masticandola pazientemente e rendeva malleabile impregnandola di saliva per creare le sue sculture, animali in prevalenza, dalle linee nette, rudi, forti. Dal blocco d’argilla Ligabue toglieva materia sbozzando la figura che voleva rappresentare, poi rifiniva il modello a colpi di pollice, usando un attrezzo affilato ed appuntito per scolpire alcuni particolari.
Gli animali sono i soggetti delle sculture di Ligabue, ma, a differenza di quelli dipinti, sono più realistici, come presi dalla pittura dell’ottocento, dimenticando le fantasiose deformazioni.
La maggior parte delle prime sculture di Ligabue, essendo fatte di materiale fragile, sono andate perdute, ma quando, dopo un decennio, negli anni ’50, riprende a scolpire, Ligabue si premura di cuocerle in modo da garantirne una più a lungo la durata. “L’artista prima o poi si ritira” (Fabri Fibra – Il Rap Nel Mio Paese) o lo internano nei manicomi: grandi cattedrali di donne e uomini determinati, liberi, folli ecco il perché del nome: Museo della Follia da Antonio Ligabue – Pietro Ghizzardi. “Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno. E quel sogno, con piena soddisfazione, oltre ogni tormento, rappresenta”, ha dichiarato Vittorio Sgarbi. Una sezione espositiva del “Museo della Follia” è costituita da una grande mostra antologica dedicata ai due artisti. L’iniziativa presenta 190 opere, di cui 12 dipinti e 2 disegni, di Antonio Ligabue e 37 opere di Ghizzardi. La mostra è organizzata da Augusto Agosta Tota, presidente del Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma. Preziosa occasione per incontrare lo storicizzato e conoscere l’inedito, lasciandosi irretire dall’arte di due rappresentanti del Novecento medio-padano, che con aria allucinata, senso della natura, adesione ad una umanità al limite della sopravvivenza materiale e spirituale, sono stati capaci di una strenua lotta, anche quando appariva perduta nelle nebbie della follia. Ecco dunque 12 oli di Ligabue: Cavallo datato 1939-1942; un Ritratto risalente al 1941; eseguito fra il 1948 e il 1950 Cavalli all’aratro; fra il 1952 e il 1962 Ritratto di Donna; Scorpione, in due versioni differenti; Paesaggio agreste; Vedova nera con preda; Gatto con la talpa; datato fra il 1953 e 1954 Testa di tigre mentre Paesaggio con cani risale agli anni 1953-1955. Fra il 1957 e il 1958 è identificata la data di Lepre. Due disegni inediti senza datazione sono Alce e Cavallo. Fra i 37 lavori di Pietro Ghizzardi troviamo le tecniche miste Claudia Cardinale del 1960, Marilyn del 1968 e Mina del 1970.
La malattia disegna sul corpo ma nessuno può frenare la mente, lo spirito ( libero ) e la fantasia. Ligabue dopo 2 anni dalla paralisi, muore, perché non poteva più usare il suo braccio destro, muore perché non poteva più dipingere la propria libertà! L’arte cambia un uomo, la sua percezione del mondo e lo arricchisce di stimoli e di emozioni inattese, dà speranza per il futuro. Così il museo, ospedale prima e luogo di ricordi poi, si trasforma per assolvere al compito proprio di conservare (proteggere), mostrare (educare), al servizio della società e del suo sviluppo (cambiamento). I Romani erano convinti che la memoria risiedesse nel cuore (dal latino recordari e poi nell’inglese by heart, letteralmente con il cuore, e significa a memoria), Platone disse “questa conoscenza (la scrittura) renderà gli egizi sapienti e capaci di ricordare poiché con essa è stato trovato il farmaco della memoria e della sapienza”, oggi non vediamo i farmaci psichiatrici ma avvertiamo un dolore al cuore per ciò che è stato in passato quando il Castello Ursino fu luogo di fantasmi e di abbandono. Come Roncati pensava nel 1887 nel suo Compendio d’igiene (1887) l’ospedale psichiatrico deve essere come un’abitazione ordinaria, un luogo di certezze non più di paure, accogliente nei luoghi e ricco di umanità, nel pieno rispetto della persona; a volte basta poco, pochissimo: il calore di una mano che ti stringe, un bacio sulla fronte o anche un semplice sguardo di complicità.. Come risposta a urli disperati e alle richieste d’affetto come lo stesso Ligabue diceva: “Dam un bès”, “dammi un bacio”!
