E’ morto nel carcere di Parma, all’età di 55 anni, il boss palermitano Stefano Ganci, uno dei fedelissimi killer a servizio di Totò Riina, condannato all’ergastolo e detenuto al 41 bis. La Procura ha ordinato l’autopsia. Il questore di Palermo Renato Cortese ha disposto che al rientro della salma a Palermo non siano celebrati funerali pubblici. Stefano Ganci è stato condannato al carcere a vita per aver partecipato agli eccidi che provocarono la morte di Rocco Chinnici nel 1983 e di Ninni Cassarà nel 1985. Ganci era figlio di Raffaele, capo del mandamento della Noce. Anche i suoi fratelli Mimmo e Calogero sono stati dei killer. Calogero poi ha collaborato con la giustizia.
Ancora una strage di migranti a largo delle coste della Libia, dove un gommone è affondato ed almeno 50 persone, secondo quanto hanno raccontato i sopravvissuti, sono annegate. Per la Guardia Costiera di Tripoli però le vittime potrebbero essere anche il doppio. E’ stata la stessa Guardia costiera libica a soccorrere tre gommoni in difficoltà, riuscendo a salvare 300 persone. Uno dei gommoni è stato rinvenuto quasi sott’acqua e solo 16 persone a bordo si sono salvate. Molti tra i sopravvissuti, che sono stati trasferiti nella base navale a Tripoli, hanno raccontato che a bordo del gommone affondato vi sono state almeno 70 persone al momento della partenza da Khoms, ad est della capitale.
Il sindacato Confael di Agrigento, tramite il segretario provinciale, Manlio Cardella, interviene a seguito dell’incontro a Palermo con l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, nell’ambito della vertenza Tua ad Agrigento. Manlio Cardella afferma: “La Confael ha proposto la revoca dei provvedimenti di licenziamento e l’avvio di un tavolo sindacale aziendale finalizzato alla verifica delle singole posizioni dei lavoratori interessati, a garanzia sia della continuità lavorativa dei dipendenti che di una corretta, funzionale ed efficiente esecuzione del servizio di trasporto pubblico urbano. L’assessore Falcone ha condiviso le ragioni del sindacato e ha chiesto ai dirigenti della Tua Trasporti di derubricare i licenziamenti a sanzioni meno gravi, quale segnale di apertura di una nuova fase di dialogo sia nei confronti della Regione che delle relazioni sindacali. La Confael auspica che il Comune di Agrigento, concessionario del servizio, convochi adesso un incontro per una complessiva disamina del Contratto di affidamento provvisorio del servizio di trasporto pubblico in vigore”.
Nel settembre 2014, a causa dell’esplosione di uno dei vulcanelli, persero la vita davanti gli occhi del padre Carmelo e Laura Mulone, 7 e 10 anni, durante una escursione. Sul banco degli imputati ci sono Domenico Fontana, già presidente di Legambiente Sicilia e assessore all’ambiente del Comune di Agrigento, Francesco Gendusa, dirigente regionale aree protette e Daniele Gucciardo, operatore della riserva naturale. Sono tutti accusati di omicidio colposo plurimo.
Il processo si avvia alla conclusione. La vicenda è tristemente nota; il padre dei piccoli, un carabinieri in servizio a Cattolica Eraclea, aveva deciso di effettuare una gita nel sito gestito da Legambiente Sicilia quando, improvvisamente, l’esplosione di un vulcanello inghiottì nel fango i bambini: Per Laura ci fu un tentativo disperato di rianimazione mentre il corpo del piccolo Carmelo, che festeggiava il suo compleanno, fu ritrovato soltanto dopo ore di scavi in mezzo al fango.
Per il sostituto procuratore Cinque emerge una palese responsabilità ed inadeguatezza di Legambiente nel gestire il sito naturale. Non sarebbero state prese tutte le precauzioni del caso né fatta presente la situazione di possibile pericolo intorno alle Maccalube. Per tale motivo il pm ha richiesto pesanti condanne: 8 anni per Domenico Fontana, già presidente di Legambiente e attuale assessore all’ambiente del Comune di Agrigento; 6 anni e 8 mesi per Francesco Gendusa, dirigente responsabile delle aree protette; 5 anni per Daniele Gucciardo, operatore della riserva, che beneficia di tutte le attenuanti del caso perché quel 27 settembre 2014 fu uno dei primi a buttarsi nel fango e tentare di salvare i due bambini.
