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Suppa paventata paertura di un centro di accoglienza per minori in via Giovanni XXIII, ad Agrigenot, interviene, con una nota inviata agli organi di stampa, il Comitato Cittadino della via suddetta che scrive: “Alla luce della recente e repentina apertura del centro di Porto Empedocle – avvenuta a quanto pare all’insaputa di tutti – si chiede che il Sindaco, il Prefetto e l’Assessore al ramo, Dott. Gerlando Riolo, diano notizie ufficiali su eventuali richieste di nullaosta pervenute da uffici regionali, relativamente all’apertura di nuove strutture che insisterebbero ancora sul nostro territorio.
Nella giornata di oggi gli abitanti dei palazzi limitrofi alla struttura hanno appurato la presenza di una impresa di pulizie al suo interno. Non tollereremo di essere presi in giro dalla nostra amministrazione”.

Paura ieri sera a Sciacca. Un incendio ha interessato un appartamento di un edificio di via Puglia. Sul posto sono giunti i vigili del uoco del distaccamento della città termale che hanno domato il rogo. Fortunatamente nessuna conseguenza per le persone dato che l’appartamento in quel momento era disabitato. Le fiamme si sarebbero propagate a seguito di una fuga di gas. Tempestivo l’intervento dei vigili giunti sul posto dopo una segnalazione dei vicini.

Avrebbe esploso contro lo zio (il fratello della madre) 14 colpi della sua pistola calibro 9, regolarmente detenuta.
Il particolare, rilanciato dall’agenzia Ansa dopo le anticipazioni di Grandangolo di ieri, emerge dalle indagini sull’omicidio due giorni fa dell’agricoltore Giacinto Marzullo, 52 anni, a Licata. Un paio di colpi sono stati ritrovati sul selciato, e sequestrati, inesplosi. Appare verosimile, pertanto, che la pistola, impugnata da Giuseppe Volpe, 19 anni, nipote della vittima, ad un certo punto, si sia anche inceppata. Ma il giovane avrebbe – secondo l’accusa – continuato a fare fuoco, inseguendo lo zio, che cercava di scappare, lungo una stradina di campagna.
Giuseppe Volpe e la madre erano andati, venerdi’ pomeriggio, a Mollarella a Licata (Ag) per un incontro chiarificatore con Marzullo. Fra fratello e sorella – secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini di polizia e carabinieri – non vi sarebbero, pero’, stati buoni rapporti.
La vittima avrebbe accusato la sorella di essersi appropriata dei soldi dell’anziano padre ed anche di quelli della zia alla quale avrebbe fatto da badante. Dopo l’ennesima, violenta, discussione, l’omicidio. Dopo ore ed ore di audizioni, fatte da polizia e carabinieri fra parenti ed amici della vittima, un testimone – messo alle strette dalle contrapposizioni con altri racconti gia’ acquisiti – e’ crollato ed ha raccontato tutto.
La polizia ed i carabinieri della compagnia di Licata – su disposizione del sostituto procuratore Carlo Cinque, titolare del fascicolo di inchiesta – hanno, dunque, fermato Giuseppe Volpe, 19 anni. Il provvedimento di fermo e’ stato eseguito direttamente al carcere Petrusa di AGRIGENTO dove il giovane si trovava dall’alba. E questo perche’ era stato gia’ arrestato, in flagranza di reato, in quanto trovato in possesso, durante una perquisizione, di una cinquantina di piantine di marijuana. Poi, essendo stati acquisiti a suo carico gravi indizi di colpevolezza per l’omicidio dell’agricoltore, e’ stato sottoposto anche a fermo.

Una donna incinta e il suo compagno sono morti in un incidente stradale avvenuto a Ramacca, nel Catanese. Due le auto che si sono scontrate. Altre cinque persone sono rimaste ferite. Sul posto per i rilievi i carabinieri della Compagnia di Palagonia, coordinati dalla Procura di Caltagirone.
Lo scontro frontale, dovuto forse al fatto che una delle due auto ha invaso la corsia opposta, avvenuto alle 2.30 lungo la strada statale 417, la Catania-Gela all’altezza del km 44,5 in territorio di Ramacca.
Ad avere la peggio sono stati due ragazzi ventenni: Vincenzo Grosso e Maria Teresa di Caudo, che erano sui sedili posteriori di una Nissan Micra. La ragazza era già madre di un bimbo. Feriti in maniera grave altri tre giovani che si trovavano sulla stessa Micra. Tutti e cinque di Grammichele.
L’altra auto coinvolta nell’impatto è una Mercedes guidata da un extracomunitario di origine marocchina che era in compagnia di un connazionale: tutti e due sono ora ricoverati in ospedale a Caltagirone.
La Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta.