Elisa Carlisi

Domani, mercoledì primo giugno, ad Agrigento, al Museo archeologico regionale Griffo – San Nicola, alle ore 17.30, nella sala conferenze, sarà presentato il saggio “Emilio  Isgrò – immagine o parola?” di Veronica Di Carlo. L’ iniziativa è promossa da Gabriella Costantino (nella foto), direttrice del Museo, in collaborazione con Giuseppe Petix, presidente provinciale Aics di Agrigento. Il saggio sarà presentato da Alessandra Principe, esperta in studi storici, antropologici e geografici. Interventi di Gabriella Costantino, Giuseppe Petix, Beniamino Biondi e dell’autrice Veronica Di Carlo. Al termine della presentazione si esibiranno in concerto il duo, flauto traverso e chitarra, Paolo Alongi e Maria Antonella Callea.

Rinnovate le cariche sociali del Circolo culturale Empedocleo per il biennio 2016/2017
Il rag.Giuseppe Adamo con votazione unanime è stato confermato,  per il biennio 2016-2017
e per  la nona volta consecutiva, alla carica di presidente del più antico sodalizio agrigentino in attività. Confermato anche  l’intero consiglio di amministrazione uscente che risulta composto dai seguenti consiglieri (in ordine alfabetico):
Geom. Mario Alletto
Geom. Rosario D’Ottavio
Dott. Antonio Garufo
Rag. Emanuele Gioia
Geom. Gerlando Pullara
Avv. Calogero Schifano
Rag. Isidoro Siracusa
Dott. Salvatore Trifirò
mentre il collegio dei sindaci revisori è composto da :
Geom. Francesco Consolo
Prof. Luigi Faro
Geom. Emanuele Vinti
Rientrato ,finalmente, nella sua prestigiosa sede, dopo quasi cinque anni, tanti ne sono occorsi, dei previsti sette mesi, per il completamento dei lavori di  ristrutturazione e riqualificazione della storica sede, il circolo culturale Empedocleo ha gradualmente cominciato a riprendere  quasi tutte le proprie attività sociali  e culturali , alcune delle quali erano state temporaneamente sospese stante l’impossibilità di poter usufruire appunto di locali idonei. Già dalla sua inaugurazione nel mese di novembre 2014 , avvenuta con una suggestiva e sobria manifestazione alla quale sono intervenute le autorità civili, militari e religiose, sono riprese le attività culturali con mostre di pittura, presentazione di libri, convegni e dibattiti di temi sociali, economici, legali, politici e di attualità; sono riprese anche, nella rinnovata sede sociale, le quindicinali serate danzanti di intrattenimento per un momento ricreativo, di socializzazione e di vero associazionismo; le gite turistiche a scopo culturale; i concerti, a tema, sono stati incrementati e sono stati anche presentati spettacoli interessanti; è continuata ed è stata rafforzata con più ampie intese la collaborazione con tutti i clubs services  della città con i quali sono in programma interessanti  iniziative che spaziano dal culturale, al sociale , al politico, all’intrattenimento , ai dibattiti, al culto della  memoria ed altro; sono continuati i tornei di burraco con cadenza bisettimanale;  le massicce partecipazioni degli associati ai tornei di burraco  “intercircolo” di Agrigento e le  partecipazioni a tornei regionali e nazionali  con buoni successi e piazzamenti delle coppie del sodalizio; sta per essere ripreso, con opportuni adeguamenti,  l’ormai  tradizionale ed affermato  premio di poesia; mentre sono allo studio altre iniziative di varia natura da realizzare in questo biennio  e si sta ultimando la sistemazione della biblioteca con la catalogazione dei libri in modo che la stessa possa essere fruibile dalla città.

