Oggi, 22 gennaio ad Agrigento, a Casa Sanfilippo, nella Valle dei Templi, alle ore 10:30, il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, insieme al direttore dell’Ente Parco dei Templi, Giuseppe Parello, Emanuele Farruggia presidente del Consorzio turistico Valle dei templi con Totò Collura ( ideatore dell’evento collaterale Mandorlara), hanno presentato ufficialmente alla stampa il programma dell’edizione 2018 della “Festa del Mandorlo in fiore” e Mandorlara.
“Assolto perché il fatto non costituisce reato”: è il dispositivo della sentenza pronunciato dalla VI Sezione Penale della Corte di Appello di Palermo nei confronti di M.C., che in primo grado aveva subito una condanna dal Tribunale di Agrigento a 9 mesi di reclusione. L’uomo era stato ritenuto colpevole, assieme ad altri suoi familiari, del reato in concorso per la morte di R. M., avvenuta nel 2007 a seguito di un incidente stradale lungo la provinciale n° 3 che collega Aragona con Favara. Un fatto che allora guadagnò la ribalta della cronaca, anche per la dinamica del sinistro. La sentenza adesso è stata riformata. gli avvocati Giuseppe Giglione e Gianmarco Carnabuci hanno ottenuto l’assoluzione piena del loro assistito. L’imputato, da anni emigrato all’estero, era stato coinvolto nel procedimento in quanto comproprietario del terreno, sul quale ricade il “muretto della contesa” realizzato ad una distanza dal limite della carreggiata inferiore a quella prescritta dalla concessione. I legali, in appello, con documenti alla mano e facendo espresso richiamo all’orientamento in materia della Suprema Corte, hanno dimostrato l’estraneità del loro assistito sia rispetto al possesso e alla disponibilità del fondo, sia rispetto all’affidamento di incarichi per la costruzione delle opere. “Quando si affrontano vicende giudiziarie, in cui ci sono delle vittime, non si può esultare per l’esito positivo di una sentenza – precisano i due legali, gli avvocati Giglione e Carnabuci – ma certamente rileviamo che il risultato ottenuto consegna la verità anche dal punto di vista processuale”.
Particolarmente sentita e partecipata l’assemblea provinciale dei panificatori agrigentini, riunitisi ieri domenica 21 gennaio presso la sede di Confcommercio di Agrigento. A presiedere la seduta Giacomo Zimbardo, presidente Assipan Confcommercio, che ha illustrato per grandi linee, i particolari del decreto introdotto dalla Regione Sicilia che regola il settore. Zimbardo ha ricordato che il mancato adempimento del decreto può generare pesanti sanzioni. Presente all’assemblea anche il presidente provinciale di Confcommercio Francesco Picarella ed il vice Alfonso Valenza che, dopo aver dato il saluto ai presenti, hanno sottolineato come da tempo non vi fosse un comparto dei panificatori così unito nonostante le differenti peculiarità del territorio. Dopo un ampio dibattito, dove i panificatori della provincia hanno espresso il loro punto di vista, all’unanimità si è dato mandato all’associazione Assipan Confcommercio di continuare la missione sul miglioramento del decreto in sede regionale che non può prescindere dal principio del riposo domenicale. Da parte dei panificatori è stata mostrata apertura ad un sano confronto con le amministrazioni comunali che decideranno eventuali turnazioni dei panifici.
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Ci sono gli esponenti del clan Fragapane (Raffaele e non solo) di Santa Elisabetta, famiglia storica della mafia agrigentina, un nugolo di favaresi (nomi e vecchi e nuovi), lo storico capomafia Salvatore Di Gangi ma anche boss di altre province siciliane tra gli arrestati di stamani in occasione del blitz “montagna” che ha portato all’arresto di 56 mafiosi agrigentini ha svelato legami tra le cosche locali e la mafia di tutte le province di tutta la Sicilia e le ‘ndrine calabresi.
Accertate 27 estorsioni a imprese, negozi e anche a cooperative che si occupano dei richiedenti asilo. Sette società riconducibili ai clan sono state sequestrate.