Ieri, in aula, la parola all’avvocato della famiglia Mulone che, formalmente, ha richiesto un risarcimento danni pari a 5 milioni e 274 mila euro. Prossima udienza il 23 gennaio.
I consiglieri comunali di Alessandria della Rocca Annamaria Miccichè e Salvatore Mangione hanno diramato una lettera appello per cercare di capire l’incerto futuro del Santuario della Madonna della Rocca.
Scrivono: “L’anno nuovo è appena iniziato, ma agli Alessandrini non è dato conoscere la sorte che le Autorità Religiose hanno riservato al Santuario Madonna Della Rocca.
Dopo la partenza dei Padri Passionisti fissata per il 17 gennaio a chi sarà affidata la custodia del patrimonio che vi risiede?
Ci sarà un nuovo Ordine Religioso che sostituirà quello preesistente?
Sarà sufficiente la presenza di un solo parroco per celebrare messa la domenicae gli altri giorni feriali?
Sarà la comunità alessandrina in grado di superare lo spirito di rassegnazione e di sconfitta ed opporsi con ogni forza a qualsivoglia progetto che sia diverso da quello per cui l’Eremo è stato concepito?
Questi ed altri gli interrogativi che legittimamente ci poniamo, e con essi qualche amara considerazione.
La nostra Comunità ha subito in questi ultimi anni profondi cambiamenti di ordine economico , politico,sociale che , nell’era della globalizzazione , l’hanno sempre più emarginata riducendola a vera e propria periferia del mondo.
Nessuno dinoi , però avrebbe mai immaginato di dover combattere per la salvaguardia e la tutela di un Bene Supremo che custodisce le radici, la memoria , l’identità di un popolo che ha trovato in questo Tempio Sacro sempre pronto ad accoglierlo , un momento di spiritualità e di conforto.
Con la consapevolezza che non possiamo permettere nessuna forma di speculazione nel luogo che la Madonna Della Rocca ha voluto unicamente come luogo di culto e di preghiera ,sollecitiamo le Autorità competenti a comunicare tempestivamente alla comunità alessandrina la decisione presa in merito evitando di abbandonare questo Luogo all’incuria e ad atti vandalici.
I Carabinieri di Agrigento hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un favarese ritenuto responsabile di violenza sessuale e maltrattamenti commessi ai danni della figlia. I fatti risalgono al periodo gennaio 2016 – settembre 2017, quando la vittima, a seguito della sua separazione coniugale, aveva deciso di fare ritorno nella casa paterna.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.ssa Alessandra Russo, sono state avviate a seguito della denuncia fatta dalla povera donna lo scorso mese di settembre, stanca dei continui soprusi subiti dal padre, che avrebbe persino abusato di lei alla presenza dei suoi tre figli, tutti in tenera età.
Una triste realtà fatta di violenze fisiche e psicologiche, di minacce ed aggressioni.
Oltre al pesante quadro probatorio delineatosi, le indagini hanno purtroppo evidenziato anche un inquietante clima di omertà tra i parenti stessi della donna, i quali, in una malintesa ed arcaica concezione patriarcale degli assetti familiari, hanno tentato di minimizzare l’accaduto e di sviare le indagini degli inquirenti.
Il difficile contesto in cui si è operato, tuttavia, non ha impedito di raccogliere gli elementi di prova su cui poggia il provvedimento restrittivo eseguito, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari Dott. Alfonso Malato.
La vittima, all’indomani della denuncia, era stata subito trasferita, assieme ai figli, in una località protetta. Per l’indagato, invece, si sono aperte le porte del carcere “Petrusa” di Agrigento.
Ad Agrigento un agente della Polizia Municipale ha rischiato il linciaggio durante l’esecuzione del proprio lavoro di impedire il transito in via Esseneto durante il mercato settimanale anche ai residenti non muniti di pass, qualora però il pass fosse stato istituito dal Comune che invece non lo ha ancora disposto. In proposito la Cgil Funzione pubblica esprime solidarietà al Vigile urbano e rileva la necessità di estendere a tempo pieno l’orario di lavoro al fine di rimediare al poco numero di Vigili urbani in servizio in città. Il coordinatore provinciale Enti Locali della Cgil Funzione pubblica di Agrigento, Pietro Aquilino, afferma: “Ho chiesto a sindaco, assessore e dirigente di settore di mettere in atto le azioni necessarie per poter risolvere adeguatamente il problema aumentando il numero del personale in organico, sicuramente insufficiente rispetto al fabbisogno, suggerendo che una prima e pronta risposta potrebbe essere l’implementazione dell’orario di lavoro da tempo parziale a tempo pieno”.