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“Le donne rileggono la Costituzione”
Mercoledì 1 Giugno alle ore 18:00 nella sede del Circolo Empedocleo di Agrigento “La Costituzione in contropiede”: le donne rileggono la Costituzione che vede la partecipazione della dott.ssa Luisa Turco ( Presidente Reggente del tribunale di Agrigento). Più che mai attuale, le letture a cura di Lia Rocco con la collaborazione del Piccolo teatro Pirandelliano sviscera le tematiche sulle donne e del loro rapporto con la politica a 70 anni dal voto, affrontando l’ argomento con la visione concreta e costruttiva tipica di chi da sempre tratta temi come questo e frutto dell’esperienza di la Fidapa ( Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari ) con la presidente Patrizia Pilato.

Al centro degli interventi dei diversi candidati che si sono alternati al microfono, c’è stata l’esposizione dei vari punti programmatici, con un occhio particolare riservato ai quartieri cosiddetti periferici.
Dopo un accorato saluto del architetto Vincenzo Castelli, assessore designato della formazione Airò e di Etta Milioto, donna combattiva da sempre legata alla politica, è il turno dell’europarlamentare Pogliese; concentrato soprattutto su considerazioni circa il governo disastroso della amministrazione Crocetta. “Odio le polemiche, ma la constatazione oggettiva del momento risulterà ahimè assai critica! Afferma Pogliese- un governo regionale capace solamente di perdere 1 miliardo di euro del Pil della sicilia (su un totale di 70/73 miliardi di euro), quindi l’ 1,5 % del prodotto interno, è una offesa nei confronti di siciliani: non può essere dimenticata, ma riscattata tramite il voto del 5.06. Condividete con me un percorso politico intelligente di una persona capace e degna quale è Gaetano, che rappresenta una scelta civica di un candidato che non sta’ dentro una rigida struttura partitica ma che vuole stare dentro la compagine della sua Favara. Vi garantisco che gli starò vicino. Talvolta la mancata conoscenza dei bandi o delle modalità limita la partecipazione agli stessi, per questo insieme ad altri funzionari della commissione eu organizzeremo dei seminari in Sicilia e a Favara per dare indicazione sulla partecipazione agli st essi …”
Per concludere l’europarlamentare ha aggiunto che pur essendo solidale con i tunisini non si condivide il fatto che il sostegno stanziato dall’eu per la Tunisia di circa 500 milioni di euro sia, in realtà, é andato a sostegno dei maggiori produttori (tra cui quelli di olio), quindi di quei pochi avvantaggiati a discapito della produzione italiana e del nostro olio nazionale.
Altro intervento denso di pathos e stima verso il candidato sindaco Airò è stato quello del prof Arnone che ha voluto evidenziare il suo appoggio totale e la fiducia che ripone in un giovane uomo, un capace politico che non ha bisogno della vecchia tecnica socratica “Gaetano cammina da solo, ha la forza e la determinazione, capacità, dignità per poter fare il Sindaco di questa città, ed io ne sono certo- dice Arnone- Gaetano supera gli avversari, supera se stesso per arrivare al cuore della gente; paragono, per questo, il suo spirito a Platone (più che a Socrate) infatti, e in modo evidente il programma Airò prevede gli stessi argomenti della Republica di Platone dove tutto ruota intorno al tema della giustizia, un progetto di una città, governata in base a principi etici e all’obbligo, per coloro che fossero destinati a essere i phylakes (“guardiani”) a non avere nessun guadagno dal loro lavoro ed essere mantenuti a spese dei cittadini.
Tali temi fondamentali sono e devono essere: sviluppo della polis giustizia, educazione del cittadino, lavoro… E Gaetano e la sua squadra li incarna tutti, per questo ed altro anche io voto e appoggio Airó sindaco”.
Mercoledi dalle ore 20:00, il candidato Sindaco Gaetano Airò con tutti coloro che lo sostengono incontrerà la cittadinanza in piazza Don Giustino a Favara; dove si terrà il comizio.
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Venerdì 27 Maggio 2016,alle ore 17 presso il Palazzo Stella di Canicattì la UNITRE’,la locale e prestigiosa Università delle tre età presieduta dal prof.Lauricella, organizza -nel quadro degli incontri Accademici 2015-2016- il Convegno -Recital “Donne in Letteratura”.