“Oggi abbiamo incontrato l’ex sindaco di Licata Angelo Cambiano, un sindaco che e’ finito da diverso tempo sotto scorta per aver fatto il suo dovere: ha fatto rispettare la legge in materia di abusivismo edilizio. Purtroppo qualche giorno fa e’ stato sfiduciato dal suo consiglio comunale. Abbiamo parlato con lui dei temi della nostra terra e del futuro di questa Regione. La Sicilia potra’ cambiare solo se uomini e donne di buona volonta’, come Angelo, avranno il coraggio di cambiare”. Cosi’, in un post su Facebook, il candidato del M5S alla presidenza della Regione Siciliana Giancarlo Cancelleri. All’incontro con Cambiano era presente anche il vicepresidente pentastellato della Camera, Luigi Di Maio.

Il 22 agosto gli indagati dell’inchiesta il “12 Apostoli”  appariranno dinanzi il Tribunale del Riesame per le accuse  di associazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori.
L’udienza è stata fissata a seguito del ricorso dell’avvocato Mario Brancato che assiste Pietro Alfio Capuana, il “santone” dell’ Associazione Cattolica Cultura ed Ambiente e dei difensori di Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato per smontare le accuse di plagio, abusi sessuali, manipolazioni ai danni di ragazzine, fotografie e testimonianze portate dal Pubblico Ministero Laura Garufi ai giudici del Tribunale. Fin dall’inizio Capuana, detto l’Arcangelo, e le tre donne arrestate, accusate di adescare le minorenni, si sono dichiarati innocenti.
Un fascicolo di oltre 50 pagine contenente i racconti dell’orrore delle vittime, alcune minorenne altre, oggi , maggiorenni.  Ragazzine plagiate e consegnate al “Santone” per soddisfare i suoi desideri sessuali, costrette a lavarlo, vestirlo, pulire la sua abitazione e soddisfare anche le sue richieste sessuali, talvolta anche in gruppo. Una di loro sarebbe stata costretta a prendere la pillola del giorno dopo per evitare una gravidanza indesiderata. Negli atti della magistratura sono presenti le centinaia di lettere, sequestrate dagli inquirenti,  redatte dalle ragazzine in cui dichiaravano il loro sentimento “all’Arcangelo”, ma anche le intercettazioni che hanno permesso di scoprire agli investigatori come il marito di una delle indagate, Domenico Rotella, politico catanese ed ex assessore comunale, avesse saputo dell’inchiesta in corso tramite un prete che avrebbe violato il segreto confessionale. Retroscena che rendono ancora più inquietante questa pagina di cronaca giudiziaria.
Dal canto suo Mario Brancato, l’avvocato difensore di Pietro Capuana, ha dichiarato: “noi abbiamo depositato da tempo delle indagini difensive che avevamo avviato dopo una perquisizione. E’ un processo difficile, con molti lati oscuri da chiarire e solo il tempo farà giustizia. Il mio assistito ha risposto a tutte domande e alle contestazioni che gli sono state mosse dal Gip Cercone. Nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del riesame l’avvocato porrò in evidenza l’incompatibilità della detenzione carceraria con le condizioni di salute del suo assistito. E’ una persona anziana gravemente malata, sottolinea, è un invalido al 100% che soffre di una grave forma di diabete ed è cardiopatica: le sue condizioni di salute non sono compatibili con la detenzione, in carcere rischia la vita. Avevo già depositato, subito dopo l’arresto di Capuana, l’ istanza di scarcerazione e in subordine la detenzione domiciliare. Le tre donne accusate di aver “convinto” le giovani vittime ad avere rapporti sessuali con Capuana hanno definito “false” le accuse nei loro confronti. E già in sede di interrogatorio di garanzia hanno fornito la loro versione dei fatti in merito alle intercettazioni contenute nel fascicolo.
L’inchiesta 12 Apostoli ha portato diversi strascichi anche tra i familiari degli indagati. Daniele Capuana, figlio dell’Arcangelo accusato di violenza su minori, ha dichiarato di essere fiducioso sull’operato della magistratura, così come Domenico Rotella marito di una delle tre donne indagate. Candida Fassiolo, invece, assessore alla famiglia del comune di Motta Sant’Anastasia, ha deciso di dimettersi dal suo ruolo politico dopo che sono stati pubblicati passaggi delle intercettazioni che la vedono tra le protagoniste anche se non in veste di indagata. E infine sono arrivati gli insulti, le offese e le minacce ad alcune delle vittime che hanno deciso di denunciare. Sono state accusate di essersi inventate tutto. Dall’associazione di  Aci Bonaccorsi  sono stati molti giorni di silenzio, poi alla fine una breve nota. L’associazione sceglie di non prendere le distanze, anzi, il direttivo auspica che si possa arrivare presto alla verità, nella convinzione della totale estraneità ai fatti degli  indagati.”