Il sindaco di Siculiana, Leonardo Lauricella, ha inaugurato la nuova scuola media. Alla cerimonia hanno partecipato la Giunta comunale, i componenti del Consiglio Comunale, gli alunni, il personale docente, la preside, dottoressa Fazzi, le autorità militari ed ecclesiali. Il sindaco Lauricella, tra l’altro, ha affermato: “L’amministrazione comunale di Siculiana ha sempre mostrato attenzione e riservato impegno per la scuola, come testimonia la partecipazione ad un bando del 2016 dall’Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione per la ristrutturazione degli altri due plessi scolastici presenti a Siculiana, “Capuana” e “Don Bosco”. Ringraziato l’ufficio tecnico e gli impiegati comunali che si sono adoperati affinchè i lavori di ristrutturazione fossero realizzati a regola d’arte, e in particolar modo l’Assessore alla Pubblica Istruzione Dorita Galletto che, con tenacia e determinazione, ha seguito e sollecitato i lavori di completamento della struttura, organizzando il tutto in maniera ineccepibile”.
Se in Sicilia, come più volte sollecitato dal governo nazionale, si fossero costruiti due maxi termovalorizzatori, uno per la Sicilia occidentale e l’altro per l’orientale, l’emergenza rifiuti non sarebbe mai insorta. E invece no, si sono susseguite elezioni e presidenti di Regione, 2001, 2006, 2008, 2012 e 2017, e nulla è stato compiuto. E non è colpa degli ambientalisti: loro svolgono il proprio lavoro, come il sacerdote e come il sindacalista. E se gli ambientalisti non diffidassero dei termovalorizzatori, perché così impone la narrativa ambientalista – mai però, e purtroppo, aggiornata – non sarebbero ambientalisti. Oggi nel 2018 gli inceneritori di ultima generazione sono ad impatto ambientale zero, e, anzi, funzionano anche come riciclatori dei rifiuti, come se fossero impianti di smaltimento della differenziata. E’ il progresso, che in Sicilia non è stato ancora colto, e ci si danna tra discariche sature e chiuse come attualmente lo è la palermitana di Bellolampo, e poi cassonetti, cestelli, differenziata, rifiuti all’estero, costi del servizio esorbitanti e bollette criminali a carico dei cittadini contribuenti. E non solo: nell’ambito di tale agitarsi inconsulto, e del guardare al dito anziché alla luna, ci si arrovella sulle polemiche a distanza e gli scontri tra Roma e Palermo. Il ministro all’Ambiente, Galletti, ha appena risposto piccato alla richiesta del presidente Musumeci di ottenere ‘poteri speciali’ in materia di rifiuti. Il ministro ha tuonato: “Sono 20 anni che voi governatori di Sicilia chiedete ‘poteri speciali”, e non avete mai risolto l’emergenza. Sapete parlare solo alla pancia dei cittadini” – ha sottolineato Galletti, in riferimento alla recente proposta di trasportare i rifiuti fuori dalla Sicilia. E Musumeci ha replicato altrettanto piccato così: “Se non avessi spirito istituzionale direi che il ministro Galletti è in campagna elettorale. Siccome voglio avere spirito istituzionale e rispetto per il ministro, e spero che lui ne abbia per me, ritengo che gli sia stato portato un parziale comunicato stampa: io non soltanto non parlo alla pancia dei cittadini, ma ritengo di avere fatto in parte quello che lo stesso ministro mi ha consigliato di fare con un documento firmato a Roma alcune settimane fa, e cioè portare i rifiuti fuori dalla Sicilia e al tempo stesso avviare un crono-programma di opere che andavano realizzate 10-15-20 anni fa e che invece dovrò realizzare io nello spazio di un anno e mezzo. Certo che è una vergogna, moltiplicata per 5, perchè sono 5 i presidenti di Regione che si sono avvicendati dal 1998, e sono stati proclamati cinque stati di calamità, si è fatto ricorso agli strumenti in deroga, ma non hanno portato a nulla. Io non parlo alla pancia, ma alla testa e al cuore dei cittadini a cui dico che tutti devono assumersi la loro responsabilità, dai Comuni in forma associata alla Regione perchè nello spazio di un anno, un anno e mezzo, si risolva questo problema. Ma mi aspetto dal governo nazionale un minimo di senso di responsabilità”.