“Lo sviluppo polemico sui giornali ha avuto come effetto quello di individuare nel procuratore Messineo il solo responsabile della decisione di dare il via libera al blitz contro le cosche agrigentine. Io ho una delega piena e sono l’unico responsabile di questa scelta. Ho seguito gli sviluppi delle indagini dei colleghi che si occupano della mafia di Trapani e ho fatto sempre in modo di non ostacolare l’inchiesta sulla ricerca di Messina Denaro”. Così il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, in merito alla polemica sul blitz di “Nuova Cupola” che ha portato all’arresto di 47 mafiosi agrigentini. L’operazione – secondo Teresa Principato, magistrato componente del pool sulle tracce del boss Matteo Messina Denaro – avrebbe “bruciato” le indagini riguardo alla cattura del superlatitante trapanese. Da qui l’inaspettata polemica con tanto di scambio di email tra Principato, “amareggiata” per il vanificarsi del lavoro del Ros e il procuratore Francesco Messineo che ha vistato la richiesta di fermo di Teresi.
“Per mesi – ha precisato Teresi – abbiamo lasciato campo libero assoluto alle indagini su Messina Denaro anche quando in qualche modo avevano ripercussioni sul territorio agrigentino. L’informativa che ha portato all’operazione contro le cosche agrigentine è di 9 mesi fa. Il blitz non era più procrastinabile perchè a carico dei fermati c’era un pericolo di fuga attuale e per i gravi indizi criminosi che derivavano dal piano di creazione di un nuovo mandamento mafioso”