Catania: fissata l’udienza del riesame per gli indagati dell’inchiesta “12 Apostoli” .Il 22 agosto gli indagati dell’inchiesta il “12 Apostoli”  appariranno dinanzi il Tribunale del Riesame per le accuse  di associazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori. L’udienza è stata fissata a seguito del ricorso dell’avvocato Mario Brancato che assiste Pietro Alfio Capuana, il “santone” dell’ Associazione Cattolica Cultura ed Ambiente e dei difensori di Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato per smontare le accuse di plagio, abusi sessuali, manipolazioni ai danni di ragazzine, fotografie e testimonianze portate dal Pubblico Ministero Laura Garufi ai giudici del Tribunale. Fin dall’inizio Capuana, detto l’Arcangelo, e le tre donne arrestate, accusate di adescare le minorenni, si sono dichiarati innocenti.Un fascicolo di oltre 50 pagine contenente i racconti dell’orrore delle vittime, alcune minorenne altre, oggi , maggiorenni.  Ragazzine plagiate e consegnate al “Santone” per soddisfare i suoi desideri sessuali, costrette a lavarlo, vestirlo, pulire la sua abitazione e soddisfare anche le sue richieste sessuali, talvolta anche in gruppo. Una di loro sarebbe stata costretta a prendere la pillola del giorno dopo per evitare una gravidanza indesiderata. Negli atti della magistratura sono presenti le centinaia di lettere, sequestrate dagli inquirenti,  redatte dalle ragazzine in cui dichiaravano il loro sentimento “all’Arcangelo”, ma anche le intercettazioni che hanno permesso di scoprire agli investigatori come il marito di una delle indagate, Domenico Rotella, politico catanese ed ex assessore comunale, avesse saputo dell’inchiesta in corso tramite un prete che avrebbe violato il segreto confessionale. Retroscena che rendono ancora più inquietante questa pagina di cronaca giudiziaria.Dal canto suo Mario Brancato, l’avvocato difensore di Pietro Capuana, ha dichiarato: “noi abbiamo depositato da tempo delle indagini difensive che avevamo avviato dopo una perquisizione. E’ un processo difficile, con molti lati oscuri da chiarire e solo il tempo farà giustizia. Il mio assistito ha risposto a tutte domande e alle contestazioni che gli sono state mosse dal Gip Cercone. Nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del riesame l’avvocato porrò in evidenza l’incompatibilità della detenzione carceraria con le condizioni di salute del suo assistito. E’ una persona anziana gravemente malata, sottolinea, è un invalido al 100% che soffre di una grave forma di diabete ed è cardiopatica: le sue condizioni di salute non sono compatibili con la detenzione, in carcere rischia la vita. Avevo già depositato, subito dopo l’arresto di Capuana, l’ istanza di scarcerazione e in subordine la detenzione domiciliare. Le tre donne accusate di aver “convinto” le giovani vittime ad avere rapporti sessuali con Capuana hanno definito “false” le accuse nei loro confronti. E già in sede di interrogatorio di garanzia hanno fornito la loro versione dei fatti in merito alle intercettazioni contenute nel fascicolo.L’inchiesta 12 Apostoli ha portato diversi strascichi anche tra i familiari degli indagati. Daniele Capuana, figlio dell’Arcangelo accusato di violenza su minori, ha dichiarato di essere fiducioso sull’operato della magistratura, così come Domenico Rotella marito di una delle tre donne indagate. Candida Fassiolo, invece, assessore alla famiglia del comune di Motta Sant’Anastasia, ha deciso di dimettersi dal suo ruolo politico dopo che sono stati pubblicati passaggi delle intercettazioni che la vedono tra le protagoniste anche se non in veste di indagata. E infine sono arrivati gli insulti, le offese e le minacce ad alcune delle vittime che hanno deciso di denunciare. Sono state accusate di essersi inventate tutto. Dall’associazione di  Aci Bonaccorsi  sono stati molti giorni di silenzio, poi alla fine una breve nota. L’associazione sceglie di non prendere le distanze, anzi, il direttivo auspica che si possa arrivare presto alla verità, nella convinzione della totale estraneità ai fatti degli  indagati.”