Si tratta di un itinerario sull’universo femminile dalla classicità greca e latina (Euripide e Marziale) alla dimensione Rinascimentale (Shakespeare) e a quella Romantica (Emile Bronte).
Introdurrà il prof. Lauricella, le note introduttive saranno a cura del prof. Mario Gaziano.
Gli attori del Pirandello stable festival dello stesso Mario Gaziano proporranno performances artistiche.
Partecipano:Barbara Capucci, Maria Grazia Castellana,Sal Valenti, Franco di Salvo,Alfonso Marchica e Nenè Sciortino con i suoi canti al femminile.
Tutti artisti protagonisti del recente successo al Teatro Pirandello “Lumie di Sicilia,lo strano destino di Micuccio Bonavino tra valzer e arie di operetta” che ha concluso felicemente la stagione del Pirandello.
L’ingresso è gratuito.

Ieri sera, in piazza della Vittoria a Favara, accorato comizio del candidato Sindaco Gaetano Airò. “Ci hanno mortificato, poi, hanno dimenticato i quartieri come questo”. E ne ha per gli altri candidati, che come lui non possono indossare con orgoglio mise bianche indice di candore interiore.
Un comizio, sicuramente, dall’impatto “emotivo”, considerando il momento particolare che sta vivendo Favara, ma anche la natura caratteriale del personaggio. Quello del candidato Sindaco Airò sostenuto da tre liste e dai tre assessori designati, ieri sera in piazza castè. Una delle tante iniziative, come ha confermato il candidato alla carica di primo cittadino in questa competizione elettorale, nelle zone periferiche favaresi.
Sì, quelle zone periferiche che hanno bisogno da parte della politica, delle istituzioni, di tanto amore e attenzione. Un tema che dovrà essere sviluppato dai candidati sindaci e consiglieri comunali nelle varie coalizioni, su cui si è soffermato l’avv. Airò..
C’era tanta gente presente in Piazza Della Vittoria, giovani, anziani, disoccupati, precari, in cerca di futuro e speranza. Una peculiarità delle liste che sostengono Gaetano è rappresentata dalla presenza anche di donne che vogliono mettersi in gioco, attraverso impegno e entusiasmo. Come Federica Montalbano, candidata al consiglio comunale e prima ad intervenire nella serata.
Rosetta Morreale, docente e formatrice come tutor in corsi universitari a palermo, è uno degli assessori designati, interviene “Ho deciso di scendere in campo perché amo la mia città e sono al fianco di una persona per bene come Gaetano Airò. Con orgoglio voglio dirvi di essere nata in via Matera e cresciuta su questa piazza con i miei fratelli, cugini mangiando i gelati del bar di zio minichè, anche per questo vi parlo non da un palco ma senza distinzione io preferisco stare tra la gente e con la gente”.
È il turno del candidato sindaco : “ E‘ ora di dire basta, fa male veder ridotta così una città da chi ha solo pensato ai suoi interessi. Una città dove continua il degrado nei quartieri periferici, e purtroppo anche in questo quartiere. Non vi fate prendere in giro, si stanno candidando le stesse persone e le stesse facce. Andate a vedere chi c’è dietro le poltrone che ha solo creato danni al territorio.
Mentre gli altri continuano a fare promesse e, vedrete, continueranno anche ad offrire chiacchiere in cambio del voto. Ma noi invitiamo i cittadini a riporre fiducia e speranze nelle mani di gente nuova sincera e competente, e di non votare certi personaggi, perché sarebbe un voto sprecato ”.
“Nel nostro programma, ci sono gli interventi da effettuare nei quartieri periferici, come naturalmente questo, zona bistrattata e trascurata in tutti questi anni. Sì, perché questa gente che è di fronte a me questa sera è stata presa in considerazione solo quando si aveva bisogno di voti e consensi. Non è accettabile, ad esempio una pavimentazione così, le panchine inutilizzabili, l’assenza di cestini per i rifiuti e non ultimo l’immobile pubblico adiacente alla piazza dimenticato del tutto. Basta con cittadini di serie A e di serie B. Basta con l’arroganza, le stanze comunali devono essere di tutti, di chi deve essere ben accolto ed ascoltato. Di campagne elettorali ne ho fatte, anche da consigliere comunale. Spero di poter Sistemare la piazza, con piccole e grandi migliorie (ad es creare un museo antropologico, una area aperta a tutti, creare nuovi posto di lavoro). Il lavoro deve essere per tutti, senza differenze e con pari opportunità. Dateci una mano, noi siamo uniti e utili a far traghettare Favara verso il futuro”.