In carcere:
Carmelo Battaglia, 42 anni, Comiso,
Giuseppe Blando, 54 anni, Favara
Giorgio Cavallaro, 50 anni, Grotte
Vincenzo Cipolla, 56 anni, San Biagio Platani
Franco D’Ugo, 53 anni, Palazzo Adriano
Giacomo Di Dio, 50 anni, Capizzi
Santo Di Dio, 50 anni, Capizzi
Salvatore Filippo
Giacomo Di Gangi, 74 anni, Sciacca
Angelo Di Giovanni, 46 anni, Favara
Vincenzo Dolce, 52 anni, Cerda
Francesco Maria Antonio Drago, 51 anni, Siculiana
Concetto Errigo, 59 anni, Comiso
Pasquale Fanara, 59 anni, Favara
Daniele Fragapane, 33 anni, Santa Elisabetta
Francesco Fragapane, 38 anni, Santa Elisabetta
Raffaele Fragapane, 41 anni, Santa Elisabetta
Giovanni Gattuso, 62 anni, Castronovo di Sicilia
Alessandro Geraci, 32 anni, Petralia Sottana
Angelo Giambrone, 36 anni, Santo Stefano Quisquilia
Calogerino Giambrone, 52 anni, Cammarata
Raffaele La Rosa, 59 anni, San Biagio Platani
Roberto Lampasona, 40 anni, Santa Elisabetta
Calogero Limblici, 60 anni, Favara
Calogero Maglio, 51 anni, Favara
Vincenzo Mangiapane, 54 anni, Cammarata
Vincenzo Mangiapane, 55 anni, Cammarata
Domenico Maniscalco, 53 anni, Sciacca
Giovanni Antonio Maranto, 54 anni, Polizzi Generosa
Pietro Paolo Masaracchia, 68 anni, Palazzo Adriano
Giuseppe Nugara, 53 anni, San Biagio Platani
Salvatore Pellitteri, 42 anni, Chiusa Sclafani
Vincenzo Pellitteri, 66 anni, Chiusa Sclafani
Luigi Pullara, 54 anni, Favara
Salvatore Puma, 41 anni, Racalmuto
Giuseppe Quaranta, 50 anni, Favara
Pietro Stefano Reina, 67 anni, San Giovanni Gemini
Santo Sabella, 53 anni, San Biagio Platani
Calogero Sedita, 35 anni, Santo Stefano Quisquina
Giuseppe Scavetto, 49 anni, Casteltermini
Giuseppe Luciano Spoto, 79 anni, Bivona
Massimo Spoto, 40 anni, Bivona
Vincenzo Spoto, 42 anni, Bivona
Gerlando Valenti, 46 anni, Favara
Stefano Valenti, 52 anni, Favara
Giuseppe Vella, 38 anni, Favara
Salvatore Vitello, 43 anni, Favara
Antonino Vizzì, 54 anni, Raffadali
Domiciliari per:
Adolfo Albanese, 71 anni, Petralia Sottana (PA)
Salvatore La Greca, 75 anni, Cammarata
Antonio Licata, (detto Sandro), 27 anni, Favara
Calogero Quaranta, 26 anni, Favara
Stefano Di Maria, 25 anni, Favara
Salvatore Montalbano, 25 anni, Favara
Salvatore Montalbano, 24 anni, Favara
Calogero Principato, 26 anni, Agrigento
Marco Veldhuis, 20 anni, Agrigento
Domenico Antonio Cordaro, 53 anni, San Cataldo
Francesco Giordano, 50 anni, Niscemi
Domenico Lombardo, 25 anni, Favara
Obbligo di presentazione alla p.g. per :
Valenti Vincenzo
Traina Nazarena,
La Mendola Viviana,
Scorsone Antonio,
I carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno eseguito cinquantasei ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti dei vertici dei mandamenti e delle famiglie mafiose di “Cosa Nostra” agrigentina. L’imponente blitz, ordinato nella notte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il nome in codice “Operazione Montagna”, è stato eseguito da 400 militari, supportati da un elicottero, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e da unità cinofile.