Cambiamenti in seno al clero sono stati comunicati dal cardinale Francesco Montenegro, nella qualità di Vescovo Metropolita della Diocesi di Agrigento. Di seguito tutte le nomine dei sacerdoti e le parrocchie a cui sono state assegnate:
PARROCI
1.Barone P. Michele, Cappuccino, parroco della parrocchia BMV di Fatima in Sciacca
2.Bonvissuto don Sergio, parroco della parrocchia S. Michele alla Badiola in Agrigento.
3.Ciotta don Nazzareno, parroco della parrocchia San Gerlando in Linosa.
4.Corda don Antonio, parroco dell’U.P. S. Maria Assunta, San Francesco d’Assisi e Sant’Agostino in Caltabellotta.
5.Della Corte P. Pasquale, Vocazionista, parroco della parrocchia S. Giovanni Bosco in Ribera.
6.La Corte don Davide, parroco dell’U.P. S. Antonio Abate e BMV del Carmelo in Burgio.
7.Lo Mascolo don Luigi, parroco della parrocchia BMV Immacolata in Campobello di Licata.
8.Marciante don Giuseppe, parroco dell’U.P. Santa Teresa del Bambino Gesù e San Pietro Apostolo in Ribera.
9.Pace don Giuseppe, parroco della parrocchia SS. Trinità in Porto Empedocle.
10.Zambuto don Fabrizio, parroco della parrocchia BMV Immacolata in Palma Montechiaro.
VICE PARROCI <<<<<< 1.Campanella P. Alessandro, Cappuccino, vice parroco parrocchia BMV di Fatima in Sciacca. 2.Corona P. Ettore, Vocazionista, vice parroco parrocchia S. Giovanni Bosco in Ribera. 3.Evodius Siwingua Alois, vice parroco parrocchia San Gregorio in Agrigento. 4.Pascal don Abel Mpepo, U.P. vice parroco parrocchia BMV del Carmelo in Sciacca. 5.Puccio don Ignazio, vice parroco U.P. S. Maria Maddalena e S. Francesco di Paola in Sciacca. COLLABORATORI PARROCCHIALI 1.Cumbo don Giuseppe, attuale Direttore Diocesano Centro per la Evangelizzazione e la Catechesi, collaboratore parrocchiale BMV dell’Itria in Favara. 2.Infantino don Calogero Fausto, collaboratore parrocchiale U.P. Maria SS. della Catena in Santa Croce in Agrigento. 3.Manganello don Gero, attuale Direttore Diocesano Centro per i Giovani, collaboratore parrocchiale parrocchia San Nicola, Frazione Fontanelle Agrigento. RETTORI E CAPPELLANI 1.Gallo don Lorenzo, rettore Chiesa del Purgatorio in Campobello di Licata. 2.Lo Sardo P. Domenico, cappuccino, Rettore Chiesa dei Cappuccini in San Giovanni Gemini. 3.Zambito don Domenico, attuale Giudice del TEDA, rettore della Chiesa di S. Spirito in Agrigento e cappellano del Monastero S. Spirito in Agrigento. CURIA ARCIVESCOVILE 1.Lentini don Giuseppe, attuale collaboratore parrocchiale delle parrocchie BMV Immacolata e BMV Assunta e della rettoria “Santuario S. Calogero” in Agrigento, direttore Archivio Storico della Curia Arcivescovile di Agrigento.

Un incendio, l’altro giorni, ha lambito il centro commerciale di Villaseta, destando non poche preoccupazioni per la vicinanza alla struttura alla quale però, fortunatamente, ma anche per l’intervento dei vigili del fuoco, non ha recato alcun danno. Il rogo ha bruciato gran parte dei terreni vicino al ponte Morandi e ha sviluppato un intenso fumo che ha costretto le forze dell’ordine a sospendere temporaneamente la circolazione. La notizia è riportata dal quotidiano La Sicilia.

Sono trascorsi già alcuni giorni dalla sfiducia votata all’ex sindaco di Licata, Angelo Cambiano, e la città si trova ancora senza una guida. Ci si aspettava, soprattutto dopo le dimissioni del vicesindaco e dell’intera giunta, una nomina lampo da parte del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ma i tempi si sono allungati e al momento Licata è senza un “sostituto” dell’ex primo cittadino mandato a casa dopo la votazione del consiglieri comunali che con 21 voti su 30 hanno deciso di porre fine alla sua esperienza amministrativa. Nelle ultime ore circola, in maniera prepotente, il nome di Maria Grazia Brandara quale prossimo Commissario Straordinario e a rilanciare tale tesi anche un articolo del quotidiano La Sicilia di questa mattina. L’ex sindaco di Naro, secondo quanto riportato dal quotidiano catanese dovrebbe essere nominata all’inizio della settimana entrante, tornando così, dopo tre anni, a rivestire quella carica che ha ricoperto in passato.