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“Siamo uomini e donne di diversa formazione e sensibilità politica che hanno scelto di unirsi in una prospettiva comune, quella di mettere nuovamente al centro il ruolo e i bisogni dei cittadini. Per questo ci confronteremo sui valori e sui contenuti per cambiare il modo di governare la città.”
Cosi esordisce Gaetano Airò candidato sindaco per la città di Favara, ieri sera al comizio che si è tenuto in piazza Kennedy dalle 20 alle 22 al cospetto di un folto pubblico di cittadini accorsi ad ascoltare e condividere l’entusiasmo attraverso le parole della squadra: assessori designati, candidati al consiglio comunale, e della gente comune bambini compresi!
L’evento è stato introdotto da Monica Sciara che dopo un saluto iniziale ha restituito la parola al candidato sindaco Airò che ha continuato dicendo : “Noi vogliamo garantire un processo di evoluzione della nostra città, dopo anni di incuria e di politiche disastrose e improduttive volte unicamente allo svuotamento sconsiderato della pressione fiscale. Mai, dico, mai, in questi anni era accaduto di avere un aumento sconsiderato delle tasse.”
A seguire gli interventi di alcune donne candidate al consiglio comunale di Favara: Bellomo Rosalinda, Castronovo Rossana e Arcadipane Francesca e di una combattente al fianco della squadra: Etta Milioto.
“Spesso in questi giorni vecchi e nuovi politicanti si proiettano nel futuro, come se il passato non contasse più con proclami e teorie che lasciano il tempo che trovano. La gente è stanca dei vecchi discorsi e dei vecchi modi di fare politica; apprezza, invece, chi progetta e realizza il futuro di una comunità, immaginando il fattibile. Il resto sono solo chiacchiere.” Queste le parole di Morreale Rosetta (assessore designato). Poi il turno dell’Arch.Vincenzo Castelli: “Sono consapevole che una eventuale vittoria di una squadra come la nostra, di un progetto innovativo possibile e efficace significherà l’azzeramento di quel sistema politico e di potere che ha gettato Favara nel baratro, ponendo un argine a quelle transumanze che rappresentano un male per la nostra città.Ecco perché noi siamo differenti! Insieme, se ci crediamo, possiamo cambiare davvero questa nostra città, per questo il nostro motto è stiamo calmi ”. Ha parlato invece della necessità di riattivare i servizi per i disabili, il trasporto, delle garanzie e dell’assistenza socio-sanitaria nelle scuole e della riattivazione dei servizi per gli indigenti; il terzo ass della squadra Airó : Claudia Distefano – perché stando ogni giorno a contatto con le persone più bisognose conosco realmente la loro sofferenza e i loro bisogni. Ho detto creduto nel progetto di Gaetano, un progetto innovativo e dinamico, nel segno della trasparenza, dell’onestà e dell’interesse reale per i singoli cittadini.”
“Come ben sapete, in questa competizione elettorale, corro con una lista composta da persone di ogni ceto sociale, che hanno condiviso fin dall’inizio la mia candidatura.
Oggi più che mai, ho la consapevolezza che non avere in coalizione chi ha pensato di contrattare la propria appartenenza con altri, significa arrivare al governo della città a mani libere, senza ricatti, senza contraddizioni; significa segnare una reale rottura con i tanti protagonisti degli anni di malgoverno che oggi sono schierati ancora per la poltrona! Ribadisco noi siamo diversi, e vogliamo esserlo ancor più rispetto a chi vive con l’affanno della poltrona e delle postazioni di potere.” Gaetano Airó. È forse questo il rinnovamento, la discontinuità, il nuovo che avanza!