L’operazione ha di fatto disarticolato i mandamenti di Santa Elisabetta (Ag) e Sciacca (Ag) e sedici famiglie mafiose della provincia. Arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa il Sindaco di San Biagio Platani (AG). Documentati stretti collegamenti con i vertici delle cosche di quasi tutta la Sicilia e con le ‘ndrine calabresi. Accertate anche estorsioni ai danni di 27 aziende ed un fiorente traffico di droga. Il pizzo veniva preteso anche dalle cooperative per la gestione degli immigrati richiedenti asilo. Ci sono anche due associazioni che gestiscono l’accoglienza di migranti nel lungo elenco delle vittime del racket delle cosche agrigentine scoperto dalla Dda di Palermo. Si tratta della Omnia Academy di Favara e della societa’ cooperativa San Francesco di Agrigento. Le indagini dei carabinieri, che oggi hanno arrestato 56 presunti mafiosi della provincia, hanno accertato che nel mirino delle estorsioni era finita anche una piccola organizzazione, costretta a pagare il pizzo alla famiglia mafiosa di Cammarata. La Omnia Academy raccoglie 15 extracomunitari richiedenti asilo distribuiti presso diversi enti locali della provincia di Agrigento. Secondo le indagini, della estorsione alla Omnia Academy si erano occupati personalmente i presunti capomafia Calogerino Gambrone e Giuseppe Quaranta, che contattarono il rappresentante della associazione per chiedere un aiuto economico per la famiglia mafiosa.
La comicità strampalata e surreale di Ettore Petrolini arriva al Circolo Empedocleo di Agrigento.
Petrolini con la sua letteratura cervellotica e non-sense è l’autore/attore rappresentato del nuovo spettacolo della stagione teatrale da Camera dell’Empedocleo, proposto dai direttori Peppe Adamo,presidente del Circolo Culturale Empedocleo e Mario Gaziano direttore del Pirandello stable festival di ritorno da una lunga tournèe di successo in tutta Europa e in Cina con “Pirandello 150”.
“Tanto pe cantà-Serata Petrolini” è l’accattivante titolo del quarto appuntamento della stagione teatrale indipendente all’ “Empedocleo”.
“Si tratta -comunicano Adamo e Gaziano- di un vero e proprio divertentissimo excursus nel mondo fantasioso, irriverente e comico di Petrolini, ripreso poi dai grandi interpreti dello spirito romanesco:Gigi Proietti, Fiorenzo Fiorentini ed Enrico Montesano.
Il grande attore comico romanesco Petrolini furoreggiò in tutti i teatri d’Europa col suo GASTONE e con le sue “Cretinate”nella prima metà del Novecento..
Uno spettacolo che si preannuncia coinvolgente e straripante di parole e di musica:con le famose cantate romanesche da Tanto pè canta a Roma nun fa la stupida stasera ,a La società dei magnaccioni e La gita a li castelli.
Uno spettacolo ideato e diretto da Mario Gaziano con Lillo D’Aleo (Petrolini), Alfio Russo (Gigi er bullo) Angelo Provenzano (Difetto di pronuncia) Giuseppe Gramaglia (Ma..l’amore mio non muore) e la partecipazione di Alfonso Marchica (nel famoso Nerone),per la musica partecipa il maestro Gioacchino Marrella.Collaborazione artistica di Maria Grazia Castellana e Andrea Cassaro.
Progetto artistico di Peppe Adamo e Mario Gaziano.
Il nuovo appuntamento del teatro INDIPENDENTE da Camera è fissato per venerdì 26 gennaio 2018 alle ore 18 e 15 presso il Salone delle feste del Circolo culturale “EMPEDOCLEO” di Agrigento.
Ingresso gratuito riservato ai soci e agli amici appassionati di teatro da Camera.
Ieri Domenica 21 Gennaio si è svolta ad Agrigento presso la sede Provinciale di MDP, la Prima Assemblea Provinciale del Movimento Giovanile della Sinistra di Agrigento.
All’assemblea si sono riuniti i giovani provenienti da ogni parte della Provincia, per discutere e confrontarsi sui temi che affligono il nostro territorio, partendo dal mondo della scuola e dell’università con il caso del CUPA, fino ad arrivare al mondo del lavoro, tra inoccupazione precarietà.
In una Provincia come quell’Agrigentina che vede sempre più spopolarsi “Si vedono i casi di Aragona e Licata” dove sono proprio i giovani i primi a far le valige per lasciare il proprio paese natio, alla ricerca di un posto sicuro.
Noi vogliamo partire da questi problemi, vogliamo radicarci sempre di più per portare ai giovani e non solo le nostre prospettive di cambiamento, vogliamo tornare a essere la sinistra che parla agli ultimi e ai meno ambienti, una sinistra di rottura e di governo, che si ponga l’obiettivo di dare un contributo sano e propositivo nel mondo della politica, per una politica che sia “PER I MOLTI E NON PER I POCHI”.
Sarà presente al MAAM di Roma l’artista Agrigentino Alfonso Siracusa, con un’opera dal titolo “L.o.v.e. Catalogna”, (2017) composta da un cubo in cartone, dalle condizioni volutamente precarie, narra la contemporaneità attraverso più citazioni. Da una parte, infatti, il titolo rimanda alla celebre opera di Maurizio Cattelan e ai recenti sconvolgimenti catalani. La struttura, invece, è un rimando al filone artistico presente in Spagna: il cubismo. La mano all’interno, rivolta alla bandiera spagnola franchista, riprodotta ironicamente in carta, riflette un fatto di cronaca, ovvero le violenze effettuate da alcuni agenti della polizia spagnola nei confronti di una indipendentista catalana di nome Marta, fratturandole sistematicamente la dita.
L’installazione “Arte da macello” rappresenta la trasposizione artistico-concettuale del funzionalismo del luogo che la accoglie. Dall’oggettività della “carne da macello” al raffinato abbaglio dell’astrazione proposta proprio con “arte da macello”, un effetto artistico che fa da specchio rispetto alla cornice contestuale da cui viene ospitato. Si tratta, quindi, di un processo di metamorfosi fisica ed immutabilità speculativa che afferisce non solo alla location specifica che abbraccia l’opera all’interno dello spazio del museo MAAM, ma anche all’intera concezione del museo in sé nella sua totalità, un luogo concepito come contenitore di significati sociali, artistici ed antropologici, una vera e propria opera museale collettiva realizzata da una pluralità di energie, idee ed esperienze espanse. L’installazione è, quindi, una trasfigurazione seriale e tridimensionale di anime, carni ed identità artistiche; un macinato di tessuti differenti. L’input nasce da una scelta curatoriale volta all’eterogeneità ed alla sperimentazione, mettendo in gioco anche artisti storicamente impegnati in discipline diverse. Trasfigurazione, serialità, identità ben definite, un atto di provocazione nei confronti dei sistemi nonché dello stesso sistema dell’arte contemporanea. Mangiamo le nostre sofferenze e ricerchiamo i luoghi del dolore come simboli di protezione e consolazione, e poi ci cibiamo dell’arte e delle sue irriverenze. L’operazione è dissacrante e prosegue oltre la macellazione della carne come fattore di sfida spirituale contro la liberazione e l’illuminazione; la nostra luce emerge ove esiste consapevolezza e chiarezza dei messaggi … che siano audaci, rivolti a tutti, trasparenti anche se potenzialmente tormentati. Siamo in un territorio di provincia per l’uomo, ma l’arte contemporanea non è solo disagio e disperazione, è anche visione ed interpretazione del reale e delle sue vie di fuga. Gli artisti partecipanti, valorosi ed intrepidi, hanno singolarmente interpretato il senso dell’operazione artistica fedeli ai propri linguaggi, alle proprie tecniche ed ai propri percorsi concettuali, così da convergere verso un concreto e materico itinerario comune.
Artisti partecipanti:
Caterina Arena; Monica Argentino; Daniela Chionna; Daniela Cannarozzo; Giulia Del Papa; Adelaide Fontana; Caterina Genta; Vera Gjermundsen; Joollook; Pietro Mancini; Roberta Maola; Mattia Morelli; Nove; Selene Porcaro; Nunzio Pino; Loredana Raciti; Fabrizia Ranelletti; Alfonso Siracusa; Daisy Triolo; Monica Verdiani; Donatella Vici.
INFO
A cura di ignorarte.com.
Per informazioni: redazione@ignorarte.com
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In collaborazione con:
MAAM museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz
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