Vedete, anche in questo noi siamo differenti. Io mi espongo in prima persona per il bene della città, per tutti voi e per coloro che non condividono il mio pensiero; insieme al mio partito ci impegniamo ad essere coerenti ed efficienti nelle cose da fare, per il bene di tutti, nonostante la nostra delusione nei confronti di coloro che pensano solo al proprio tornaconto personale.
-Io mi rivolgo ai favaresi liberi, alle donne, ai giovani, alle famiglie, al mondo del lavoro e dell’impresa, al mondo della cultura e a quello cattolico. Preferisco incontrare i favaresi per guardarli negli occhi, per dire a ciascuno di ricordare che il metro di valutazione di un candidato sindaco non deriva solo dalla sua capacità oratoria, ma anche e, soprattutto, da quello che dovrà essere”. E poi un gruppo di bambini accorsi ad abbracciare il candidato sindaco sul palco mentre conclude : “Ringrazio tutti per la partecipazione, la condivisione e la grande emozione che mi dimostrate con entusiasmo in quella che sarà una futura missione.”

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La candidata del Movimento Cinque Stelle Ida Carmina non perde occasione di definire la mia persona con un aggettivo “qualificativo” che è quello di “Ragioniere”, lo dice in modo dispregiativo, come se l’essere ragioniere o non aver conseguito la laurea possa essere una limitazione di vita, lei invece vanta titoli a mai finire. La realtà è che nei suoi comunicati, nei suoi comizi, specie nell’ultimo in via Catania,la stessa ha detto che nonostante il sottoscritto sia in politica da trent’anni, non capisce nulla di politica. Bene! Quindi, penso che la signora Ida Carmina possa avere gioco facile in un confronto pubblico con me. Pertanto, la sfido ad un confronto pubblico, dove, come e quando vuole lei; può anche portare tutti i suoi “grillini” a farmi domande per tentare di mettermi in difficoltà. La Signora sfugge ai dibattiti, ai confronti, non ha il coraggio né personale, né politico, né istituzionale di confrontarsi. Non ha idea di come si amministra la città, non ha idea dei problemi reali della città di Porto Empedocle, non ha programmi, non ha nessun tipo di proposta progettuale; è una che sogna, una che vuole immaginare la green economy, una che immagina che con le stelle, con il mare azzurro, con il verde pubblico e con le farfalle, si possa migliorare la qualità della vita delle persone. I cittadini di Porto Empedocle hanno bisogno di risposte concrete, di cose che migliorino la loro qualità della vita, a cominciare dal LAVORO che restituisce dignità a tutti e che restituisce la tranquillità alle famiglie avendo così il sostegno economico per soddisfare le proprie esigenze di vita. Dunque se la signora Carmina ha un briciolo di coraggio e di rispetto nei confronti della città di Porto Empedocle dovrebbe accettare questo confronto pubblico. Se sfuggirà, ancora una volta, al confronto pubblico, dimostrerà non solo un’ipocrisia istituzionale e politica ma dimostrerà di non meritare di essere la rappresentante di un popolo che ha la necessità di avere chiarezza e di avere risposte concrete. Perciò, per l’ennesima volta e lo ripeterò fino alla nausea, se questa Signora ha un briciolo di coraggio e se è veramente grillina, giacchè i grillini dicono di essere coraggiosi, deve accettare un confronto pubblico tra me e lei personalmente: lo possiamo fare in piazza Kennedy, lo possiamo fare in via Roma, lo possiamo fare in quella fontana con le mani che chiedono pietà e carità, lo possiamo fare ovunque lei voglia.
Ancora una volta: accetta il confronto con me, confronta le tue idee con le mie, i tuoi programmi con i miei, in modo tale che la gente si possa rendere conto di chi è falso, di chi dice bugie, di chi ha un’ipocrisia e di chi con vigliaccheria sfugge ai confronti. Io sono pronto e sono pronto a confrontarmi con te in qualsiasi modo e con chicchessia tu voglia portare al confronto pubblico.
Grazie e spero di avere una risposta concreta.
Porto Empedocle, lì 22/05/2016 Il candidato Sindaco Orazio Guarraci

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